ANIMALI ..curiosità e news

...nelle culture del mondo e nella storia....

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. gheagabry
     
    .

    User deleted


    E’ morto Stewie, il gatto da Guinness lungo 1,23 metri
    E' morto Mymains Stewart Gilligan, detto Stewie, il gatto più grande del mondo. La sua avventura è finita a otto anni dopo aver conquistato il Guinness dei primati, ed essere apprezzato per la sua bellezza in tutto il mondo.





    e-morto-stewie-il-gatto1-300x225
    E’ stato un doloroso addio quello a Stewie, il gatto gigante che è morto dopo aver lottato contro il cancro. La sua lunghezza al di fuori del comune gli aveva fatto guadagnare il Guinness dei primati, con il suo 1 metro e 23 aveva battuto ogni record. Stewie viveva con la sua padrona in Nevada, ma era ricordato con affetto da numerosi fan. Sornione e peloso, il gatto di razza Maine Coon aveva otto anni, e aveva conquistato il titolo di gatto più grande del mondo nel 2010.



    http://gossip.fanpage.it




    arca
     
    Top
    .
  2. gheagabry
     
    .

    User deleted


    Dal Corpo Forestale il calendario che racconta gli animali

    1366733506522_grifone
    Grifone posato (Foto Fulvio Genero Web)


    Dodici mesi insieme per tutelare la biodiversita'. E' con questo obiettivo che il Corpo Forestale dello Stato ha pubblicato un calendario dove si raccontano le storie degli animali e il loro stato di conservazione.

    49c16ba16d9df551632e198076361ebc
    Testa Grifone (foto Fulvio Genero web)


    Dal panda al grifone, dal leopardo alla bertuccia, i protagonisti del calendario sono specie animali rappresentative di ecosistemi diversi. A immortalarli l'Unione italiana zoo e acquari (Uiza) nelle strutture zoologiche associate, che ospitano ogni anno cinque milioni di visitatori. ''Il calendario e' una perfetta testimonianza di come grazie alla collaborazione tra il Corpo Forestale e i giardini zoologici gestiti su basi scientifiche, sia possibile contribuire alla conservazione della natura sensibilizzando il pubblico alla tutela degli habitat e delle specie selvatiche'', spiega il presidente dell'Uiza Cesare Avesani Zaborra, che per il 2014 auspica un calendario dedicato all'educazione ambientale.

    fbced36c5197d0618731a6c04fb8d7f0
    Tamarino di Edipo (web)

    Tra le specie ritratte si trovano il grifone, presente in Europa in 24-27 mila coppie soprattutto in Spagna e oggetto di piani di conservazione in Italia; la bertuccia, minacciata dalla perdita di habitat, dal commercio illegale e di cui l'ultima popolazione europea esistente in natura e' quella di Gibilterra; e il tamarino di Edipo, una delle scimmie pi piccole esistenti al mondo, di cui oggi rimangono solo seimila esemplari nella Colombia settentrionale.

    160df3bc84b4df9dcb628e915a12fd4d
    Bertuccia NaturZoo





    ansa.it
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar


    Group
    moderatori
    Posts
    19,944
    Location
    Zagreb(Cro) Altamura(It)

    Status
    Offline
    grazie gabry,molto interessante!
     
    Top
    .
  4. gheagabry
     
    .

    User deleted


    Giornata mondiale dei pinguini
    Celebrati su twitter e web, celebrita' in campo a difesa

    1366905606064_Gentoopenguinscratching

    Icone dell'Antartico, star del cinema accanto a Mary Poppins o in Happy feet, dove hanno usato il ballo sfrenato per attirare l'attenzione dalle Nazioni Unite ed ottenere la protezione del proprio habitat, i pinguini festeggiano oggi la giornata mondiale a loro dedicata.

    Lo ricordano oggi, nel giorno di inizio della loro migrazione annuale, su Twitter e sui siti loro online, con bellissime foto e affascinanti video, le associazioni ambientaliste e animaliste che si battono per la difesa di questa specie e della loro casa nel sud del mondo minacciata dai cambiamenti climatici, dalla perdita di habitat, di ghiaccio e di pesce a causa dell'aumento della temperatura, di una pesca eccessiva e dell'inquinamento.

    1366905997195_antarcticpenguins

    Ma a sostenere la causa per la protezione di questi sorprendenti animali sono anche celebrita' da Leonardo Di Caprio a Richard Branson, da Sylvia Earle a Ed Norton, da Sam Neil a Wang Jing.

    Numerose le associazioni ambientaliste che cercano di reclutare seguaci e adesioni agli appelli e alle campagne lanciate anche a livello internazionale. Fra queste Greenpeace e' scesa in campo lanciando una petizione per proteggere i pinguini chiedendo di costruire i due piu' grandi santuari del mare in Antartico.

    Un'area che rappresenta il 10% dei mari del mondo, la piu' incontaminata riserva marina rimasta sul pianeta. E in questo modo non si proteggeranno solo i pinguini ma anche balene, foche e circa diecimila altre specie.

    Ma i pinguini non vivono solo in ambienti freddi. Ce ne sono 18 specie in tutto e tutte vivono nell'emisfero meridionale: dodici specie solo fra i ghiacci dell'Antartide sino alle acque della Nuova Zelanda, mentre altre quattro fra Africa australe e Sud America dove possono trovarsi ad affrontare anche alte temperature; le rimanenti si trovano fra Australia e Nuova Zelanda. Il pinguino delle Galapagos e' quello che vive piu' a nord di tutti, avendo oltrepassato l'equatore.



    Ogni anno il 25 aprile si celebra la giornata di questi popolari e carismatici uccelli marini che pero' non volano, camminano dondolandosi goffamente e scivolano velocemente con la pancia sui ghiacci, con le ali che fungono da pinne con cui nuotano abilmente e velocemente, tanto da raggiungere anche i 25-30 chilometri orari sott'acqua.

    Il pinguino imperatore e' l'indiscusso piu' grande esemplare della specie, seguito dal pinguino re, il secondo per grandezza nel mondo.




    ansa.it
     
    Top
    .
  5. arca1959
     
    .

