LOMBARDIA 6° parte

milano.......

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  1. gheagabry
     
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    BUONGIORNO ISOLA FELICE ... BUON RISVEGLIO A TUTTI


    “... Domenica ... giungiamo dopo questo lungo girovagare nelle terre lombarde, nel cuore di questa regione ... Milano...
    “Mì parli con tì Milan anmò sveglia, in la sera che col sò negher scial te quatta, te nascond e l'imbottiglia tutt i magagn che te ghe dee in regal. El tò di l'è fabbrica d'illusion, a l'è 'n creà fastidi e tribuleri on toeu, doprà e sbatt in d'on canton. illud col soddisfà di desideri”... poesie dialettali, idiomi ... origini di una metropoli che partono da tempi antichissimi ... scritti latini su origini celtiche ... oggi la nostra mongolfiera si poserà alla periferia di questa bellissima città e ci addentreremo nei suoi meandri per scoprirne bellezze e magia ... Buon risveglio amici ... Milano ci attende ...


    (Claudio)



    MILANO...GLI SFORZA...I VISCONTI...I LONGOBARDI...L'ANTICA ROMA.... LE ORIGINI CELTICHE



    “Bisogna sfatare un mito secondo cui Milano non sarebbe interessante dal punto di vista turistico. L'avvicendarsi di molteplici e diverse culture stratificate e affiancate l'una a l'altra ha fatto di Milano uno dei luoghi più interessanti si tutta l'Italia…..Il centro storico appunto, incorpora il distretto della “moda” più famoso al mondo dopo quelli di Parigi e New York… il Castello Sforzesco simbolo della città insieme al Duomo, la gloriosa Piazza della Scala e molte altre aree di interesse storico. Il suo centro ospita anche importanti centri culturali e di studi come le università Cattolica, Statale, la Bocconi e il Politecnico, le sedi di importanti quotidiani nazionali e di case editrici, nonché il più importante palazzo dell'Opera al mondo, la Scala…..a Nord rispetto al centro storico ci sono alcune strade molto popolari della città, come Corso Venezia e le sue strade intricate e i palazzi nobili, in qualche caso diventati importanti sedi di rappresentanza. I bei giardini di Porta Venezia formano un piccolo parco molto amato dai milanesi….Più a Nord troviamo una delle via più trafficate della città Corso Bueno Aires….Corso Magenta porta direttamente al centro, metà negozi e metà antichi palazzi aristocratici con bellissimi ma nascosti cortili interni. A Sudovest della città si trova la zona Ticinese-Navigli. Questo quartiere è un mix di stili vecchi e nuovi. Molti milanesi doc vivono ancora in questa zona…Ora questo è diventato un quartiere molto trendy-bohemienne pieno di artisti, musicisti, politici e architetti….”

    “E' normalmente accettato il fatto che il nome "Milano" derivi dal latino "Mediolanum", ma sulla vera origine del nome latino vi sono diverse ipotesi: secondo l'interpretazione più diffusa deve essere attribuita alla parola celtica "Midland" che significa terra di mezzo, ma potrebbe anche derivare dai due termini gaelici "met" e "leun" cioè "in mezzo alla pianura".”

    “Secondo lo storico latino Tito Livio, un primo villaggio celtico fu fondato in questa zona nel VI secolo a.C. Conquistata dalle legioni romane nel 222 a.C., "Mediolanum" (questo era allora il suo nome) cercò di ribellarsi, alleandosi pochi anni dopo con Cartagine, nemica di Roma. Ma i romani vinsero, e alla fine del I secolo dC Milano entrò a far parte integrante dei domini dei Cesari….Capitale dell'impero romano d'occidente…Dell'epoca romana rimangono in città scarsissime tracce (le Colonne di San Lorenzo, resti in Via Circo, sotto la Borsa, al Monastero Maggiore), sufficienti però a documentare che gli edifici pubblici erano quelli di una grande città.. Milano divenne capitale della sua parte occidentale (292 d.C.), e fu un centro di grande importanza per il consolidarsi della nuova religione cristiana. Molte delle chiese milanesi - per esempio Sant'Ambrogio, Sant'Eustorgio e San Lorenzo hanno origine paleocristiana….con le invasioni barbariche provenienti dal Nord… Milano fu saccheggiata nel 539….”
    “Il vivace regno romano-barbarico (569-774) dei Longobardi (dai quali avrebbe preso nome la regione attorno a Milano, la Lombardia) ebbe come propria capitale Pavia, una ventina di chilometri a sud di Milano….Il periodo delle libertà comunali si concluse con la presa del potere da parte di una singola famiglia, i Visconti, che mantennero la signoria della città dal 1277 al 1447.. iniziando la costruzione del Duomo e del Castello…. nel 1450 assunse il potere il capitano di ventura Francesco Sforza, erano negli anni del Rinascimento… e il periodo degli Sforza coincise con una delle fasi di maggior rigoglio artistico di Milano…. arrivarono l'architetto Donato Bramante e Leonardo da Vinci, si portarono avanti con energia le fabbriche del Duomo e del Castello, si costruirono la chiesa di Santa Maria delle Grazie e l'ospedale che oggi è l'Università Statale….. la dominazione spagnola….non fu un periodo di sviluppi, appesantito dal flagello della Peste del 1630, ma almeno culturalmente vivificato dall'attività dei cardinali della famiglia Borromeo: Carlo (poi santificato) e Federico. Fu creata l'Ambrosiana, e si costruirono i seminari e il palazzo dei Gesuiti che è oggi l'Accademia di Brera”
    “…..Gli esiti delle grandi guerre europee tra la fine del '600 e gli inizi del '700 portarono Milano sotto il controllo della dinastia austriaca (e imperiale) degli Absburgo... Venne fondata l'Accademia di Brera, e si costruirono la Scala, Palazzo Reale, Villa Reale e molti palazzi privati, secondo lo stile neoclassico…Nel corso delle guerre successive alla Rivoluzione Francese (1789), Milano passò sotto il controllo francese, divenendo capitale prima della Repubblica Cisalpina e poi del cosiddetto Regno Italico - governato da parenti di Napoleone - che arrivò a comprendere quasi tutta l'Italia del Nord…. Fu un breve periodo di intenso fervore ideologico e artistico, che diede alla città grandi impianti pubblici come l'Arena e le nuove Porte….Gli austriaci che tornarono in città dopo la caduta di Napoleone (1815) non erano più né riformatori né illuminati…..Nel 1848 la città insorse contro gli Austro-Ungarici. Nel 1859 entrò a far parte dei domini dei Savoia…..Con l'unificazione Milano poté raggiungere con maggiore facilità più vasti mercati, e prese a imporsi nel nuovo Stato come centro industriale e finanziario. …Si costruirono eleganti quartieri residenziali.. e il Cimitero Monumentale….”

    “Il Castello Sforzesco…. ha origine nel Rinascimento e fu costruito nel quattrocento da Galeazzo II Visconti come fortezza di difesa. Lungo la sua storia, il castello visse numerosi ingrandimenti, distruzioni e varie signorie…ospita diversi musei: Il Museo Egizio, la raccolta degli Strumenti Musicali , la collezione delle Arti Decorative, la Pinacoteca e il Museo d'Arte Antica con straordinari capolavori, come la Pietà Rondanini di Michelangelo e la Sala delle Asse, dipinta da Leonardo da Vinci…..Piazza Cordusio, centro finanziario di Milano con gli imponenti edifici bancari..Non lontano c’è la sede della borsa di Milano, il palazzo della Mezzanotte in piazza degli Affari…..Piazza dei Mercanti…. sorge la Loggia degli Osii con la loggia superiore, la "parlera", balcone dal quale venivano letti decreti e sentenze…Nel centro di Piazza Mercanti nel passato si trovava La Pietra dei Falliti, una pietra dove i disonesti e criminali venivano presentati alla folla gridante.”

    “Passando Piazza dei Mercanti, lo sguardo si apre sul Duomo….Dal tetto si può ammirare il panorama fantastico su tutta la città e con tempo limpido anche sulle Alpi dal massiccio del Monte Rosa nel ovest, al Cervinia, alle Alpi del Bergamasco…..Camminando tra le 3.400 statue le 145 guglie si può quasi toccare la Madonnina in 108,50 m di altezza…Il Duomo di Milano è l'opera più importante dell'architettura gotica in Italia…. In marmo bianco..La luce attraversa le bellissime finestre di vetro colorate ed illumina l'interno……fu iniziata nell'anno 1386 e sperimentò numerosi architetti. La facciata, iniziata dall'anno 1567, fu costruita nello stile classico-barocco. Nell'anno 1805 furono conclusi i lavori di facciata, mentre continuarono le creazioni delle piccole e piccolissime torri per tutto il novecento.”

