LOMBARDIA PARTE 1

Varese ..Como ed i laghi

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. gheagabry
     
    .

    User deleted



    BUONGIORNO...FELICE RISVEGLIO A TUTTI


    “... Martedì ... continua il nostro volo sull’Italia ... verso est, abbandoniamo il Piemonte e facciamo rotta verso la Lombardia ... “Vècc paés de Valtelina, quatàa sota la còsta del Murtaroeul, al rivà de la sera te me paret pussé solench. L'ultim suu de la giornada al pitura cu na luss stracai mur giamò fresch de li cà.”... dialetti come codici segreti che identificano regioni e popoli ... dialetti come simbolo di storia e tradizioni ... questo viaggio diviene ogni giorno più bello come i luoghi e le persone che lo popolano e lo colorano ... Buon risveglio amici miei ... la nostra mongolfiera è pronta per un altro volo, un altro viaggio alla volta di luoghi meravigliosi e di infinite emozioni da condividere ...”

    (Claudio)



    ..”Terra d’acqua”..laghi immensi..“Paesaggi italiani di “vaporosa chiarezza”..Como,Varese..La Lombardia..



    “«Ogni lago ha la sua leggenda: una leggenda che ricorda le sue origini con precisione fantastica, e si tramanda di padre in figlio finché vien fissata sulla carta e stampata, nera sul bianco, da qualche raccoglitore». Gianni Rodari, 1936

    “I laghi più belli d'Italia si trovano in Lombardia, basta pensare al lago di Como e al lago di Garda che sono le principali attrattive della Lombardia….Una regione che unisce il fascino di grandi città alla natura più selvaggia delle alte quote…Benché buona parte del territorio sia stato mutato e urbanizzato dalla mano dell'uomo basta incamminarsi su una delle vette a nord della Lombardia per riscoprire la natura selvaggia che contrasta con l'attività frenetica della città.”

    “La provincia di Varese è una tra le più belle della regione della Lombardia….ai piedi della Alpi ha un territorio ricco di laghi quali il Lago Maggiore, il Lago di Lugano ed il Lago di Varese insieme ad altri meno importanti laghi….Nella provincia di Varese vi è poi anche un sito dichiarato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, ovvero il Sacro Monte di Varese che mantiene un piccolo borghetto medievale dove vivevano monaci e suore….Dal Parco naturale del "Campo dei Fiori"…uno stupendo scorcio del Sacro Monte…con le sue 14 Cappelle che si snodano lungo un acciotolato di circa 2 km …il più affascinante itinerario mariano al mondo…..Si crede che sulla via che porta al Sacromonte siano passati, in circa 300 anni, 60 milioni di pellegrini.”

    “….la provincia di Varese che può essere definita "terra d'acqua" per i suoi numerosi laghi ed i suoi fiumi. Varese e i suoi dintorni sono una meta piacevole e attraente…..Sorge sulle sponde del lago, in un dolce paesaggio collinare un tempo coperto di boschi e brughiere….Varese è definita la città giardino per i numerosi parchi, ville e angoli verde che si possono trovare….i Castelli di Masnago che al suo interno vi si può trovare uno dei due musei civici di Varese, e il Castello di Belforte…..”

    ““Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancora più sensibile all’occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l’Adda ricomincia, per ripigliar poi il nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l’acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni.” A.Manzoni

    “Paesaggi italiani di “vaporosa chiarezza”, così li descriveva il geniale poeta tedesco Goethe, catturato anch’egli dalle atmosfere del Lago di Como, dove fece tappa nel 1788. Sarà la fioca luminosità che viene riflessa dalle azzurre acque, soffusa, spesso ricoperta dalla bruma che ammanta la superficie del lago, sarà la sensazione di limpidezza e di mistero, una cosa è comunque certa: anche a noi verrebbe da dire lo stesso, seppur senza trovare le parole. Come se in quel tenue vapore si potessero nascondere moti d’animo e impeti del cuore….ed è ovvio che da sempre questi luoghi siano meta prediletta dagli animi romantici. La catena serrata di montagne che percorrono le sue rive, si spinge fin verso le Alpi. Le acque placide e tranquille, capaci di incresparsi oltremodo nelle giornate di vento, sotto l’impeto d’improvvise tempeste, esercitano un fascino gotico. Tutto ciò può concedere una melanconica pace anche agli spiriti più inquieti….Como fu fondata nel I secolo a.C. per volere di Giulio Cesare, come colonia romana ed estremo avamposto dell’impero insubrico….possiede ancora le mura medievali che s’inerpicano lungo l’antico tracciato delle precedenti fortificazioni, all’interno di cui si dipana un serrato scacchiere di vie del casrtum romano, che conduce in un percorso cittadino alla scoperta di eleganti palazzi medievali e rinascimentali, come Palazzo Natta, Palazzo Rusca, il Palazzo Tolomeo Gallio o le case rinascimentali di piazza San Fedele. Questi e molti altri sono i simboli cittadini di una grande forza creativa. Passeggiando tra le vie del centro lo sguardo rimane magneticamente rapito….Ma il lago è sempre protagonista indiscusso. Da piazza Cavour le vie si aprono sul panorama del lago, il vero punto di riferimento cittadino. Dove il weekend si va a mangiare nei ristoranti tipici, dove d’estate si va a fare il bagno o un bel giro in barca. Costeggiato da due romantiche passeggiate scandite da osterie, gelaterie e caffè, lungo le sue rive custodisce altri patrimoni di arte e cultura. Come ad esempio la neoclassica Villa Olmo che permette di visitare il tempio Voltiano - un museo dedicato ad Alessandro Volta – e il monumento ai Caduti, realizzato dal Terragni che prese spunto da un bozzetto del futurista Antonio Sant’Elia.”

    “Che bella sorpresa Tremezzo. Alla fine del lungolago abbiamo trovato, quasi per caso, Villa Carlotta (XVIII sec.). Qualcuno ci disse che un bel giro nei dintorni meritava: tra i graziosi centri abitati sparsi dal lago fino alla collina, i numerosi edifici religiosi di interesse artistico e la piacevole natura, sarebbe stato difficile non rimanere stupiti e appagati…Incominciamo a girare per il paese per ambientarci e poi istintivamente ritorniamo a passeggiare lungo le rive del lago ed ecco che incontriamo la magnifica Villa realizzata dal marchese Giorgio Clerici. Questa sontuosa dimora è di una eleganza strepitosa. Divenuta di proprietà di Gianbattista Sommariva, noto collezionista d’arte, divenne un museo (vi sono conservate sculture del Canova), poi in seguito venne acquistata da Marianna di Nassau che la donò alla figlia, la principessa Carlotta di Prussia, come regalo di nozze….persi nel verde…rimaniamo colpiti dalla bellezza del giardino che ha una fisionomia tutta particolare: una via di mezzo tra stile inglese e all’italiana. Il parco racchiude numerose specie botaniche, tra cui azalee e rododendri, presenti in oltre 150 varietà accanto a camelie, sequoie secolari, cedri, platani, faggi e cipressi, che si possono ammirare passeggiando tra i sentieri.”

    “Il Castello di Vezio si trova in una piccola frazione del comune di Perledo, a strapiombo su Varenna, in uno dei punti più suggestivi del ramo lecchese del Lago di Como. Costruito nel VI secolo dalla regina longobarda Teodolinda, il castello è raggiungibile da Varenna inerpicandosi lungo una ripida mulattiera….Oggi il Castello di Vezio è in parte diroccato ma mantiene le antiche caratteristiche. La storia del castello è difficilmente separabile dalle molte leggende che caratterizzano questi luoghi, a tal punto che ancora oggi si sostiene che nelle notti senza luna il fantasma della regina Teodolinda si aggiri nelle stanze del castello.”

    “ Intorno a Pavia e Milano, così come lungo tutto il Ticino, si estendeva, fino a qualche secolo fà, la grande foresta che cresceva rigogliosa in tutta la Pianura Padana. Furono i monaci, nel Medioevo ….dell’'abbazia di Morimondo, ad avviare le prime bonifiche che vennero poi allargate dopo il 200… dai feudatari… in seguito ..nel Quattrocento arrivò dall'Oriente il riso e alla fine del XVI secolo il mais importato dalla Colombia. Le graminacee erano infatti destinate a sconvolgere una terra che la ricchezza di acqua rendeva così adatta ….Una terra paludosa e povera cominciava così a cambiare completamente volto… Si salvò solo la striscia di bosco che correva lungo il Fiume Ticino. E fu proprio per salvare questo relitto botanico che le regioni Lombardia e Piemonte decisero, alla metà degli anni settanta, di mettere sotto tutela ambientale la preziosa ricchezza naturale. Nacque così il Parco Lombardo della Valle del Ticino, che si estende su una superficie di 90.640 ettari di cui 17.000 di bosco, ricadendo sul territorio di tre province, Varese, Milano e Pavia e di ben 46 comuni… lo scopo … tutelare le acque del Ticino, dei suoi affluenti e il territorio..”

    e fin troppo lunga voglio che tu scriva di più........perchè ti piace da morire...e ieri...hai scritto poco......mi è sembrato di rubarti qualcosa.....ci mettiamo anche un giornodi più non importa ma voglio che tu scriva ok










    da lussy

    NOI ABBIAMO..DEI LAGHI STUPENDI.....image...QUESTO E' IL LAGO DI..COMO...

    image..QUESTO E' IL LAGO DI GARDA...

    ED ANCORA IL LAGO DI COMO...image

    image

    image

    IL LAGO DI LUGANO....PORTO CERESIO(VA)image

    image

    [IMG]http://www.easyviaggio.com/images/destination/ITALIE_DU_NORD/ITALIE_DU_NORD0/1_big.jpg[/IMG
    La provincia lombarda è da privilegiare per i suoi laghi, fra i più noti ci sono il Lago Maggiore, il lago di Como e il lago di Garda. Fermatevi a Stresa, sulla sponda occidentale del Lago Maggiore, e visitate le ville in stile Belle Epoque: la villa Pallavicino e la villa Ducale sono circondate da splendidi giardini. Visitate anche le Isole Borromee: antichi luoghi di villeggiatura delle teste coronate, l'Isola Bella e l'Isola Madre svelano palazzi incorniciati da splendidi parchi. Più semplice, l'Isola dei Pescatori riprende la tradizione delle tegole rosse, tipiche dei paesi italiani : vi resterete volentieri.

    image


    Edited by gheagabry - 14/7/2010, 22:49
     
    Top
    .
  2. gheagabry
     
    .

    User deleted


    Altra tappa rilevante si trova lungo la strada dei laghi lombardi: il lago di Como. Prende il nome dalla città che si affaccia sulle acque tranquille del lago. Non esitate a fare un giro in questa incantevole città. Visitate il Duomo, la chiesa di Sant'Abbondio e il museo Giovo che ospita collezioni d'arte e di archeologia. Passeggiate poi lungo la sponda occidentale del lago, che vede alternarsi paesini e giardini: fate una sosta a Lenno, a Tremezzo o a Menaggio. Più contrastante, la sponda orientale offre splendidi scorci panoramici fino a Bellagio, uno dei luoghi più animati del lago di Como.






    Il più grande lago della Lombardia è anche quello che gode della cornice più spettacolare. Circondato dalle vette merlate delle Alpi, possiede il fascino altero e romantico di un fiordo. Inoltre, questa culla fatta di montagne assicura un microclima particolarmente piacevole. Lungo la strada per il lago di Garda, fate una sosta a Bergamo: il centro storico della città si trova a Bergamo alta. Visitate la città partendo da Piazza Vecchia, poi raggiungete Desenzano del Garda, sulla sponda meridionale del lago. Visitate gli antichi mosaici della villa romana, ma approfittate anche delle spiagge, perché il lago di Garda possiede un fascino meridionale al quale ci si affeziona molto in fretta. E se volete esplorare i dintorni di Desenzano affittate una bicicletta: è con questo mezzo che vi conviene scoprire gli innumerevoli parchi che circondano il lago.




    Più piccolo dei suoi famosi vicini lombardi, il lago d'Orta misura appena 15 km di lunghezza e 2,5 di larghezza. Ed è anche meno frequentato dai visitatori nei weekend estivi: gli amanti della calma lo apprezzeranno! Nella pittoresca cittadina di Orta San Giulio scoprirete senza fatica il ritmo della vita di questi luoghi. Si gironzola, con lo sguardo rivolto verso il lago, si approfitta delle piazze contornate da bar per attardarsi in terrazza, senza preoccuparsi del tempo che passa. Da non perdere è inoltre l'Isola San Giulio, a breve distanza in traghetto da Orta San Giulio. Qui si trova una basilica risalente XII secolo, in uno scenario incantevole che spinge alla meditazione.
     
    Top
    .
  3. gheagabry
     
    .