    User deleted


    È stato rinvenuto nel SUd Sudan, un Paese che sta scoprendo la tutela ambientale
    Ecco il Niumbaha, il «panda con le ali»
    Un nuovo pipistrello scoperto da un team di ricercatori della Bucknell University. Un esemplare analogo classificato nel '39
    NiumbahaSuperbaLarge1_941-705_resize


    GIUBA (Sud Sudan) – I pipistrelli, in genere, tutto suscitano fuorché simpatia. Ma una nuova specie scoperta in Sud Sudan, nell’Equatoria Occidentale, ha le carte in regola per rientrare nell’elenco degli animali più carini del pianeta. Un mini-panda con le ali: a questo somiglia il Niumbaha Superba, un pipistrellino minuscolo che potrebbe accoccolarsi comodamente nel palmo di una mano. E che ha la caratteristica inconsueta di essere ricoperto di un morbido pelame bianco e nero, con un motivo a macchie che ricorda la livrea dei panda.

    NiumbahaSuperbaLarge5_941-705_resize
    NiumbahaSuperbaLarge2_941-705_resize
    NiumbahaSuperbaLarge3_941-705_resize
    NiumbahaSuperbaLarge4_941-705_resize




    www.corriere.it
     
    Top
    .
  6. gheagabry
     
    .

    User deleted


    Mammina cara: le peggiori
    madri del mondo animale

    Crudeli, indifferenti, cannibali: le madri animali non sono campionesse di affettività. Ecco una galleria delle più "cattive”, anche se ognuna di loro ha i suoi buoni motivi



    092035590-16239af5-deeb-4bcb-93b7-74bb3b4d8d4f
    Mamma criceto, la spietata
    Fotografia di Heidi and Hans-Jurgen Koch, Minden Pictures

    Il Giorno della Mamma celebra l'amore tra madri e figli, ma in natura molte genitrici non corrispondono esattamente al nostro ideale di mammine amorose, almeno a prima vista. A cominciare dal criceto.

    È una cattiva madre perché... nonostante il tenero aspetto, le mamme criceto posso trasformarsi in killer spietati, divorando i loro piccoli.

    Ma si comporta così perché... Parte con grande ottimismo ma poi deve fare i conti con la realtà. I criceti producono nidiate molto più numerose di quelle che sono in grado di allevare.

    "Non sanno quanto cibo sarà disponibile”, dice Forbes. "Così danno alla luce qualche piccolo in più per assicurarsi una discendenza sana anche se il cibo scarseggia o se qualche neonato ha dei difetti".


    091952171-8ba97826-4c8e-478c-938a-a25d12687052
    Mamma panda, l'ingiusta
    Fotografia di Michael Nichols, National Geographic

    È una cattiva madre perché... a volte partorisce due piccoli, ma è raro che ne allevi più di uno.

    "I panda sono animali molto amati, ma possono essere cattive madri”, dice Scott Forbes, biologo della University of Winnipeg e autore del libro A Natural History of Families. "Il secondo piccolo, grande appena pochi centimetri e incapace di badare a se stesso, viene in genere abbandonato al proprio destino”.

    Ma si comporta così perché... Il figlio "prediletto” durante la crescita riceve molte attenzioni e mangia un sacco di bambù. È probabile che le madri non siano in grado di occuparsi di due piccoli durante gli 8-9 mesi necessari a raggiungere l'indipendenza, dice Forbes.

    "È preferibile probabilmente ritrovarsi con un piccolo in salute che non con due in difficoltà”, dice, "Quindi la selezione avviene subito, e non dopo aver investito risorse che magari andrebbero sprecate".



    091908609-b24bce87-2fa0-41ef-8ca5-d747a8e15dfb
    Mamma necroforo, la cannibale
    Fotografia di Gary Meszaros/Visuals Unlimited

    È una cattiva madre perché... mangia i piccoli in un gioco crudele in cui chi arriva ultimo muore.

    Le larve degli insetti necrofori in genere si spostano in una carcassa di topo sepolta dalla madre e dal padre. La madre nutre i piccoli mangiando la carcassa e rigurgitando la carne del topo.

    "Le piccole larve si spostano aventi e indietro, chiedendo cibo alla madre”, dice Forbes. "La prima viene nutrita, ma l'ultima della fila, dopo che il cibo è finito, viene mangiata dalla madre”.

    Ma si comporta così perché... I necrofori in genere selezionano la loro prole perché stia in pari con la quantità di cibo disponibile. Ma la loro nidiata in genere è più ampia, quindi un pizzico di cannibalismo serve ad aumentare le possibilità di sopravvivenza delle altre larve.


    092116298-c0361eca-3bce-4efa-a92c-f1a72b677425
    Mamma aquila nera, la complice
    Fotografia di Chris Du Plessis/Gallo Images via Getty Images

    È una cattiva madre perché... non interviene nelle zuffe dei figli, anche se spesso hanno un esito letale.

    Il nido dell'aquila nera è spesso teatro di violente battaglie, dice Forbes, "e i genitori stanno a guardare mentre il fratello più grande uccide il più piccolo. È un infanticidio per procura, una specie di accordo tra il figlio più grande e la madre".

    Ma si comporta così perché... Benché sembrino semplicemente indifferenti, queste aquile mettono in atto una strategia comune a vari uccelli: le lotte fra i figli contribuiscono a destinare le risorse di cibo a chi ha più probabilità di sopravvivere.

    Come spesso accade quando si osservano in natura genitori che all'apparenza trascurano i figli, la priorità delle madri non è la sopravvivenza della prole, ma della specie.


    092203303-dad1a811-e4c9-4b3a-8af8-267f539237b9
    Mamma svasso dal cappuccio, la fuggitiva
    Fotografia di Erwin e Peter Collaerts

    È una cattiva madre perché... abbandona i pulcini al loro destino. La femmina di svasso dal cappuccio costruisce dei nidi galleggianti di vegetazione in cui entrambi i genitori covano due uova. Appena una delle due si schiude, la coppia e il primo pulcino abbandonano il nido, lasciando l'altro al suo destino.

    Ma si comporta così perché... questi uccelli producono un pulcino "di riserva” nel caso sorgano problemi con il primo. "Un comportamento di routine in molti uccelli predatori”, dice Forbes.




    092248760-4bda5d62-1e25-4e90-8f4f-305551ae622f
    Mamma mabuya, l'ingorda
    Fotografia per gentile concessione Arthur D. Chapman

    È una cattiva madre perché... anche se le candidate a mamma ideale scarseggiano tra i rettili, la lucertola Mabuya longicaudata è una madre particolarmente perfida: se depone le uova quando ci sono predatori in giro, le mangia prima che schiudano.

    Ma si comporta così perché... la lucertola sottrae la prole a una sorte inevitabile e allo stesso tempo assume un cibo ricco di nutrienti, spiega Forbes, assicurandosi la possibilità di riprodursi di nuovo.


