PINGUINI, FOCHE, TRICHECHI ECC

Animali che vengono dal freddo

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  1. gheagabry
     
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    Dobbiamo sempre ricordare con gratitudine e ammirazione i primi navigatori che condussero le loro navi attraverso nebbie e tempeste, e aumentarono la nostra conoscenza delle terre di ghiaccio del Polo Sud. (Roald Amundsen)



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    I PINGUINI



    I pinguini sono degli uccelli dal corpo affusolato più simili a pesci che a volatili, in quanto trascorrono la maggior parte della vita dell’oceano e naturalmente non riescono a librarsi nel cielo. Questi animali, tanto buffi quanto eleganti, sono un successo dell’evoluzione e capaci di resistere al freddo glaciale.
    Ma come mai gli uccelli si sono differenziati nei pinguini?
    Gli antichi dinosauri pennuti si diversificarono dai loro simili per conquistare i cieli: apparvero gli specialisti del volo planato che riuscivano a cacciare diventando esperti nell’arte della pesca.
    Il problema è che la competizione diventò così feroce che alcune specie di uccelli tornarono sulla terra ferma per competere con i mammiferi. Tuttavia, l’ecosistema meno sfruttato ma con risorse illimitate era il mare, soprattutto quella regione polare: gli uccelli pescatori possono catturare le loro prede a una profondità di pochi metri, ma più in profondità c’era una gigantesca dispensa di cibo.
    Così dopo millenni di evoluzione si svilupperà un uccello prodigioso, impermeabilizzato: il pinguino!
    I pinguini sono gli unici uccelli plantigradi, cioè sono i soli che riescono a camminare sulle piante delle zampe. Non stupitevi, tutti gli altri uccelli stanno in equilibrio sulle dita al contrario di quello che si può pensare. Le zampe sono attaccate così indietro che a terra l’animale deve stare perfettamente eretto per camminare. Per quanto riguarda le ali, esse si sono evolute in un paio di pinne piatte dotate di ossa resistenti e forti muscoli ancorati all’ampio torace. Ma come possono resistere al freddo? Semplice! La natura ha dotato i pinguini di penne speciali diffuse in tutto il corpo che impermeabilizzano l’animale e mantengono la temperatura corporea.
    L’isolamento è migliorato da uno strato di aria calda. Per evitare che le penne si rovinino, i pinguini spargono con il becco un grasso impermeabilizzante secreto da una ghiandola speciale nella coda.
    Nella testa, vi sono delle ghiandole speciali poste tra gli occhi e il becco che eliminano il sale ingerito quando il pinguino cattura le prede nell’oceano.
    Nonostante i prodigiosi adattamenti alla vita in mare che consentono a questi uccelli di restare nell’oceano per mesi, tutti i pinguini attraversano due fasi nelle quali devono tornare a terra: la muta e la riproduzione.
    Il corpo dei pinguini non è coperto da penne ma da un denso strato di pelliccia, l’adattamento più sofisticato dell’uccello che lo protegge in mare. Questa muta impermeabile è così resistente da rimanere compatta e morbida anche con raffiche di vento che soffiano a più di 100 chilometri all’ora. La forma delle penne crea una specie di rete che isola il corpo dell’animale.
    Capirete bene, come in queste condizioni estreme perdere le penne potrebbe costare la vita ai pinguini e dunque, la natura ha trovato un rimedio: sotto il calamo centrare di una penna ne cresce subito un’altra così che i pinguini non sono mai esposti al freddo polare....per resistere alle temperature sotto zero, non devono perdere l’isolamento termico e depongono le vecchie penne un po’ per volta, a zone. Nella fase della muta, il momento più critico dell’anno, questi uccelli consumano il doppio dell’energia spesa normalmente, in quanto l’isolamento termico è ridotto e per scaldarsi devono usare molta energia.


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    Per procacciarsi il cibo, i pinguini si tuffano da un promontorio di ghiaccio che permette loro di vedere se c’è nei paraggi qualche pericoloso predatore, tra cui la temutissima foca leopardo.
    Anche se non avvistano nemici, prima di tuffarsi esitano a lungo: qualcuno finge di tuffarsi e si arresta sull’orlo del baratro, altri spingono giù quelli più vicino al bordo per vedere se, una volta in acqua, saranno attaccati.
    Chi parte prima, per scelta o per necessità, ha campo libero per procurarsi il suo cibo, ma si assume qualche rischio più degli altri. Quando sono saltati in acqua i primi, i pinguini si tuffano tutti in gruppo.