    “Chiamata anche come 'il salotto di Milano' la Galleria Vittorio Emanuele II , a forma di croce, è costituita da un passaggio pubblico coperto che collega tra loro piazza della Scala e piazza Duomo... Fù costruita dall’architetto Giuseppe Mengoni, in stile eclettico tipico della seconda metà dell'Ottocento milanese con grottesche, cariatidi, lunette e lesene.”

    “All'uscita della Galleria Vittorio Emanuele II si raggiunge la Piazza della Scala…La Scala rappresenta oggi il teatro d'opera più famoso del mondo……La facciata e l'interno furono eretti nello stile neoclassico…Con l'Europa Riconosciuta di Antonio Salieri, diretta dal maestro Riccardo Muti, il più famoso teatro d'opera è stato inaugurato con la stessa opera della prima inaugurazione il 3 agosto 1778.”

    “Per incarico di Ludovico il Moro Leonardo da Vinci realizzò negli anni 1494-1498 su una parete del refettorio del convento dei domenicani di Santa Maria delle Grazie uno dei più grandi dipinti della storia d'arte: l' Ultima cena, nel quale Gesù annuncio "In verità vi dico: uno di voi mi tradirà"…”

    “La Bicocca degli Arcimboldi è un edificio ancora oggi visibile e particolarmente apprezzabile, anche grazie ai recenti valori di ristrutturazione. In Francia la Bicocca gode una triste fama e ancora oggi l'espressione "c'est une Bicoque" significa "è una disfatta"; per capire le origini di questa espressione bisogna risalire al 27 aprile 1522 quando, proprio alla Bicocca, le truppe francesi, svizzere e veneziane furono sconfitte dagli eserciti della Lega capitanati da Prospero Colonna.”

    “La storia di Milano e lo sviluppo alla città importante di commercio e industria è caratterizzata grazie alla nascita del sistema dei Navigli. La rete dei corsi d'acqua, che attraversano Milano consentiva il trasporto fluviale fra il Ticino, l'Adda e il Po e, quindi, il mare Adriatico…..Il Naviglio Grande, il più antico, fu costruito negli anni 1177 a 1257 e nasce dal Ticino. Con la sua lunghezza di 50 km serviva come sistema di trasporto fluviale dal Lago Maggiore e la Svizzera e fu essenziale per trasportare i marmi utilizzati per la costruzione del Duomo….Ancora oggi i Navigli servono per irrigare i campi e sono indispensabili per lo sviluppo..” dell'agricoltura…..La Darsena venne costruita nel 1603 dal governatore spagnolo conte di Fuentes, ma solo con i lavori del 1920 prese l'aspetto attuale. Dalla Darsena defluiscono il Naviglio pavese e il Ticinello e confluiscono il Naviglio Grande e l'Olona, oggi coperto…Questa zona veniva popolarmente definita "il porto di Milano" per il gran numero di chiatte che trasportavano i marmi per la costruzione del Duomo e merci in generale. I navigli contribuirono non poco allo sviluppo del commercio e dell'economia cittadina. Oggi naturalmente i navigli hanno perso la funzione di mezzo di trasporto ma regalano ancora un angolo suggestivo”


    “I marmi destinati alla costruzione del Duomo partivano da Candoglia, sul Lago Maggiore, e venivano trasportate fino a Milano con delle chiatte che navigavano lungo il Ticino e quindi i navigli. Questi marmi portavano impressa la sigla AUF (ad usum fabricae) e questa espressione ….”a ufo” prese ad indicare nel linguaggio popolare tutti i lavori non pagati…….Nel linguaggio popolare la “fabbrica del duomo” indica un lavoro destinato a subire infinite modifiche e a non terminare mai…….”Can de la Bisà”…espressione antica di un dialetto in via di estinzione, tradotta letteralmente dal milanese significa "cane della Biscia" e si riferisce allo stemma dei Visconti, un serpente che divora un bambino. L'appellativo viene usato nei confronti di potenti e prepotenti "intoccabili" e ricorda il periodo in cui i mastini di casa Visconti …venivano lasciati liberi per la città... chiunque tentava di opporsi o reagire, anche per difesa personale, era passibile di pene e sanzioni…..per i Milanese il vigile urbano è "il ghisa", con il suo berretto tipico a forma di panettone…..”









    da susy


    IMMAGINI DELLA GALLERIA DI MILANO

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    LA STORIA

    La Galleria Vittorio Emanuele II di Milano è un passaggio coperto che collega piazza della Scala e piazza Duomo tra loro e con due vie (via Silvio Pellico e via Ugo Foscolo) tramite due corti bracci perpendicolari all'asse principale. Fu progettata dall'architetto Giuseppe Mengoni e realizzata a partire dal 1865 in uno stile eclettico, con grottesche, cariatidi, lunette e lesene, tipico della seconda metà dell'Ottocento milanese.
    In Galleria hanno sede numerosi negozi di griffe e marchi prestigiosi oltre che famosi caffè e ristoranti, da qualche anno compagni anche di una nota catena di fast food. È considerata, con Via Montenapoleone e Via della Spiga, una delle sedi dello shopping di lusso meneghino.


    Nella prima metà del XIX secolo Milano guardava alle grandi capitali europee come Londra e Parigi come esempio di urbanizzazione. Soprattutto perché la città si stava scoprendo come principale città industriale della penisola e le innovazioni tecnologiche erano il simbolo della seconda rivoluzione industriale e di conseguenza del grande cambiamento sociale che si era messo in moto. Il Crystal Palace di Londra, il ponte di ferro sul Severn, erano un esempio di come la tecnologia fosse al servizio dell'architettura anche con un discreto senso estetico. La Galleria di Milano, con le sue strutture di ferro a vista, fu uno degli esempi a cui si sarebbe ispirato Gustave Eiffel, pochi anni dopo.
    Nel 1859 si fece seria l'idea di un passaggio coperto che collegasse piazza Duomo a piazza della Scala: simile alla Galleria de Cristoforis, sempre a Milano a San Babila, ma più grande e più borghese, da dedicare magari al re che portò Milano ad unificarsi al Regno d'Italia. La zona prescelta era quella a sinistra del Duomo, edificata con piccole costruzioni non consone all'immagine che la municipalità voleva dare alla piazza.
    Il comune indisse un concorso internazionale al quale parteciparono 176 architetti e che vide vincitore il giovane Giuseppe Mengoni, il quale propose una lunga galleria attraversata da un braccio, con al centro dell'incrocio una grande "sala" ottagonale: la copertura prevedeva un'ossatura in ferro e il resto in vetro. I due ingressi principali, quelli del braccio più lungo, previdero inoltre due grandi archi trionfali. I capitali necessari si trovarono costituendo una società in Inghilterra promettendo ricavi dalle proprietà in costruzione, la stessa che fabbricò l'ossatura in ferro e la spedì a Parigi per essere assemblata. Quando questa società fallì, il Comune di Milano assunse la proprietà e continuò a fornire il capitale necessario.
    Nel 1865 iniziarono i lavori con la posa della prima pietra da parte di re Vittorio Emanuele II di Savoia e due anni più tardi si inaugurò la Galleria, anche se non completamente terminata. Circa dodici anni dopo finalmente il complesso fu terminato.
    Giuseppe Mengoni, l'ideatore della Galleria, vi morì proprio precipitando dalla cupola durante un'ispezione il 30 dicembre 1877, anche se non mancò l'interpretazione che si trattasse di un suicidio, dovuto alle critiche espresse da più parti e alla delusione per la mancata presenza del re all'inaugurazione. Non si poteva sapere che tale assenza era dovuta alle gravi condizioni di salute di Vittorio Emanuele II, tenute segrete, e che il re sarebbe morto dopo pochi giorni.
    Durante la seconda guerra mondiale, nelle notti del 13 e del 15 agosto 1943, la Galleria venne colpita dai bombardamenti aerei alleati.


    La Galleria è stata interessata da un restauro negli anni sessanta del XX secolo che ha portato al rifacimento della pavimentazione. Da qualche anno l'Ottagono è usato dal comune di Milano per illustrare a turisti e cittadini i cambiamenti o le manifestazioni che interessano la città meneghina con piccole mostre estemporanee.
    La galleria ospita negozi di alcuni fra i più famosi marchi italiani ed internazionali. All'interno della galleria è presente anche l'unico albergo 7 stelle esistente al mondo, il Town House Galleria.