    092326781-c34ca955-6687-43ca-bb76-5d80be1025f7
    Mamma coniglio, l'assente
    Fotografia di Jack Milchanowski, Visuals Unlimited

    È una cattiva madre perché... Le madri coniglio abbandonano i piccoli nella tana subito dopo la nascita e tornano a nutrirli per soli due minuti al giorno durante i loro primi 25 giorni di vita; dopodiché i coniglietti devono imparare a sbrigarsela da soli.

    Ma si comporta così perché... i predatori amano cibarsi di conigli appena nati, quindi le madri li abbandonano affinché la tana resti segreta, e loro possano sopravvivere. Benché non trascorrano molto tempo a giocare assieme, aumentare le loro possibilità di sopravvivenza è il regalo più grande che una madre possa fare. È qualcosa su cui riflettere, il Giorno della Mamma.





    national geographic
     
    Top
    .
  7. arca1959
     
    .

    User deleted


    10 animali che non conoscete
    Microscopici, alcuni spaventosi, altri buffi, da un bel librone illustrato

    animal-earth-01
    Un esemplare di bottone blu (Porpita porpita), un idrozoo coloniale. Questi animali marini non hanno dimensioni molto grandi e di solito non superano i 2,5 centimetri di diametro. La versione blu è la più diffusa.
    (“Animal Earth: The Amazing Diversity of Living Creatures” di Ross Piper, Thames & Hudson edizioni – Foto: Arthur Anker/Animal Earth/Thames & Hudson)



    Piper Ross è uno zoologo e divulgatore scientifico britannico. Collaboratore di diverse testate e della divisione della BBC che si occupa di storia naturale, Ross si interessa soprattutto della diversità delle specie animali negli svariati ecosistemi che esistono e convivono in giro per il mondo. Di recente ha concentrato i suoi studi nella realizzazione di “Animal Earth”, un librone che attraverso 500 fotografie mostra meglio di tanti trattati quanto siano diverse e spesso incredibili le specie animali, soprattutto negli ambienti acquatici dove si pensa ci sia un numero ancora imprecisato di nuovi esemplari da scoprire.

    animal-earth-02
    Un esemplare di Bougainvillia superciliaris con sopra un esemplare di Hyperia galba. Il primo è una medusa diffusa soprattutto nelle parti settentrionali degli oceani Pacifico e Atlantico, con dimensioni che di solito non superano i 9 millimetri di altezza. Il secondo è un anfipode, un tipo di crostacei molto diffuso e vario.
    (“Animal Earth: The Amazing Diversity of Living Creatures” di Ross Piper, Thames & Hudson edizioni – Foto: Alexander Semenov/Animal Earth/Thames & Hudson)



    Nella presentazione del suo libro, pubblicato dall’editore Thames and Hudson, Ross ricorda che gli animali con cui abbiamo più familiarità costituiscono appena l’uno per cento delle specie esistenti sulla Terra. Oltre a mostrare le foto di centinaia di animali mai visti, se non da ricercatori ed etologi, il libro spiega come si sono evolute particolari specie e dimostra come la complessità possa interessare anche organismi minuscoli, grandi appena qualche millimetro.

    animal-earth-03
    Il Coelopleurus floridanus è un riccio di mare (echinoderma) che vive soprattutto nel nord dell’Atlantico e nel Mediterraneo.
    (“Animal Earth: The Amazing Diversity of Living Creatures” di Ross Piper, Thames & Hudson edizioni – Foto: Arthur Anker/Animal Earth/Thames & Hudson)
    animal-earth-04
    Una vespa del castagno (cinipide del castagno) vista da davanti. È un insetto pericoloso per i castagni perché li infesta con le sue larve quando si riproduce. Le piante smettono di crescere e spesso diventano meno vitali fino a morire.
    (“Animal Earth: The Amazing Diversity of Living Creatures” di Ross Piper, Thames & Hudson edizioni – Foto: Tomas Rak/Animal Earth/Thames & Hudson)
    animal-earth-05
    Un loricifero, specie di organismi microscopici di cui non si sanno ancora molte cose. I ricercatori li studiano da tempo, si pensa siano predatori e che vivano principalmente sulle spiagge umide, tra i granelli di sabbia. La loro prima scoperta risale a 30 anni fa.
    (“Animal Earth: The Amazing Diversity of Living Creatures” di Ross Piper, Thames & Hudson edizioni – Foto: Phil Miller/Animal Earth/Thames & Hudson)
    animal-earth-06
    I policheti, chiamati spesso “vermi setola”, sono animali marini che fanno parte degli anellidi. Le loro dimensioni variano, a seconda delle specie, tra i 5 e i 10 centimetri. Sono facilmente riconoscibili per la presenza di “setole” intorno ai loro anelli, formazioni chitinose a forma di ago.
    (“Animal Earth: The Amazing Diversity of Living Creatures” di Ross Piper, Thames & Hudson edizioni – Foto: Alexander Semenov/Animal Earth/Thames & Hudson)
    animal-earth-07
    Un esemplare di policheto, chiamato anche “verme setola” per le setole intorno ai suoi anelli.
    (“Animal Earth: The Amazing Diversity of Living Creatures” di Ross Piper, Thames & Hudson edizioni – Foto: Alexander Semenov/Animal Earth/Thames & Hudson)
    animal-earth-08
    Una specie di Coryphella, mollusco appartenente al sottordine dei nudibranchi. La parola nudibranchia con cui sono classificati deriva dalla parola latina “nudus” (“nudo”) e dalla parola greca “brankhia” (“branchia”) e indica la caratteristica di questi animali: hanno le branchie nude.
    (“Animal Earth: The Amazing Diversity of Living Creatures” di Ross Piper, Thames & Hudson edizioni – Foto: Alexander Semenov/Animal Earth/Thames & Hudson)
    animal-earth-09
    Un esemplare di angelo di mare (Clione limacia), piccolo mollusco lungo meno di 2 centimetri che vive negli oceani. Si sposta velocemente muovendo le sue “ali”. Questo tipo di animali è la classica preda di pesci di maggiori dimensioni e per questo motivo sono spesso definiti “patatine di mare” dai ricercatori.
    (“Animal Earth: The Amazing Diversity of Living Creatures” di Ross Piper, Thames & Hudson edizioni – Foto: Alexander Semenov/Animal Earth/Thames & Hudson)
    animal-earth-10
    Un esemplare di Chromodoris annulata, un mollusco noto soprattutto per la colorazione viola dei cerchi attorno alle branchie. È una specie diffusa soprattutto nell’oceano Indiano.
    “Animal Earth: The Amazing Diversity of Living Creatures” di Ross Piper, Thames & Hudson edizioni – Foto: Arthur Anker/Animal Earth/Thames & Hudson






    www.ilpost.it
     
    Top
    .
  8. gheagabry
     
    .

