Glicine

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    Glicine


    Pianta rampicante dai fiori violetti riuniti in grappoli, profumati e dolci (glikis in greco significa proprio "dolce"). La specie più comune è quella cinese (Wisteria sineresis ) che
    è stato introdotta in Inghilterra nel lontano 1816. Le specie orientali, invece, sono molto rare e difficili da riprodurre. Per i cinesi ed i giapponesi il glicine rappresenta l'amicizia. Si narra, infatti, che gli Imperatori giapponesi, quando giungevano in luoghi stranieri si facevano precedere dagli uomini del seguito, che sostenevano alberelli di glicine fiorito, simbolo delle proprie intenzioni amichevoli.

    Pier Paolo Pasolini ha dedicato una bella poesia al glicine.


    Wisteria sinensis
    Glicine-Leguminosae


    glicine1

    Generalità: pianta rampicante originaria della Cina e del Giappone, alta in natura fino a 10 metri. Le foglie sono composte, verde chiaro, solitamente mantengono una dimensione ragguardevole anche negli esempl
    ari bonsai. All'inizio della primavera offre una spettacolare fioritura bianca, rosa o viola, con piccoli fiori riuniti in grappoli appariscenti. I rami sono ricadenti, contorti e sono ricoperti da una corteccia molto spessa, che solitamente causa il fallimento di molti tentativi di legatura con filo metallico. Ai fiori seguono lunghi baccelli legnosi, che contengono 2-3 semi, tossici. Non è una pianta consigliata per i principianti, in quanto difficile da plasmare come bonsai.


    Potature: essendo una pianta rampicante il glicine produce rami molto lunghi, che vanno cimati per tutto il periodo vegetativo; è consigliabile praticare una potatura di sfoltimento subito dopo la fioritura. In seguito si può applicare il filo metallico, ricordando che gli unici rami che si possono mettere in forma sono quelli giovani, ancora semilegnosi.



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    Esposizione Glicine
    Pianta che necessita di almeno alcune ore al giorno di irradiamento solare. Per svilupparsi al meglio le piante rampicanti necessitano di graticci, oppure possono essere poste nei pressi di un muro che funga da sostegno.Queste piante non temono il freddo e quindi si possono coltivare in giardino in qualsiasi periodo dell'anno.

    Generalità Glicine
    Il Glicine ha un portamento rampicante. Questa pianta in estate assume una colorazione bianco ; è di taglia media e può raggiungere i 9 m di altezza. Non mantiene la foglia in inverno. Queste piante sono arbusti.

    Concimazione Glicine
    Le piante rampicanti hanno uno sviluppo rapido e vigoroso, arricchiamo il terreno con stallatico o concime a lenta cessione, verso la fine dell'inverno o in autunno; durante la primavera poi possiamo aggiungere all'acqua delle annaffiature un concime per piante verdi o da fiore, ricco in azoto e potassio, una volta al mese.
    glicine

    Annaffiatura Glicine
    Questa pianta ha uno sviluppo rampicante, talvolta molto vigoroso; è quindi bene ricordare che piante più sviluppate hanno maggiori esigenze idriche rispetto agli esemplari più contenuti. Evitiamo di annaffiare Il Glicine eccessivamente, lasciando sempre che tra un'annaffiatura e l'altra il terreno rimanga asciutto per almeno un paio di giorni, quindi interveniamo bagnando il substrato in profondità ogni 2-3 settimane , con 1-2 secchi d'acqua .

    Trattamenti Glicine
    Con l'innalzarsi delle temperature diurne, all'inizio della primavera, è bene praticare un trattamento preventivo, con un insetticida ad ampio spettro, da praticarsi quando nel giardino non sono presenti fioriture. Prima che le gemme ingrossino eccessivamente è consigliabile anche praticare un trattamento fungicida ad ampio spettro, per prevenire lo sviluppo di malattie fungine, il cui dilagare è favorito dall'elevata umidità ambientale.

    glicine


    Edited by gheagabry1 - 27/4/2020, 21:17
     
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    Significato dei Fiori - Glicine