    User deleted


    da claudio

    Como

    (/ˈkɔmo/, pronuncia locale /ˈkomo/), Comm in comasco (pronuncia fonetica IPA: [ˈkɔm:]), è una città italiana lombarda di 84.555[3] abitanti, capoluogo dell'omonima provincia. La Como conquistata dai romani nel 196 a.C. è chiamata da Tito Livio Comum oppidum. Gaio Giulio Cesare rifonderà la città nel 59 a.C. battezzandola Novum Comum. Il toponimo Comum è la forma latina dell'originale Comm utilizzato dalla popolazione locale dei Comenses e mantenuto fino ai nostri giorni nel dialetto comasco. Deriva dalla radice celtica Koimo che significa "Abitato"











    da lia


    BRESCIA RICCA DI STORIA


    Fra il limite collinare delle Prealpi e della Pianura Padana si ammira la città di Brescia in una posizione particolarmente favorevole per l'insediamento urbano e per le attività industriali, commerciali e turistiche. Abitata fin dall'Età del Bronzo, dai Liguri, poi dagli Etruschi e verso la fine del VII secolo a.C. dai Celti, nel 27 a.C. Brixia conquistò il titolo di colonia romana.
    Al declino dell'impero divenne capitale di un ducato longobardo (VII sec. d. C.) con re Desiderio che fondò il Monastero di San Salvatore (oggi di Santa Giulia). Nei suoi chiostri Alessandro Manzoni ambientò la tragedia Adelchi, narrando di Ermengarda, la sfortunata figlia del re andata sposa a Carlo Magno re dei Franchi che poi conquisterà la città. Intorno all'anno 1000, Brescia divenne libero Comune e partecipò alla battaglia di Legnano contro Federico Barbarossa.
    In quel periodo un suo cittadino, il frate Arnaldo fu arso sul rogo come eretico in quanto oppositore alla corruzione del clero.
    Dopo il '200 la città fu contesa fra Milano e Venezia. Nel 1438 i milanesi
    assediarono la città e, secondo la tradizione, l'apparizione dei Santi patroni Faustino e Giovita mise in fuga i soldati nemici.
    Nel 1512 anche le truppe francesi di Gastone di Foix assediarono Brescia. In questo secolo i pittori Foppa, Romanino, Moretto e Savoldo crearono le opere più famose del Rinascimento bresciano, conservate nella Pinacoteca Civica e nelle chiese cittadine.
    Seguì un lungo periodo di pace durante il quale la dominazione veneta favorì a Brescia lo sviluppo delle attività agricole e artigianali, come la produzione delle armi che la resero famosa in tutta Europa. Alla fine del XVIII secolo le truppe francesi guidate da Napoleone posero fine alla dominazione della Serenissima: Brescia fece parte della Repubblica Cisalpina e del Regno d'Italia. Alla caduta di Napoleone la città entrò nei domini asburgici del Lombardo Veneto e, nel periodo risorgimentale durante le Dieci Giornate del 1849, insorse contro gli austriaci conquistandosi l'appellativo di Leonessa d'Italia. Dopo l'unificazione del Regno italiano, il bresciano Giuseppe Zanardelli divenne più volte ministro e capo del governo (1901/1903).
    Negli anni '30 con un esemplare intervento di modernizzazione del centro cittadino venne inaugurata piazza della Vittoria, significativa testimonianza delle tendenze urbanistiche del regime fascista. Dopo la guerra mondiale ebbe inizio un grande sviluppo industriale che la pose fra le più importanti città italiane per le attività economiche. Tra i suoi cittadini più illustri è da ricordare Giovanni Battista Montini divenuto Papa Paolo VI al quale è stata dedicata la piazza del Duomo.
    Nell'era contemporanea la parte sud della città denominata "Brescia due" rappresenta un modernissimo slancio verso il futuro.





    da claudio






    da augusto


    BERGAMO Alta

    Piazza Vecchia e Duomo

    Piazza Vecchia è il cuore di Bergamo Alta. Si affacciano sulla piazza Palazzo della Regione o Palazzo Vecchio (12° secolo) , sul lato opposto c’è Palazzo Nuovo che ospita la Biblioteca Angelo Mai. In piazza si trova anche il Duomo recentemente restaurato.

    image
    Collezione www.stefanomolinari.com/bergamo-le-...talia-1478-foto - Foto Gratis Autorizzata


    Tramonto dalla Rocca

    imageCollezione www.stefanomolinari.com/bergamo-le-...talia-1478-foto - Foto Gratis Autorizzata


    Chiesa S. Maria Maggiore
    La Basilica di Santa Maria Maggiore del 1137 (costruita in in stile Romanico) è unita alla Cappella Colleoni. Si trovano a quattro passi da Piazza Vecchia.

    imageCollezione www.stefanomolinari.com/bergamo-le-...talia-1478-foto - Foto Gratis Autorizzata


    Bergamo Le mura




    da lussy


     
    Top
    .
  4. gheagabry
     
    .

    User deleted



    Museo del Cenacolo Vinciano - MI

    Leonardo ha dipinto l'Ultima Cena nel Refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie per volere di Ludovico il Moro, in un arco di tempo che va dal 1494 al 1497.
    L'artista, trattandosi di pittura su muro, non si è affidato alla tradizionale quanto resistente tecnica dell'affresco, che impone una veloce stesura del colore sull'intonaco ancora umido, ma ha voluto sperimentare un metodo innovativo che gli consentisse di intervenire sull'intonaco asciutto e, quindi, di poter tornare a più riprese sull'opera curandone ogni minimo particolare. Purtroppo le intuizioni di Leonardo si rivelarono sbagliate e ben presto, per un 'infelice concomitanza di cause, la pittura cominciò a deteriorarsi. Nel corso dei secoli, di conseguenza, si susseguirono molti restauri nel disperato tentativo di salvare il capolavoro. Nel 1999, dopo oltre vent'anni di lavoro, si è concluso l'ultimo intervento conservativo che, grazie alla rimozione di tante ridipinture, ha riportato in luce quanto restava delle stesure originali.


    L'estrema fragilità del dipinto, la cui superficie è assimilabile a un gigantesco puzzle di cui si sono irrime- diabilmente perse un 'infinità di tessere, ha portato oggi all'adozione di rigorose misure di salvaguardia per evitare gli sbalzi di umidità, l'inquinamento atmosferico e le polveri. Da ciò è scaturita l'esigenza di regolamentare anche il flusso dei visitatori, che possono accedere al refettorio al massimo in 25 per volta. Per favorire l'affluenza del maggior numero di persone, il tempo di visita è stato limitato a 15 minuti, ma tale restrizione porta comunque il Cenacolo ad essere il sito museale più visitato a Milano.
    Il Cenacolo Vinciano appartiene allo Stato Italiano ed è gestito dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Milano che, con il supporto della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia, insieme all'Istituto Centrale del Restauro e alla Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico di Milano, provvede alle continue cure richieste dall'Ultima Cena.

    imageimage

    santa maria delle grazie
    image

    la casa del cenacolo
    image

    da susy



    da augusto







    Tremezzo, non è solo Villa Carlotta, è un bellissimo paesino sul lago di Como, bellissimo come tutti i paesini in questa parte dfel Lago.

    Qualche volta in prmavera ci si andava con amici e amiche, posti bellissimi





    da lia


    LAGO DI VARESE............CHE TRAMONTO......



    image


    VARESE


    Il nome Varese potrebbe derivare dal celtico var, acqua, connesso alla vicinanza al lago o dall'aggettivo variensis dal gentilizio latino varius.

    Notizie sui primi nuclei abitativi della città di Varese risalgono al 5.000 a.C.

    Si ipotizza che Varese sia stato un piccolo villaggio di origine gallica che non ebbe un ruolo significativo se non quando le sue torri e le sue fortificazioni non divennero elementi importanti per la difesa della pianura padana dall'invasione dei popoli del nord.

    Dopo l'anno mille, durante la guerra tra i Visconti di Milano e i Torriani di Como, Varese venne saccheggiata dai comaschi.

    Nonostante i saccheggi e le guerre, Varese acquisiva nel tempo prestigio grazie alle attività mercantili, godendo di una certa autonomia amministrativa.

    I primi documenti che testimoniano l'autonomia di Varese che durò fino alla seconda metà del 1700 quando divenne Signoria di Francesco III d'Este risalgono al trecento.

    Nel 1752 Varese divenne centro della politica internazionale grazie allo svolgersi in essa del congresso per definire i confini della Svizzera.

    Nel 1797 Varese fu eletta capoluogo del dipartimento del Verbano e nel 1799 fu visitata da Napoleone Bonaparte. Fu in questo periodo che Varese vide il rinnovarsi delle ville settecentesche e la costruzione di nuove ville come la Villa Arpegiani e la Villa Sanvito.

    Nel 1816 Verese ricevette il titolo di città dall'Imperatore d'Austria.

    'unità d'Italia segnò per Varese un punto di partenza per il suo sviluppo economico e sociale.

    Nel 1927 Varese divenne capoluogo di provincia.

    Varese, città moderna, famosa per la lavorazione del cuoio e delle calzature, sorge sul piano e sulla pendenza che dal monte di Campo dei Fiori e dal Sacro Monte giunge fino al lago.

    Grazie alla sua bellezza paesaggistica in epoche recenti le è stato conferito l'appellativo di città giardino.

    Il cuore della città di Varese è rappresentato dalla Piazza Podestà dove sorgono il Palazzo del Pretorio e il Palazzo Biumi o "Broletto.

    Cuore religioso della città è Piazza San Vittore, dove si incontrano gli edifici religiosi più importanti tra i quali la splendida Basilica di San Vittore, in stile neoclassico con un maestoso campanile in stile barocco, costruita sulla fine del '500 sui resti di un antico edificio religioso del X° secolo.

    La Basilica custodisce al suo interno numerose opere tra cui l'affresco della Madonna del XV° secolo attorniata da quindici tondi coi Misteri del Rosario. Da ammirare è anche l'annesso Battistero di San Giovanni in stile romanico con affreschi del trecento lombardo e un bellissimo fonte battesimale.

    Interessante è anche Piazza Monte Grappa, realizzata in epoca moderna è circondata da edifici e portici. Qui si può ammirare il Palazzo Estense, antica residenza di Francesco III d'Este e attuale sede del Municipio.

    Dietro lo splendido Palazzo si estende uno dei i più incantevoli parchi d'Italia: il parco dei Giardini Estensi costruito ad imitazione dei giardini di Sch&oouml;nbrunn, Vienna, terminato nel 1787.

    Dal parco si accede a Villa Mirabello, del XVIII° secolo adornata da un bel giardino all'inglese e oggi sede dei Musei Civici.

    All'interno del parco sorgono anche le e Villa Andrea Ponti, risalente alla seconda metà del Settecento, entrambe sedi di un centro congressi.

    Altri importanti monumenti sono il Castello di Masnago con il suo ciclo di affreschi del '400 lombardo e lo storico Castello di Belforte.

    Nelle vicinanze della città sorge, infine, il monumentale complesso architettonico del Sacro Monte con il borgo medioevale, il Santuario di Santa Maria del Monte e le quattordici cappelle del '600.



    PALAZZO ESTENSE

    image




    SAN VITTORE MARTIRE

    image
     
    Top
    .
  5. gheagabry
     
    .

    User deleted


    da lia



    LA XIV CAPPELLA DEL SACRO CUORE CON SULLO SFONDO VARESE



    image


    La via del Sacro Monte rappresenta uno dei più significativi e dei più grandi esempi di vie sacre. Essa si estende per un percorso di due chilometri di strada irta e tortuosa lungo le pendici del monte Vellate.

    Secondo alcune fonti risalenti al 922, infatti, si presume che fu la Chiesa di Santa Maria I°, costruita sul monte Vellate a dare il nome al Sacro Monte di Varese.

    La nascita della via del Sacro Monte iniziò intorno al IV° secolo quando San'Ambrogio fece costruire il primo altare sulla cima del monte come ricordo e ringraziamento della vittoria sugli Ariani.

    Durante il medioevo, il monte svolse con le sue antiche fortificazioni la funzione di roccaforte militare. Solo successivamente si evidenziò l'aspetto religioso del monte che divenne un centro di ricca vita spirituale.

    Il progetto e la realizzazione delle Cappelle fu affidato all'architetto varesino Giuseppe Bernascone, detto "il Mancino". Le cappelle furono realizzate secondo modelli e strutture architettoniche diverse, entrando tuttavia in armonia con il paesaggio del Sacro Monte.

    La costruzione della prima cappella iniziò nel 1605. Il percorso delle cappelle è diviso da tre archi posti all'inizio di cinque cappelle per dividerle a seconda dei misteri del rosario: l'Arco dei Misteri Gaudiosi detto del Rosario, l'Arco dei Misteri Dolorosi detto di San Carlo e l' Arco dei Misteri Gloriosi detto di Sant'Ambrogio.

    Attraversato l'arco del Rosario si giunge alla Prima Cappella che rappresenta il primo dei misteri gaudiosi: l'annunciazione. All'interno si possono ammirare due statue raffiguranti un angelo con un giglio tra le mani che si avvicina alla Vergine che lo ascolta inginocchiata davanti al letto.