    L'Ottagono centrale è considerato il salotto della città. Sul suo pavimento, al centro, è realizzato a mosaico lo stemma di Casa Savoia. Ai suoi lati, sempre in mosaici, sono rappresentati gli stemmi delle quattro città che in epoche diverse sono state capitali del Regno d'Italia: nell'ordine Milano (con Napoleone), poi Torino, Firenze e infine Roma (coi Savoia).
    Nelle lunette attorno alla volta, sono raffigurate le allegorie dei quattro continenti: Africa, Asia, Europa e America

    da mela

    ** Milano - I NAVIGLI **







    Così raccontava Paolo Buzzi intorno al 1930.
    "Roma la g' ha el so fiumm: ghe l' ha Paris, la se stravacca Napoli in del mar.
    Milan la g' ha el Navilli. E poe se dis che nun semm no coss' hin i marinar!
    Avii mai vist che fior d' Arch de Noè passa sott a sti pont tucc pien de car?"

    Traduzione: Roma ha il suo fiume, ce l’ha Parigi, Napoli si butta nel mare. Milano ha il Naviglio. E poi dicono che non siamo marinai! Avete visto che belle Arche di Noè passano sotto a questi ponti, tutti pieni di merce?



    Navigazione sui Navigli




    Naviglio Grande ieri



    Naviglio Grande oggi



    Naviglio Grande

    Il Naviglio Grande collega il fiume Ticino alla Darsena di Porta Ticinese. La costruzione risale alla seconda metà del XII secolo, la data precisa è incerta. La navigazione cominciò solamente a partire dal 1272 in seguito a lavori di ampliamento. Dal lago Maggiore si poteva arrivare a Milano con grosse barche che trasportavano le merci. Fra i materiali trasportati occorre ricordare quelli da costruzione per la Fabbrica del Duomo.


    Naviglio Pavese ieri



    Naviglio Pavese oggi



    Naviglio Pavese

    Il progetto per la realizzazione del Naviglio Pavese fu approvato nel 1598 e due anni più tardi iniziarono i lavori che proseguirono a fasi alterne sia per problemi tecnici che per le vicissitudini storiche della città. Il completamento avviene solamente nel 1819. Le merci trasportate erano prevalentemente legnami da ardere, carbone e materiali da costruzione. L'utilizzo nel naviglio proseguì fino ai primi decenni del 1900.


    Naviglio della Martesana ieri



    Naviglio della Martesana oggi



    Naviglio della Martesana

    Il piano di scavo del Naviglio della Martesana fu approvato nel 1443 ma i lavori iniziarono solo alcuni anni più tardi. L'intero percorso dal fiume Adda alla Cerchia interna della città fu completato solo nel 1496. Le merci trasportate erano sia prodotti agricoli che materriali da costruzione. Il Naviglio fu utilizzato assiduamente fino alla fine del 1800 per poi essere parzialmente interrato nel tratto cittadino al termine di via Melchiorre Gioia.


    Fossa interna ieri



    Fossa interna oggi



    Fossa interna

    Si tratta del Naviglio interno di Milano i cui primi lavori di costruzione risalgono al 1156, durarono anni compreso l'ampliamento. Il Naviglio ebbe sia scopi difensivi che agricoli. Le acque interne determinarono spesso problemi di igene sollevando proteste degli abitanti e provvedimenti da parte dell'autorità della città. La copertura della Fossa Interna avvenne nel 1930 cancellando una parte della storia di Milano.

    ** ESTATE SUI NAVIGLI **





    Festa dei Navigli



    La festa dei navigli è una bellissima festa popolare che si svolge a Milano nel mese di giugno. Lungo i Navigli illuminati vengono allestite bancarelle con prodotti di gastronomia ed artigianato. Vengono inoltre organizzati spettacoli come concerti di musica jazz e classica, mostre d'arte e gare sportive.
    I navigli sono stati luoghi d'incontro, canali di scambio, linfa per il commercio, fonte d'ispirazione artistica. Oggi rimangono i circoli, le trattorie, gli studi dei pittori che si avvicendano di generazione in generazione, le opere d'ingegneria idraulica come i ponti levatoi, le chiuse e le dighe, a testimoniare e a continuare l'esperienza di secoli .
    Alzaia naviglio pavese, Alzaia naviglio grande, la Darsena, Ripa di Porta Ticinese, sono forse le zone più vitali della città. Qui ci sono i pub, i locali notturni, le birrerie, i ristoranti e le enoteche.


    Festa dei fiori



    I giorni di festa non sono rari i mercati dell'antiquariato, del modernariato e dell'arte in generale e i primi giorni di primavera c'è la festa dei fiori, antica tradizione che si ripete ogni anno a confermare, una volta di più, che a Milano la vita comincia sui Navigli.
    Il percorso termina qui, ma i navigli proseguono e s'inoltrano nel vigevanese e nel magentino, tra ville, castelli e borghi.


    da raffaele

    Certe foto, viste così, non dicono nulla......Ma dietro c'è un "tutto da scoprire!"



    Questo è un dettaglio di un vagone ferroviario passeggero.
    Ho trovato questa vettura nel Parco Lambro, un grande parco pubblico, al confine est della città. Si hanno grandi aree coperte da boschi e in una di queste ci sono stati alcuni metri di binari ferroviari e su questa vettura vecchia ferrovia in cattive condizioni, vecchio, molto vecchio, forse degli inizi passato del XX secolo.
    Nel bel mezzo di un parco, tra gli alberi ...
    Non so come e perché è stato messo lì!

    E 'una macchina di Ferrovie Nord Milano, il secondo operatore più grande della rete ferroviaria italiana, dopo le ferrovie nazionali.
    L'hub principale di FNM è la stazione ferroviaria di Milano Cadorna, situato nel cuore della città, a 200 metri dal Castello Sforzesco e exactley 1000 metri da Piazza Duomo. E 'collegato con la rete metropolitana, grazie alle linee 1 e 2 che hanno entrambe una stazione della metropolitana.

    Totalmente FNM hanno 400 km di ferrovie con 123 stazioni di Milano Metro Area, ed eseguire 365 giorni in un anno oltre 500 treni per 20 ore al giorno. Più di 250.000 persone FNM uso quotidiano.
    FNM (oggi chiamata anche Le Nord) viene eseguito in Milano Metro Area, è stato fondato nel 1877 e oggi sono 6 linee regionali (che corre in tutta la Metro Area, di 100 km dal centro della città), denominato "Linee R ":

    Milano Cadorna - Como (Lakeshore)
    Milano Cadorna - Varese
    Milano Cadorna - Laveno (Lago Maggiore)
    Milano Cadorna - Novara
    Milano Cadorna - Erba / Canzo / Asso
    Brescia - Lago d'Iseo / Edolo
    Milano Cadorna - Malpensa International Airport (chiamato anche Malpensa Express)

    E 5 linee suburbane, che vengono eseguiti nei primi 2 anelli della conurbazione (i primi 30 km dal citycentre) denominato "Linee S"

    S1 Lodi - Milano Porta Vittoria - Saronno
    S2 Pavia - Milano Porta Vittoria - Mariano Comense
    S3 Milano Cadorna - Saronno
    S4 Milano Cadorna - Seveso - Camnago Lentate SS
    S10 Milano Rogoredo - Milano Bovisa (Crossrail urbana con la metropolitana sotterranea, come servizio)

    Gli altri 5 "Linee S" sono gestiti da Ferrovie e da TILO, la società italo-svizzera che gestisce dal lato estremo nord di Milano Metro Area, Lugano nel Canton Ticino, Svizzera, a Como e poi Milano.

    La rete completa sarà aperto tra il 2010 e il 2012, con un numero totale di 15 linee S, cinque gestite da FNM, due da TILO e otto dalla Ferrovie dello Stato.

    (Foto e commento di: Paolo Motta)

    da lussy

    image.MILANO..CAVALLO...LEONARDO...

    image........MILANO..FONTANA..S.FRANCESCO...

    image..LA SCALA....

    image.DUOMO....

    imageROOFTOP....

    da raff

    Duomo di Milano... di notte



    da kussy


    image.GALLERIA..VITTORIO EMANUELE...



    da raff



    (Palazzo della Ragione in piazza Mercanti Milano)

    da lussy

    image..NAVIGLIO GRANDE..ILLUMINATO A FESTA...



    da raffaele

    Ingresso di Casa Campanini, uno degli esempi più belli di edifici Art Nouveau a Milano. E 'in via Vincenzo Bellini. In italiano chiamiamo questo stile come "Liberty"



    da augusto

    Chiesa di San Cristoforo sul Naviglio

    mio fratello si è sposato in questa chiesa, non che sia una gran notizia... giusto per condividere.
    Il complesso è costituito da due chiese.