    I pinguini scelgono i loro partner per la vita, infatti le coppie restano fedeli tra loro. Durante la stagione degli amori, i maschi aspettano il ritorno delle femmine, ma per i pinguini non ancora accoppiati?
    Il giovane scapolo osserva la femmina. Il corteggiamento può risultare poco elegante data l’inesperienza e all’inizio la femmina fa la preziosa ma a furia di insistere il corteggiatore ottiene ciò che vuole e la femmina cede alle avances.
    I pinguini sono animali coraggiosi e fedeli: sanno come proteggere il proprio compagno o i piccoli. L’arma di difesa? Il becco! Con quest’ultimo posso dare colpi molto forti, grazie alla robustezza del becco.




    I pinguini sono della famiglia degli “Sfeniscidi” e vivono sulle coste di tutto l’emisfero australe, compreso il Polo sud e le Galapagos.
    Ci sono ben 17 specie di pinguini, tra i più diffusi ci sono:

    Il pinguino imperatore è la specie più grande di pinguino, può infatti raggiungere i 120 cm di altezza.E’ noto per le sue spiccate abilità di immersione : ragginge i 350 metri di profondità e riesce a restare sott’acqua 20 minuti.
    Il pinguino reale è un abitante delle regioni antartiche e subantartiche. Anche i pinguini di questa specie sono piuttosto grandi, raggiungono i 90 cm di altezza.
    Il pinguino di Adelia è caratterizzato da un becco molto corto ed una altezza di circa 76 cm. Fin ora è una delle specie più diffusa. Una curiosità riguardo a questo uccello è che è in grado di diguinare addirittura per 6 settimana, quando si occupa di covare le uova.
    I pinguini crestati sono quelli che vivono più a nord: dall’Antardide fino alle coste dell’Australia ma anche Tasmania e nuova Zelanda.
    Il pinguino artico è noto per essere il più piccolo dei tutte le specie.



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    ....nella storia....



    Il primo a menzionare i pinguini fu Andrè Thevet, uno scienziato francese, il quale nel 1558 li avvistò in Patagonia.
    Anche il celebre Capitan Cook scrisse di averli incontrati in un suo viaggio in Australia, descrivendoli come “uccelli in frac”.
    Altri esploratori avevano incontrato, nei mari del nord, esemplari conosciuti come Alca impenne che gli abitanti locali chiamavano Geirfugl. Questi ultimi assomigliavano ai pinguini del sud. Gli ultimi esemplari di Geirfugl furono uccisi nel 1844 e l’intera specie si estinse.
    Il nome che in origine era stato attribuito dagli ornitologi ai pinguini era pen gwyn, letteralmente testa-bianco. Per la somiglianza tra le due razze, era il nome usato per entrambe. In seguito all’estinzione dei geirfugl non ci fu più motivo di cambiare nome ai pinguini.




    ..........nei film.........



    Happy Feet: esilarante animazione, che fa il verso al Brutto anatroccolo
    Un pinguino goffo e stonato, salvato dalla sua passione per il mambo. E' Happy Feet, la moderna rilettura del Brutto anatroccolo, con cui la Warner Bros. prova a vincere la sfida natalizia dell'animazione. "Un mix di commedia, romanticismo e avventura senza precedenti"..Sulla scia del documentario premio Oscar La marcia dei pinguini e del trascinante quartetto mafioso visto nel milionario Madagascar, il protagonista è appunto Mambo. Anche lui cucciolo di pinguino imperatore, è però condannato all'emarginazione dalla sua totale negazione al canto. Un particolare non trascurabile, soprattutto per una specie che di quest'arte fa la sua arma di seduzione durante la stagione degli amori. Da qui l'inizio della sua odissea e il "viaggio alla riscoperta del valore della diversità"...A salvarlo è l'incontro con un quintetto di latinos, pinguini con il mambo nel sangue e le tipiche movenze sudamericane, come la loro trascinante parlata. Da qui, sullo sfondo di aurore boreali e sterminate distese di ghiacci, l'inizio della sua rinascita e l'incontro con il guru dei pinguini.