    La quinta cappela e il secondo arco "San Carlo" descrivono l'inizio dei misteri dolorosi del Rosario. Dopo la decima cappella si giunge al terzo arco dedicato a Sant'Ambrogio che apre i misteri gloriosi del Rosario che si concludono con l'ultimo mistero glorioso: l'Incoronazione di Maria Santissima con l'arrivo al Santuario di Santa Maria del Monte.

    Il Santuario fondato probabilmente tra l'ottavo ed il nono secolo d.C. conserva al suo interno un'antichissima statua lignea della Vergine, decorazioni affrescate secentesche e lo splendido altare maggiore del 1662.

    Fanno parte della Via del Sacro Monte la Villa Pogliaghi, oggi museo nel quale sono custoditi numerose raccolte d'antichità greco-romana ed orientale ed alcune pregevoli opere dell'artista Pogliaghi e il Museo Baroffio che conserva le antiche collezioni del Santuario e quelle cedute dal Barone Baroffio Dall'Aglio, fondatore del museo.

    Ricordiamo, infine, la Fontana del Mosè, in marmo bianco realizzata tra il 1803 e il 1817 e il monumento in bronzo di Paolo VI.

    image






    LAGO DI VARESE E CIGNI.....................


    image



    « Eoum Baptista latus: tenet Aliger ipse
    Occiduum: medium Virgo beata forum » « D'Orïente il Battista occupa il lato, / l'alato san Michele l'Occidente; / Piazza central la Vergine beata. »
    (Gian Alberto Bossi, Carme Ad Bustienses, f. 96r)

    Busto Arsizio (Büsti Gràndi in dialetto bustocco) è un comune italiano di 81 716 abitanti[2] della provincia di Varese. Posta al confine meridionale a ponente del fiume Olona, è la città più grande dell'Alto Milanese, la settima città più popolosa della Lombardia….Alcuni studi sul dialetto bustocco pensano che Busto Arsizio abbia origini liguri….L'area era abitata anche in età romana, come dimostrano l'andamento regolare delle vie del centro storico e il ritrovamento di alcuni oggetti di epoca tardo-romana, probabilmente dell'epoca tra il II secolo e il IV secolo d.C..... La collocazione del primo insediamento non è casuale; si trovava infatti su un percorso alternativo al Sempione, detto "strada di Milano", che metteva in comunicazione Milano con il Lago Maggiore.
    Busto Arsizio dista 44 km da Varese; 35 km da Milano; 38 km dalla città piemontese di Novara; 30 km da Como; 7 km da Legnano e 7 km da Gallarate.
    Nota nell'Alto Medioevo per la concia delle pelli, la prima menzione della città risale al 922, anno in cui il nome del locus viene citato in alcuni documenti di notai. Con decreto del cardinale Carlo Borromeo, il 4 aprile 1583[18] Busto Arsizio, allora sotto il dominio del duca Filippo Maria Visconti, venne staccata dal Vicariato del Seprio e messa a capo di quella che fino a quel momento era la Pieve di Olgiate Olona con un podestà proprio.
    Le origini di quello che fu un centro tessile di primaria importanza sono da ricercarsi nel Medioevo: nel 1375 "quasi in ogni casa batte un telaio", come testimoniato qualche secolo più tardi dallo storico Crespi Castoldi nella sua storia di Busto Arsizio (De Oppido Busti Relationes).
    Attualmente a Busto Arsizio esistono ventiquattro chiese, tre cimiteri e diverse cappelle…in particolare san Giovanni Battista, san Michele Arcangelo e santa Maria di Piazza sorsero prima dell'anno mille.
    L'ultimo giovedì di gennaio la Giöbia, un fantoccio di paglia vestito di stracci, viene bruciata per esorcizzare l'inverno.[92] La tradizione bustocca ha un'origine millenaria che ha radici e motivazioni nella ripresa della fecondità della terra bruciata con il fuoco purificatore. La pietanza tradizionale della festa è il "risotto con la luganiga"(salsiccia)
    Busto Arsizio è stata per anni uno dei più importanti centri tessili d'Italia, tanto da essere conosciuta anche all'estero.[117] Già agli inizi dell'800 vi troviamo la ditta "Benigno Crespi", appartenente ad una famiglia di lunga tradizione bustocca, soprannominata dei "Tengitt".
    Nel 1995, il villaggio industriale di Crespi d'Adda, fu accolto da parte del Comitato per il Patrimonio Mondiale dell'Unesco nella Lista del Patrimonio Mondiale Protetto in quanto "Esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, il più completo e meglio conservato del Sud Europa".[119]

    In città si ebbe formazione di un ceto di imprenditori che avviò le prime manifatture tessili. Contemporaneamente si creò la figura dell'operaio-contadino che trovava impiego in tali manifatture senza però mai trascurare completamente le attività agricole. Con il passare del tempo l'Altomilanese si apprestava a diventare un motore pulsante dell'economia lombarda ed un'area di eccellenza dell'industria manifatturiera nazionale. Busto Arsizio iniziò ad essere chiamata "la Manchester d'Italia" o "la città delle 100 ciminiere".


    busto arsizio sotto la neve
















    augusto c'è una abbazia sul lago dove hanno girato i promessi sposi ...fra cristoforo........non riesce a venirmi in mente........si accede più facilmente via lago.............ti ricordi?



    il fiume ticino








    ...trovato..





    da augusto





    lo stemma della cittàdi busto arsizio



    chiesa santa maria



    CITAZIONE (Gullit234 @ 26/1/2010, 23:04)
    (FILE:www.youtube.com/v/3lwnnlPEJgk&hl=it_IT&fs=1&)

    Gabry, te capiset la cansun??

    capisci la canzone!







     
    Top
    .
  6. tomiva57
     
    .

    User deleted




    bg
    foto:ana-varese.it


    Varese

    Varese (Vares in lombardo occidentale; Baretium in Latino; Varèse in Francese) è un comune della Lombardia di 81.791 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia. È il sesto comune più popoloso della Lombardia (dopo Milano, Brescia, Monza, Bergamo e Como).

    Fino al 1927 era un comune dipendente dalla provincia di Como.

    Fa parte della Regione Agraria n° 4 - Colline di Varese, del Parco Regionale Campo dei Fiori, e della Rete delle Città Strategiche .

    Sorge sulle rive dell'omonimo lago, il Lago di Varese. Viene chiamata Città Giardino per merito del molto verde che si può trovare nell'ambito del comune a cui contribuiscono senza dubbio i giardini e i parchi delle molte ville che qui sono state costruite.

    L'hinterland della città è chiamato Varesotto.

    Storia

    Le prime tracce di un insediamento abitativo ritrovate sul territorio risalgono alla Preistoria, infatti i numerosi reperti esposti nel museo di Villa Mirabello e i ritrovamenti di insediamenti palafitticoli sull’isolino Virginia dimostrano che il territorio era abitato già nel 5000 a.C. Nonostante ciò non si hanno notizie precise della città se non sino alla tarda epoca imperiale, quando il villaggio, un piccolo villaggio di origine gallica, cominciò ad assumere una certa rilevanza in quanto collocato lungo strategiche vie di transito. Infatti, nei pressi di Varese, c'era una via di comunicazione che collegava Milano con la attuale Svizzera attraverso la valle, proseguendo per la Valganna, Ponte Tresa e di lì fino al Ticino. Questa via era molto utilizzata da mercanti e i militari.


    012-09gpsvarese-Ponte%20Tresa
    foto:gpsvarese.it
    Valganna


    012-09gpsvarese-Ponte%20Tresa
    Ponte Tresa


    Nel corso del XIII secolo, la vita del borgo si rafforza grazie soprattutto alle attività mercantili che avevano epicentro nel mercato alla Motta. Il borgo viveva la sua prima espansione territoriale racchiuso entro sei direttrici specifiche segnate da altrettante porte: la porta Rezzano che si trovava in fondo all'attuale via Marcobi e immetteva sulla strada per S. Maria del Monte; la porta Regondello; la porta di S. Martino vicino all'omonima chiesa; la porta Milano, la porta Motta e la porta Campagna. In un documento risalente al 922 viene citata per la prima volta la chiesa di Varese. Di circa un secolo successivo, 1068 è la citazione di Varese come sito di mercato.

    Sempre in epoca medievale, Varese entra a far parte del contado del Seprio dove vi resterà fino alla sua caduta, e successiva annessione da parte del Ducato di Milano. Dopo l’anno mille vennero costruiti sul territorio numerosi presidi difensivi, in particolare vennero erette numerose torri difensive, allo scopo di controllare l’accesso al borgo e avvistare per tempo un nemico pronto ad entrare nella pianura Padana da nord. Alcune di queste torri quali, la torre di Masnago, facente oramai parte dell’omonimo castello, la torre Mozza e soprattutto la torre di Velate, bene tutelato dal FAI, sono tuttora visibili. Un altro sito difensivo degno sicuramente d’importanza è il Castello di Belforte, che ospitò, nel 1164 e nel 1175 l’imperatore Federico Barbarossa in occasione delle sue discese su Milano. L’importanza del Castello di Belforte è testimoniata anche dai varesini che nel 1168 entrarono nella Lega Lombarda venendo definiti come quelli di Belforte.

    L'accresciuta rinomanza del borgo è testimoniata dall'elezione di Guido da Velate, territorio posto ai margini settentrionali del borgo, come arcivescovo di Milano nel 1045. Il prelato, fedele all'imperatore Enrico III, si schiera contro il papato e i Patari, un movimento eretico diffuso nel nord Italia. Durante la guerra che oppose i Visconti di Milano e i Torriani di Como, il borgo alleato dei milanesi, venne saccheggiato dai Comaschi che non risparmiarono distruzioni di presidi difensivi, tra cui la torre di Velate, così come di altri insediamenti.

    Nel 1237 Varese combatté a fianco di Milano contro l'Imperatore Federico II di Svevia, nipote del Barbarossa.

    Al Trecento risalgono i primi statuti che regolavano la vita cittadina, fondata su una sostanziale e privilegiata autonomia di governo che durò, tranne rare eccezioni, fino alla seconda metà del 1700. Una grande e importante stagione è quella vissuta dal borgo all'avvento di Carlo Borromeo in qualità di arcivescovo di Milano. Infatti egli modificò l'istituzione ecclesiastica di Varese e contribuì a consolidare la fama del monastero di Santa Maria del Monte che da lì a poco avrebbe visto aprirsi una delle più importanti fabbriche artistiche della Lombardia. La fabbrica che prevedeva la realizzazione di una grande via che dalle pendici del Sacro Monte raggiungesse in vetta il santuario ebbe inizio quando il cappuccino Padre Aguggiari riuscì a raccogliere la somma di 1 milione di lire imperiali. Conclusasi nel 1680 la realizzazione della via Sacra vide la partecipazione di artisti celebri quali il Morazzone e il Cerano sotto la direzione iniziale dell'architetto Giuseppe Bernascone. L'impresa, che trasforma Varese in un autentico baluardo del cattolicesimo contro la minaccia protestante, viene condotta pur attraverso gravi crisi epidemiche, tra cui la più famosa è quella del 1628, citata dal Manzoni ne I Promessi Sposi.

    Un grande cambiamento avviene nel corso del XVIII secolo. Nel 1752 il borgo diventa anche se per poco tempo, un centro della politica internazionale: qui, infatti, si tiene il congresso per definire i confini della Svizzera.

    Pochi anni dopo fa il suo primo apparire Francesco d'Este, duca di Modena e governatore di Milano. Lo stesso Francesco nel 1766 ebbe in feudo il borgo dall'imperatrice Maria Teresa d'Austria. Di fatto, la storica e secolare autonomia di Varese andava definitivamente perduta. La città seppur per breve periodo si trasforma in una corte dedita ai ricevimenti, alle parate e alle battute di caccia. La civiltà delle ville che aveva caratterizzato lo splendore urbanistico e artistico del suo territorio per tutto il secolo, trova nella corte di Francesco III d'Este, il suo apogeo.

    Nel 1797 Varese viene eletta capoluogo del dipartimento del Verbano. Anche la rivoluzione Francese transitava da Varese: lo stesso generale Bonaparte visita il borgo nel 1799 accompagnato da Giuseppina Beauharnais e Murat, accolti festosamente dalla popolazione. Nel 1816, finalmente, il borgo viene ufficialmente promosso al rango di città dall'imperatore Ferdinando I d'Austria.

    Nel 1830 fu inaugurata la pubblica illuminazione a gas e nel 1857 Varese venne elevata a rango di città regia e l'anno successivo si aprì una sottoscrizione pubblica per costruire una linea ferrata tra Varese e Gallarate, ma solo il 9 agosto 1865 il primo treno della linea Milano-Varese entrò in città.