    La più antica è quella di sinistra. Della primitiva chiesa sorta in tempi antichi le notizie sono scarse; in mancanza di più specifici documenti si sa che esisteva una chiesa romanica, ricostruzione di un ancora più antico edificio. Essa venne ancora ricostruita alla metà del XIII secolo, nel periodo degli scavi del Naviglio Grande; in essa a metà del XIV secolo alla facciata fu aggiunto il portale gotico ed il rosone.


    Collocata sul percorso che conduceva a Milano, in un punto di passaggio obbligato nella rete dei vari corsi d'acqua del Lambro, San Cristoforo sorse forse, sul sito di un precedente tempio pagano; la cosa non è accertata ma viene annotata da varie fonti (Antonio Castiglioni, Ausonio, Tamborini). L'intitolazione al santo dei pellegrini di fatto in molti casi sostituisce quella originaria di Ercole, gigante pure questi. A San Cristoforo venne accostato un particolare culto, posto tra quelli die 14 santi Ausiliari.


    Quella prima chiesa venne ricostruita in epoca romanica. La ricostruzione del Trecento viene realizzata ancora una volta sulla demolizione - parziale - della precedente. Alla chiesa gotica si affiancava un ospedale per i pellegrini, costruito all'incirca dal 1364, quando si era qui trasferito certo frate Pietro Franzoni di Tavernasco, eremita; fu lui a organizzare l'istituzione.

    La chiesa più recente, che appare attualmente all'altra riunita tanto da dare l'immagine complessiva di una chiesa a doppia navata, venne edificata lungo l'argine del naviglio e detta Cappella Ducale, è del XV secolo. Fu eretta per volere di Gian Galeazzo Visconti che accolse i voti popolari per la costruzione di una nuova cappella dedicata al santo protettore degli infermi e degli appestati. Il voto esaudiva la fine di una grave pestilenza che dopo aver mietuto 20.000 vittime in Milano nel 1399, era cessata di colpo, si credeva, per intercessione di San Cristoforo.

    La cappella ducale venne intitolata non solo a San Cristoforo, ma anche ai santi Giovanni Battista, Giacomo, alla Beata Cristina, protettori dei Visconti. Sulla facciata venne inserito pertanto lo stemma con il biscione di questa famiglia, accanto a quello del Comune con la croce rossa in campo bianco; mentre nella chiesa più antica venne posto accanto agli altri due, tuttora presenti sul portale, quello col cappello cardinalizio e il sole radiante tra le stelle, che rimandava al cardinale Pietro Filargo, divenuto poi pontefice con il nome di Alessandro V, e che allora era vescovo di Milano.


    Di questa, che venne detta Cappella Ducale, come venne ultimata la sua facciata, nel 1405, all'interno, in controfacciata, fu quasi subito decorata, nello spazio tra le due monofore, da un affresco su doppio registro, di uno sconosciuto pittore minore, legato ancora al gusto del secolo precedente, che vi raffigura nel registro superiore una Madonna in trono fra santi, ed in quello inferiore una Crocefissione che ripete l'iconografia della Crocefissione di Anovelo da Imbonate in San Marco a Milano.







    da augusto

    La Darsena: il porto di Milano

    La Darsena di MilanoNel 1603, la darsena e il vecchio lago di Sant'Eustorgio furono trasformati in porto di Milano dal governatore spagnolo De Fuente; in questo specchio d'acqua i milanesi pescavano, vedevano approdare i "barconi" provenienti dal Ticino e facevano il bagno.

    La Darsena di Milano

    Tra il 1830 e la fine del secolo, l'attività della darsena è più fiorente che mai, si registra una media di 8.300 barche tra maggiori e minori in entrata e uscita, per un movimento complessivo di 350.000 tonnellate l'anno.

    Durante la seconda guerra mondiale i Navigli registrano un ulteriore incremento dei traffici: l'aviazione degli alleati colpisce le normali vie di comunicazione terrestri, e la navigazione fluviale si presenta come una valida alternativa per movimenti di merci.

    Anche gli anni che seguono la fine del conflitto vedono il Naviglio risorgere con grande vitalità: nel 1953 la darsena di Porta Ticinese è al tredicesimo posto nella classifica dei porti nazionali per ricevimento merci.

    Oltre che dal Naviglio Grande, la darsena è alimentata anche da parte delle acque del fiume Olona, e ha per emissari il Naviglio Pavese e la Roggia Ticinello.

    La fine degli usi commerciali [modifica]
    Il Naviglio Grande a Milano, di notte.Sono comunque gli ultimi anni di un grande periodo di splendore che non vedrà una nuova alba. Il costo delle merci trasportate è diventato molto alto, e viene fatto apparire volutamente più alto per i forti interessi verso il trasporto su gomma.

    Così il 30 marzo 1979 l'ultimo barcone ormeggia alla darsena, scaricando l'ultimo carico di sabbia. Da quel giorno sui Navigli solo l'acqua continuerà a scorrere, ma solo per irrigare i campi, come era nelle prime intenzioni.

    Il Naviglio Grande a Milano, di notte.
    Solo negli anni recenti un programma regionale per la valorizzazione dei Navigli lombardi ha consentito il recupero (in parte finanziato dalla Regione Lombardia) di numerosi edifici storici nei comuni attraversati dal Naviglio Grande, nonché degli approdi e delle sponde dello stesso; è in fase di ripristino un servizio turistico di navigazione, dal comune di Abbiategrasso fino a Castelletto di Cuggiono.



    Barconi sul Naviglio - Bar, Ristoranti

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    i portici di piazza del duomo





    da raff

    Santa Maria delle Grazie è una chiesa di Milano, patrimonio dell'umanità dell'Unesco, insieme al Cenacolo di Leonardo da Vinci che si trova nel refettorio del convento.
    Nel 1463 il duca di Milano Francesco I Sforza fece costruire un convento domenicano ed una chiesa nel luogo dove si trovava una piccola cappella dedicata a Santa Maria delle Grazie.
    L'architetto fu Guiniforte Solari, il convento fu completato nel 1469 mentre per la chiesa fu necessario attendere il 1482. Altri cambiamenti furono eseguiti quando, salito al potere, Ludovico il Moro decise di cambiare il chiostro grande e l'abside della chiesa. La costruzione fu terminata intorno al 1490. Il Moro aveva anche deciso di fare delle Grazie il luogo di sepoltura degli Sforza e nel 1497 vi venne sepolta la moglie Beatrice d'Este. Secondo una antica tradizione milanese Ludovico il Moro fece anche costruire un cunicolo collegante il castello, poi chiamato Sforzesco al convento.
    Il tiburio dapprima fu attribuito a Bramante, anche se manca qualunque tipo di prova se non che il Bramante era in quegli anni ingegnere ducale e viene nominato una volta negli atti della Chiesa (una consegna di marmo nel 1494, ma gli studi più aggiornati propendono per l'Amadeo; si ritiene che il Bramante sia stato responsabile del progetto iniziale, ma non abbia poi seguito i lavori veri e propri, che sicuramente furono diretti da Giovanni Antonio Amadeo. La misura di base di 24 braccia milanesi utilizzata per la sacrestia fu usata dallo stesso architetto per il sacello in Santa Maria alla Fontana. Ancora nel 1497 acquistò 64 colonnine di pietra chiara di Saltrio per il tiburio e altri 128 pezzi di pietra bianca e nera da consegnare per il trasporto sul Ceresio a partire da Porto Ceresio o da Riva San Vitale.
    All'interno, nel corpo più antico della chiesa (in stile gotico), si segnalano, in una cappella di destra, gli affreschi con Storie della Passione di Gaudenzio Ferrari. Nella stessa cappella era un tempo conservata l'Incoronazione di spine di Tiziano oggi al Louvre.