    User deleted


    "Pur confinando con la Libia, l'Egitto non è molto popolato da animali, ma quelli che vi sono, sono considerati sacri, senza eccezione, sia quelli domestici come i selvatici. Esiste una legge sugli animali: essa prescrive che alcuni uomini o donne vengano incaricati di provvedere al nutrimento di ciascuna specie; e tale onore si trasmette dal genitore al figlio.
    Gli abitanti delle città, ciascuno per conto suo, quando fanno voti al dio protettore di un dato animale compiono questi riti: radono il capo dei propri figli, per intero, per metà o per un terzo, e poi sui due piatti della bilancia pongono i capelli e dell'argento: l'argento che controbilancia il peso dei capelli lo danno alla guardiana degli animali; in cambio di tale somma essa sminuzza del pesce e lo dà in pasto alle bestie. Ecco dunque, come è prescritto che vengano nutrite.
    Se qualcuno uccide volontariamente uno di questi animali viene condannato a morte, se lo uccide involontariamente paga la pena stabilita dai sacerdoti. Nel caso si uccida un ibis o uno sparviero, volontariamente o involontariamente, la pena di morte è inevitabile."
    (Erodoto)

    GLI ANIMALI NELL'ANTICO EGITTO


    Per gli antichi egizi, gli animali furono creati dagli dèi con diritti pari a quella degli uomini.
    Uno degli animali domestici più comuni in Egitto era il gatto. Discendeva da una specie selvatica (Felis silvestris lybica) dell'Africa settentrionale. La prima prova dell'esistenza del gatto domestico risale al 2100 a.C. Era diffuso soprattutto perché liberava le case dai roditori. I cacciatori lo facevano girare libero nelle paludi, affinché gli uccelli spiccassero il volo e potessero essere catturati più facilmente. Gli egizi avevano anche cani da caccia o da guardia, il chesem. Discendente dallo sciacallo, aveva la coda attorcigliata e le orecchie a punta. Nel Nuovo Regno, la parola chesem indicò un altro cane con le orecchie all'ingiù, le zampe corte e la coda attorcigliata. Venivano utilizzati durante la caccia. Altri animali nei monumenti fin dalle prime epoche erano le scimmie. Molto comuni erano i babbuini, che venivano importati dalla Nubia e vivevano nei templi. I macachi erano molto apprezzati ad esempio dalle donne egizie. Il cavallo fu introdotto dagli hyksos alla fine del Secondo Periodo Intermedio e si adattò benissimo all'Egitto. Veniva allevato in stalle riservate al faraone e agli altri funzionari, dove veniva addestrato per la caccia o la guerra; si utilizzava anche per il trasporto. I sovrani davano ai propri cavalli preferiti nomi particolari. Ramses II ne chiamò due rispettivamente: "vittoria in Tebe" e "delizia di Mut". Gli asini erano animali da soma; per molto tempo furono l'unico mezzo di trasporto. La prima specie addomesticata fu l'Equus asinus africanus, utilizzata per le spedizioni nel Sinai, alle oasi dell'ovest e dalle carovane che andavano alle cave della Nubia. Ma questo animale non resisteva molto senza bere né mangiare, obbligando i viaggiatori che attraversavano il deserto a portare acqua e foraggio nei finimenti. Fu usato anche nei lavori agricoli. Anche i cammelli erano conosciuti. A Heluan c'è la tomba di un esemplare del Periodo Tinita e sono stati ritrovati vasi dell'Antico Regno a forma di questo animale. Ma i cammelli furono addomesticati successivamente. Non vi sono loro rappresentazioni ma sappiamo da alcuni testi che erano impiegati come animali da soma. Furono addomesticate anche varie specie di bovini. Vi erano greggi di pecore e capre e anche maiali. Fin dai tempi più antichi furono allevati anche uccelli da cortile, come oche e anatre. La gallina fu introdotta durante il Periodo Persiano.

    La caccia era vista come un simbolo di forza. Gli Egizi credevano che gli animali avessero il ruolo di conquistare la terra. I cani, simili ai levrieri, li avrebbe aiutati durante la caccia. Esistono prove fornite da dipinti tomba che gli antichi egizi a volte portava con loro ghepardi che aveva domato. I cacciatori conoscevano bene i loro animali, studiavano le loro caratteristiche, le loro abitudini alimentari e di accoppiamento. Questa conoscenza ha determinato un grande rispetto per gli animali. I più piccoli, i gatti selvatici e il ghepardo, venivano spesso tenuti come animali domestici della famiglia. Si racconta che Ramses il Grande abbia avuto un leone come animale domestico.

    I gatti dopo la morte venivano imbal-
    samati, adagiati in sarco-
    fagi dalla forma felina e deposti in camere sacre del cimitero ad essi riservato, nella città di Bubastis. Anche i coccodrilli erano sottoposti ad imbalsamazione. Dalle sabbie dell’Egitto sono stati riportati alla luce resti di coccodrilli mummificati. Ornati di oggetti preziosi, venivano seppelliti in barche sacre.
    I cani quando cessavano di vivere venivano inumati in casse di legno previa imbalsamazione. Ogni città aveva una cimitero per seppellirli. Nella tomba della regina Her-nit, a Sakkara, del 3150 a.C. - 2925 a.C. circa, è stata portata
    alla luce la sepoltura di un cane imbalsamato. Gli animali che appartenevano alla famiglia reale del Faraone erano mummificati e sepolti con loro in modo da poter continuare nell'aldilà insieme. Un'iscrizione a seguito di un cane molto amato è stato trovato in una tomba risalente alla dinastia V o VI:

    "Il cane che è stato la guardia di Sua Maestà. Abuwtiyuw è il suo nome. Sua Maestà ordinò che venisse sepolto, che egli ne riceva una bara dal tesoro reale, bisso in grande quantità, incenso. Sua Maestà ha dato unguento profumato e ordinò che essere una tomba costruita per lui dalla banda di muratori. Sua Maestà ha fatto questo per lui in modo che egli potrebbe essere onorato."