    Il 23 maggio 1859 nell'ambito della seconda guerra di indipendenza i Cacciatori delle Alpi al comando di Garibaldi occuparono la città, che difesero vittoriosamente contro un attacco austriaco il 26 maggio 1859 in quella che è chiamata la Battaglia di Varese. Il 28 maggio 1859 la provincia di Como, di cui Varese, all'epoca, faceva parte, viene formalmente annessa da Garibaldi al regno di Sardegna, ma tuttavia la città venne abbandonata pochi giorni dopo dai Garibaldini che si ritirarono verso Laveno, minacciati dall'avanzata austriaca. Gli austriaci guidati dal generale Karl von Urban ritornati in città pretesero il pagamento di un pesantissimo tributo, che naturalmente non poté essere pagato dai Varesini. A quel punto, il generale austriaco ordinò di bombardare la città indifesa per rappresaglia, prima che essa venisse rioccupata. Sul campanile della basilica di San Vittore e su alcuni edifici storici come la villa dei Biumi sono tuttora presenti i segni di tale bombardamento effettuato da località Belforte. La rioccupazione austriaca della città durò tuttavia poco, infatti il grosso delle truppe imperiali fu quasi subito spostato a sud, dove poi vennero pesantemente sconfitti, dall'esercito Franco-Piemontese nella Battaglia di Magenta e quindi costretti a ritirarsi dalle loro posizioni.

    L'Unità nazionale costituì il trampolino di lancio per lo sviluppo economico e sociale di Varese. Da quel punto in poi Varese vide sorgere sempre più industrie desiderose di rispondere al fabbisogno crescente del sud, e fino alla prima guerra mondiale si diffusero industrie di cartiere, carrozzerie, concerie, calzaturifici, cotonifici, setifici, tessiture e ceramiche. Tanto sviluppo economico ed industriale determinò un notevole benessere della popolazione ed un ordinato sviluppo della città che ottenne il ruolo di città giardino con la realizzazione di almeno un centinaio di grandi ville con parco e di un migliaio di villette secondarie.

    Con l'avvento al governo d'Italia del partito fascista, nel 1927, si ebbe la costituzione della nuova provincia di Varese, che venne scelta da Mussolini come capoluogo, in quanto vi era stata una disputa fra Varese, Gallarate e Busto Arsizio per decidere quale città sarebbe stata il nuovo capoluogo. In tale periodo vi fu un ulteriore sviluppo economico e turistico del territorio, unito ovviamente ad una limitazione della libertà individuale dovuta alle restrizioni imposte del regime fascista.


    t_fiume_olona_117

    Idrografia

    Il territorio di Varese è bagnato da numerosi corsi d'acqua, ed è interessato dal Lago di Varese. Nella frazione Rasa di Varese, il fiume Olona ha tre delle sue sorgenti, sempre in questa frazione l'Olona riceve le acque dei torrenti Legnone, Des e Sesnivi (o Valle del Forno). Più a valle, nella zona di Bregazzana, confluiscono nell'Olona anche i torrenti Braschè, Pissabò, Boscaccia e Grassi. A nord est,lambisce Varese, il ramo sorgentizio orientale dell'Olona che scorre in Valganna; al confine tra Varese ed Induno Olona, confluisce nel fiume il torrente Pedana della Madonna.

    Sotto Santa Maria del Monte, sgorga quello che può considerarsi come il corso d'acqua di Varese, il torrente Vellone. Esso dopo aver bagnato Velate, attraversa coperto Varese e sfocia nell'Olona presso Belforte.

    A nord della frazione Rasa, nasce il torrente Buragona, alimentato dall'affluente Valgallina, tributario del Laghetto di Brinzio (detto anche "Pozza del Brinzio").

    All'estremo nord del territorio varesino, in cresta al Campo dei Fiori, nascono l'Intrino ed il Riazzo, che bagnano Brinzio.

    Dalla zona montuosa di Varese, nascono alcuni torrenti che confluiscono nel Lago di Varese, sono il Val Luna ed il Rio di Casciago.
    Posto a 290 m.s.l.m., ai piedi del Campo dei Fiori, circondato da colline boscose, ha una superficie di 14,91 kmq e una profondità di circa 25 m. La sua origine risale all'ultima glaciazione, quando il ghiacciaio del Verbano scavò la conca originaria comprendente anche il Lago di Comabbio, il Lago di Biandronno e l'attuale palude Brabbia.

    E' alimentato dalle acque del suo bacino imbrifero e il solo immissario degno di nota è il canale Brabbia che porta le acque del lago di Comabbio mentre il suo emissario è il Bardello che prende avvio presso l'omonimo paese per poi toccare Besozzo e sfociare nel Lago Maggiore, in località Bozza. Nel lago vi è un'unica isola chiamata Isolino Virginia in onore della marchesa Virginia Ponti, moglie di Andrea Ponti che acquistò l'isola nel 1878.

    Il lago fu abitato già nel 4500 a.C., nel Neolitico Inferiore da comunità che vivevano su palafitte. L'uomo di allora costruiva oggetti utilizzando la selce, facilmente reperibile al Campo dei Fiori e per attraversare il lago si serviva di piroghe. L'insediamento principale si trovava all'isolino Virginia, ma altre palafitte sono state rinvenute a Bardello, Bodio, Cazzago e nella torbiera Brabbia, che a quel tempo faceva parte del lago.

    In epoca romana e medievale divenne una importante risorsa economica per la pesca che vi veniva proficuamente esercitata e i cui proventi spettavano alle famiglie feudatarie alle quali appartenevano le rive. Nel 1423 la Ducale Camera di Milano emise un decreto con il quale si riservava i diritti patrimoniali sul lago (pesca, uccellagione, raccolta delle canne) ma i feudatari fecero ricorso e la Ducal Camera si vide obbligata a riconoscere il loro diritto costituito in forza della immemorabile consuetudine. Nel 1621 il governo spagnolo ritentò di appropriarsi dei diritti sui laghi varesini sostenendo che i laghi fossero da considerarsi pubblici. Di fatto nel 1630 i laghi furono messi in vendita e acquistati due anni più tardi dal vescovo Francesco Biglia, esponente di una ricca famiglia milanese che nel varesotto possedeva il castello di Caidate.

    Nel 1779 il conte Vitaliano Biglia vendette per 185 mila lire i laghi e i relativi diritti al marchese Giulio Pompeo Litta e a sua moglie Elisabetta Visconti Borromeo Arese, che avevano un palazzo a Gavirate, nell'attuale piazza del municipio.

    Nel 1806 nacque un consorzio per l'abbassamento del lago di Varese che si prefiggeva di abbassare il livello delle acque di m. 4,3 per guadagnare terre coltivabili. Nel 1809 venne effettuato solo un modesto abbassamento.

    Nel 1863 vennero scoperte le prime stazioni palafitticole e avviati i primi scavi archeologici. Nel 1865 i Litta vendettero i laghi ad Andrea Ponti, raccolse una ricca collezione di reperti preistorici, in seguito donata al museo di Varese.

    varese

    A sud di Varese scorre la Roggia Nuova che confluisce nel lago presso Capolago. A Bizzozero nasce il torrente Selvagna, che confluisce nell'Olona presso Castiglione Olona. In località Torre San Quirico, quasi al confine con Gazzada Schianno, nasce il torrente Arno o Arnetta, uno dei principali corsi d'acqua del Basso Varesotto e dell'Altomilanese. Da sottolineare che Varese è chiamata "La terra dei laghi" perché essa con la sua provincia è bagnata da ben 7 laghi (lago di Varese, lago Maggiore, lago di Comabbio, Lago di Monate, Lago di Lugano, Lago di Ghirla, Lago di Ganna) da sottolineare inoltre la presenza di altri piccoli laghetti (lago di Biandronno e Lago Delio). Inoltre nelle vicinanze possiamo trovare anche il Lago di Como.

    Cultura e monumenti


    A Varese, dal 1998, ha sede una delle due sedi dell'Università degli studi dell'Insubria, insieme alla città di Como.

    Dal 1960, è sede dell'unica sede italiana della Scuola Europea creata per i figli dei funzionari europei del Centro Comune di Ricerca.

    La città offre molti spunti interessanti per chi la visita; la sua posizione (tra monti e laghi) nelle Prealpi lombarde ha fatto sì che molti l'abbiano scelta come stazione di villeggiatura: tra questi, la celebre famiglia degli Este, che ha lasciato in eredità al comune il Palazzo Estense, ora sede del municipio, con i suoi incantevoli giardini, che si dice siano stati realizzati sull'idea di quelli austriaci di Schönbrunn.

    VARESE_Ville_Ponti(b)
    foto:visual-italy.it

    Spostandosi poco lontano dal centro si possono ammirare le due Ville Ponti, ora utilizzate come sede di mostre e congressi. Salendo verso il quartiere di Sant'Ambrogio un'altra villa, la Villa Toeplitz, che ospita da alcuni anni le aule del corso di Laurea in Scienze della Comunicazione dell'Università.


    castello-di-Masnago
    foto:varesereport.it
    castello di Masnago


    280-img
    foto:lagomaggiore.net
    Villa Recalcati


    Ridiscendendo, si incontra il Castello di Masnago. Spostandosi dal centro in direzione di Casbeno, poco oltre la Questura della città, si può ammirare la Villa Recalcati, da diversi anni sede della Provincia, anch'essa ornata da giardini. Poco più indietro, nel quartiere della Brunella, è da poco aperto al pubblico il parco della ottocentesca Villa Mylius. Attende un restauro il cosiddetto "Castello di Belforte" una vecchia fortificazione in cui si fermò a dormire Federico Barbarossa durante la guerra con la lega dei comuni lombardi. A Biumo Inferiore si può ammirare il palazzo Litta Modigliani eretto da Simone Cantoni.


    villa-toeplitz-varese
    foto:santambrogiolona.it

    Villa Toeplitz

    177089_2951812_gx212962_12288066_medium


    Villa_Panza_Veduta_b


    Inoltre si trovano alcuni dei più importanti beni del FAI (Fondo per l'Ambiente Italiano) tra cui Villa Menafoglio Litta Panza, meglio nota come Villa Panza, la Torre di Velate, torre medioevale facente parte della linea di osservazione del "limes prealpino", visitabile su prenotazione e la adiacente chiesetta di San Cassiano, sempre medioevale, con rilievi romanici. In occasione della Giornata FAI di primavera numerosi altri luoghi di interesse artistico e culturale, solitamente chiusi, vengono aperti al pubblico.



    sacro_monte_varese-1
    foto:varesenews.it

    Nel 2003 il Sacro Monte di Varese, assieme ai Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, è stato inserito dall'UNESCO nella Lista del Patrimonio Mondiale. Costruito su di un luogo di culto medioevale, poi sede di un convento di monache e di un Santuario dedicato alla Vergine Maria, il Sacro Monte venne edificato a partire dal 1605 dal padre Giovanni Aguggiari.



    Edited by tomiva57 - 16/7/2016, 17:19
     
    Top
    .
  7. gheagabry
     
    .

    User deleted


    DOLCi TIPICI

    è buonissima

    • Polenta e Bruscitti

    Dolce specialità della Pasticceria Campi di Busto Arsizio. Ricorda il piatto tipico bustocco: la polenta e bruscitti appunto

    In pratica è un pandispagna farcito di crema al cioccolato e panna e bagnato con strega con sopra una crema gialla particolare, che risulta molto gommosa che dovrebbe ricordare una polenta, ed intorno delle nocciole tritate intrisi nel miele che dovrebbero ricordare la carne macinata, i bruscitti.


    • Le Copete


    altro dolce tipico di busto..



    Le Copete si presentano come due ostie dal diametro di 10 cm circa, ripiene di noci e/o nocciole e/o mandorle tostate e caramellate nel miele o nello zucchero.

    Lo spessore finale del pasticcino è di circa 1 cm.

    Le Coppette di S. Antonio sono, invece, dei pasticcini formati da due cialde (tipo wafer) di 8 cm di lato circa, ripiene di noci caramellate nel miele



    "Biografia

    Anna Maria Mazzini, in arte Mina, è nata a Busto Arsizio il 25 Marzo 1940; il padre, Giacomo, è un industriale chimico, e la famiglia è completata dalla madre Regina e dal fratello minore Alfredo. Nel 1943 si trasferiscono a Cremona, e qui Anna Maria studia ragioneria, che però abbandona al quarto anno, perchè nel frattempo ha iniziato a dedicarsi alla musica, soprattutto ai dischi di rock'n'roll che in Italia arrivano dagli U.S.A. proprio in quegli anni, ed ha formato anche un complesso, gli "Happy Boys".
     
    Top
    .
  8. tomiva57
     
    .