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    Il nome scientifico è wisteria, assegnato al glicine in onore del grande antropologo Kaspar Wistar. Il glicine cresce nella costa orientale degli Stati Uniti, da dove fu importato in Europa nel 1700. Soltanto un secolo dopo, però, quando dall'Oriente, e più precisamente dalla Cina e dal Giappone, arrivarono le splendide varietà asiatiche, il glicine cominciò ad essere veramente apprezzato dagli Europei. Per i cinesi ed i giapponesi il glicine rappresenta l'amicizia, tenera e reciproca; si narra, infatti, che gli Imperatori giapponesi, durante i lunghi viaggi di rappresentanza, portassero con sè bonsai di glicine; quando giungevano in luoghi stranieri si facevano precedere dagli uomini del seguito, che sostenevano alberelli di glicine fiorito, al fine di rendere note le proprie intenzioni, amichevoli e di riguardo, per gli abitanti di quelle terre.

    Il significato che il dono del glicine ha conservato è quello di segno di disponibilità ed anche prova di amicizia.

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    IL GLICINE

    Wisteria sinensis o Wisteria floribunda. II glicine è una pianta poco esigente che sopporta anche l'atmosfera inquinata delle città. Si pianta tra ottobre e marzo in qualsiasi terreno, purché non troppo calcareo, meglio se fertile e ben drenato. Ha però bisogno di un'esposizione molto soleggiata per dare il meglio della fioritura.
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    Anche se talvolta può avere qualche difficoltà nell'attecchimento (perciò è meglio piantare esemplari cresciuti in vaso), dopo il primo anno cresce vigorosamente, non necessita di cure particolari e non teme il gelo. Tutti i glicini sono piante di sviluppo notevole e molto vigorose: è meglio tenerne conto e lasciar loro ampio spazio a disposizione. Anche le radici si espandono notevolmente e, se troppo a ridosso di pavimentazioni o muretti, possono danneggiarli. I fusti, sarmentosi e volubili, necessitano di un supporto nelle prime fasi di sviluppo per avviarli su superfici prive di appigli. In seguito lignificano e diventano veri e propri tronchi, anche di notevole diametro alla base. A proposito, una curiosità: nelle specie giapponesi i fusti si avvolgono attorno al sostegno in senso orario, mentre si avvolgono nel verso opposto quelli della specie giapponese! Dato il vigore delle piante, è bene fornire un sostegno ai rami evitando che possano avvolgersi tra le sbarre delle cancellate o intrecciarsi nelle reti: con il tempo finirebbero per inglobarle e danneggiarle.


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    COME REALIZZARE UN "ALBERO" DI GLICINE

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    1. In primavera, mettere a dimora un glicine con 2 o 3 fusti principali, e sistemare un sostegno in modo che i fusti, intrecciat tra loro, crescano verticalmente fino all'altezza di circa due metri. In seguito si salderanno in, modo da formare un unico tronco.
    2. Raggiunta l'altezza desiderata per il tronco, disporre dei sostegni orizzontali per i rami, che andranno inizialmente guidati per formare la chioma.image

    3. Contemporaneamente, accorciare di un terzo i rami orizzontali per farli ingrossare e lignificare; questa potatura ha anche lo scopo di stimolare la produzione dei getti laterali che andranno a riempire la chioma.
    4. Togliere il sostegno al tronco,
    che una volta lignificato sarà in grado di sostenersi da solo; in seguito sarà possibile eliminare gradualmente tutti i sostegni, non appena anche i rami orizzontali saranno diventati legnosi.
    Per ottenere una chioma molto larga, sarà necessario sostenere i nuovi getti terminali man mano che crescono, mantenendoli orizzontali.

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    alcune poesie sul glicine





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    Il glicine di Pier Paolo Pasolini





    ... e intanto era aprile,
    e il glicine era qui, a rifiorire.
    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
    Prepotente, feroce
    rinasci, e di colpo, in una notte, copri
    un intera parete appena alzata, il muro
    principesco di un ocra
    screpolato al nuovo sole che lo cuoce ...
    E basti tu, col tuo profumo, oscuro,
    caduco rampicante, a farmi puro
    di storia come un verme, come un monaco:
    e non lo voglio, mi rivolto – arido
    nella mia nuova rabbia,
    a puntellare lo scrostato intonaco
    del mio nuovo edificio.
    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
    Tu che brutale ritorni,
    non ringiovanito, ma addirittura rinato,
    furia della natura, dolcissima,
    mi stronchi uomo già stroncato
    da una serie di miserabili giorni,
    ti sporgi sopra i miei riaperti abissi,
    profumi vergine sul mio eclissi,
    antica sensualità . . . . . . . . .