    La conoscenza della medicina e chirurgia egizia è stata favorita dal clima egiziano che ha permesso la conservazione di numerosi papiri con riferimenti medici redatti in scrittura geroglifica (hieros = "sacro", glypho = "registrare, scrivere, ovvero “le parole sacre”") o ieratica. La maggior parte dei testi è scritta in ieratico. Fra testi vi era il primo trattato di veterinaria, il papiro di "Kahun" scoperto dall'egittologo britannico Flinders Petrie nella regione di El-Fayyum alla fine del XIX secolo.

    "Nelle case in cui un gatto muore di morte naturale tutti gli abitanti della casa si radono solo le sopracciglia; dove muore un cane si radono tutto il corpo e la testa. I gatti morti vengono trasportati in ricoveri sacri, dove vengono imbalsamati e
    seppelliti, nella città di Bubasti. I cani vengono invece seppelliti ciascuno nella propria città, in sacri loculi, e come i cani vengono sepolte anche le manguste."(Erodoto)


    ...divinità sacre...


    Gli animali rappresentarono alcune divinità locali intorno al 3500 a.C. Le divinità in quell’epoca spesso avevano sembianza umana con teste di animali. Alcuni animali sacri venivano tenuti nei templi, come rappresentazioni viventi delle divinità, come il bue Apis. Gli egiziani adoravano alcuni animali come immagine sacra: lo sciacallo, lo sparviero, l’ibis ed il coccodrillo. Essi rappresentavano un legame fra forma animale e corrispondente divinità, come il leone-forza o l'ariete-fertilità

    Amon, Ra e Ptah costituivano la cosiddetta “Triade Dinastica”. La più celebre di esse era Amon, Dio del cielo e dei poteri celati della generazione, della fertilità maschile e della virilità: suo centro d’origine e sua dimora prediletta era Tebe. Poteva essere raffigurato da un essere umano, da un ariete o da un’oca. L’ariete aveva il sole tra le corna ricurve. L’oca, secondo la tradizione religiosa, avrebbe deposto un uovo che avrebbe dato vita all’umanità.
    Ad Amon seguiva Ra, rappresentato da un uomo con la testa di falco ed il sole sul capo. Era il Dio del sole e della luce.
    Ogni sera scendeva nel mondo pericoloso dell’oltretomba. Lo attraversava, da ovest ad est, nelle dodici ore notturne, a bordo di una barca trainata da divinità e protetta da altre. Il serpente Apofi era il suo peggior nemico. Dopo Ra vi era Ptah. Si presentava antropomorfo ma era associato al toro Apis. Era il Dio della terra e patrono dei giubilei reali. Sua moglie era la feroce dea-leonessa Sekhmet.
    Il Dio Horus, figlio di Osiride ed Iside, era un falco, successivamente venne raffigurato con la testa di toro. Secondo le più antiche tradizioni religiose, in esso si manifestava la figura del faraone che esercitava il dominio sui popoli e sul mondo.

    Dopo la morte, gli organi interni del faraone, erano vigilati da quattro divinità: Amset aveva l’aspetto di un essere umano, le altre, Hapi, Khebehsenuf e Duamutaf, erano rispettivamente un babbuino, un falco ed uno sciacallo.
    Theuth o Thoth, antropomorfo con la testa di ibis, era il dio della luna.

    "Ho sentito narrare che
    a Naucrati d’Egitto dimorava una delle vecchie divinità del paese,
    il dio a cui è sacro l’uccello chiamato ibis, e di nome detto Theuth.
    Egli fu l’inventore dei numeri, del calcolo, della geometria e dell’astronomia,
    per non parlare del gioco del tavoliere e dei dadi e finalmente delle lettere e dell’alfabeto."(Platone, da Fedro)


    Il leone era l’immagine della forza e del potere e custode del sacro. Figure leonine venivano poste agli ingressi di molti templi. Secondo gli egizi, la potenza fisica e l’aggressività, rendevano il leone un efficace protettore di luoghi che dovevano esser ben custoditi. Il sole e il territorio Khepri, rappresentato da uno scarabeo, era il dio della rinascita quotidiana del sole e del rinnovamento ciclico. Il calore del sole era simboleggiato dalla Dea Bastet, figlia di Ra. Si rivelava sotto le sembianze di una gatta. Bastet aveva una natura amabile, selvaggia e sfuggente come quella del gatto.
    La Dea avvoltoio Nekhebet era la patrona dell’Alto Egitto e proteggeva ed allattava il figlio del faraone erede al trono. La protezione del Basso Egitto era affidata alla Dea cobra Ugio. Upuaut, essere umano con la testa di lupo era il Dio delle piste del deserto. L’antica Kom Ombo, situata sulla riva occidentale del Nilo, era il centro principale del culto di Sobek. Raffigurato da un essere umano con la testa di coccodrillo, era il Dio dell’acqua e delle inondazioni del Nilo.
    La vita e la morte Iside, dea della fertilità femminile e della maternità, era raffigurata da una vacca tra le cui corna era posto il sole. Il suo fascino ed il suo culto oltrepassarono di gran lunga i confini egiziani diffondendosi nel mondo
    ellenistico giungendo sino a Roma.
    Il Dio Khnum, raffigurato da un uomo con la testa di ariete, era considerato il creatore dell’umanità. Utilizzava un tornio di vasaio per plasmare il corpo ed il “ka” (forza vitale) del nascituro.
    Il guardiano dell’oltretomba e Dio dell’imbalsamazione era Anubi. L’iconografia religiosa egiziana lo rappresenta con la testa di sciacallo. Altre volte, invece, è raffigurato con la testa di cane, i cui tratti anatomici sono simili all’attuale razza Basenji. Dava in pasto i peccatori ad Ammit, un essere mostruoso con la testa di coccodrillo, la parte anteriore di leone e quella posteriore di ippopotamo.
    Forse per ricordare l'operosità della mosca, che non sta mai ferma, il faraone dava come premio degli amuleti in oro a forma di mosca ai soldati che avevano combattuto con particolare valore e abnegazione in guerra. L’”Ordine della mosca d’oro”, veniva conferito per azioni particolarmente ardite e coraggiose.

    ....cani e gatti....