    Pinguino (Penguin), il cui vero nome è Oswald Chesterfield Cobblepot, è un personaggio dei fumetti creato da Bob Kane e Bill Finger nel 1941, pubblicato dalla DC Comics. È uno dei principali e più famosi nemici di Batman.



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    ...una canzone...


    Guarda, guarda, guarda
    Il Bel Pinguino Innamorato
    col colletto duro e con il petto inamidato ...
    Va Passeggiando sopra il pack
    Molto un'aria con pulcino
    dondolando mollemente il frac.

    Sotto al chiar di luna
    Va a cantar la serenata
    Colomba fa la nanna
    la pinguina Innamorata
    "Oh, bella dell'amor Figlia,
    figlio schiavo dei Vezzi Tuoi,
    Tutto Tuo figlio io se tu mi vuoi! "

    Ma il papà della pinguina
    ESCE con la scopa in man:
    "Lascia star la mia bambina!
    Via di qua, o marran! "

    Quatto, quatto, quatto
    Il Bel Pinguino Innamorato
    con il cuor trafitto
    s'allontana disperato ...
    NELLA notte Poi s'ode scegliere delle Nazioni Unite.
    Sopra il pack Che ha Fatto crack
    s'è sparato il bel pinguino in frac.
    Povero Pinguino Innamorato
    non lo soffrir destino Più.





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    Edited by gheagabry1 - 25/3/2020, 16:59
     
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  2. ZIALAILA
     
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    ...... i cuccioli


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    Durante la cova, che dura dai trenta ai sessanta giorni, i genitori si alternano in questo compito, ad eccezione dei maschi dei pinguini imperatori, che sono gli unici responsabili delle uova.


    In tutte le altre specie, mentre un genitore cova, l'altro si procura il cibo in mare, in modo che le uova non vengano mai abbandonate. Infatti oltre a proteggere dal freddo le uova, i genitori devono proteggerle dagli altri uccelli predatori, come i gabbiani, e addirittura dagli stessi pinguini, che hanno la cattiva abitudine di rubare le uova degli altri. Dopo la nascita dei piccoli le colonie di pinguini tornano al mare e migrano verso regioni dove la pesca è più abbondante.

    I pinguini si riconoscono tra loro attraverso dei segnali sonori e così si fanno riconoscere anche dai loro piccolini.
    Il suono cambia se si tratta di 'chiamare' un altro pinguino o se vogliono fare un corteggiamento.

    La chiamata di un pinguino verso un altro può essere sentita anche nel raggio di un chilometro.


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    Edited by gheagabry1 - 25/3/2020, 17:02
     
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  4. ZIALAILA
     
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    il guinness dei pinguini



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    l'uovo del pinguino Imperatore puo' pesare oltre 500 gr.


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    il pinguino Papua per costruire il suo nido puo' utilizzare fino a 1700 ciottoli e 70 penne


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    un pinguino Imperatore puo' digiunare tra i ghiacci per 120 giorni consecutivi

    il pinguino di Adelia consuma oltre 1kg. di krill e di pesci ogni giorno


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    il battito del cuore del pinguino di Adelia e del pinguino Papua durante le immersioni passa da 100 a 20 battiti al minuto


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    i pinguini hanno piu' penne degli altri uccelli : 11-12 per cm quadrato


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    il pinguino piu' raro e' il pinguino degli Antipodi di cui si stima rimangano meno di 2000 coppie


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    i primi europei a vedere i pinguini furono probabilmente i marinai portoghesi della spedizione di B. Diaz al Capo di Buona Speranza nel 1487-88 .



    il pinguino fossile piu' grande era alto 1,8 m. e pesava 135 kg.

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    Edited by gheagabry1 - 25/3/2020, 17:05
     
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  5. gheagabry
     
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    Sono entrate nelle nostre vite sin da piccoli, per i film, i cartoni animati e gli spettacoli del circo e degli acquari.....