    da “La religione del mio tempo”
    Garzanti 1961






    I glicini sono fioriti - di Lina Ferrara Toller



    I glicini sono fioriti sulle spalliere dei giardini del fiume
    Datemi un piccolo tema di canzone
    Da suonare pizzicando i rami del glicine
    Come fossero corde d'arpa ed io fossi il vento
    Poiché sono fioriti i glicini e il profumo naviga sul fiume,
    le nuvole d'aprile come bianchi delfini
    navigano piano sulle rotte del cielo.
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    Il glicine in fiore - di Giovanna Faro





    Il glicine
    lancia volute aeree
    come volesse agganciarsi
    al cuore del cielo.
    Allaccia l'arco
    in un abbraccio e
    regala all'Universo
    magia imperturbata
    di sospese nuvole fiorite.
    Nella notte
    il suo profumo celestiale
    inebria la luna e nasce
    un dialogo lieve in sussurri
    di parole mai dette.
    Ascoltando in silenzio
    si percepisce un fremito sommesso:
    il glicine è come me,
    perennemente in fuga
    percorso da un'ansia d'infinito.

    Da "Direttamente dalle nuvole"
    Poesia selezionata per l'antologia del Premio Age Bassi 2003





    La stagione del glicine





    Nodosi rami lungo la facciata

    tessevano pastelli viola-azzurri

    come la camicetta della nonna

    dall'ampio seno e il tenero sorriso

    sullo sfondo di cielo a trompe l'oeil

    in quel salotto dove zia Clorinda

    suonava il mandolino.



    (Il nonno mite dagli occhiali d'oro

    accompagnava i nostri movimenti

    tra i mughetti dell'orto).



    Anche nel porticato delle suore

    le spalliere imprimevano languore

    alla giostra laccata bianco-grigio

    sui fiori a terra, scivolosi

    per sciami di folletti divagati

    al sapore di nettare scipito.



    Bordure d'altro tempo,

    riaffioranti romanze e sensazioni

    impresse nella lastra del ricordo

    da un confine ristretto,

    assottigliato

    fino a un punto lontano che si perde

    nelle pieghe dell'anima.



    Era il tempo incantevole del glicine





    M. Patrizia Bianchi Cecchini ( poesia tratta da "L'avventura dei passi" ed. Baroni)



    Edited by gheagabry1 - 27/4/2020, 21:26
     
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  4. ZIALAILA
     
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    Ha origini asiatiche ed è arrivata in Inghilterra nel 1816 su di un cargo della compagnia delle indie. Il suo nome deriva dall'antropoliogo tedesco Kaspar Wistar. Per i Cinesi ed i Giapponesi questa è la pianta dell'amicizia. Ancora oggi regalare un Glicine assume il significato di disponibilità ed è considerato un prova dell'amicizia tra due persone


    Questa pianta è il simbolo primaverile, la sensualità della giovinezza. E' considerata l'essenza astrale del segno dei pesci. Per le persone di questo segno sarebbe uno stimolo che riattiva il flusso delle idee. E' considerato un talismano contro le calamità, un filo magico che ispira le sensazioni più sublimi. Nel vocabolario dei fiori trasmette il messaggio di Riconoscenza o Amicizia
     
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    grazie zia
     
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  6. gheagabry
     
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    Glicine




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    Il nome scentifico del glicine è wisteria, nome assegnato a favore del grande atropologo Kaspar Wistar.
    Il glicine cresce nela costa orientale degli Stati Uniti e fu importato in Europa nel 1700, ma venne apprezzato soltanto un secolo dopo, quando dal Giappone e dalla Cina vennero importate meravigliose varietà asiatiche.

    Per i giapponesi e i cinesi , il glicine, rappresenta la vera amicizia, quella tenera e spontanea. Si narra infatti che, durante i loro lunghi viaggi di rapprezentanza, gli imperatori giapponesi portavano con loro dei bonsai
    di glicine e giunti in luoghi stranieri, s facevano precedere dagli uomini del seguito che sostenevano alberelli di glicine fiorito.