    Gli antichi Egizi immaginarono in mododissimile il potere soprannaturale di un cane e quello di un gatto. Il gatto fu divinizzato trasformandosi in Bastet, la dea gatto, ed incarnava il potere della vita, della salute, della fertilità, della gioie terrene. Il cane, più precisamente il Levriero egiziano, era un animale da compagnia e veniva utilizzato nella caccia, ma divenne anche lui adorato, trasformandosi in Anubi, il dio della morte, poi divenuto “il guardiano dei morti”. Anubi veniva rappresentato come uno sciacallo o un cane, soprattutto nelle sculture; o come una figura umana con la testa di sciacallo o di cane, nella pittura. Di colore nero, perché tale era il colore dei corpi dopo aver subito il processo di imbalsamazione. Quando il culto di Osiride crebbe, Anubi subì una sorta di “declassamento”, diventando da dio della morte solo “il guardiano dei morti”. A lui comunque fu attribuita l’invenzione della mummificazione e i sacerdoti egizi, durante tale rito, si coprivano il volto con una maschera “di cane” per personificare Anubi.
    Anubi custodiva una bilancia grazie sulla quale pesava le anime dei defunti con la piuma di Maat. Il suo soppesare, davanti al Muro delle Due Verità, la leggerezza o la pesantezza di un’anima era una funzione fondamentale: se l’anima era leggera come la piuma di Maat era affidata ad Osiride; se invece era più pesante finiva nella bocca di Ammit.


    .

    Edited by gheagabry - 25/7/2015, 15:43
     
    Top
    .
  9. gheagabry
     
    .

    User deleted


    .

    LA PREVEGGENZA DI HITCHCOCK



    I media britannici parlano molto di gabbiani, da qualche giorno. Nel sud ovest della Gran Bretagna, soprattutto in Cornovaglia, c’è un problema legato ai gabbiani che dura da anni, ma è diventato più allarmante quest’estate. Secondo quanto scrivono molti giornali inglesi i gabbiani sono diventati più aggressivi del solito, hanno ferito alcune persone e hanno attaccato e ucciso alcuni animali domestici. Il Times ha parlato di “gabbiani killer“, il Telegraph ha scritto che un “gabbiano psicotico è stato ripreso mentre uccideva e mangiava un uccello più piccolo” e il meno autorevole Daily Mail ha detto che nel sud ovest della Gran Bretagna i gabbiani sono diventati i “nemici pubblici numero uno“. Durante una sua recente visita in Cornovaglia è intervenuto sul tema persino il primo ministro David Cameron e ha detto che c’è bisogno di un “grande dibattito” sui gabbiani.

    Un articolo del Guardian ha descritto gli attacchi più recenti: una donna di 66 anni è stata ferita alla testa a Helston, un comune della Cornovaglia, e poi portata in ospedale per le medicazioni; a un bambino di quattro anni è stato morso un dito mentre stava passeggiando mangiando un sausage roll. Sembra però, scrive il Guardian, che il gabbiano volesse attaccare lo spuntino, più che il bambino: «Il gabbiano è stato poco preciso, più che molto cattivo». I gabbiani della Cornovaglia hanno anche ucciso un cane, uno Yorkshire terrier: «Non sapevo che da un cane così piccolo potesse uscire così tanto sangue», ha detto Emily Vincent, la sua proprietaria. Vincent ha quattro figli e si è detta spaventata di lasciarli giocare all’aperto: «I gabbiani sono ancora lì, ci osservano. Ho paura».

    Il Guardian ha intervistato Viola Ross-Smith, che lavora per il British Trust for Ornithology, un’associazione non profit che studia gli uccelli delle isole britanniche. Ross-Smith ha spiegato che in questo periodo i gabbiani hanno i piccoli da difendere e l’arrivo in Cornovaglia di molti turisti potrebbe averli resi ancor più aggressivi. Ross-Smith ha anche detto che i dati della sua associazione mostrano che negli ultimi anni ci sono sempre meno esemplari delle due specie di gabbiani più grandi e aggressive: il gabbiano reale e il mugnaiaccio (il gabbiano dal dorso nero). Ross-Smith ha spiegato che è vero da anni che ci sono tensioni tra uomini e gabbiani, ma ha anche confermato che quest’anno gli attacchi sembrano essere aumentati, e non se ne capisce il motivo.
    Il Guardian spiega anche come le autorità locali stiano provando a risolvere o limitare il problema: alcuni comuni stanno usando bandiere e vernici che con colori sgargianti allontanino i gabbiani, e le famiglie e i proprietari di attività commerciali hanno scelto di usare delle reti per proteggersi.
    (www.ilpost.it)





    Non diamola vinta ai gabbiani inglesi

    di Beppe Severgnini

    La mia migliore amica inglese si chiama Melanie Davis. Ci conosciamo dal 1980. A lei devo la scoperta dei Talking Heads, la lettura di Il mondo secondo Garp e la consapevolezza che il disordine domestico non è sinonimo di confusione mentale. Quando l’ho incontrata, lavorava a Londra come assistente parlamentare laburista. Poi s’è spostata nella produzione televisiva. Quando ha smesso, s’è trasferita a Brighton e ha ripreso a dare una mano al Labour, che ha appena riconquistato l’amministrazione locale (City Council), strappandola ai Verdi.

    Mel conosce l’Inghilterra, gli inglesi, la politica. E i gabbiani (seagulls). Mi ha spiegato: «Un candidato può prendersela con chi vuole, in cielo e in terra. Non con i gabbiani. Chi tocca i gabbiani è finito». Perché l’assaltano, come nel film di Hitchcock? «Perché i gabbiani sono intoccabili». Anche se strappano il cibo ai turisti, sporcano strade, occupano tetti e balconi, attaccano gli animali domestici e sono diventati aggressivi con gli umani. I gabbiani della Manica sono robusti, assordanti, ubiqui e hanno smesso d’aver paura. Ne fanno, invece. Cani e tartarughe sono stati uccisi, persone sono state aggredite per proteggere i nidi urbani. I gabbiani attaccano in gruppo, in picchiata.

    Il fenomeno sta diventando preoccupante. Durante una recente visita in Cornovaglia, il primo ministro David Cameron ha provato a rompere il tabù: «Bisogna parlarne seriamente. Qualcosa va fatto». Ma i gabbiani inglesi sono protetti dalla legge e dalle consuetudini. I Verdi non vogliono neppure sentirne parlare. Un portavoce della Royal Society for the Protection of Birds ha spiegato: «Se fanno il nido sulla vostra casa, evitate la zona. Se proprio non potete evitarla, uscite con un ombrello aperto. Non agitate le mani, invece. Questo irrita i gabbiani».

