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Una torta di sardine e tanti auguri a sorpresa: questo basta per fare imbarazzare ed emozionare questo gigante leone marino il giorno del proprio compleanno.
Una tenera ed emozionante foto che sta facendo il giro del mondo nelle ultime ore.. -
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C'era una volta un single di nome George che viveva in una casa fatta apposta per lui e a cui era indubbiamente legato. Egli aveva un collo lungo e rugoso e due occhioni sempre tristi che gli coprivano metà viso…
Sembrerebbe l’inizio di una storia per bambini, nata dalla fervida fantasia di qualche scrittore e invece è un autentico “dramma” dei nostri giorni. Lo scenario è l’isola di Santa Cruz nell’ arcipelago de Colon, meglio conosciuto come Galapagos, dal nome spagnolo delle testuggini. Il protagonista della storia che mi accingo a raccontarvi è una tartaruga gigante, settantenne, di nome George che vive in solitudine da 26 anni, da quando, cioè, è morta la sua compagna. In questi anni non è riuscito a trovare nessuna che rimpiazzasse quel vuoto, perché lui è l’ultimo rappresentante della sua specie. A tal proposito, occorre ricordare che le Galapagos comprendono numerose razze endemiche tra cui ben sei diverse tra tartarughe e testuggini e le “fanciulle” diverse da lui, a George non piacciono.
Nel viaggio effettuato la scorsa estate in questo paradiso della natura ho ascoltato da una guida locale che era stato stabilito un premio di circa 25.000 dollari per chi avesse trovato una degna compagna al solitario tartarugone. L’arcipelago delle Galapagos è sotto la giurisdizione dello stato dell’Equador ed è stato nominato Parco Nazionale dal 1934, proprio per proteggere le specie animali e vegetali che qui vivono. Vi si accede dopo aver pagato una tassa d’ingresso di 100 dollari. Oltre le tartarughe, si possono vedere rettili come iguane marine e terrestri, le lucertole di lava e qualche serpente, mentre l’avifauna comprende più di ottanta specie diverse tra cui i fenicotteri rosa, i cormorani, i pellicani, le sule dalle zampe azzurre e qualche pinguino. Chi avrà il piacere di recarvisi, si renderà conto che tutti gli animali, non avendo mai avuto dei predatori, si lasciano tranquillamente avvicinare e non nutrono diffidenza e paura nei confronti degli uomini, sebbene sia rigorosamente vietato toccarli ed avvicinarsi per più di due metri. Sarete sempre controllati a vista dalle guide-guardie addestrare a far sì che l’habitat naturale non subisca modifiche di sorta.
Su una delle isole più grandi chiamata Santa Cruz (tredici in tutto e più di cinquanta isolotti), nel centro abitato di Puerto Ayora è presente una stazione di ricerca sulla fauna e la flora locale, dedicata a Charles Darwin, il famoso naturalista inglese che tra queste isole ha navigato per sei settimane a bordo del brigantino Beagle, mettendo a punto la sua teoria sull’origine della specie. Camminando nel centro Darwin si incontra George, che resta quasi sempre rintanato in un angolo, non sembra particolarmente socievole e si comporta in modo sdegnoso con le due femmine della razza più simile alla sua, che gli hanno posto vicino per compagnia. Tutte le favole in genere hanno un lieto fine e forse c’è l’ha anche questa, perché una studiosa italiana, Adalgisa Caccone, dell’università di Tor Vergata a Roma ha scoperto che, al contrario di quanto si supponeva, dall’altra parte dell’arcipelago esistono delle tartarughe con cui George potrebbe accoppiarsi, per cui la sua solitudine starebbe per avere un termine.
Ma vediamo come si presenta il luogo dove vive il promesso sposo. L’arcipelago ha circa due milioni di anni ed è di origine vulcanica. E’ situato nell’oceano indiano, in corrispondenza dell’equatore, a circa mille chilometri dalla costa dell’America meridionale. Per molti mesi all’anno è tormentato dalla corrente fredda di Hunboldt che si alterna con quella calda del Nino e questa caratteristica ha fatto sì che delle specie animali equatoriali convivono con quelle polari. Il periodo migliore per visitare la zona è da dicembre a maggio (23-34 gradi). Tra giugno e novembre il clima è freddo e piovoso. In tutte le Galapagos vivono circa diecimila persone concentrate in tre isole e si dedicano alla pesca, all’agricoltura ed al turismo. Dopo la loro scoperta avvenuta nel 1500, le isole furono un covo di bucanieri. Poi (non riesco ad immaginare per quale analogia, probabilmente l’isolamento), ai pirati si succedettero gli scienziati.