    LE FOCHE


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    Le foche sono mammiferi di origine terrestre, che discendono probabilmente dalle lontre primitive e si sono gradualmente evolute verso una forma acquatica. L’adattamento è avvenuto attraverso la ritrazione degli organi esterni, l’acquisizione di una forma idrodinamica e la trasformazione degli arti in pinne. Ciò nonostante, le foche, a differenza delle balene e dei delfini, non hanno abbandonato completamente l’ambiente terrestre, al quale fanno ritorno per riprodursi.
    Foche, Otarie, Leoni marini e Trichechi appartengono alla Superfamiglia dei Pinnipedi, hanno caratteristiche e comportamenti simili (come il riprodursi sulla terraferma o sul ghiaccio), che portano a confonderli, in realta' hanno particolari che li caratterizzano e distinguono.

    Le Foche (Phocidae) appartengono alla famiglia dei Focidi e sono particolarmente adatte alla vita marina;
    hanno un corpo allungato, irregolarmente cilindrico, rivestito da uno spesso strato adiposo ricoperto da un fitto pelo corto, vellutato, impermeabile all'acqua.
    Hanno la testa piccola e leggermente appiattita ed orecchie prive di padiglione auricolare esterno.
    Il muso e' provvisto di alcuni baffi lunghi e robusti detti vibrisse. Gli arti anteriori sono trasformati in pinne.
    Le zampe posteriori sono anch'esse completamente trasformate in pinne e non si possono piegare in avanti;
    dunque per muoversi sulla terraferma strisciano sul ventre, in un modo che ai nostri occhi appare goffo.


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    Quei buffi animali che si vedono protagonisti di spettacoli nei circhi, obbediscono prontamente al domatore ed interagiscono con lui quasi come i cani,
    non sono foche ma otarie.
    Infatti, una foca non sarebbe mai capace di assumere quelle posizioni di equilibrio, né muovere il collo e le zampe in quel modo. E non avrebbero neanche una capacita comunicativa come quella delle loro parenti orecchiute, le otarie. Queste ultime, invece, in particolare i leoni marini delle coste californiane, ci sorprendono per la loro abilita quando le vediamo giocare con un pallone, lanciarlo o tenerlo in equilibrio sul muso, oppure battere fra loro le pinne anteriori come se volessero applaudire. A parte le riflessioni etiche su questo uso di animali selvatici costretti a svolgere attivita che non sono certo spontanee per loro (lo dimostrano le numerose sardine che l'addestratore deve fornire alle otarie durante lo spettacolo...), e interessante capire che le capacità interattive delle otarie, come quelle dei cani, sono dovute alla loro grande socialita e a livelli avanzati di comunicazione.
    Le Otarie ed i Leoni marini appartengono alla famiglia dei Otaridi, sono muniti di un piccolo padiglione auricolare, da cui appunto il nome della famiglia alla quale appartengono: Otaridi, infatti, deriva dal greco Otos, orecchio.
    Questi, a differenza delle foche, nuotano soprattutto con le pinne anteriori e possono piegare in avanti le pinne posteriori, usandole anche fuori dall'acqua per il movimento e riescono a sfruttarle per assumere una posizione semi-eretta.


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    I Trichechi (Odobenus rosmarus) appartengono alla famiglia dei Odobenidi, quindi non sono i maschi delle foche come si crede comunemente. Il termine Odobenidi deriva dal greco odus-odontos, dente, e baino, camminare.."che camminano con i denti".
    Difatti i Trichechi, sia maschi che femmine, hanno le zanne (sono i canini superiori) che nei maschi adulti possono arrivare a misurare 75 cm di lunghezza. La loro funzione e' prevalentemente ornamentale, conferendo ai maschi meglio dotati una posizione gerarchica molto alta all'interno dei branchi; ma i trichechi le adoperano anche per alimentarsi, ancorandosi al fondo fangoso dove ricercano, con le numerose vibrisse (i vistosi "baffoni"), i molluschi di cui si nutrono, per sfondare il ghiaccio per respirare e per spostarsi sulla terra ferma.
    Il tricheco arriva a pesare due tonnellate e ad avere una lunghezza di poco inferiore ai 4 metri. Nonostante la sua stazza faccia pensare diversamente, e' un abile nuotatore in grado di raggiungere i 24 km/h di velocita', di restare immerso anche per 10 minuti e di poter arrivare a 80 metri di profondita'.