    “Un mattino, sulle tracce dei miei desideri, lasciai casa nostra (…) Ma prima, com'ero abituato a fare da bambino, corsi dietro la casa nel giardino ancora ombreggiato”. Quest'aiuola lunga e stretta era la nostra preferita, il giardino dei nostri sogni: qui crescevano insieme tanti diversi tipi di fiori bizzarri, che noi amavamo e ammiravamo ben più delle rose che fiorivano nelle due aiuole rotonde. Quando il sole splendente illuminava il muro di edera, ogni pianta si mostrava unica nella sua particolare bellezza: (..)intanto studiavo il cielo annuvolato del mattino, tratteggiato da un intricato groviglio di sottili striature di nebbia e di lanosi batuffoli di nuvole...” da un racconto di H.Hesse





    da raff

    Questa foto è particolare....




    Milano...HO UNA CITTA'

    Ho una città per sognare,
    con lucide rotaie,
    fili d'acciaio nell'aria
    a strani, lunghi desideri,
    di cemento e di vetro
    lanciati verso il cielo.

    Una città per smarrirsi
    fra simmetrici viali,
    in un respiro di catrame,
    che preme che opprime,.
    Una città che non mi vede
    mentre l'ascolto, con amore..

    L. Pepe Diaz







    ecco un nostalgico

    da raff

    "Technicolors lights on Sforzesco castle"



    da augusto


    Basilica di Sant'Ambrogio

    Edificata tra il 379 e il 386 per volere del vescovo di Milano Ambrogio, fu costruita in una zona in cui erano stati sepolti i cristiani martirizzati dalle persecuzioni romane. Per questo venne dedicata ai martiri ed era chiamata Basilica Martyrum: lo stesso Ambrogio voleva riporvi tutte le reliquie dei santi martiri Satiro, Vittore, Nabore, Vitale, Felice, Valeria, Gervasio e Protasio. Sant'Ambrogio stesso vi venne sepolto e da allora cambiò nome, assumendo quello attuale.

    Nel IX secolo, subì importanti ristrutturazioni volute dal vescovo Angilberto II (824-860), il quale fece aggiungere la grande abside, preceduta da un ambiente sovrastato da volta a botte, sotto il quale si svolgevano le funzioni liturgiche. Nello stesso periodo, il catino dell'abside venne decorato da un grande mosaico ancora esistente [1], il Redentore in trono tra i martiri Protasio e Gervasio e con gli arcangeli Michele e Gabriele, corredato da due episodi della vita di Sant'Ambrogio.

    Il quadriportico e la facciataAl ciborio, di epoca ottoniana, vennero aggiunti quattro fastigi con timpano, decorati con stucchi nel X secolo ed ancora eccellentemente conservati. Sotto il ciborio venne collocato l'Altare di Sant'Ambrogio, capolavoro dell'oreficeria carolingia, in oro, argento, dorato, pietre preziose e smalti, quale vistoso segnale della presenza delle reliquie dei santi, collocate al di sotto dell'altare stesso e visibili da una finestrella sul lato posteriore.

    La basilica ha preso il definitivo aspetto tra il 1088 e il 1099, quando, sulla spinta del vescovo Anselmo, venne radicalmente ricostruita secondo schemi dell'architettura romanica. Venne mantenuto l'impianto a tre navate (senza transetto) e tre absidi corrispondenti, oltre al quadriportico, anche se ormai non serviva più a ospitare i catecumeni, ma come luogo di riunione.

    Il tiburio fu aggiunto verso la fine del XII secolo ma crollò ben presto (6 luglio 1196): venne subito ricostruito, con la particolare conformazione esterna caratterizzata da gallerie con archetti su due registri sovrapposti.





    Lassa pur ch'el mond el disa | ma Milan l'è un gran Milan | Pòrta Cicca e la Bovisa | che d'intorni pròpi san | e la nebbia che bellezza, | la va giò per i polmon. (Giovanni D'Anzi)

    * Lascia pure che il mondo parli, | ma Milano è una gran Milano | Porta Cicca [Ticinese] e la Bovisa | che dintorni proprio sani | e la nebbia che bellezza, | la va giù per i polmoni.


    da raff

    Piazza della Scala....invasa



    (foto Paolo Motta)



    # Non è vero che sono brutta. Non è vero che sopra di me c'è sempre la nebbia. Non è vero che sono fredda e penso solo ai soldi. [..] Per chi mi avete preso? Io sono Milano. E sono una bella signora. (Un giorno a Milano – Raffaella Rietmann, Michele Tranquillini)


    # Sei troppo bella per dirti addio | tu chiami e poi | noi tutti ubbidiamo. (Articolo 31)



    da raff

    San Lorenzo...



    (foto Giorgio Mercuri)

    da augusto

    EL GHISA

    Fu per via di quella strana tuba che usarono come copricapo, che gli si attribuì questo vezzeggiativo.
    Negli anni, le divise sono cambiate,il loro atteggiamento anche, ma il nomignolo no.
    Si associarono a questo anche altri appellativi, ma per una selezione silenziosa, il termine "ghisa" è giunto ai giorni nostri.

    Perche' infatti si dice ghisa?
    Almeno due le versioni. C'e' chi afferma derivi dal copricapo della prima divisa: un lungo cilindro grigio che ricordava i tubi di ghisa di certe stufe.
    E chi, al contrario, assegna la paternita' dell' ispirazione all' elmetto adottato agli sgoccioli dell' Ottocento, tanto rigido da suggerire che fosse appunto di ghisa.
    La questione e' apertissima, a voi la scelta.
    Incontestabile invece e' la data in cui il sindaco Beretta indisse il concorso sottoscrivendo in pratica la nascita del Corpo, il 21 giugno 1860.
    Dopo il periodo austriaco, spirava aria di libertà, ma la città si era trovata a frontaggiare problemi di ordine pubblico.
    Si trattava quindi di riorganizzare la gestione dell'ordine attraverso la costituzione di un "corpo" specifico.
    Benche' i disagi fossero evidenti, Beretta fatico' a imporre il progetto presentato dall' assessore Visconti Venosta.


    Ogni scusa era buona per dare voce alle polemiche sollevando obiezioni di carattere economico, oppure sostenendo che la creazione di un esercito municipale avrebbe generato ulteriore confusione.

    A seguito di tediose assemblee comunali, bandi di concorso, e iter di selezione, il 4 ottobre ha il via il primo pattugliamento di un corpo di "agenti organizzati" con la consegna di vegliare sull'esatta esecuzione di disposizioni municipali.

    Le comprensibili trepidazioni di Beretta vengono rapidamente risarcite, perche' in effetti i milanesi . quelli onesti, consolidano una tacita solidarieta' con i sorveglianti, ai quali elargiscono rispetto in cambio di una equa comprensione.
    Il rapporto si incrina sul finire del secolo.

    Il sindaco Giuseppe Vigoni tradisce l' originaria, pacifica ispirazione del Corpo di vigilanza imponendogli una ferrea filosofia militaresca.
    Persino l' uniforme va adeguata alla nuova impostazione.

    Il vecchio cilindro cede il posto a un elmetto con un sottogola, la lunga giacca si accorcia, stretta in vita da un cinturone.


    L'aspetto torna ad essere decisamente meno bellicoso qualche anno dopo con l' avvento dell' amministrazione Mussi decisa a rinconquistare la fiducia dei milanesi ancora scossi dalle follie repressive di Bava Beccaris nel 1898.

    Avanza il Novecento, si dilata la citta' , resta faticosamente al passo la polizia municipale.
    In questa fase gioca un ruolo di rilievo l' ispettore Armani il cui compito fu di girare l' Europa per studiare nuove tecniche di addestramento relativa alla difesa personale.
    L'inventiva dell'ispettore, lo portò a prende in considerazione l'atteggiamento di altre città europee.
    Nelle palestre inglesi, gli agenti prendevano lezioni sull'arte del jiu jitsu, in Francia i flic utilizzavano metodi che facevano leva sull'uso del manganello.
    Perfezionò quindi una personale tecnica di difesa personale che divenne dottrina e vanto dei "ghisa".

    Non potevano però immaginare, che la crescita del fenomeno automobilistico, sarebbe stato il principale nemico da fronteggiare. E' proprio in quegli anni, che le automobili cominciarono a circolare, come primi segni di ripresa a seguito del primo conflitto mondiale.
    Gli automobilisti, maldestri e inesperti ben piu' di oggi, incappavano in continui incidenti mettendo alla frusta i tutori dell' ordine, ai quali per fortuna davano una mano i primi semafori cresciuti in citta' dal 1925.
    Ma un' altra insidia minava la serenita' dei nostri.
    Sulla storia d' Italia s' allungava l' ombra greve del ciclo mussoliniano.
    Nel 1927 il corpo diventava mestamente Legione del Littorio e ai suoi ghisa legionari non restava che munirsi di regolare tessera fascista.
    Il Duce comunque non interferi' sull' attivita' delle guardie comunali limitandosi ad elevarne la statura minima da 170 a 175 centimetri, con l' idea che dovessero apparire piu' prestanti.
    E in effetti la seconda guerra mondiale le costrinse a un superlavoro, culminato con atti di autentico eroismo durante le incursioni aree del ' 43.