Una curiosità: vi ricordate il celebre personaggio di Robinson Crusoe? Dovete sapere che il suo autore, Daniel Defoe si è ispirato ad una storia realmente accaduta proprio nel periodo dei corsari, quando un pirata, tale Wooders Rogers recuperò su un isolotto lo scozzese Alexander Selkirk, abbandonato per quattro anni dal capitano della nave su cui veleggiava, a causa di una lite per motivi banali. Era vestito solo con una pelle di capra e aveva quasi disimparato a parlare.
Ma ritorniamo a George, non sarà la solitudine il destino di queste isole? Si sa che le tartarughe possono vivere a lungo, fino a duecento anni; pertanto noi auguriamo a George di trovare prestissimo una compagna adatta a lui, dato che è ancora un giovanotto.
(Elisabetta Muraglia)
....purtroppo....
"Il mondo ha perso il Solitario George".
Alla fine, Lonesome George (George il solitario), è morto scapolo, a cent’anni. Se ne va per cause ancora da chiarire, l’ultimo esemplare maschio della specie di «Geochelone abingdoni», le tartarughe giganti dell’isola di La Pinta, alle Galapagos – nel Pacifico, a mille chilometri dalle coste dell’Ecuador. La razza si riteneva estinta finché, nel 1972, non fu trovato George, che viveva solo soletto sull’isola. In poco tempo era diventato una delle icone più famose degli ambientalisti. Gli scienziati non si erano mai dati per vinti riguardo all’estinzione di questa specie. Tentare di trovargli degli eredi era diventato un simbolo della lotta per la salvaguardia della biodiversità sull’isola. Nel 1993 si era anche cercato di farlo accoppiare con due tartarughe femmine di una diversa sottospecie. Ma l’attesa di un tartarughino o di una tartarughina si è sempre rivelata vana.
DA DARWIN ALLE FOLLE DI TURISTI - Le tartarughe giganti delle Galapagos, che possono vivere fino a 200 anni, sono state tra le specie che aiutarono Charles Darwin a elaborare la sua teoria sulla evoluzione, nel XIX secolo. Adesso la scomparsa della tartaruga avrà probabilmente un impatto anche sull’economia locale. «Jorge el solitario», come veniva chiamato affettuosamente sull’isola, attirava ogni anno migliaia di turisti: oltre 180 mila solo nel 2011. Ora il Parco Nazionale delle Galapagos sta valutando l’opportunità di imbalsamare il corpo di George, in modo che possa comunque essere visto dai turisti. Un portavoce del Parco nazionale delle isole ha spiegato che si farà un esame necroscopico sul cadavere della testuggine per capire quale sia la causa esatta della sua morto.
(Federica Seneghini, corriere)
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buon paradiso solitario . -
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'Caretta caretta' depone 82 uova a Lampedusa
Dopo due anni di assenza tartaruga torna a nidificare sull'isola. Dopo due anni di assenza una femmina di tartaruga marina ''Caretta caretta'' e' tornata a deporre le sue uova nella spiaggia dei Conigli, nella Riserva Naturale ''Isola di Lampedusa''.
Lo ha reso noto Legambiente Sicilia, che gestisce la riserva per conto della Regione Siciliana. Per l'associazione la deposizione delle uova e' ''un dato importante che conferma, anche per il sito di Lampedusa, la fedelta' della specie al sito riproduttivo''. Il nido, contenente 82 uova, e' stato deposto dallo stesso esemplare che era stato marcato nel 2006 e che nel 2009 era tornato e aveva deposto cinque nidi.
La tartaruga e' stata avvistata dal personale della Riserva Naturale, che ha provveduto a recintare e segnalare il nido per evitare ogni possibile danneggiamento sia da parte di eventuali predatori che dalla presenza dei bagnanti. Il nido verra' costantemente sorvegliato per tutto il periodo di incubazione di circa 60 giorni dal personale della Riserva Naturale coadiuvato dai volontari di Legambiente.