    User deleted


    4215354421_2a0e4bda87
    foto:fondoambiente.it



    Villa Fogazzaro diventa un museo
    così rivive il Piccolo mondo antico


    Il Fai aprirà al pubblico la casa dello scrittore dell'800 sulla sponda italiana del lago di Lugano. Tutto è rimasto intatto, compresi gli ambienti dove nacque la celebre opera



    di CARLO BRAMBILLA



    ORIA IN VALSOLDA (Como) - È come tuffarsi all'improvviso nel cuore di una pagina di "Piccolo mondo antico", il capolavoro di Antonio Fogazzaro. Tutto è rimasto identico, come allora, come a metà dell'Ottocento, quando l'autore ha ambientato qui, nella sua villa, in queste stanze, davanti a questi camini, di fronte a questo specchio d'acqua verde, sulla sponda italiana del lago di Lugano, tra le montagne della Valsolda, il suo romanzo più famoso. C'è il giardino con le stesse piante, conservate in modo maniacale. I cipressi, il glicine, l'olea fragrans, la vite del Canadà. C'è l'orto di Franco. Il vecchio viottolo che costeggia il lago. La terrazza. Lo sciabordio delle acque. La darsena dove nel romanzo perse la vita, annegata, la piccola Maria, la "Ombretta sdegnosa del Missisipì". I saloni, i salottini, lo studio, le camere da letto, la cucina, come se i padroni di casa fossero ancora presenti, solo usciti un attimo a fare due passi.

    La proprietà di questo luogo straordinario, nel quale venne in parte ambientato nel '41 il celebre film di Mario Soldati, è stata lasciata in eredità al Fai, il Fondo per l'ambiente italiano, dal marchese Giuseppe Roi, scomparso lo scorso anno, pronipote di Antonio Fogazzaro (suo nonno sposò la figlia del grande scrittore). Nei prossimi giorni verrà presentata ai soci del Fai, su appuntamento. Poi cominceranno i lavori per renderla agibile al pubblico. "Giuseppe Roi, detto "Boso", era un vero mecenate, che ha dedicato la vita alla tutela del patrimonio e del paesaggio - racconta Marco Magnifico, vicepresidente del Fai, che ci accompagna in anteprima a visitare la villa - Vicentino, come Fogazzaro, è stato per anni presidente dell'Ente Ville Venete, che ha avuto un ruolo fondamentale nella difesa di numerosi palazzi storici. Da una decina di anni aveva annunciato che avrebbe lasciato al Fai la villa appartenuta al suo bisnonno. Una promessa confermata dall'apertura del suo testamento, nei mesi scorsi".

    Nel romanzo di Fogazzaro è il paesaggio a essere uno dei protagonisti principali. Oria è la piccola frazione di Valsolda dove si trova la nuova proprietà del Fai, il lago stretto tra le montagne aspre, ripide, boscosissime, i diversi paesini che si affacciano, a mezza costa, in un angolo dimenticato d'Italia, in provincia di Como, al confine con la Svizzera. Chi vorrà ripercorrere quei sentieri avrà la sorpresa di ritrovarsi facilmente nelle descrizioni precise di Fogazzaro. Negli identici luoghi in cui si muovono i suoi personaggi, a San Mamete, Cressogno, Loggio.

    Ma è all'interno della villa che la corrispondenza tra "Piccolo mondo antico" e gli spazi visitabili è totale. La casa abitata dai protagonisti, Franco Maironi e Luisa Rigey e dalla loro figlioletta Maria, di tre anni e mezzo, è descritta nel romanzo nei minimi particolari, proprio come la vediamo oggi: "... Sopra l'arco della darsena una galleria sottile lega il giardinetto pensile di ponente alla terrazza di levante e guarda il lago per tre finestre. La chiamavano loggia, forse perché lo era stato in antico. Dietro alla loggia vi ha una sala spaziosa e dietro alla sala due stanze: a ponente il salottino da pranzo tappezzato di piccoli uomini illustri di carta, ciascuno sotto il proprio vetro e dentro la propria cornice. Dai cassettoni rococò delle camere da letto alla madia della cucina, dal nero pendolo del salottino da pranzo al canapè della loggia con la sua stoffa marrone cosparsa di cavalieri turchi gialli e rossi, dalle seggiole impagliate a certi seggioloni dai braccioli spropositatamente alti...".
    Il salone principale, battezzato "Siberia" dalla famiglia perché il più freddo, proprio sopra la darsena, è pieno, come tutta la casa, di oggetti ottocenteschi, soprammobili, uccelli impagliati, stampe e fotografie d'epoca. Particolarmente affascinante lo studio dello scrittore, dove sono conservati i suoi libri. E la sua scrivania da lavoro, con all'interno dei cassetti, sul legno, decine di piccoli brevi scritti originali dell'autore, come le invocazioni al figlio scomparso in giovane età. O un appunto autografo come questo: "11 agosto 1895, finito nel pianto "Piccolo mondo antico"".

    Sulla porta della camera da letto di Fogazzaro, al secondo piano, il custode Giorgio Mellone, appassionato conoscitore di questi ambienti, mostra il punto in cui il poeta Giacomo Zanella, amico intimo dello scrittore, ha lasciato come ringraziamento una scritta a matita, nel 1865, che ancora oggi si legge chiaramente: "Tra tanto variar d'ombre e di luce, che sui monti e sul lago il sole induce, una cosa non muta il lieto volto, onde sempre qui vien l'ospite accolto". Versi che un altro amico dello scrittore, il maestro Gaetano Coronaro, sempre sulla medesima porta, a matita, ha messo in musica, disegnando le note e il pentagramma.

    Molti i pezzi di arredamento di grande valore. In particolare le ceramiche e i servizi di piatti del Settecento, firmati dalla Manifattura Cozzi. Tappeti, mobili e un piccolo quadro di Fattori con un soldato a cavallo. Spiega Magnifico: "Giuseppe Roi ha voluto trasformare negli anni questa villa in una sorta di mausoleo, nel senso positivo del termine, di Antonio Fogazzaro. Aggiungendo numerosi oggetti appartenuti allo scrittore, ma conservati in altre dimore di sua proprietà, come quella di Vicenza. Nella sua pulsione di grande collezionista ha accumulato però anche numerosi altri pezzi della medesima epoca. Quello che ne risulta è un luogo straordinario. Quell'Italia che, avendola persa, oggi andiamo a cercare con più passione. In un luogo un po' dimenticato, come lo stesso Fogazzaro è oggi. In un paesaggio nascosto, quasi un eremo, che proprio per questo è affascinante poter riscoprire".

    Edited by tomiva57 - 16/7/2016, 17:20
     
    Top
    .
  9. tomiva57
     
    .

    User deleted


    in Valsolda

    Per gli amanti della natura - Riserva Demaniale

    Per il suo patrimonio naturalistico la Riserva Demaniale è stata inserita tra i siti della Comunità Europea. E' divisa in due zone: la prima, meno estesa, denominata "Riserva Naturale Orientata", ha meno vincoli ambientali allo scopo di consentirne una maggiore fruizione turistica; la seconda, denominata "Riserva Naturale Integrale", ha vincoli di fruizione molto ristretti: sono infatti consentiti solo due percorsi lungo sentieri adeguatamente segnalati, allo scopo di proteggere flora e fauna.

    Per gli amanti del turismo culturale
    Castello - Museo "Casa Pagani "

    Il Museo "Casa Pagani" ha sede a Castello nella casa del pittore Paolo Pagani, vissuto nel XVII secolo, ed è situata all'interno del pittoresco abitato, affacciata su uno degli stretti vicoli che percorrono lo scenografico borgo sorto in epoca medievale sulle fondazioni dell'antica rocca. Il Museo raccoglie tele e disegni del Pagani e vuole essere punto di riferimento degli artisti valsoldesi attivi tra i secoli XVI e XIX e operanti soprattutto al di fuori del proprio territorio.

    Oria - Villa Fogazzaro

    image

    La notorietà della Valsolda è dovuta principalmente ad Antonio Fogazzaro (1842-1911). Le suggestioni ambientali avocate in alcuni dei suoi romanzi più famosi si percepiscono ancora oggi nei paesaggi e nei luoghi che si offrono al visitatore di Valsolda. In tutta la valle infatti, nonostante i cambiamenti intervenuti, si riconoscono ancora i luoghi così mirabilmente descritti dallo scrittore. A Oria la casa del Fogazzaro, oggi tra le proprietà del FAI, si affaccia sul lago con il suo giardino in spettacolare posizione.




    Da segnalare a Grandola ed Uniti e Val Sanagra

    Pe gli amanti della cultura e delle tradizioni - Museo Etnografico Naturalistico della Val Sanagra
    Villa Camozzi


    Il Museo Etnografico Naturalistico della Val Sanagra ubicato nella settecentesca Villa Camozzi, oggi sede del Municipio del Comune di Grandola ed Uniti, custodisce la “memoria storica naturale” delle passate civiltà che hanno popolato il territorio della Val Sanagra. I temi rappresentati nelle sue sale riguardano la fauna, la flora, la paleontologia, l’etnografia e un settore specialistico dedicato all’illustrazione della Val Sanagra comprendendo l’orografia, la sentieristica e l’ecologia


    Da segnalare in Tremezzina
    Per gli amanti della natura - Greenway


    La greenway del lago si snoda per oltre 10 km attraverso i comuni di Colonno, Sala Comacina, Ossuccio, Lenno, Mezzegra, Tremezzo e Griante, in parte appena sopra gli abitati e in parte lungolago. Lungo la greenway si possono così scoprire le diverse anime di questo territorio: i borghi storici, gli scorci rurali, i paesaggi di lago, gli edifici e i giardini di pregio.Non si tratta di un percorso isolato, ma di un tracciato che segue e si sviluppa sulla rete di collegamenti esistente. Per questo è possibile sia percorrerla interamente, in circa 3 ore e mezza, sia immettersi sul tracciato in diversi punti di incrocio con la rete stradale e con i servizi pubblici (autobus e battelli della navigazione, che possono essere utilizzati anche per il ritorno).

    Tremezzo - Villa Carlotta

    Villa Carlotta è un luogo di rara bellezza, dove capolavori della natura e dell'ingegno umano convivono in perfetta armonia in oltre 70.000 mq visitabili tra giardini e strutture museali. La splendida dimora venne commissionata alla fine del 1600 dal marchese Giorgio Clerici: un edificio imponente, ma sobrio, circondato da un giardino all'italiana con statue, scalee e fontane venne così edificato in una conca naturale tra lago e montagne, di fronte ad uno scenario mozzafiato sulle dolomitiche Grigne e la penisola di Bellagio. Ma fu con Gian Battista Sommariva, il successivo proprietario, che la villa toccò il sommo dello splendore, arricchendosi di opere d'arte e divenendo importante tappa nei percorsi del Grand Tour: egli volle che la villa venisse impreziosita con opere di Canova, Thorvaldsen e Hayez. Favorito dalla fertilità del terreno dovuta al deposito da parte di antichi ghiacciai di un sedimento particolarmente acido, il parco di villa Carlotta è celeberrimo per la stupefacente fioritura primaverile dei rododendri e delle azalee in oltre 150 varietà.

    Lenno - Villa del Balbianello

    Edificata per volontà del cardinale Angelo Maria Durini alla fine del XVIII secolo, la Villa sorge sull'estremità di un promontorio a picco sul lago di Como, quasi di fronte a Bellagio. Oggi si presenta nella veste conferitagli dall'ultimo proprietario, l'esploratore Guido Monzino, con una ricca collezione d'arte cinese, africana e precolombiana, preziosi mobili del Settecento inglese e francese e il piccolo museo che raccoglie documenti e cimeli sulle sue spedizioni. Ma il vero capolavoro è il panoramico giardino a terrazze, dominato dall'elegante loggia a tre arcate che svetta sul punto più alto del promontorio. Oggi la Villa fa parte del patrimonio gestito dal FAI.


    Per gli amanti del benessere - La Dolce Acqua
    www.ladolceacqua.it



    In uno scenario fantastico, 3 piani di benessere in cui trovare relax, salute e bellezza. Al livello zero un lounge, un vitamin bar e l'area docce solari. Al livello uno la SPA vera e propria con un percorso e diversi trattamenti, dai più tradizionali a quelli più innovativi: biosauna e calidarium, piogge tropicali e docce emozionali, cascate di ghiaccio e docce scozzesi. Al livello due, la beauty area con le vasche idromassaggio, trattamenti di bellezza e un solarium open space con vista sul lago.
     
    Top
    .
  10. tomiva57
     
    .

    User deleted


    Verbania

    image
    Giardini di Villa Taranto

    I giardini di Villa Taranto, situati a Verbania, tra Intra e Pallanza, sono conosciuti in tutto il mondo per la loro bellezza e per la ricchezza di specie floreali che ospitano. Risultato della laboriosa elaborazione intrapresa dal Capitano Mc Eacharn nel 1931, questi giardini dalle mille sfumature cromatiche e dai mille inebrianti profumi regalano da marzo a novembre meravigliose scenografie floreali ai visitatori.

    image

    Lo stile è fondamentalmente inglese, anche se non mancano ispirazioni italiane come statue, fontane, specchi d'acqua, terrazzi, cascate ovvero tutti quegli ornamenti che contribuiscono a donare un ulteriore alone magico a questo autentico Eden terrestre, una sorta di tempio sacro della natura.