    Questa usanza era il fine per rendere omaggio e per dimostrare le proprie intenzioni di amicizia e di riguardo agli abitanti delle terre visitate.
    Il signifiicato che appunto il glicine ha conservato è di amicizia e disponibilità.


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    Edited by gheagabry1 - 27/4/2020, 21:27
     
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  7. gheagabry
     
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    Il GLICINE

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    Il Glicine è tra le più belle piante rampicanti con scarse esigenze di coltivazione. Può raggiungere un'altezza di 15 m. e anche superarla. I fusti sono volubili, brunasstri, simili a quelli della vite; infatti, necessitano di un supporto. Il fogliame, deciduo, è formato da piccole foglioline ovali o lanceolate verde chiaro; i fiori, gradevolmente profumati, possono variare dall'azzurro al lilla e compaiono prima delle foglie. Le infiorescenze sono lunghe anche 30 cm. e presentano fiori diversi secondo la varietà.

    ....storia, miti, leggende e simbolismo....


    Il glicine dai fiori profumati è uno degli esempi più originali di vite rampicante legnosa. Si sviluppa accrescendosi rapidamente con un costante movimento a spirale in senso orario o antiorario e, in questo, rappresenta la coscienza dell’uomo che si espande dai centri vitali dell’interiorità per estendersi a influenzare il mondo esterno. Rimane evidente ogni movimento che il glicine compie spontaneamente attorno a qualunque sostegno trovi a disposizione e, per questo suo comportamento è stato assunto a simbolo del gioco e dell’avventura nell'arte cinese. L'antica arte geomantica taoista Feng Shui considera i grappoli penduli a cono dei fiori di glicine come l’equivalente dell’inchino o dell’inginocchiarsi in segno di onore e di rispetto.
    Questo fiore dai petali colorati nelle tonalità del blu, lavanda, rosa, viola è stato molto apprezzato in Cina, ma è sempre appartenuto soprattutto alla cultura tradizionale del Giappone. Celebrato nelle feste organizzate dagli aristocratici alla fine del periodo Heian (794-1185), venne utilizzato di frequente come motivo sugli stemmi delle famiglie giapponesi. Il glicine è stato coltivato in queste due Paesi asiatici per più di duemila anni prima di arrivare in Europa, a quanto pare attraverso i semi portati dall’Oriente, come una rarità, da Marco Polo nel XIII secolo. Dopo il 1830, questa vite ornamentale venne diffusa nelle aree più a nord degli Stati Uniti, dove era già stata catalogata come genere ‘Glicine’ dal Dott. Caspar Wistar (1761-1818), professore di anatomia all'Università di Pennsylvania.

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    Come la maggior parte delle viti, il glicine può diffondersi in modo quasi invasivo e diventare così distruttivo fino ad abbattere edifici e tralicci con il gravare del suo peso. Esemplare è il caso di una pianta di glicine che cresce a Sierra Madre, in California, nominata dal Guinness dei primati mondiali come quella con più fiori: al culmine della fioritura ne porta 1,5 milioni del peso di 250 tonnellate. Menzionata come una delle sette meraviglie vegetali esistenti a livello globale, è festeggiata ogni anno con un Festival del Glicine dal 1918, anno in cui vi parteciparono 12mila persone; ne arrivarono 100mila in occasione della settimana di eventi organizzata nel 1930 e 13mila nel 2009.
    Per evitare l’accrescimento indesiderato del glicine, dovuto alle sue spirali incontrollate o senza disciplina, bisogna intervenire per mettere il vitigno a rigore, allo stesso modo è necessario impartire dei fondamenti di base nel corso del percorso evolutivo della coscienza umana per far sì che arrivi a affermarsi pienamente, come anche per quanto riguarda il librarsi della spontaneità e dell'espansione creativa. La natura del glicine di avvilupparsi al sostegno con vigore e di propagarsi a ritmo impressionante e quasi invasivo, è interpretata dalla florigrafia (o linguaggio dei fiori) utilizzata in epoca vittoriana (1837-1901) come un monito contro l'amore ossessivo o troppo passionale, di dipendenza esagerata dall’altro, che può diventare appunto troppo soffocante. Ma il glicine rappresenta anche la longevità e l’essenza dell’immortalità per la sua resistenza da record che arriva a superare il secolo segnando, con il suo invecchiare, il passaggio generazionale in numerose famiglie europee.