Per Legambiente Sicilia la deposizione di 'Caretta caretta' in Italia ''e' un evento raro a causa della mancanza dei siti idonei''. ''Per questo la Spiaggia dei Conigli di Lampedusa, grazie agli interventi di conservazione realizzati in questi anni ed alla costante salvaguardia e protezione dei luoghi assicurata dal personale della Riserva - conclude Legambiente Sicilia - rappresenta un modello gestionale che garantisce il ripetersi di un evento cosi' straordinario''.(Ansa). -
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L'amore è finito: Poldi e Bibi divorziano
Dopo più di cento anni di convivenza. La «rottura» tra le due tartarughe dopo un litigio nello zoo di Klagenfurt
Anche un amore durato più di 100 anni può finire all'improvviso. Lo dimostra la storia di Bibi e Poldi, due tartarughe giganti, originarie delle isole Galapagos, che vivono allo zoo di Klagenfurt in Austria. Quella che la stampa internazionale ha definito «l'ex coppia vivente più affiatata del mondo» ha alla fine ceduto. Dopo 115 anni di convivenza e di affetto reciproco, i due animali hanno cominciato a litigare e i custodi dello zoo sono stati costretti a separarli.
UNA LUNGA STORIA D'AMORE - Nate entrambe nel 1897, Bibi e Poldi prima di approdare nello zoo austriaco dove vivono da 36 anni, hanno dimorato in altre diverse città, ma non si sono mai separate. La tragica rottura è arrivata il mese scorso quando una furiosa lite ha segnato l'inizio della fine della loro convivenza. La femmina avrebbe attaccato Poldi staccando un pezzo del suo guscio. Tutti i tentativi dei custodi di riavvicinarle e di spronarle a condividere di nuovo la stessa gabbia sono risultati vani: Bibi ha attaccato ancora e per diverse volte l’ormai ex compagno. Come quelle coppie umane che dopo aver vissuto troppo tempo insieme, cominciano a detestarsi e non riescono a sopportare la sola vista dell'altro, così anche le due tartarughe si sono comportate e alla fine sono state costrette a separarsi. Bibi ha dimostrato chiaramente di voler tutto il recinto per se stessa e di volere continuare la sua vita da single.
FINE DI UNA RELAZIONE O CRISI DI MEZZA ETÀ? - I custodi dello zoo, sconsolati, hanno deciso di spostare Poldi in un'altra gabbia: "Per una ragione che è impossibile conoscere, hanno litigato - dichiara Helga Happ, direttrice dello zoo austriaco - Hanno entrambe 115 anni. Sono state insieme da quando erano giovani e sono diventate una coppia a tutti gli effetti. E'davvero raro che due tartarughe che hanno vissuto tanto tempo assieme si separino". Nel corso delle ultime settimane sono stati provati diversi stratagemmi per riavvicinare la coppia. Ad esempio è stata fabbricata una copia di Poldi in plastica, per studiare le reazioni di Bibi. Ma quest'ultima ha presto capito che quello vicino non era il suo vecchio compagno e si è dimostrata indifferente: "Un professore dell'Università del Texas ci ha detto - continua la direttrice - che forse Bibi non riconosce più il suo simile. Abbiamo portato avanti diversi test sull'animale, ma sembra che non abbia alcun problema". Nulla però è perduto. Come ricorda il quotidiano svizzero Le Matin, potrebbe essere solo una crisi di mezza età. Le tartarughe delle Galapagos possono vivere fino a 200 anni e quindi c'è ancora tanto tempo per riconciliarsi e rinnamorarsi.
Francesco Tortora, corriere. -
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Fotografia di Paula Durham
Jabulani l'elefante dà il buongiorno al suo guardiano prima di un safari nella riserva faunistica di Kapama, in Sudafrica.
Fotografia di Russell Watkins
Un effetto collaterale inaspettato delle alluvioni del 2010 in alcune aree del Sindh, in Pakistan, è stato l'arrivo di milioni di ragni, che si si sono arrampicati sugli alberi per sfuggire alle acque. Il risultato è che molti alberi si sono ritrovati avvolti dalle ragnatele, un fenomeno mai riscontrato prima in questa zona. La gente del luogo ha però notato un calo altrettanto inaspettato nella quantità di zanzare, visto che le alluvioni hanno lasciato molta acqua stagnante.