    Più che una risposta, è una resa. Gli abitanti del Sussex, del Devon e della Cornovaglia non devono arrendersi ai gabbiani, invece. Bucarest non può tollerare di vivere nel timore di branchi di cani randagi. Milano e Venezia non devono accettare d’essere insudiciate dai piccioni. I padani non possono rassegnarsi all’invasione delle nutrie e i sardi devono impedire l’eccessiva diffusione dei cinghiali, che provocano danni e incidenti stradali. Quando l’amore per gli animali diventa idolatria, bisogna reagire. Altrimenti, presto, assisteremo a manifestazioni contro la derattizzazione e sommosse per fermare la disinfestazione. Poveri topi, povere zecche, povere zanzare! E poveri noi, a quel punto.




    23 luglio 2015 (modifica il 23 luglio 2015 | 07:56)
    © RIPRODUZIONE RISERVATA, www corriere.it
     
    Top
    .
  10. gheagabry
     
    .

    User deleted


    .


    "Quando l'amicizia annulla i confini..
    ..che sembrano impossibili"













    photo di Lassi Rautiainen
     
    Top
    .
  11. gheagabry
     
    .

    User deleted


    MIMETISMO
    È identico ad un serpente ma è un bruco,
    l’Hemeroplanes triptolemus



    appartiene alla specie Hemeroplanes triptolemus, un lepidottero della famiglia delle Sphingidae, e quando si trova al suo stato larvale acquisisce le sembianze di un serpente.

    Questa falena notturna utilizza una proboscide per nutrirsi e vive in media dai 10 ai 30 giorni. La specie è endemica di varie zone dell’America centrale e meridionale, tra cui Costa Rica, Belize, Messico, Guatemala, Colombia, Ecuador, Bolivia, Argentina, Venezuela e Guyana.

    Durante il suo stato larvale, questa specie di lepidottero è in grado di espandere i suoi segmenti corporei anteriori dando al suo corpo la forma di un piccolo serpente senza coda. Queste sembianze potrebbero essere un trucco escogitato dall’evoluzione per tradire eventuali predatori a caccia di insetti, in particolare di larve indifese.






    (John Flannery/flickr)



    Andreas Kay/flickr


    William Warby/flickr




    photo RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA/Ansa

     
    Top
    .
  12. gheagabry
     
    .

    User deleted


    .

    Onu, 12 francobolli con specie a rischio estinzione



    ROMA - L'Amministrazione postale delle Nazioni Unite ha emesso dodici francobolli che illustrano altrettante nuove specie a rischio estinzione. Le specie sono state inserite nelle appendici alla Cites, cioè la Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione, a seguito della CoP17, la Conferenza sulla protezione delle specie selvatiche tenutasi in Sudafrica nel 2016.

    I francobolli sono in tre valute, a ognuna delle quali corrispondono quattro specie. I francobolli da 0,80 euro ritraggono le specie di fauna e flora tur occidentale (Capra caucasica), nautilus (Nautilidae spp,), zenzero africano (Siphonochilus aethiopicus) e geco blu elettrico (Lygodactylus williamsi).



    I francobolli da 1,15 dollari raffigurano il geco dai grandi occhi (Paroedura masobe), lo squalo volpe (Alopias spp.), il pesce angelo di Clarion (Holacanthus clarionensis) e lo sclerocactus di Blaine (Sclerocactus blainei).

    I francobolli da 1,50 franchi svizzeri, infine, sono dedicati al camaleonte nano (Rhampholeon spp.), al diavolo di mare (Mobula spp.), al baobab di Grandidier (Adansonia grandidieri) e alla rana verde scavatrice (Scaphiophryne marmorata).



    La serie delle Specie minacciate d'estinzione 2017, contenuta anche in un apposito album dove a ciascuna delle 12 specie è dedicata una pagina, è l'ultima di una lunga lista di serie che l'Onu ha dedicato ad animali e piante a rischio. "Da oltre 20 anni emettiamo francobolli per richiamare l'attenzione sulla necessità di tutelare le specie minacciate di estinzione in tutto il mondo", evidenzia l'Amministrazione postale dell'Onu.


    RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA
     
    Top
    .
  13. gheagabry
     
    .

    User deleted


    .

    Lo tsunami del 2011 ha fatto arrivare
    289 animaletti marini giapponesi negli Stati Uniti


    Hanno attraversato l'oceano Pacifico a bordo
    di oggetti di plastica o relitti di imbarcazioni spinti in mare aperto, e si sono anche riprodotti



    Tra le conseguenze dello tsunami che nel 2011 colpì il Giappone, causando la morte di più di 18mila persone, ce n’è una di cui ci si è accorti solo di recente: l’arrivo lungo le coste degli Stati Uniti di un gran numero di piccoli animali marini giapponesi, che hanno potuto attraversare l’oceano Pacifico, mettendoci anche degli anni, grazie a detriti di plastica e altri materiali dispersi a causa della forza dello tsunami. Uno studio a cui la rivista Science ha dedicato la sua ultima copertina spiega quali siano questi animali e quali siano le possibili conseguenze della loro diffusione a una grande distanza dai loro habitat naturali. Gli animali trovati dagli scienziati sono 289: sono soprattutto invertebrati, come cozze, anemoni e vermi di mare, granchi e stelle marine, ma ci sono anche alcuni pesci che hanno attraversato l’oceano intrappolati negli scafi di imbarcazioni mezze affondate.

    Il fenomeno è molto interessante perché è la prima volta che viene osservato in questa misura e perché è stupefacente che questi animali siano sopravvissuti per tanto tempo in mezzo all’oceano, dove le risorse alimentari sono molto minori rispetto alle acque costiere. In passato era già successo che alcuni animali si spostassero usando degli oggetti di origine umana come zattere, ma mai in così tanti. Alcune delle creature si sono anche riprodotte durante la propria traversata oceanica: gli scienziati hanno stabilito che in alcuni casi gli animali arrivati sulle coste statunitensi erano i nipoti di quelli partiti dal Giappone. Tra gli oggetti che hanno fatto da zattera agli animali ci sono anche borse frigo e caschi da motociclisti, ma quello che più di tutti ha fatto parlare di sé è stato un intero pontile galleggiante da 180 tonnellate, arrivato sulle coste dell’Oregon da Misawa nel giugno 2012, a più di un anno dallo tsunami: solo su questo pontile vivevano più di 120 diverse specie animali.
    Il ritrovamento del pontile è stato il punto di partenza per lo studio: dato che così tanti animali erano stati trovati su quel singolo oggetto i biologi hanno cercato di stabilire quante specie fossero arrivate in totale. Più di duecento persone hanno lavorato come volontari per pulire le spiagge americane, dalla California all’Oregon, e cercare detriti arrivati dal Giappone. Le ricerche sono iniziate nel 2012 e sono continuate fino a quest’anno. Inizialmente alcuni temevano che gli oggetti potessero essere radioattivi per via dell’incidente alla centrale nucleare di Fukushima, ma non è stata trovata nessuna traccia di contaminazione. Dato che non tutti gli oggetti che hanno attraversato il Pacifico hanno potuto essere esaminati dagli scienziati, James T. Carlton, il professore di scienze marine del Williams College che ha guidato lo studio, non esclude che centinaia di altre specie abbiano compiuto la traversata.