    Rappresenta uno dei giardini botanici più importanti del mondo con migliaia di specie di piante e fiori provenienti da ogni luogo ed armoniosamente distribuite sopra un'area di circa 16 ettari, attraversata da 7 km di viali. Impossibile, anche solo sommariamente, rendere l'idea della ricchezza di colori, profumi ed emozioni: eucalipti, azalee, rododendri, magnolie, michelie, aceri, camelie, dalie, tulipani, fiori di loto, eriche, astri nani, ortensie, numerose piante tropicali (tra cui la Victoria cruziana), esemplari rari come la Dicksonia antartica e la Davidia involucrata).

    image

    Le fioriture si susseguono dalla primavera all'autunno, arco temporale in cui vengono organizzati anche appositi appuntamenti per omaggiare questi piccoli ma intensi prodigi della natura come la settimana del tulipano tra aprile e maggio, la fioritura delle dalie da luglio a ottobre o la manifestazione Editoria e Giardini nel mese di settembre.

    La creazione di questo magnifico posto fu opera del capitano scozzese Neil Mac Eacharn, che acquistò la villa nel 1931 con la precisa ambizione di creare un giardino da sogno sulle sponde dell'amato Lago Maggiore. Il nome assegnatogli rende omaggio ad un antenato di famiglia fatto duca di Taranto da Napoleone Bonaparte. Nel 1939 il capitano Mac Eacharn, non avendo eredi diretti, decise di donare l'intera proprieta allo Stato italiano, ottenendo in cambio il permesso di essere sepolto nel mausoleo collocato al centro del parco.

    image

    L'ingresso alla visita dei giardini è a pagamento.

    Periodo di apertura: da marzo a novembre.




     
    Top
    .
  11. gheagabry
     
    .

    User deleted



    ...io son la poesia e ti voglio trasportare
    sull’onda del mio lago, dove il poeta sogna
    dove il poeta scrive.



    IL LAGO MAGGIORE





    Il Lago Maggiore, uno dei più grandi della nostra penisola, si sviluppa sudi una superficie di 212 chilometri quadrati, lungo circa 65 Km. con una larghezza che va da 1 a 4 Km.,situato a 194 metri di altezza rispetto al livello del mare, ha una profondità massima di 380 mt. in fronte al paese di Cannero nell'alto Lago Maggiore verso la Svizzera.
    Le sue rive percorrono una lunghezza totale di 150 Km. e più, partendo dal Canton Ticino in Svizzera ed arrivando fino a Sesto Calende (Va), bagnando con le sue acque due regioni: il Piemonte e la Lombardia, e tre province: Novara, Varese, Verbano Cusio Ossola.
    Incastonato nelle Prealpi , vicino alla Valle Ossola, il Lago Maggiore, di chiara origine glaciale, ha come cornice dalle morbide colline nella parte bassa del Novarese, a vette molto alte alcune perennemente innevate, nella zona alta del Verbano.
    Queste caratteristiche fanno si, che nelle zone rivierasche, il clima sia temperato, più mite in inverno in confronto alle zone più interne, e rinfrescato dalle brezze estive che lo sospingono quotidianamente cambiandone il colore del suo specchio. Sempre in relazione al suo clima mite, nella zona costiera ha fatto si che si potessero ambientare molti tipi di fiori e piante, che solitamente dimorano in zone sub tropicali.



    L'Isola Bella è situata nel Golfo Borromeo di Stresa , perla del Lago Maggiore sita a poche centinaia di metri dalla riva... con il suo grande Palazzo del XVII secolo ricco di storia e di manufatti pregiati ed antichi, è da considerarsi uno dei luoghi più belli ed affascinanti di tutto il Lago Maggiore.
    Oltre alle magnifiche sale che si trovano all’interno del Palazzo Borromeo, L’Isola Bella ha anche uno splendido giardino a terrazze tipicamente Italiano.
    Le altre isole presenti nel golfo di Stresa sono L'Isola Madre e l'Isola Pescatori

    L'Isola Madre....Solitaria e rigogliosa è ricoperta per la maggior parte della sua superficie da un giardino botanico di notevole interesse, è l’isola più grande del Golfo Borromeo, antica e tranquilla residenza della famiglia Borromeo oltre a essere molto verde e ombreggiante è dotata di viali che la percorrono lungo le sue rive.
    All’interno del Palazzo del XVI secolo oltre a libri antichi e porcellane vi è anche una rara
    collezione di marionette antiche.

    Di fronte all’insenature di Angera c’è la piccola Isola Partegora, circondata da canneti e ninfee dalla parte della terraferma. A pochi metri dalla riva a Cannero, si trovano le omonime isole :dei Castelli di Cannero, un tempo rifugio molto fortificato dei pirati Mazzarditi dove si possono ammirare i resti della Rocca detta Vitaliana.
    Nella parte più settentrionale del lago, vi sono le isole di Brissago, dalle dimensioni ridotte e chiamate anche Formiche ; la maggiore detta Isola Grande o di San Pancrazio e la minore detta l’Isolino, sono fitte di vegetazione e vantano anche un giardino botanico.
    Di fronte a Pallanza, in direzione Intra, troviamo l’isolotto di San Giovanni detto anche Isola Toscanini dato che il grande direttore di orchestra vi passava buona parte dei suoi giorni liberi, dai molteplici impegni internazionali.





    .....il colosso di San Carlo Borromeo.....



    La statua di San Carlo è da considerarsi una delle più grandi e particolari del mondo, sia per sue maestose dimensioni e sia per la tecnica d’esecuzione....è situata sulle pendici di Arona (No) e precisamente sul sacro Monte di San Carlo....impossibile non vederlo con i suoi 35 metri di altezza totale, date le Sue dimensioni è visibile anche dal Lago.
    La statua di San Carlo Borromeo fu costruita in Sua memoria nella seconda metà del 1600, i lavori terminarono precisamente nel 1698 per opera di due scultori di Pavia e Lugano su disegno di Giovanni Battista Crespi, completamente realizzato in lastre di rame ormai patinate dai secoli trascorsi, tutte sbalzate a martello e congiunte con grossi chiodi di ferro....All’interno una scala porta sino alla testa.





    ......l'Eremo di Santa Caterina......



    L’eremo di Santa Caterina, è un luogo sospeso tra spazio e tempo, una sfida alla natura. A Sasso Bàllaro la civiltà monastica ha fatto nicchia nella più mirabile conformazione rupestre di tutto il Lago Maggiore....costituisce uno dei capitoli più importanti e significativi della storia dei territori circostanti.A strapiombo sul lago, è uno spettacolo a sbalzo, come un fiordo marino, spesso infuocato da un sole quasi mediterraneo. Questo luogo racconta la storia del naufragio di Alberto Besozzi, di Arolo, travolto con la sua barca dal vento furioso di “mergozzo”; il quale, salvatosi per miracolo, dopo aver invocato Santa Caterina, si fece per voto eremita, dedicando da allora in poi la sua vita alla preghiera. Al suo seguito si radunarono spontaneamente altri eremiti che si raccolsero nella domus e Saxobalaro.
    L’eremo, verso la fine del XIV secolo (1379) si aggregò all’ordine degli eremitani di Sant’Ambrogio ad Nemus di Milano; accostato alla chiesa di San Nicolao, che risale agli inizi del XIV secolo, può essere a pieno titolo definito una delle nicchie di fede più singolari di tutta Europa, tappa obbligata per chi volesse scoprire tesori nascosti e itinerari del culto.



    “ quand, par hasard, on a un coeur et une chemise,
    il faut vendre sa chemise pour voir les environs du Lac Majeur…..»
    Stendhal( lettera a Pauline.1811)




    .......nella storia......



    In antichità, dopo il ritiro dei ghiacciai, un'ampia foresta di conifere ricopriva l'intero territorio. Col passare del tempo e il progressivo aumento delle temperature, al suo posto si svilupparono boschi di latifoglie, soprattutto faggi, carpini, cornioli, querce, almi tigli, aceri, pioppi e ontani. Ad un altitudine fra i 300 e i 1000 m. si venne a incontrare sempre più frequentemente il castagno. Oggi, grazie alla mitezza del clima, accanto alla vegetazione di tipo prealpino si sono potuti introdurre rari esemplari esotici e tropicali che popolano in gran numero i meravigliosi giardini sviluppatisi in riva al lago e hanno permesso il sorgere di famosi parchi botanici
    (VILLA TARANTO, PARCO BOTANICO DEL CANTON TICINO, PARCO DELL'ISOLA MADRE…)
    Varie popolazioni si sono succedute nel corso dei secoli lungo le coste del Lago Maggiore. Anticamente chiamato Verbano, in seguito al ritiro dei ghiacciai fu abitato prevalentemente da cacciatori: è al Calcolitico che risalgono i primi villaggi Lacustri. Seguirono i Liguri che lasciarono ben presto il posto ai Galli invasori. Della presenza Romana si hanno poi varie testimonianze in numerose località della zona. E' a quest'epoca che risalgono le prime strade di collegamento. Le invasioni barbariche distrussero l'unità dell'impero Romano e sprofondarono nel caos le popolazioni abbandonandole a se stesse. Seguì l'epoca medievale che modificò velocemente la fisionomia dei villaggi e con l'ordinamento feudale, portò alla nascita di torri e castelli; ancora oggi molti paesi conservano la caratteristica struttura del borgo medievale. La storia del Lago Maggiore procede poi pari passo alle innumerevoli lotte interne tra i Della Torre e i Visconti che si contendevano Milano e i territori circostanti. Apparve sulle rive dal Lago la famiglia Borromeo (con la Vittoria dei Visconti), che estese il proprio dominio a gran parte del bacino, anche durate il dominio spagnolo (1535-1706). In seguito ai trattati di Ultrecht e Rastadt (1713/1714)il territorio passò agli Asburgo. Il 1803 è l'anno in cui il Nord del Lago Maggiore entrò a fare parte della confederazione ELVETICA. Mentre la sponda Piemontese si trovava allora sotto il dominio dal Re di Sardegna mentre quella Lombarda era sotto quello degli Austriaci sino al 1859.





    Vento sul lago: l'immagine della verità profonda.
    - I ching -


    ....... il "vecchio" lago racconta ........



    Quante cose narrerebbe se il lago potesse parlare ,vi racconterebbe che intorno agli anni 1950 a Pallanza arrivava una tappa del Giro d’Italia e che sempre a Pallanza il Maestro Toscanini trascorreva giorni sereni sulla sua isoletta ,c’erano gare di canottaggio e di motonautica , anche a Stresa sì anche a Stresa, motonautica e Miss Italia ma non solo ,anche presentazioni di lussuose fuoriserie e si iniziava a parlare di costruire il Palazzo dei Congressi...All’Isola dei Pescatori o più propriamente Isola Superiore , i pescatori con i loro Borchielli ed i Treassi pescavano agoni e coregoni che poi appesi ad essiccare sulla coda dell’isola diventavano i “misurtit”, prelibata leccornia da abbinare alla polenta nei mesi invernali; sempre sulla coda dell’isola Superiore veniva accatastata la legna portata giù dalle valli con la “buzza” e raccolta pazientemente nel lago per poi essere messa ad asciugare.
    Alla Sacca il cantiere Vidoli costruiva splendide lancie a remi in legno,vere opere d’arte da Maestri d’Ascia, ormai lavoro quasi introvabile e sul lago rimangono pochi cantieri che si dedicano alla costruzione e restauro di barche in legno, non solo ma Vidoli e Taroni si contendevano la palma dei migliori costruttori di barche per i motoscafisti che portavano i turisti a visitare le Isole Borromee e il Conte Casalini, presidente della F.I.M. Federazione Internazionale Motonautica vinceva titoli continentali a ripetizione.
    Sempre a Stresa le serate mondane estive si trascorrevano tra la Verbanella e il Gigi Bar ,punto di incontro dei Vip, mentre il Bialetti di Omega (l’omino coi baffi) caffettiere per intenderci, sfrecciava con le sue famose auto inglesi, Rools Royce “Silver-Fox.

    Anche il lago a volte ha voglia di “gossip” e per fare ciò si mise a parlarmi della “perla del Lago Maggiore”, Stresa la bella, Stresa la Regina dell’immediato dopoguerra.
    Il derby calcistico era Stresa – Baveno che regolarmente finiva a botte e mentre i 22 in campo correvano imprecando e martellandosi stinchi e caviglie, sulle tribune il “Magnani” gridava: “mondelle, mondelle…per le donne bionde e belle”; gli spettatori non si facevano pregare e sgranocchiavano caldarroste fra un fischio e un applauso. A campionato ultimato, sullo stesso campo di calcio si svolgeva il Concorso Ippico Internazionale, mentre i pallanuotisti iniziavano la loro stagione nei campi delimitati da piccole boe ,sulle rive del lago.
    Ma quello che il “Maggiore” non riesce proprio a dimenticare è il famoso concorso di Miss Italia che rese famose 3 splendide fanciulle che ancora adesso ricordiamo come valide rappresentanti della cinematografia italiana nel mondo. La coppa della vittoria, se la aggiudicò una commessa milanese di nome Lucia Bosè che, udite, udite, come damigelle d’onore aveva Gina Lollobrigida e Gianna Maria Canale; tre donne dal fascino indiscutibile e dalla bellezza naturale.