Fotografia di Jim Gray
Questo pulcino di becco a cesoie americano su una spiaggia della Florida era talmente affamato che si rifiutava di mollare il suo pasto. L'adulto era preoccupato dalla presenza dei gabbiano, che notiramente rubano le prede ai piccoli. Alla fine il pulcino ha avuto la meglio; si è divorato il pesciolino e si è addormentato.
Fotografia di Lorenzo Menendez
Un mattino, sulla Big Island delle Hawaii, qualcosa su una grande foglia di palma ha attirato la mia attenzione; era un piccolo geco, spaventato dalla mia presenza, che si nascondeva tra le foglie.
Fotografia di Benjamin Guez
Un gattino con una donna anziana fuori dalla loro capanna nei monti Bale, nel sud est dell'Etiopia.
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GLI ANIMALI DEI PRESIDENTI
La tradizione di tenere animali da compagnia alla Casa Bianca è iniziata con il primo presidente degli Stati Uniti, George Washington, che portò con sé vari cani, un cavallo e un asino, e prosegue tuttora con Barack Obama e il suo Bo , un cane d'acqua portoghese.
Ma non tutti si sono attenuti a scelte così "banali": John Quincy Adams infatti teneva come animale da compagnia un alligatore che gli era stato donato dal Marchese de Lafayette. Sua moglie, d'altro canto, portò alla residenza presidenziale dei bachi da seta, e usava il tessuto ricavato per cucirsi degli abiti.
John Quincy Adams non fu neppure l'unico a scegliere di avere accanto animali inconsueti: per la Casa Bianca sono passati cuccioli di tigre (Martin Van Buren), di orso (Thomas Jefferson), capre (Abramo Lincoln), procioni (Calvin Coolidge, che vantava un vero e proprio zoo: aveva anche una tigre, un leone, un ippopotamo pigmeo, un wallaby e una piccola antilope) fino ai coccodrilli di Edgar Hoover.
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MICHAEL NICHOLS
PARCO NAZIONALE DI NAIROBI, KENYA
Gli elefanti orfani sviluppano intensi legami affettivi con i loro guardiani, e viceversa.
national geographic
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Qual è l'animale più forte del mondo? E quello che salta più in alto?
Pesi: scarabeo rinoceronte
Fotografia di Jupiterimages
Rispetto a un elefante, questo scarabeo appare minuscolo, ma non lasciatevi ingannare dalle apparenze: è considerato infatti l'animale più forte del mondo rispetto al suo peso. Lo scarabeo rinoceronte, che deve il suo nome alla struttura a forma di corno che si vede sulla testa del maschio, è in grado di trasportare pesi 850 volte maggiori del proprio peso corporeo. Un uomo con la stessa capacità sarebbe in grado di sollevare 59 tonnellate.
Pesi: elefante africano
Fotografia di Beverly Joubert
Da migliaia di anni la straordinaria forza degli elefanti viene utilizzata dall'uomo per le attività più svariate, dalla guerra al trasporto. La sola proboscide contiene circa 100.000 muscoli e può sollevare fino a 270 chilogrammi di peso.
Salto: sputacchine
Fotografia di Jupiterimages
Questi insetti della superfamiglia Cercopoidea, detti sputacchine perché vivono all'interno della massa schiumosa da loro prodotta, sono considerati i più grandi saltatori del mondo: lunghi circa mezzo centimetro, riescono a catapultarsi nell'aria fino a 70 centimetri di altezza. Un essere umano con le stesse capacità potrebbe raggiungere il tetto di un grattacielo di 210 metri.
Salto: impala Fotografia di Chris Johns Anche l'impala, un'antilope africana dalle zampe lunghe e muscolose, è un animale noto per i suoi balzi straordinari, lunghi fino a 10 metri e alti circa 3. Benché si tratti di una strategia difensiva, sono state osservate anche impala che saltavano per puro divertimento.
Maratona in volo: pittima minore
Fotografia per gentile concessione USFWS
Nel 2007, una pittima monore è stata protagonista del più lungo volo senza soste di un uccello mai documentato: in nove giorni il volatile ha coperto 11.500 chilometri dalla sua area di riproduzione in Alaska fino alla Nuova Zelanda senza mai fermarsi a bere o a mangiare. Al termine dell'epica impresa, l'uccello pesava la metà.