    Nel dopoguerra i vigili milanesi si tuffarono di nuovo nel pieno dell'impari battaglia contro il crescente esercito delle automobili.
    Per quanto li assorba, la viabilita' non e' l' unico compito preso in carico oggi dai vigili, impegnati in servizi sociali e mansioni legati alla civile conduzione della nostra citta' .
    Resta loro forse un rammarico: l' aver smarrito fatalmente la vecchia amicizia dei milanesi tra grappoli d' auto in sosta vietata con i fumi densi di uno scappamento.

    da raff

    Altra fotina particolare di Milano...

    ...mentre scattavo questa immagine a lunga l'esposizione è passata un'ambulanza con le sue luci lampeggianti blu sulla parte superiore.
    L'effetto è stato reallt strano, con il blu "spot" sembrano essere le lampade galleggianti in aria.
    Le diverse condizioni di luce non mi hanno permesso di avere la migliore qualità della facciata del Duomo, ma mi piaceva condividere l'effetto della ambulanza....
    (foto e commento di Giorgio Mercuri)







    castello forzesco






    Sì, Milano è proprio bella, amico mio, e credimi che qualche volta c'è proprio bisogno di una tenace volontà per resistere alle sue seduzioni, e restare al lavoro. Ma queste seduzioni sono fomite, eccitamento continuo al lavoro, sono l'aria respirabile perché viva la mente; ed il cuore, lungi dal farci torto non serve spesso che a rinvigorirla. Provasi davvero la febbre di fare; in mezzo a cotesta folla briosa, seducente, bella, che ti si aggira attorno, provi il bisogno d'isolarti, assai meglio di come se tu fossi in una solitaria campagna. E la solitudine ti è popolata da tutte le larve affascinanti che ti hanno sorriso per le vie e che son diventate patrimonio della tua mente. (Giovanni Verga)

     
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  2. gheagabry
     
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    da rino


    Castello Sforzesco, Torre del Filarete


    Castello Sfozesco. Torre dei Carmini


    Chiesa di S.Babila




    da me

    APRO UNA SOTTO RUBRICA


    A MILANO SI DICE..................


    - Va a cà a petanatt (vai a casa a pettinarti) cioè vai a fare quello che vuoi, basta che ti togli di mezzo!


    - Va a Bagg a sunà l'orghen (vai a Baggio a suonare l'organo): nella vecchia chiesa di Baggio l'organo è solo dipinto sul muro .. il senso è quello del detto precedente!




    Piazza della Scala....invasa

    ...il bambino sembra dire "dai nonno..
    posso portarla a casa..un posticino nella mia cameretta
    lo trovo!!!!




    da raff






    da lussy

    .image.MILANO..S.LORENZO DI NOTTE...

    image..GALLERIA DUOMO....

    da rino


    Palazzo di Storia Naturale


    Palazzo Dugnani e giardini pubblici




    da lussy


    image..IL PARCO..SEMPIONE..E LE LUCI DELLA CITTA'..

    RAFFA..CHE BELLO..SEI UN CAGNOLINO...SI..MI PIACE....GABRY..POI FACCIAMO UN PO'..IL RIEPILOGO....image.IL MONUMENTALE...

    [IMG]http://www.anticacredenzasantambrogiomilano.org/milanooggi/immagini/cadorna1.jpg[/IMGi tornanti di via Curie, sopra alle Ferrovie Nord

    image



    da rino



    Giardini Pubblici Montanelli


    Giardini Pubblici Montanelli


    Planetario

    .......e poi dicono che a Milano non c'èil verde :huh: :huh:

    da lussy

    image.UN INSOLITA VISTA NOTTURNA DEI BINARI DI CADORNA.....



    da raff

    Piazza XXIV Maggio...





    A MILANO DI DICE....



    - Mort impruvisa (morte improvvisa) detto di chi ha il viso stravolto .....


    - Quand pioeuvv, gotta i tecc (quando piove gocciolano i tetti) rivolto a chi dice banalità e cose ovvie




    da lussy

    image.NOTTURNO..DEL PARCO SEMPIONE



    image.CASTELLO SFORZESCO...




    la filastrocca è così...

    Ti che te tachet i tac
    tacum i tac a mi
    mi tacat i tac a ti
    ti che tachet i tac
    tacheti ti i to tac
    ti che te tachet i tac.



    da augusto


    Vèss tra 'l gnacch e 'l petàcch = stare così così, essere indisposti, o anche essere indecisi

    Te ghè inscì de cur = ne devi ancora fare di strada (per essere o per diventare ...)

    Scarliga merlüss che l'è minga el tò üss = vai altrove che qui non è aria

    Per pacià el paciotta per bev el bevòtta l'è a laurà ch'el barbotta= detto di uno sfaticato

    Fà e desfà l'è tt un laurà = un modo di lavorare assurdo, senza organizzazione insomma

    Restà cumpagn de quel de la mascherpa = restare di stucco

    poi ce ne sono un paioche mi ha insegnato mio nonno da bambino che non posso riportare....
    a dopo





    da me


    Dal Dialetto milanese...

    O Signur,
    damm la vita e l'unur,
    al coor cuntent
    e l'umet d'arent.

    Ovvero...
    O Signore, dammi la vita e l'onore, il cuor contento e un uomo accanto.






    A MILANO SI DICE...



    - Tri donn e un coo d'ai, el mercà l'è belle che fai! (tre donne ed una testa d'aglio ed ecco fatto il mercato): detto sulla loquacità delle donne ...

    - Mej un ratt in buca al gatt che un cristian in man a un aucat (meglio un topo in bocca ad un gatto che un uomo in mano ad un avvocato)

    - Chi spera in dal lot, sa l’è vistì, al va a cà biot (chi confida nelle vincite al lotto, se è vestito torna a casa nudo): mette in guardia sui pericoli del gioco d'azzardo





    da rino


    Cavallo di Leonardo


    il "Pirellone"



    Ti che te tachet i tac


    tacum i tac a mi
    mi tacat i tac a ti
    ti che tachet i tac
    tacheti ti i to tac
    ti che te tachet i tac.


    TRADUZIONE

    te che attacchi i tacchi
    attaccami i tacchi a me
    e io li attacco a te
    te che attaccchi i tacchi
    attaccati i tuoi tacchi
    te che attacchi i tacchi



    lussy è uno scioglilingua.....non ha molto senso



    A MILANO SI DICE..


    - Scuà il mar cunt la furcheta (scopare il mare con la forchetta) fare qualcosa di inutile ed impossibile


    - l'ha pitturaa el ciel de l'Arèna (ha dipinto il soffitto dell'Arena): l'Arena, grande anfiteatro costruito nell'epoca napoleonica dall'architetto Canonica, non ha soffitto; si dice a chi si vanta di grandi imprese

    - Al ta da gnanca la pell d'un pioeuc (non ti regala neanche la pelle di un pidocchio) .... dicesi di persona molto avara!

    - Hin parent per part de la zuca ne l'ort (sono parenti per parte della zucca dell'orto) .... non hanno legami di perentela





    da lussy












    FILASTROCCHE




    A brascet dal mè umet,
    quant l’hè stuff
    al fa i pét
    quant al mena la pulenta
    al fa girà
    anca al butun dal ventar.


















    intorno a milano




    da augusto


    Case di ringhiera

    La classica casa di ringhiera era composta da
    appartamenti con due stanze, una era la
    "zona giorno", usata per cucinare e mangiare,
    per leggere, discutere o lavare i panni,
    mentre nell'altra, la "zona notte", si dormiva.
    In molte delle case originarie non esisteva
    l'acqua corrente, e molte delle attività si
    svolgevano in pubblico, nel cortile.


    I servizi si trovavano sul ballatoio e non
    all'interno delle case, gli appartamenti
    erano riscaldati con il carbone.


    La vita quotidiana era condivisa, il tempo
    libero veniva spesso trascorso sui ballatoi
    a chiacchierare, le porte di casa erano
    sempre aperte, i bambini giocavano in
    cortile sotto gli occhi di tutti.

    fonte Dott.a Anna Bonalumi



    palazzo reale




    le guglie del duomo





    ciao zialaila....grazie







    A MILANO DI DICE...