    ......la voce del lago....



    "Ebbene sì, vi sembrerà strano ma il Lago, il Lago Maggiore, ha la sua inconfondibile voce che in base alle condizioni atmosferiche, alle stagioni o ai venti, cambia di intensità ma rimane musica e dolcezza.
    Provate, provate a chiudere gli occhi ed ascoltare assorti nella melodia delle campane civettuole o grevi, provate anche ad ascoltare il garrito dei gabbiani o l’insistente battere di ali di un cigno in procinto di levarsi in volo, oppure, meno poeticamente l’abitudinario rumore dei battelli o il cigolio delle passerelle allorché vengono spostate dai pontili alla motonave. E da sempre, la sezione ritmica è l’eterno infrangersi delle onde sulle rive; il lago è vivo e…ha la sua voce, a volte suadente oppure rumoreggiante ma sempre con tanto “colore” come deve essere un brano musicale del quale non possiamo farne a meno.
    Sì, io ho provato a sedermi sulle rive di altri laghi ed ascoltare ma vi assicuro che la melodia del Maggiore è assolutamente particolare e manca, eccome, bastano pochi giorni senza ascoltarla e la nostalgia vi prende dentro, ed è come se alla mente mancasse la memoria del bello e al cuore la serenità che invita alla voglia di amare.
    La voce del lago è il cibo per l’anima, troppe volte corriamo inutilmente incontro al nulla o diamo importanza a cose effimere, quando a noi, gente del lago, il Maggiore ha insegnato ad essere e non ad apparire."
    Emanuele Bolla




    ......racconti.....



    Gennaio....nei paesini limitrofi alle sue sponde la temperatura esterna è di circa 0 gradi, tutto sommato mite considerando che addentrandosi un pochino, verso il suo interno, le temperature scendono in modo repentino.
    Presto, al mattino, con discrezione, dal fiume Ticino sale quello che noi chiamiamo il “biscione”,una striscia di nebbia che raggiunge il golfo di Aronarendendo l’atmosfera quasi irreale, guardando il Castello dalla sponda piemontese, posto sulla sommità della Rocca di Angera, si ha l’impressione che esso compaia quasi per incanto, che sia sospeso nel nulla e che le strane nuvole che lo avvolgono, siano antichi guerrieri medievali in procinto di partire per una crociata.
    Il Lago è immobile, sembra ancora dormire, solo qualche Cigno o Germano Reale sfida le basse temperature dell’acqua e qualche Gabbiano il suo cielo, da li a qualche minuto ecco, in lontananza, arrivare il primo battello, scivola sull’acqua lentamente e silenziosamente, rispettando la quiete.
    Intanto la nebbia si sta alzando, ora si riesce distinguere completamente e in modo nitido la Rocca con il suo Castello e a poco a poco tutte le sue sponde , il mio occhio riesce a raggiungere le catene innevate che si trovano a nord, là, nella vicina Svizzera....La luce si fa più intensa, i colori sono molti, tenui e sfumati, si odono i primi rumori, il paese si sta svegliando, un'altra giornata sta per cominciare.




    Di colpo il sole viene meno, la luce cambia, assume un colore più ambrato , a nord, il lago inizia a muoversi, si increspa lentamente ma in modo costante ed in crescendo, la leggera increspatura iniziale piano piano diventa un susseguirsi di onde spumeggianti e, sempre lentamente, sale inesorabile verso di me.
    Adesso è tutto increspato, si sentono i primi tuoni lontani , le barche improvvisamente sembrano impazzite, tutte a piena velocità verso i propri ricoveri, solo qualche vela non sa rinunciare.
    In un attimo tuoni e lampi sono più decisi, inizia a gocciolare , gocce grosse e rade, anche i rumori sono cambiati, si sente l'agitarsi delle foglie mosse dal vento e le onde del lago che si infrangono sulla riva...Ora piove a dirotto e di stravento, lampi e saette non mi permettono di vedere nulla, fino a che, improvvisamente,la pace ritorna, la pioggia cessa , il vento cala, i rumori si fanno più lenti e all’orizzonte, compare l’arcobaleno.





    .
     
    Top
    .
  12. gheagabry
     
    .

    User deleted



    "E fu così ch'io nutrii nel cuore la passion del lago,esercitata di giornata in giornata
    e d'uso in uso. Questo ramo del Lario a poco a poco fu mio, ed io fui suo, come sedotto dalle lente malie d'una corrente dolcissima."
    (Giovanni Bertacchi)



    IL LAGO DI COMO





    Il Lario, più comunemente lago di Como è un lago lombardo naturale di origine glaciale, ricadente nei territori di comuni appartenenti alle province di Como e Lecco...È il terzo lago italiano come superficie con 145 km² e il primo per sviluppo perimetrale con 170 km. È il quinto bacino più profondo d'Europa con i suoi 410 metri dopo 4 laghi norvegesi. Bifido fiordo interamente scavato nella cerchia delle prealpi lombarde, con una caratteristica forma a "Y" rovesciata o, come recita un diffuso detto locale, a forma di uomo:
    « Il lago di Como ha la forma di un uomo, una gamba a Lecco e quell'altra a Como,
    il naso a Domaso ed il sedere a Bellagio. »





    Te, Lario grandissimo.
    Te, Larii maxime.
    (Publio Virgilio Marone)



    .....la storia........



    Fu intorno al Mille a.C. che la regione lariana e, in particolare il comasco, divenne importante centro di irradiazione culturale: le migrazioni di popolazioni celtiche d'Oltralpe e l'ibridarsi di queste con le preesistenti genti preindoeuropee, probabilmente liguri, diedero vita alla civilta di Golasecca, così chiamata dai siti archeologici trail lago Maggiore e il Ticino, ma diffusa in tutta l'area pedemontana del Canton Ticino e dei laghi lombardi prealpini....II ritrovamento di una dracma d'argento coniata a Populonia - unico reperto transpadano - dimostra la presenza di relazioni commerciali con il mondo etrusco. La spada di Prato Pagano, di bellissima fattura e con il motivo della «barca solare» inciso sulla guardia dell'impugnatura, rimanda a una tipologia di arma diffusa a nord delle Alpi, dal Vorarlberg alla Westfalia.
    Una seconda ondata migratoria, intorno al v secolo a.C., sovrappose alle culture locali il vigore guerresco delle tribù galliche degli insubri, che di lì a poco avrebbero incrociato le armi con l'espansione romana nella pianura padana....Da sempre il Lario è stato protagonista nella storia e nello sviluppo: i romani, cui si deve la fondazione di Como nel I secolo a.C., tenevano sul lago, in epoca imperiale, la loro quarta flotta, essendo il Lario, fin d'allora, strategico nei collegamenti con il nord. Il primo atto di supremazia militare delle legioni romane (nel 196 a.C. il console Claudio Marcello sconfigge gli insubri e gli alleati comenses) non coincise propriamente con l'inizio del processo di latinizzazione del territorio, avviato oltre un secolo più tardi quando l'area subalpina diventò strategico retroterra delle imprese galliche di Cesare [...]Tra '300 e '400 la continuità signorile viscontea e poi sforzesca — interrotta da episodiche parentesi quali il ritorno dei Rusca nei primi decenni del XV secolo e i brevi anni, 1447-50, della repubblica di Sant'Abbondio — assicurò all'area un'ulteriore crescita: ai lanifici si affiancarono le concerie, sfruttando la naturale ricchezza delle acque come forza motrice; continuò feconda la tradizione di carpenteria e lavorazione della pietra, rinvigorita dalle rinomate maestranze campionesi e intelvesi...Nel 1493 per le nozze dell'imperatore Massimiliano d'Asburgo con Bianca Maria Sforza, sorella del duca Gian Galeazzo II e nipote del reggente Ludovico il Moro, uno spettacolare corteo navale accompagnò gli sposi da Torno a Bellagio, durante il loro viaggio di ritorno Oltralpe. Sono gli ultimi fuochi del Feta rinascimentale: la serie di guerre innescate proprio da Ludovico it Moro trasformerà l'Italia e particolarmente la Lombardia, in un sanguinoso campo di battaglia.

    I più famosi figli di Como, conosciuta come Novum Comun, furono i due Plinio: il Vecchio, autore di una celebre Storia Naturale in 37 libri e suo nipote, il Giovane, poeta latino. Ville per le vacanze erano popolari a Como fin dal primo secolo d.C., non a caso Plinio il Giovane ne aveva ben due sul lago, una chiamata Commedia l'altra Tragedia. Nel 19° secolo Longfellow venne sul lago di Como per scrivere e lo stesso fece Tennyson. Il compositore Franz Liszt arrivò nel 1837 sul lago di Como e scrisse la sinfonia Dante; Bellini scrisse la Norma e il ballerino Taglioni visse a Blevio. Fino alla Seconda Guerra Mondiale il lago fu considerato un paradiso. Ma i tragici eventi del '45, culminati con la fucilazione a Dongo di Mussolini e di Claretta Petacci, gettarono un'ombra su questi paesaggi, che passò però rapidamente.





    "... se voi vedete passare nei vostri sogni la forma ideale di una donna, la cui bellezza di celeste origine non è un'insidia per i sensi ma una rivelazione per l'anima; se accanto a lei vi appare un giovane dal cuore leale e sincero, immaginate fra loro una commovente storia d'amore e incominciatela con queste parole: Sulle rive del lago di Como”."
    -Franz Listz-



    ......l'isola comancina......



    La vera importanza, religiosa e strategica di questo luogo, si manifesta al tempo della calata dei barbari ed inizia decisamente quando sono in corso conflitti fra Romani d´ oriente (i bizantini), che sotto Giustiniano avevano riconquistato l´ Italia, e Longobardi. Nel 569 i Longobardi passarono le Alpi occupano rapidamente l´ Italia settentrionale, dsottraendola al controllo dell´ impero bizantino. Non tutta però..... La parte più ricca di Como e dei paesi vicini si raccoglie con i suoi tesori sull'Isola, sotto la guida del generale Francione, e prosegue la resistenza e tiene ancora alta a lungo la bandiera dell´ Impero. In breve la piccola isola si copre di case, chiese e fortificazioni. In questi tempi viene chiamata Cristopolis (Città di Cristo) visto anche che un sacerdote britannico aveva portato sull´ isola il Sacro Calice, oggi noto come Santo Graal.
    Durante il Medio Evo l'isola e la terraferma circostante, note come Isola Comense o Cumana, assumono importanza economica e politica.L' Isola Comacina comincia ad apparire nella storia coma potenza individuale, indipendente, alleata o nemica di Como secondo momenti e circostanze.Nel 1100 il Comune di Isola Comacina risulta già costituito e va aumentando di ricchezza e di prosperità intrattenendo amichevoli rappporti con Milano.Su questo scenario si presenta perÒ il fantasma di una guerra fosca e leggendaria, quella tra Como e Milano, alla quale l' Isola partecipa come alleata della capitale lombarda. Nel 1118 inizia la guerra dei dieci anni fra che si conclude nel 1127 con la sconfitta di Como
    Como poi risorgerà con la protezione dell' imperatore Federico Barbarossa. Nel 1169 i guerrieri di Como,uniti a Barbarossa e con l'aiuto delle tre Pievi (Dongo, Gravedona, Sorico) invadono l' isola apportandovi stragi e distruzioni. Le fortificazioni vengono abbattute in modo da non essere più riedificate; le chiese (secondo lo storico Primo Tratti l' isola al momento della distruzione ne doveva possedere ben nove) sono rase al suolo tanne una Barbarossa in un decreto del 1175 vieta la ricostruzione di fortezza, chiese e case.
    E non bastando la distruzione totale, l'isola venne scomunicata dal vescovo di Como Vidulfo:
    "Non suoneranno più le campane, non si metterà pietra su pietra, nessuno vi farà mai più l'oste, pena la morte violenta". Da allora nessuno più torna ad abitare nell'Isola a causa della maledizione L'isola viene ceduta dal Vescovado alla famiglia Vacana. Nel 1914, gli eventi subiti dal Belgio durante l'inizio della seconda guerra mondiale inducono il proprietario Augusto Giuseppe Caprani, a lasciare l'isola in eredità di S.M. il Re del Belgio Alberto I, in segno di solidarietà. Nel maggio del 1920 il Re del Belgio dona l'Isola alla Stato Italiano per farne luogo di riposo per artisti belgi ed italiani e lo Stato Italiano a propria volta la destina all'Accademia di Brera. Le villette che ospitano artisti e letterati e che oggigiorno ne fanno uno dei poli più importanti ed interessanti della cultura lariana vennero completate solo più tardi per via della morte del re del belgio avvenuta scalando le ardenne.