Maratona in volo: berta grigia
Fotografia di Terry Whittaker / Alamy
La migrazione annuale della berta grigia (Puffinus griseus) non ha nulla da invidiare a quella della pittima minore (Limosa lapponica). Questi maratoneti del volo percorrono ogni anno circa 64.000 chilometri, dalla Nuova Zelanda all'emisfero settentrionale, per procurarsi il cibo.
Maratona in acqua: squalo bianco
Fotografia di Mike Parry/Minden Pictures
Nel 2005, uno squalo bianco ribattezzato Nicole dai ricercatori ha compiuto la più lunga migrazione mai documentata per uno squalo. Nicole ha effettuato una maratona di 20.000 chilometri dall'Africa all'Australia. Il viaggio, durato nove mesi, ha compreso anche la più veloce migrazione di ritorno mai osservata in un animale marino.
Il sistema di monitoraggio usato dai ricercatori ha rivelato che Nicole ha trascorso buona parte del viaggio vicino la superficie, il che ha spinto alcuni a ipotizzare che gli squali potrebbero orientarsi nella navigazione guardando il cielo.
Velocità in acqua: pesce vela
Fotografia di John Lewis, National Geographic My Shot
Noto ufficialmente come il pesce più veloce del mondo, il pesce vela può raggiungere i 109 chilometri l'ora nello sprint sulla breve distanza. Spesso cacciano in gruppo e utilizzano la loro velocità e le imponenti pinne dorsali per radunare banchi di sardine o di alici.
Corsa: ghepardo
Fotografia di Chris Johns
Il ghepardo, detentore del record di velocità su terra del regno animale, può superare i 100 chilometri orari e raggiungere la velocità massima in soli 3 secondi grazie a zampe lunghe e muscolose "montate” su corpi piccoli e affusolati.
La caccia però è estremamente dispensiosa dal punto di vista energetico, quindi le loro corse in genere non superano i 300 metri.
Velocità in aria: falco pellegrino
Fotografia di Tim Fitzharris / Minden Pictures
Il falco pellegrino detiene il record di volatile più veloce. Nel piombare sulla preda - in genere piccioni o colombe - questo rapace può raggiungere i 322 chilometri orari; artiglia la vittima a mezz'aria poi la porta a terra per mangiarla.
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ANIMALI ALBINI
Balena bianca
Fotografia di Great Barrier Reef Marine Park Authority
L'albinismo è un fenomeno che si verifica tanto in natura, quanto negli esseri umani. Esistono rospi, mucche, gorilla, pipistrelli e perfino piante albine.
Procione albino
Fotografia di Rick Stockwell, Your Shot
Lontra albina
Fotografia di Karen Jack, My Shot
Alligatore albino
Fotografia di Elle Bartnik, Your Shot
Wallaby albino
Fotografia di Petter Salvesen, My Shot
Crostaceo albino
Fotografia di Wes C. Skiles
Fiocco di neve
Fotografia di Paul A. Zahl
Rospo albino
Fotografia di Alfeus Liman, My Shot
Delfino albino
Fotografia di Mikel Monje, My Shot
Toro albino
Fotografia di Jordan Naylor
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ONE LIFE
Il miracolo della vita che va in scena ogni giorno
Arriva One Life, il kolossal naturalistico di Bbc Earth che racconta l'esistenza spiando da vicino quella di 23 animali
Cinque milioni di esseri viventi che ogni giorno, sulla terra, vivono ciascuno in modo diverso dagli altri. Ma per tutti, uomini e animali, la vita ha inizio con una nascita. Con una madre che decide dove far nascere il suo cucciolo o il suo bambino. Come la foca che sceglie il Mare di Ross in Antartide, con la temperatura che raggiunge i 29 gradi sotto zero, oppure la mamma stambecco, che partorisce i cuccioli su una roccia dei monti Ein Gedi in Israele. E la vita di chi nasce per un certo periodo dipende dall'amore e dalla determinazione dei genitori. Poi per gli animali comincia il lungo viaggio verso la ricerca del cibo, di un riparo dove vivere e, infine, di un compagno per generare nuova vita.