    A ta parat la stia pizigheta
    ...Ovvero...Sembri la strega dispettosa..
    Riferito a qualcuno spettinato

    Ai temp del Carlo Cudega e del Toni Tegula
    ...Ovvero...Ai tempi di Carlo Cudega e Toni Tegola..
    Tanto (ma veramente tanto) tempo fa

    Al mond gh'è domà dò disgrazi:
    voeuna l'è quella de podè nò vegh quell che se voraria,
    l'altra... l'è quella de veghel gemò.
    ...
    Ovvero...
    Al mondo ci sono due disgrazie:
    una è quella di non poter avere quello che si desidera.
    L'altra... è quella di averla già.


    Pinacoteca di Brera


    Il Palazzo di Brera


    Il palazzo, sorto su di un antico convento trecentesco dell'ordine degli Umiliati e successivamente passato ai Gesuiti che vi stabilirono una scuola, conobbe l'assetto attuale, solido e austero, a partire dall'inizio del Seicento ad opera di Francesco Maria Ricchini.

    Nel 1773, a seguito dello scioglimento dei Gesuiti, il Collegio di Brera divenne proprietà dello Stato e l’Imperatrice Maria Teresa d’Austria volle farne sede di alcuni dei più avanzati istituti culturali della città: oltre all’Accademia di Belle Arti e all’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, la Biblioteca Nazionale Braidense, l’Osservatorio Astronomico e l’Orto Botanico.


    Incaricato della progettazione e prosecuzione dei lavori fu Giuseppe Piermarini, uno dei protagonisti del Neoclassicismo in Italia.
    A lui si devono la sistemazione della biblioteca (un salone è visibile dalla sala I della Pinacoteca), il solenne portale di ingresso su via Brera, ed il completamento del cortile, al cui centro fu posta nel 1859 la statua bronzea che raffigura Napoleone in veste di Marte pacificatore, fusa a Roma su modello di Antonio Canova.


    Nel corso di tutto il XIX secolo logge, cortili, atri e corridoi furono destinati ad ospitare monumenti che celebrassero pubblicamente artisti, benefattori, uomini di cultura e di scienza legati all'istituzione braidense. Tra gli esempi migliori di questo ricchissimo e poco conosciuto arredo sono i monumenti a Cesare Beccaria di Pompeo Marchesi ed a Giuseppe Parini di Gaetano Monti, visibili sullo scalone di accesso alla Pinacoteca.



    castello sforzesco












    tra le vie di milano



    ..un collage....















    da augusto

    Brera è un quartiere di Milano appartenente alla zona 1.

    La zona si chiama così ricalcando il nome di via Brera. Gli artisti che fin dal XIX secolo gravitavano attorno all’Accademia di Belle Arti hanno trasformato il quartiere in uno dei più caratteristici di Milano. Dopo il periodo bohémien, Brera è oggi un quartiere famoso per lo stile raffinato, soprattutto per i negozi di antiquariato e per il mercatino che si tiene ogni terza domenica del mese in via Fiori Chiari.



    ARCO DELLA PACE

    L'Arco venne ideato da Luigi Cagnola nel 1807 per accogliere in modo trionfale l'arrivo di Napoleone in città. La disfatta napoleonica portò all'interruzione dei lavori, che vennero ripresi per volere di Francesco I d'Austria. L'Arco venne intitolato in onore della pace raggiunta nel 1815. Il completamento dell'opera venne realizzato dal Peverelli e dal Londonio e l'Arco venne inaugurato nel 1838 da Ferdinando I d'Austria. Il monumento è in granito, ornato da diverse statue e rilievi e sormontato da un gruppo bronzeo opera del Sangiorgio, raffigurante sei cavalli che conducono un carro guidato dalla Pace
     
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    ADESSO POSSO DIRE DI AVER FATTO UN GIRO PER MILANO....GRAZIE
     
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    Itinerario fra le Ville del Naviglio Grande
    Scritto da Domenico Iacaruso

    Partendo da Milano potete percorrere il Naviglio Grande in bici, in moto o in automobile: il percorso, assai semplice e ben segnalato da cartelli stradali, prevede un totale di circa 20 km da Gaggiano a Robecco sul Naviglio.

    Partite dal centro di Gaggiano: lì troverete il Palazzo Venini Uboldi
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    e la barocca villa Marino
    image

    che si dice luogo essere stato luogo di villeggiatura del banchiere Tomaso Marino. Dal centro del paese potete intraprendere il percorso degli antichi Monasteri, oppure proseguire lungo la Statale 494 verso Abbiategrasso: arriverete a Castelletto,
    image

    piccolo pittoresco borgo nel punto in cui il Naviglio si divide: qui potete vedere il grande Palazzo Cittadini
    image è un rudere oramai

    dove ha soggiornato Giuseppe Mazzini, con ricchi affreschi settecenteschi all'interno.

    Uscendo da Castelletto verso Abbiategrasso giungerete in via Mazzini: lungo la strada ecco il Palazzo Corio,
    un tempo sede del Dazio e poco oltre l'imponente Villa Sala Cocini, settecentesca. Giunti nel centro di Abbiategrasso recatevi in via Teotti dove prospetta la facciata di Casa Orsini di Roma,
    image(Casa Orsini di Roma è un palazzo costruito nel 1600 in via Teotti 15 da una famiglia milanese che la trasformò in una raffinata dimora. A seguito del declino economico degli Orsini di Roma, nel corso dei secoli, si sono succeduti vari proprietari fino alla recente acquisizione da parte della Banca Monte dei Paschi di Siena, che ha deciso di utilizzare i suoi spazi per esporre pezzi significativi della Sua collezione d’arte e di arredare le sale del palazzo in modo da permetterne la fruizione al pubblico.)
    che ha mantenuto le forme medievali e rinascimentali. Spostatevi poi in via Cattaneo per visitare la Villa Comunale Sanchioli,
    image

    di recente restaurata, con un ampio parco circostante e strutture risalenti al Settecento e all'Ottocento.

    Lasciando Abbiategrasso fate tappa a Cassinetta di Lugagnano: il settecentesco Palazzo Negri
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    è sede del Comune, ma non fermatevi solo lì perché il paese è ricco di bellissime dimore signorili: Villa Visonti,
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    neoclassica, Villa Eusebio,
    image
    settecentesca, Villa Trivulzio,
    image

    esempio di raffinato neoclassicismo nei modi del Piermarini e infine Villa Clari Monzini, dell'inizio del Settecento.
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    Potrete concludere l'itinerario sempre lungo il Naviglio Grande a Robecco: altra località ricca di dimore nobiliari, fra le quali la più spettacolare è certamente Villa Archinto,
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    dell'architetto abbiatense Carlo Federico Pietrasanta, incompleta ma affascinante nell'affaccio delle sue merlate torri sull'acqua del canale; accanto troverete Villa Gandini, un tempo corte di divertimenti di Ludovico il Moro, esistente già nel XIV sec., rimaneggiata nei successivi. Dall'altra parte del Naviglio vi è la Casa Sironi Marelli,
    con ricchi giardini, mentre più all'interno del paese sorgono Villa Gromo di Ternengo,
    image
    seicentesca, e Villa Scotti, sede del Municipio, dell'inizio dell'Ottocento.
     
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    Parco della Valle del Lambro



    fontan2jpg



    Il Parco della Valle del Lambro è stato istituito con Legge Regionale numero 82 del 16 settembre 1983.

    All'atto istitutivo comprendeva 33 Comuni e le Province di Milano e Como. Con la Legge Regionale 1/96 il numero di comuni è passato a 35 (con l'ingresso nel Consorzio dei Comuni di Correzzana e Casatenovo) e si è aggiunta la Provincia di Lecco di nuova istituzione. La sua attuale superficie è quindi di 8.107 ha di cui 4.080 ha di parco naturale. L'intero parco, dopo le elezioni provinciali del giugno 2009, è entrato a far parte della Provincia di Monza e Brianza.


    jpg
    il fiume lambro ad Agliate


    Il suo territorio si estende lungo un tratto di 25 km del fiume Lambro compreso tra i laghi di Pusiano e di Alserio a nord e il Parco della Villa Reale di Monza a sud.
    Il territorio del Parco comprende il tratto collinare del fiume Lambro e presenta caratteri differenti lungo il suo percorso.