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    Il glicine ha un rilevante significato simbolico nel buddismo Jodo Shinshu (o Buddhism Shin) fondato dal monaco Shinran (1173-1263) nel 1224 e pertanto è inserito nei suoi templi. I grappoli che pendono verso il basso in piena fioritura e i rami di questa vite sembrano abbassare il capo in segno di umiltà, sincero rispetto, supplica garbata e riflessione religiosa in riferimento a Buddha, così come l’uomo ha bisogno di pace e di tranquillità per raccogliersi e onorare l'entità divina. Il fiore del glicine diventa il simbolo della luminosità e della caducità dell’esistenza: tutto muta continuamente, in ogni momento, con il trascorrere del tempo, compresa appunto la vita stessa, quindi si dovrebbe apprezzare appieno l'eternità in ogni istante. Questo insegna che un essere umano non deve cadere nell’arroganza per emergere, ma piuttosto provare e dimostrare gratitudine. In questa scuola buddista ampiamente praticata in Giappone, tutti sono uguali agli occhi di Buddha, per il quale non è necessario pregare, ma è sufficiente avere fede. Il glicine longevo dalla vitalità vigorosa è impersonato da una ragazza timida, romantica e travagliata da angosce d’amore con altrettanta caparbia nel balletto classico giapponese ‘Fuji Musume’ ('La Nubile Glicine', letteralmente) del teatro Kabuki. Rappresentato per la prima volta nel 1826 in un set di cinque danze, è rimasto uno tra quelli di maggiore successo per coreografia e raffinatezza e oggi è allestito in maniera autonoma. Nella città di Otsu, affacciata sul Lago Biwa, vicino a Kyoto, un passante si sofferma a osservare uno degli innumerevoli dipinti esposti chiamati ‘Otsu-e’ e venduti come souvenir. Su questo quadro è dipinta una Ragazza, che rappresenta l’essenza del Glicine: è abbigliata alla moda, con uno stravagante kimono (‘Nagasode’) con le maniche lunghe e con la fascia (‘Obi’) che riprende l’immagine del fiore, secondo la tradizione diffusa da secoli in Giappone. La Ragazza raffigurata diventa infatuata a tal punto dell'uomo che la guarda attentamente da prendere vita ed uscire fuori dalla tela. Scrive lettere d’amore, ma non ottiene risposta e, danzando sotto un glicine frondoso, con un ramo in mano, esprime i sentimenti profondi che prova per l’amore non corrisposto, accompagnata dalla musica ‘Nagauta’ ('canto a lungo'). Triste e disperata, rientra affranta dentro al dipinto, sotto al glicine, alla fine del balletto. Il pianto della Ragazza esprime il dolore che prova, così il glicine diventa il fiore dell’amore perduto, ma rappresenta anche la straordinaria resistenza come vitigno, in grado di vivere e di prosperare anche in condizioni difficili, così come il cuore ha la capacità di resistere nonostante sia spezzato da un sentimento a senso unico. ‘Fuji Musume’ ha ispirato una fiorente produzione artistica in Giappone, comprese bambole, statuine e dipinti venduti come portafortuna per i matrimoni.

    E' arrivato in Inghilterra nel 1816 su di un cargo della compagnia delle indie. Il suo nome deriva dall'antropoliogo tedesco Kaspar Wistar. In passato, i suoi fiori, veniva usati come ingredienti di piatti a base di uova. Il profumo del glicine ricorda i cortili di un tempo e le sere d'estate.

    Una leggenda di origine piemontese narra di una giovinetta che faceva la pastorella di nome Glicine. Questa fanciulla era disperata per il suo aspetto fisico, si sentiva brutta. Un giorno, persa nella disperazione, pianse sola nel bel mezzo di un prato; ad un certo punto le sue lacrime si tramutarono in una meravigliosa pianta di Glicine con una inebriante fioritura.

    .....nell' Art Noveau.....