KOLOSSAL SULLA NATURA - Oggi a documentare questo meraviglioso viaggio c'è un film senza precedenti. E' One Life, kolossal naturalistico prodotto da Bbc Earth che ha richiesto quattro anni di lavoro e 3 mila giorni di riprese in diciotto nazioni, in tutti i continenti. Il film, diretto da Michael Gunton e Martha Holmes e distribuito da DNC Entertainment con QMI, esce in 92 sale da lunedì 19 novembre. Lunedì e mercoledì 21 novembre ci saranno proiezioni-evento in tutta Italia. L'elenco delle sale che aderiscono si trova sul sito “Io vado al cinema”.
NON SOLO DOCUMENTARIO – Il lungometraggio, che nell'edizione italiana è narrato da Mario Biondi (e nell'originale da Daniel Craig), esplora la vita di ventitré animali in un modo totalmente diverso rispetto ai documentari. La vita stessa, nella sua semplicità, diventa un film meraviglioso: commovente, emozionante, stupefacente, mai scontato. Qui nessuno dei protagonisti recita e il coraggio o la paura, l'amore o la lotta, la spietatezza e l'ingegno si mostrano senza artifici. Mentre l'eccezionale opera di ripresa, svolta dai cameraman in situazioni estreme e che offre anche sequenze fotografate in super high speed e rallentate fino a 80 volte per mostrare movimenti impossibili da vedere a occhio nudo, nonché la colonna sonora del cinque volte candidato all'Oscar George Fenton fanno il resto. «L'impegno, l'abnegazione, l'amore dimostrato nella realizzazione di One Life mi ha coinvolto. Il senso della famiglia e della familiarità con esseri così affascinanti mi ha illuminato» spiega Mario Biondi.
DAI GORILLA AI GHEPARDI – Una foca di Weddel e il suo cucciolo che cercano di sopravvivere al freddo dell'Antartide. Una rana grossa come un pollice umano che, in Costa Rica, porta i suoi girini a crescere nella rugiada dentro a un fiore. Poi il clan reale delle scimmie delle nevi in Giappone, che per non morire di freddo fa il bagno nelle fonti termali e scaccia i cuccioli degli altri clan. Ma ci sono anche padri in questa storia: come il gorilla del Congo, che sgranocchia distratto mentre i suoi due cuccioli fanno la lotta, ma appena sente il verso di un altro maschio sfodera tutta la sua forza. E poi un uccello, il fetonte, che a Tobago deve riuscire a portare il cibo senza farselo rubare da altri uccelli che lo attaccano proprio mentre è in volo. E oltre all'amore ecco l'ingegno: le formiche taglia foglia che vivono in Argentina e la loro colonia sotterranea, costruita con la capacità di un ingegnere. Le scimmie di Boa Vista che hanno imparato a cogliere, sfogliare, far seccare e poi sfondare le noci di cocco con le pietre. La Venere Acchiappamosche: la pianta carnivora che attrae le mosche con il profumo. Ma uccidendole tutte, sarebbe condannata a morte. Ecco allora che ha foglie letali, ma anche fiori destinati all'impollinazione. Dopo l'ingegno, la solidarietà: i ghepardi che cacciano in gruppo, i delfini di Florida Bay che intrappolano i pesci nuotando e creando anelli di fango. E c'è anche il cacciatore spietato: il drago di Komodo dal morso letale.
UN SOLO PIANETA, UN SOLO FUTURO - «Ogni essere vivente sul nostro pianeta ha lo stesso desiderio: non solo vivere, ma generare una nuova vita e noi non siamo diversi – recita la voce di Mario Biondi nel finale –. C'è così tanto di loro in noi. La loro vita, le nostre vite, la vita sulla Terra sarebbe più ricca se scegliessimo di ricordare tutte le cose che abbiamo in comune. Un solo pianeta, un solo futuro». L'incasso del film, che ha come testimonial Tessa Gelisio, contribuirà a finanziare la campagna del WWF “Green Heart of Africa” per salvare il Bacino del Congo, la seconda foresta al mondo per grandezza dopo quella Amazzonica e dove vive il gorilla, uno dei protagonisti di One Life.
Giovanna Maria Fagnani
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Edited by gheagabry - 15/11/2012, 14:58. -
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10 Curiosità sugli animali che forse non conoscete
Quando la maggior parte delle persone pensa agli animali, immagina piccole creature pelose dagli occhi dolci che staccano innocentemente foglie dagli alberi o vanno in cerca di insetti per nutrirsi. Molte di queste persone si sorprenderanno di sapere che, proprio come per gli esseri umani, il regno animale è incredibilmente ricco di stranezze, aspetti oscuri e a volte addirittura lascivi.