    "....mi riempio letteralmente gli occhi osservando il piccolo golfo ricco di ulivi e immagino come possa essere questa zona durante la bella stagione. Prendiamo subito il sentiero che troviamo alla nostra sinistra, si chiama viale del poeta. E’ lungo due chilometri,quanto basta per condurci alla scoperta dell’isola e dei suoi tesori nascosti. I veri protagosti dell’isola sono i resti storici e archeologici, incredibilmente ricchi per un’isola così piccola. Durante il percorso i vari cartelli ci avvertono quando siamo in presenza di qualcuno di loro. Se non ci fossero i cartelli non sempre riusciremmo a distinguerli...L’isola è disabitata dal 1169, quando fu attaccata pesantemente dai comaschi per questioni di potere che non ho approfondito. Da allora è stata teatro di scavi archeologici e non è mai stata davvero ricostruita....Qualche abitazione c’è e risale agli anni ‘30 del secolo scorso, quando l’isola doveva diventare un resort per artisti e furono costruite tre case studio. Il progetto non si realizzò, ma le case sono rimaste e sono tra gli esempi più rappresentativi di architettura formale razionalistica...Oggi le ville sono in evidente stato d’abbandono..... la cosa bella dell’isola Comacina, secondo me, è il panorama che si gode e la pace assoluta ...l’unica altra nota negativa della gita è stato lo scoprire che la Locanda dell’isola è chiusa nei mesi invernali (dal 1° novembre al 1° marzo). Dicono che la cucina è molto semplice, ma ottima. Pare che il menù sia lo stesso dal 1947 e che a fine pasto, quando viene servito il caffé, il padrone della locanda entra in sala al suono di una campana, brucia il brandy nel pentolone, poi mentre narra la storia dell’isola, aggiunge al brandy zucchero e caffè e serve nelle tazze."
    -Comemafalda (dal web)-





    ......ne "I Promessi sposi"......



    "Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda ricomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni......"
    (Alessandro Manzoni)


    Il lago di Como è la prima immagine paesaggistica che si disegna nella fantasia dl lettore dei Promessi Sposi, e la frse iniziale del romanzo (“Quel ramo del lago di Como....... …”) è rimasta nella memoria di tante generazioni di lettori. Nello scenario notturno del lago si esprime poi, con l’altrettanto celebre “Addio ai monti” di Lucia, uno dei momenti lirici più alti di tutto il romanzo. L’attraversamento del braccio d’acqua, con la partenza dei due protagonisti verso le loro distinte destinazioni e avventure, ha anche un valore simbolico e rappresenta il primo snodo importante dell’intreccio narrativo, che porta Renzo e Lucia fuori dalla dimensione limitata e familiare del loro borgo e li immette in un mondo complesso di relazioni, scoperte, esperienze di maturazione interiore.




    «Soffiava sul lago una breva fredda, infuriata di voler cacciar le nubi grigie,
    pesanti sui cocuzzoli scuri delle montagne.»
    Antonio Fogazzaro





    .
     
    Top
    .
  13. tomiva57
     
    .

    User deleted


    grande gabry
     
    Top
    .
  14. tomiva57
     
    .

    User deleted


    Madesimo
    Da Wikipedia




    2877_madesimo_madesimo





    « Sale da i casolari il fumo ondante
    Bianco e turchino fra le piante mosse
    Da lieve aura: il Madesimo cascante
    Passa tra gli smeraldi. In vesti rosse. »

    (da Sant'Abbondio di Giosuè Carducci)



    madesimo-vista



    « favoloso scenario...
    mille metri secchi di dislivello...
    vi sentirete aprire a una travolgente meraviglia...
    la più bella pista delle Alpi. »

    (Dino Buzzati a proposito del Canalone di Madesimo)


    Madesimo (già Isolato, Madesan in dialetto chiavennasco) è un comune di 582 abitanti della provincia di Sondrio, in Valle Spluga, comprendente le frazioni di, Madesimo, Pianazzo, Isola e Montespluga. Sito a 1.550 m s.l.m., è il comune italiano più lontano dal mare. Fa parte della Comunità Montana della Valchiavenna.

    È una località famosa per la pratica degli sport invernali, con oltre 60 km di piste, numerosi circuiti di fondo, per escursioni in motoslitta e in snow kite.

    Tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, il poeta Giosuè Carducci vi villeggiò per numerose stagioni.


    madesimo01



    madesimo_cascata_0
    cascata




    MONTESPLUGA_1W
    monte Spluga


    autunno_madesimo

    54816-verso-la-fine-del-canale-si-nota-la-parte-iniziale-com-e-ripida

    Skiarea%20Valchiavenna%20Madesimo%20Campodolcino%20-%20Sci%20Notturno%201




    CAMPODOLCINO

    campodolcino_panoramica

    Campodolcino (Campdulscin in dialetto chiavennasco) è un comune di 1.058 abitanti della provincia di Sondrio, in Valle Spluga.

    103%20Ponte%20di%20Campodolcino
    ponte romano





    lagoazzurro
    lago azzurro


    Il Lago Azzurro, reso celebre nel 1888 da una poesia di Carducci, è un bacino di grande suggestione, inserito in un contesto di notevole pregio naturalistico; privo di immissari ed emissari, si riempie e si svuota stagionalmente secondo un meccanismo che non era mai stato approfonditamente indagato. dopo studi è stato appurato che il lago si riempie e si svuota attingendo alla falda sotterranea, che a propria volta si ricarica grazie alle precipitazioni.













    CAMPODOLCINO




    MONTESPLUGA

    montespluga
    Montespluga



    2873_madesimo_diga_di_montespluga
    diga


    lago_di_montespluga
    lago




    itinerari_strada
    passo dello Spluga


    spluga08
    passo dello Spluga e passo S. Bernardino


    Pianazzo

    Strada%20vecchia%20per%20Pianazzo%201
    Pianazzo


    3775027381_fcf158d1a2




    Strada%20vecchia%20per%20Pianazzo%202
    la cascata

    Cascata di Pianazzo: con i suoi 180 metri di salto è la cascata più alta della valle, anch’essa alimentata dalle acque del torrente Scalcoggia.



    Q3687%20STATALE%20DELLO%20SPLUGA%20E%20CASCATA%20DI%20PIANAZZO%20SONDRIO


     
    Top
    .
  15. tomiva57
     
    .

    User deleted


    CHIAVENNA

    chiavenna2






    Cittadina della Lombardia, in prov. di Sondrio, con 5.536 abitanti, situata a 333 m di altezza a Nord del lago di Como alla confluenza dei fiume Mera e Liro. Il territorio comunale, ampio 10,9 kmq, conta 6.211 abitanti (7.158 nel 1991), notevole la produzione di lino, tipica la fabbricazione di sci e di altri attrezzi sportivi, essendo la località centro di villeggiatura estiva e invernale.

    Storia. Sorta forse come fortezza bizantina nel sec. VI, fu poi conquistata dai Franchi e dai Longobardi. I vescovi di Como l'ebbero in feudo dal sec. X al 1097, quando divenne libero comune. Quando nel sec. XV i Visconti conquistarono la Valtellina, fu data in signoria ai Balbiani; in seguito passò con Bormio e la Valtellina ai Grigioni, fino all'insurrezione del 1620. Nel 1797 ottenne l'annessione alla Repubblica Cisalpina e da allora fece parte della Lombardia.




    Urbanistica e Monumenti. Tra i monumenti, notevoli nella chiesa di S. Lorenzo il fonte battesimale istoriato del sec. XII; la coperta detta «della pace» (coperta di Evangeliario in filigrana) che fu attribuita all'età carolingia e ora definitivamente assegnata al sec. XII; le caratteristiche «stufe» locali (ampie stanze rivestite completamente di legno e riccamente decorate), di cui una delle più preziose si trova ora al museo nazionale di Zurigo, il palazzo De Giuriani (già Peverelli), noto soprattutto per i soffitti intagliati.

    Rupe del Paradiso. Zona dove sorgeva un antichissimo castello,ora trasformata in orto botanico, con museo.

    San Lorenzo. Costruzione romanica, rifatta, dopo un incendio, nel XVI. Nel ricco Tesoro, notevole un evangelario del XII lavorato a sbalzo su lamina d'oro. Nel battistero, del XVIII, un fonte romanico circolare del 1156, con una decorazione scolpita che raffigura un battesimo alla presenza di un nobile, di un guerriero e di un artigiano, cioè dei tre rappresentanti le varie classi dei cittadini.



    Chiavenna_b



    CHIAVENNA_303-01-23-49-3816
    fiume Mera



    1.1242608340.lake-near-chiavenna




    250px-ChiavennaSLorenzo2
    S. Lorenzo

    Del complesso, risalente in origine al V secolo, fanno parte la chiesa con fonte battesimale del XII secolo, il campanile cinquecentesco, il chiostro e il Museo del Tesoro che conserva la cosiddetta "Pace di Chiavenna", rivestimento di un evangeliario, capolavoro dell'oreficeria medioevale.




    jpg
    parco paradiso


    Il Paradiso è un parco archeologico-botanico visitabile seguendo un percorso anulare. Si estende nella zona orientale di Chiavenna, alle spalle della rocca che domina su Piazza Castello. Nell'edificio a metà colle, sorto su un torrione quattrocentesco, ha sede un Museo Naturalistico in cui è anche illustrata la lavorazione della pietra ollare e dell'amianto. Nei giardini del grande parco, comprendente i colli del Paradiso e del Belvedere, anticamente fortificati e sede del castello di Chiavenna, vi sono moltissime statue, lapidi, testimonianze della storia chiavennasca. Sulla sommità dei due colli vi sono ancora resti delle antiche fortificazioni distrutte nel 1639. Le due alture sono collegate da un ponticello che attraversa la spaccatura della Caurga. Quest'ultima rappresenta un sito di interesse archeologico e la sua spaccatura entro la rupe del Paradiso fu originata da un'antichissima cava di pietra ollare. Essa è profonda 150 metri e alta 50, e secondo la leggenda, pare essere opera del diavolo, che la provocò quando, incalzato dalla Madonna, dovette aprirsi un varco per ritornare velocemente all'inferno.
    Chiavenna è una delle cittadine principali della provincia di Sondrio, non soltanto dal punto di vista storico-artistico, ma anche per la sua cucina tipica e il suo ambiente naturale (Cascate dell'Acqua Fraggia e Marmitte dei Giganti). Vi invitiamo pertanto a visitare la pagina ad essa dedicata dove troverete itinerari e curiosità interessanti e utili se siete interessati ad una visita completa del territorio.
    ORARIO DI APERTURA DEL PARCO PARADISO: da martedì a sabato dalle 14 alle 17; la domenica anche dalle 10 alle 12.La sezione naturalistica del museo presso il "Torrione" è visitabile su richiesta presso l'ingresso del Parco Paradiso.




    jpg


    Chiavenna%20Cascate%20dell%27Acqua%20Fraggia
    cascate


    Le cascate dell'Acqua Fraggia sono una delle località più spettacolari delle Alpi lombarde. Dalla base delle cascate, da cui si ammira uno spettacolo unico, si può raggiungere a piedi il borgo di Savogno, antico insediamento a monte della cascata, abbandonato dalla metà del '900 ed ora in parte recuperato per villeggiatura.

    Esistono diversi sentieri per salire a Savogno, noi abbiamo percorso all'andata quello che da Borgonuovo raggiunge a Ovest i resti dell'insediamento di Cànoa, dove si iniziano ad incontrare quelle che sono la particolarità di questa zona: resti di insediamenti degli abitanti della valle, che costruivano sempici rifugi addossati al fianco della montagna, con murature in pietra a secco, di solito di due piani con pavimenti in legno.

    Raggiunta la sommità della cascata, ci si innesta sulla mulattiera che, salendo accanto alla cascata, porta a Savogno. Si tratta di un sentiero costruito dagli abitanti del borgo, costituito da quasi 3000 gradini in pietra.

    Raggiunto Savogno si possono ammirare gli edifici, relativamente grandi, caratterizzati da imponenti murature in pietra, da balconi a ballatoio in legno e da tetti in lastre di pietra; non mancano edifici completamente in legno.

    Per il ritorno a fondo valle si può seguire il sentiero che raggiunge le Stalle dei Ronchi, dove si incontrano altri edifici, questa volta adibiti dagli abitanti di Savogno non ad abitazione ma a stalle e depositi, compreso un'antico deposito di botti.


    Nei pressi di Piuro e delle sua cascate, si trovano un'altra interessante località: alle spalle di Prosto, paese a metà strada tra Chiavenna e Piuro, si prova il percorso delle Marmitte dei Giganti, cavità naturali scavate in epoca glaciale.


    da:massimobottelli.it




    castello
    castello


    Il palazzo Balbiani, meglio conosciuto come castello di Chiavenna, sorge al termine della vecchia “piazza Granda” a ridosso del promontorio dove sorgevano le antiche fortificazioni cittadine.

    L’edificio, molto rimaneggiato, risale al ‘400 quando i conti Balbiani reggevano per conto dei Visconti e degli Sforza il Contado di Chiavenna.

    Oggi è un’abitazione privata, ma sono ancora evidenti le strutture delle torri circolari ai lati della facciata e di alcuni motivi decorativi che mantengono viva l’origine solenne del castello.

     
    Top
    .
19 replies since 14/7/2010, 21:08   7541 views
  Share  
.