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    Un capolavoro artistico tra i più elaborati sono stati i sette pannelli di vetro dipinto a mano a figure di grappoli di glicine realizzati su telaio di piombo dall’artista e designer statunitense Louis Comfort Tiffany (1848-1933), uno dei migliori nelle arti decorative a cavallo del secolo. I pannelli erano appesi per schermare, con un fregio continuo, le finestre della sala da pranzo nella sua straordinaria tenuta di campagna a Laurleton Hall, nel villaggio di Laurel Hollow, vicino a Long Island, sulla Oyster Bay, a New York, nella quale decorò superbamente le 84 stanze, e che completò nel 1905. Tra le sue opere d’arte decorativa per interni – vetrate, vasi, coppe, lampade a olio, ceramiche, mobili, bronzi, smalti, tessuti, gioielli, ecc. – celebrate sono state soprattutto le creazioni Art Nouveau raffiguranti la natura, e soprattutto fiori e foglie, in mosaici di vetro colorato su intelaiatura di piombo. Tra le famose lampade da tavolo (‘Lampade Tiffany’) prodotte negli anni 1880-1924 su base lavorata in bronzo, compare anche la ‘Wisteria Lampe’ (1905) ad accensione elettrica dedicata ai fiori e alle foglie di glicine.
    Un altro straordinario esempio di connubio tra immagini di glicini fioriti e Art Nouveau applicata agli interni come ‘opera d’arte totale’ è la ‘Wisteria Dining Room’ (‘Sala da Pranzo Glicine’) in noce intagliato e amaranto, progettata e realizzata tra il 1910 e il 1914 dall’artista francese Lucien Lévy-Dhurmer (1865-1953) per l’abitazione parigina di Auguste Rateau, membro dell'Accademia delle Scienze. Lévy-Dhurmer – che seguì anche l’arte simbolista, realizzò anche disegni, dipinti e ceramiche, oltre a mobili e lavori da interior design – riprese il tema del glicine, scelto da Madame Rateau come ‘benvenuto’, nella sala intera. In questo unico esemplare di Camera francese del periodo Art Nouveau presente nella collezione di un museo americano, il Metropolitan Museum of Art, a New York, si può ammirare come il motivo della fioritura del glicine è stato riportato accuratamente nello stesso modo in cui avviene in natura: dall’alto pendono i grappoli dei fiori come da una pergola in giardino, i viticci rampicanti e le foglie compaiono nella parte inferiore della stanza, i fiori caduti a terra sono sparsi sul tappeto. In particolare, aironi e pavoni sono raffigurati davanti al vitigno fiorito nelle tele dipinte in stile divisionista; le lampade da terra riprendono i tronchi contorti della vite; gruppi di fiori di glicine compaiono nei pannelli a parete in noce impiallacciata intarsiati con legno di amaranto; fiori e foglie sono stampati sul rivestimento in pelle, intagliati sui mobili, sulle maniglie delle porte, sui cassetti e, dorati, sono inseriti sul paracaminetto per schermare il fuoco del caminetto.


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    Edited by gheagabry1 - 27/4/2020, 21:33
     
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    Ashikaga Flower Park..il regno del glicine

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    Sono un autentico trionfo di petali colorati quelli che tempestano gli oltre otto ettari dell’ Ashikaga Flower Park, nella provincia dell’Ashikaga Tochigi. Fiore all’occhiello (mai espressione fu più appropriata!) dell’Ashigawa Flower Park sono le piante di glicine, che con tutte le sfumature dell’iride, dal rosa al giallo, dal bianco al viola, creano un panorama da sogno.

    Il glicine è molto diffuso in Giappone (dove è chiamato “Fuji” ed è considerato il fiore dell’amore) e all’Ashigawa Flower Park ce ne sono una infinità di tipologie.

    Il 1870 è l’anno dell’Unità d’Italia, l’anno in cui hanno inizio i lavori del ponte di Brooklyn, l’anno di nascita di Maria Montessori e della morte di Charles Dickens, ma non solo. Nel lontano oriente, per l’esattezza a Tochigi è l’anno in cui nasce l’albero più antico del Giappone: il Japanese Wisteria.

    Nel parco si trova il glicine più bello del mondo. Sicuramente è la più grande e più antica del suo genere in Giappone, con i suoi 143 anni di vita.






    dal web

    Edited by gheagabry1 - 27/4/2020, 21:42
     
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