Il pericolo o la sorpresa inaspettati possono trovarsi tanto negli abissi, quanto sulla terraferma. Se pensate di intendervene di comportamento animale, questi dieci fatti inaspettati ma veri sugli animali vi faranno spalancare la bocca per la sorpresa
Le mucche uccidono più degli squali
Poche cose sono in grado di evocare un sentimento di paura come l’immagine dello squalo bianco. Un mix fatto di film popolari ormai entrati nell’immaginario collettivo e storie di attacchi di squali raccontate dai più svariati media è riuscito nell’intento di creare un terrore universale verso queste macchine mangia-uomini dai denti aguzzi.
I pericoli provenienti dagli squali sono, però, sopravvalutati: questi animali uccidono, infatti, solo dieci persone ogni anno. È invece dieci volte statisticamente più probabile morire sotto le pesanti e goffe zampe di comuni mucche che calpestano mortalmente circa cento persone all’anno
Uno scarafaggio può vivere fino a nove giorni senza la testa
È risaputo che gli scarafaggi costituiscono una scocciatura difficile da sconfiggere. Chiunque abbia dovuto subire la piaga di avere queste grottesche creaturine per casa sa bene quanto riescano a essere resistenti.
Se vi è già capitato di sorprendere degli scarafaggi in fuga accendendo d’improvviso un interruttore a tarda notte, saprete anche che questi sgradevoli piccoli insetti hanno un’incredibile propensione all’accoppiamento.
Eppure continua a essere sorprendente fino a che punto essi siano dediti alla riproduzione e al senso di conservazione. Gli scarafaggi sono in grado di vivere fino a nove giorni senza testa perché il loro cervello è localizzato nelle profondità delle cavità del loro corpo. Durante questo ultimo lembo della loro vita non si privano della possibilità di accoppiarsi con altri scarafaggi fertili fino a che non soccombono alla fame
I leoni si accoppiano fino a 672 volte a settimana
Quando un leone è in preda ai bollenti spiriti non c’è nulla che possa fermarlo. Durante la stagione degli amori il leone si accoppia con una femmina ogni quindici minuti per una settimana di fila, ciò significa che arriva ad avere circa 672 accoppiamenti.
Si tratta di un’impresa ragguardevole, ma bisogna d’altro canto considerare che il re della foresta si prende una pausa di due anni tra una stagione degli amori e quella successiva.
Le rane non riescono a vomitare
Alle rane manca lo stimolo del vomito che è stato trovato in quasi tutti gli animali, ma fortunatamente quando questi animali sentono il bisogno di svuotare lo stomaco hanno una soluzione. Invece di vomitare ciò che si trova nello stomaco, la rana sputa fuori lo stomaco intero, dopodiché lo ingoia immediatamente facendolo ritornare al suo posto.
I cervi sono gli animali più pericolosi per l’uomo
È sorprendente apprendere che i cervi uccidono all’anno più persone rispetto a quanto facciano ragni, serpenti, orsi e lupi assieme. Spesso, infatti, i cervi si trovano a scontrarsi con delle auto per strada e questa è la ragione per cui uccidono più persone annualmente di qualsiasi altro animale
L’ululato del lupo non ha eco
Poiché i lupi cacciano in branco, la comunicazione a lunga distanza è fondamentale per la buona riuscita della caccia. Dato che questi animali cacciano perlopiù in zone di montagna dove gli ululati sarebbero vulnerabili alle distorsioni dell’eco, essi ululano a una frequenza che non ha eco. I lupi riescono così a localizzare esattamente i loro compagni di caccia e a stanare le prede colte di sorpresa.
Metà degli oranghi ha le ossa fratturate
Gli oranghi sembrano saltare di liana in liana con relativa agilità, eppure quasi tutti subiscono serie cadute durante la loro vita. Il risultato è che il 50% degli oranghi adulti ha delle ossa fratturate in qualche parte del corpo.
Alcuni molluschi sono transessuali
Ogni mollusco quando viene al mondo è di sesso maschile. Per combattere questa condizione sessualmente improduttiva i molluschi hanno sviluppato l’abilità di cambiare il loro genere, da maschile a femminile. Una volta intrapreso il cambiamento, esso è irreversibile.