    0808250726_622866_BOSALAG1_4_6238763_medium
    lago di Pusiano

    Brianza-Lago-Alserio
    lago di Arserio

    La zona dei laghi corrisponde a quella di più spiccato interesse naturalistico, comprendente ambienti lacustri, già in parte tutelati dalla Riserva naturale orientata della Riva Orientale del Lago di Alserio. Entrambi i laghi sono infatti Siti di Interesse Comunitario (SIC).

    Più a sud le aree urbanizzate prendono il sopravvento ma rimangono ancora aree libere di notevole interesse come i due Siti di Interesse Comunitario Valle del Rio Cantalupo e Valle del Rio Pegorino.


    lambro1
    Valle del Rio Cantalupo

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    valle del Rio Pegorino

    Tutto il corso brianzolo del fiume è intercalato dai vecchi opifici, dai mulini ad acqua e da antichi borghi anche medioevali. Una visita particolare merita la basilica di San Pietro d' Agliate in comune di Carate Brianza, costruita nel IX secolo.
    E’ una chiesa costruita con ciottoli e rozzi conci, ma la sua struttura pur essendo arcaica già preannuncia elementi dell’imminente romanico.


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    basilica di S. Pietro d'Agliate




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    il battistero romanico di Agliate

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    Il battistero protoromanico di Agliate



    A sua destra si trova il Battistero, il quale presenta la soluzione, unica nel suo genere, della pianta a nove lati, due dei quali compresi nell'abside. Il materiale costruttivo è simile a quello della basilica, con alternanza di tratti a spina di pesce e di grossi conci.


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    Immersa in un grande parco c'è villa Taverna di Canonica al Lambro (Triuggio), probabilmente un antico fortilizio. L'Edificio, dopo aver subito ampliamenti ed adattamenti successivi su progetto di Pellegrino Tibaldi, assunse definitivamente pianta a "U", schema tradizionale delle ville patrizie lombarde del XVI sec. Agli inizi del XVII sec. la villa divenne tristemente famosa per aver ospitato Giampaolo Osio, conosciuto dai più come Egidio, l'amante della Monaca di Monza (personaggi manzoniani). L'Osio, omicida, braccato dalle autorità, trovò rifugio presso la villa, venne in seguito arrestato e fatto sopprimere negli scantinati della villa stessa.
    Oggi all'interno della Villa, indenne da modifiche, è possibile ancora ammirare il giardino all'italiana che conserva l'originario schema compositivo cinquecentesco, le notevoli sale a volta ed un monumentale scalone che conduce al piano superiore. Unitamente inserito nel complesso monumentale, e disposto in posizione più elevata, rispetto alla villa, si trova la Chiesina Barroca di S.Eurosia (1735). Sorge altresì a Canonica una taverna che vanta origini antichissime, come riporta la lapide posta nell'andito d'ingresso: "Ancora vivente Ludovico il Moro di questo albergo il focolar s'accese e di sua fiamma ancor puoi far tesoro"

    All'ampiezza e alla varietà delle vedute panoramiche si aggiunge un'orografia caratterizzata da altopiani, piccole valli scavate dai fiumi, rogge e torrenti e da grandi estensioni di prati intercalate da più modeste zone boschive. Alcuni sentieri e percorsi ciclocampestri consentono di fruire di buona parte del suo percorso; altri sono in costruzione o programmazione.


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    nuovo ponte ciclabile sul Lambro


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    Un aspetto di particolare interesse è dato dalla presenza di numerose ville patrizie, con i relativi giardini storici: fra queste la nota villa Visconti di Macherio. Un valore dei tutto eccezionale, in proposito, riveste il complesso del Parco di Monza e dei giardini della Villa Reale di Monza.



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    villa- giardini Reale di Monza

    Il Parco di Monza, esteso quasi 700 ettari, costituisce uno tra i maggiori parchi storici europei ed il maggiore tra quelli cintati da mura. Voluto da Eugene de Behaurnais dei diversi sovrani che nel tempo hanno soggiornato a Monza, Ferdinando II, Ranieri d'Austria sino ad Umberto I Savoia. Ma i veri artefici dei cambiamenti sono stati, in realtà, i giardinieri, gli architetti e gli amministratori che si sono occupati della sua manutenzione e del suo sviluppo. Con l'inizio del secolo, il disegno originario è stato ulteriormente e profondamente alterato dall'introduzione di attrezzature ed impianti che poco avevano a che fare con l'ambiente circostante. Nonostante tutto questo, il Parco di Monza è, ancora oggi un paesaggio unico, caratterizzato da notevoli valori storici, culturali ed ambientali. Oggi, percorrendo i suoi viali di antiche origini, è possibile, socchiudendo gli occhi, osservare un piccolo concentrato di quello che era la Brianza ottocentesca: boschi, prati, coltivi, il Lambro, le cascine e le ville, inseriti in un ambiente apparentemente naturale, ma attentamente progettato. Un parco senza precedenti ed ancora oggi unico nel suo genere.




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    CanocchialeVilla-Web






    D: provincia.milano.it
    foto web
     
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  7. tomiva57
     
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    Parco delle Groane



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    Il Parco delle Groane occupa il più continuo ed importante terreno semi naturale dell'alta pianura lombarda a nord ovest di Milano.
    Si tratta di un territorio di brughiera di peculiare interesse geologico, costituito da ripiani argillosi "ferrettizzati" che determinano una specificità ambientale e floristica.

    La vegetazione dei luoghi è caratterizzata da estese brughiere (fra le più meridionali d'Europa), che si evolvono gradatamente verso il bosco di pini silvestri e betulle, fino a maturare in boschi alti di querce e carpini.


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    Boschi di Sant'Andrea


    Notevoli gli elementi di interesse storico-artistico, quali il Castellazzo di Bollate, la Valera di Arese, Villa Borromeo a Senago, Cascina Mirabella a Lentate sul Seveso e le testimonianze di archeologia industriale.

    Il Parco delle Groane è stato istituito nel 1976 e nel 1980 è nato il suo Consorzio di gestione, fra la Provincia di Milano e 17 comuni, fra cui Milano stesso.


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    Occupa una superficie di oltre 3.400 ettari ad ovest della valle del Seveso, per metà circa fa parte della Provincia di Monza e Brianza.

    Circa 1.200 ettari della sua superficie hanno un elevato valore naturalistico, tanto da formare due siti d'importanza comunitaria ai fini della direttiva "Habitat"; in particolare la Pineta di Cesate è il sito più vicino alla Madonnina, da cui dista solo 15 chilometri.

    Icona documento 'Formato PDF' Direttiva "Habitat" (formato PDF - 79 KB)

    Qui sopravvivono le ultime pinete silvestri, i boschi di querce , betulle e carpini, le brughiere.

    Qui oltre cento specie d'uccelli (su 400 europee) trovano rifugio e molte nidificano.



    Se si abbandonano le strade carrozzabili, per seguire i sentieri le numerose piste ciclabili, si può scoprire un mondo incantato, assolutamente sorprendente per la realtà metropolitana che lo circonda.

    Fra i luoghi di maggiore interesse si può segnalare:




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    villa Arconati


    La villa Arconati e il borgo di Castellazzo, secentesco agglomerato incontaminato nella sua campagna, con un gardino alla francese fra i più miribali di Lombardia; nella villa si conservano preziosi affreschi barocchi e un colosso d'età imperiale di eccellente fattura, che il Conte Galeazzo Arconati aveva acquistato a Roma, come statua di Pompeo Magno, ma che recenti studi identificherebbero nella figura di Tiberio;



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    La Cà del Re, estesa brughiera fra Solaro e Brollo, dove sopravvivono molte specie ormai estinte altrove;


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    Il sito della Polveriera di Ceriano, oggi sede del Consorzio; al suo interno l'area delle riservette militari sta recuperando l'antico rigoglio selvatico, con grandi querce e angoli incontaminati;



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    L'oasi di Cesano, area di riqualificazione ambientale voluta dal comune di Cesano Maderno: qui una vecchia cava è divenuta una estesa zona umida dove gli uccelli migratori possono sostare in tranquillità nel pieno della città brulicante e a un passo da zone industriali recentemente bonificate;


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    I boschi di Sant'Andrea, i più estesi del parco, fra Cogliate, Barlassina e Misinto, con possenti quercete, ampi prati e piacevoli piste ciclabili.


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    Le vecchie fornaci dismesse per la produzione dei mattoni con cui è stata costruita la città.




    da:provincia.milano.it
    foto:web
     
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6 replies since 5/8/2010, 13:15   8318 views
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