    Gli autori dell’articolo pubblicato da Science hanno detto che è troppo presto per sapere quante di queste specie siano riuscite a inserirsi con successo negli ecosistemi marini lungo le coste nordamericane e quanto abbiano danneggiato le specie locali privandole delle proprie risorse naturali. Ci vogliono anni perché una specie invasiva faccia nascere una popolazione stabile in un nuovo ambiente e visto che l’area interessata da questo fenomeno di migrazione è molto vasta, non è stato possibile verificare se sia già successo. Carlton ha spiegato che probabilmente la maggior parte delle specie giapponesi svanirà per il processo di selezione naturale, in una «roulette ecologica».
    Si potrebbe pensare che visto che lo tsunami è stato causato da un terremoto, non ci sia una responsabilità umana per la contaminazione degli ecosistemi, ma non è così: secondo gli autori dello studio la traversata oceanica degli animali giapponesi non sarebbe mai stata possibile senza i detriti di plastica e vetroresina, che possono galleggiare per anni e si sono dimostrati abbastanza resistenti da arrivare sulle coste americane. Secondo gli scienziati con l’aumento del livello degli oceani dovuto al cambiamento climatico l’eventualità che fenomeni del genere si ripetano è sempre più alta. Pure gli uragani potrebbero avere delle conseguenze simili, anche se mescolano ecosistemi meno lontani geograficamente.



    www.ilpost.it
     
    Top
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Administrator
    Posts
    1,539

    Status
    Online

    LINEA DI WALLANCE



    42648274_169252667321640_7883175381023326208_n


    C’è una linea immaginaria che corrisponde a una rilevante differenza tra i territori che separa, dal punto di vista biologico: si chiama linea di Wallace e si trova nel sud-est dell’Asia, dove divide in due l’Indonesia. A ovest della linea vivono le specie animali tipiche dell’Asia, come ad esempio gli elefanti, le tigri e i rinoceronti, ma anche scimmie come gli oranghi, a est invece ci sono le specie dell’Oceania, come i marsupiali, gli ordini di mammiferi a cui appartengono i canguri. Corre lungo l'arcipelago Malese, tra il Borneo e l'isola di Celebes, e nel breve tratto di mare tra le isole di Bali e Lombok (stretto di Lombok) nell'arcipelago indonesiano delle Isole della Sonda. La distanza tra Bali e Lombok è minima, circa 35 chilometri. La distribuzione di molte specie di uccelli rispetta questa linea, tanto che alcuni di essi rifiutano addirittura di passare questo stretto di mare. Alcune specie di pipistrelli sono distribuiti a cavallo della linea, ma le specie che non volano si trovano prevalentemente da una parte o dall'altra di questa linea.

    La linea prende il nome dal naturalista gallese Alfred Russel Wallace, che per primo individuò una discontinuità di tipo biologico tra gli arcipelaghi confinanti questa linea, durante i suoi viaggi nel XIX secolo nella regione. Fu descritta nel suo saggio sulla geografia dell'arcipelago malese del 1863.

    linea_di_wallace



    Wallacea è la regione biogeografica delimitata dalla linea di Wallace e da quella di Lydekker.

    La subregione di Wallacea rappresenta un’area geografica ad alto tasso di endemismo, ovvero in cui si possono trovare moltissime specie di esseri viventi che non esistono in nessun’altra zona del pianeta. Delle 650 specie di uccelli osservabili in questa regione, 265 sono endemiche. Delle 10000 specie di piante presenti a Wallacea, circa 1500 sono endemiche. Per i mammiferi, su 226 specie, 123 sono endemiche di quest’area.

    La linea di Lydekker divide le isole indonesiane Kai e Tanimbar, nella provincia indonesiana di Maluku, da Papua Nuova Guinea ed Australia. Queste due grandi isole poggiano sulla piattaforma continentale di Sahul. Il confine di Lydekker divide quindi il mar di Banda dai mari di Arafura e di Timor, e costituisce il limite occidentale di distribuzione della sola fauna australiana. Oltre questa linea, ad est, non si trovano più specie del continente asiatico.

    La terza ed ultima linea biogeografica è la linea di Weber che percorre il centro di Wallacea, tra le linee di Wallace e di Lydekker. Si tratta di un confine di equilibrio numerico tra specie di mammiferi e molluschi asiatici ed australiani. La proporzione di specie qui presenti dei due gruppi è infatti di 50:50.

    Un’interessante eccezione alla distribuzione di specie di Wallacea è costituita dagli aracnidi: ragni, scorpioni, acari e pseudoscorpioni, tra gli altri. Pare infatti che la loro diffusione in questa regione non rispetti le tre linee biogeografiche

    Tutte le regioni biogeografiche terrestri derivano dal movimento tettonico delle placche. Su di esse si trovano gli oceani e i Paesi che oggi conosciamo. Wallacea si trova tra due piattaforme continentali diverse: quella di Sunda e di Sahul.
    Milioni di anni fa, su una cartina geografica molto diversa da quella attuale, la vita era già presente e ha continuato a svilupparsi e ad evolversi anche quando isole e continenti hanno cambiato posizione. Dai lenti movimenti della Terra, con l’aiuto dell’evoluzione, si è formato un mosaico di forme di vita che non coincide con i nostri odierni confini geografici.



    regioni_biogeografice

    Cartina che evidenzia le principali aree biogeografiche del pianeta. Come suggerito dai colori, le forme di vita sono distribuite in modo difforme dalla disposizione dei continenti.

     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Administrator
    Posts
    1,539

    Status
    Online
    Nel grembo materno

    344402826_166319626377622_5253596437637059568_n

    bat
    pippistrello

    cheetah
    ghepardo

    delfino

    chihuahua_puppy_0
    cane

    elefante

    foal
    cavallo

    kitten
    tigre


    pinguino
    pinguino

    leone
    leone

    shark
    squalo
     
    Top
    .
59 replies since 8/8/2010, 01:02   21562 views
  Share  
.