I picchi non hanno la testa dura
I picchi colpiscono il legno con la testa alla velocità di 20 beccate al secondo; viene, dunque, naturale pensare che avrebbero bisogno di teste fatte d’acciaio per sopravvivere. E invece la verità è che le teste dei picchi sono relativamente morbide. Questi uccelli nascono con una massa soffice e simile a una spugna dietro al becco che ha la funzione di assorbire lo shock creato dal continuo beccare
La regolarità dell’elefante
Non è certo sorprendente apprendere che gli elefanti producano molti escrementi, ma l‘effettiva quantità di sterco giornaliero di un elefante adulto è davvero impressionante. Un elefante di media grandezza espelle circa un centinaio di chili di letame ogni giorno, quasi lo stesso peso di un elefante appena nato che, in genere, oscilla tra i 77 e i 113 chili.
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Qual è il mammifero più piccolo del mondo?
Un’immagine che mostra un mustiolo. Si noti il confronto con la mano di un uomo.
I più piccoli mammiferi del mondo sono il mustiolo (Suncus Etruscus), simile ad un toporagno e lungo 6-7 centimetri (coda inclusa), e il pipistrello calabrone (Craseonycteris thonglongyai) che vive in Thailandia e in Birmania, lungo solo 3,5 centimetri. In entrambi i casi il peso è di circa 2 grammi. Il mustiolo invece vive in Europa meridionale, Asia occidentale e meridionale e Africa centro-settentrionale.
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Sonno su misura
Fotografia di Mitsuyoshi Tatematsu, Nature Production/Minden Pictures. Grafico di Álvaro Vali?o. fonte: Jerome M. Siegel, UCLA
La vita è dura, e noi mammiferi abbiamo bisogno di dormire qualche ora ogni giorno. Ma perché un roditore come il tamia striato dorme 15 ore su 24, mentre alla giraffa ne bastano 4,5?
Secondo Jerome Siegel, che studia le dinamiche del sonno all'Università della California, la risposta sta nel modo in cui gli animali si sono adattati per mantenere efficienza energetica e sicurezza.
Gli elefanti, ad esempio, dormono poco più di tre ore al giorno. «Essendo grandi, impiegano gran parte del tempo a mangiare», spiega Siegel. Perciò, ha senso da un punto di vista evolutivo che i pipistrelli bruni dormano molto e conservino le energie per le poche ore notturne in cui trovano prede (insetti) in abbondanza.
Quanto alla sicurezza, gli animali che dormono in tane nascoste, come i pipistrelli o i roditori, tendono a dormire più a lungo e profondamente rispetto a quelli che devono stare sempre sul chi vive.
Ma ci sono anche animali che possono dormire quanto vogliono e dove vogliono. Dice Siegel: «Chi si sognerebbe di disturbare un leone che dorme?».
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L'incredibile storia
della medusa immortale
Quando si sente minacciata, Turritopsis dohrnii riesce a invertire il suo ciclo vitale e a ritornare a uno stadio primordiale, rigenerandosi forse all'infinito
Segreto mediterraneo
Fotografia di Shin Kubota, Università di Kyoto
l segreto dell'immortalità è forse custodito su fondo del Mar Mediterraneo. Una piccola medusa dei nostri mari riesce infatti a evitare la morte, così come Eracle riuscì a godere della doppia natura celeste e terrena dopo aver sposato Ebe, la dea dell'eterna giovinezza. In condizioni di disturbo, quando si presenta il rischio di non poter sopravvivere, Turritopsis dohrnii, un idrozoo lungo circa un centimetro, riesce a invertire il suo ciclo vitale e ritornare a uno stadio primordiale di ammasso di cellule indifferenziate. Lo stratagemma consente all'animale di ricominciare l'intero ciclo vitale, rigenerandosi forse all'infinito.
Il meccanismo è stato descritto per la prima volta da un team di scienziati italiani e tedeschi, tra cui Ferdinando Boero e Stefano Piraino dell'Università del Salento di Lecce, mentre Maria Pia Miglietta studia il fenomeno negli Stati Uniti presso l'Università di Notre Dame.
La ricerca sul mistero della vita eterna continua ancora oggi e proprio in questi giorni il magazine del New York Times ha dedicato all'argomento un lungo e dettagliato articolo.
fonte:nationalgeographic.it/.