    Le foche e le otarie sono tutte predatrici, poiché si nutrono di altri animali. A seconda delle specie, la loro dieta si differenzia nei valori percentuali di pesci, calamari, crostacei e molluschi di cui si nutrono.




    ........OTARIE SOLDATO........


    La Marina militare degli Stati Uniti ha trovato un particolare impiego per le otarie della California, i cosiddetti leoni marini. Gli animali vengono utilizzati per individuare le mine in mare. Alcune vengono semplicemente dotate di telecamere legate al ventre e poi fatte immergere in luoghi dove si presuppone ci siano delle mine. Altre, invece, vengono fornite di un gancio fissato al corpo con cui dovranno recuperare il pericoloso oggetto, previo addestramento speciale. Ovviamente i poveri animali non sono minimamente in grado di capire cio che stanno facendo e quindi i rischi che corrono. Tali progetti della marina americana hanno suscitato forti reazioni nelle associazioni animalistiche ma vengono tuttora portati avanti.

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    .........una leggenda nella mitologia celtica........



    Nella tradizione orale irlandese si racconta che la selkie sia una foca che può prendere sembianze umane e divenire una splendida donna.
    Nella loro forma da foca vivono nell’ oceano in grandi gruppi gregari, spesso non distinti dalle foche vere e proprie.
    Nelle notti di luna piena le selkies possono scegliere di nuotare fino alle spiagge, spogliarsi del loro manto di foca e diventare donne, godendo del crepuscolo e delle sensazioni dell’essere umano.

    Ma le selkies devono prestare grande attenzione a dove ripongono il loro manto: nello sfortunato caso che un uomo se ne appropriasse, sarebbero a lui legate per sempre.
    Si racconta che una notte, sulla piccola isola di Inis Oirr, Séan O’Shea incontrò una ragazza dai lunghi capelli rossi che sedeva nuda sugli scogli, cantando una canzone che parlava del Grande Padre Mare.
    Séan, osservando la ragazza da lontano, vide la pelle di foca poco distante da lei e invaghitosi della giovane decise di prenderla con sé. Da quel momento, la ragazza divenne la moglie di Séan, incapace per incanto di separarsi da lui.
    Passarono molti anni e Séan e la selkie ebbero una bambina che entrambi amavano e coccolavano. La selkie era docile, affettuosa, una madre perfetta ed una moglie gentile, ma non perse mai il suo sguardo malinconico.
    Ogni notte, alla fine dei lavori domestici, sedeva sugli scogli a guardare il mare cantando tristi melodie a suo padre, il Mare, dal quale non riusciva a separarsi.
    Il tempo passò, la bambina crebbe e la selkie si innamorò veramente del suo uomo; ma una notte, nascosta in un vecchio canestro in fondo alla cantina della casa, trovò il mantello di foca che suo marito aveva nascosto per tanto tempo.
    Il mattino dopo, Séan trovò soltanto una scritta fatta con un dito in un pugno di farina sparsa sul tavolo: “Vi amo”.
    Ma di sua moglie non c’era traccia, e Séan e la bambina non la videro mai più.




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    ....una favola....



    C'era una volta un riccio, intelligente e furbo ma molto timido.
    Viveva nel suo bosco e aveva una bella tana alla base di un alto albero cavo.
    Era ben voluto da tutti gli altri animali del luogo, aveva molti amici,
    non poteva certo lamentarsi della sua vita, ma in cuor suo sapeva che da qualche
    parte, chissà dove, doveva esserci qualcosa di più bello ed appagante.
    E così un giorno decise di partire e di cercare oltre il limite del bosco.
    Camminò per molto tempo, vide tante cose nuove e belle, conobbe tanti animali
    simpatici, qualche volta ebbe paura e voglia di tornare, ma non provò mai
    qull'emozione che era sicuro di poter trovare in qualche posto e così non si fermò.
    Camminò e camminò ancora finchè un giorno giunse sul ciglio di una scogliera.
    Davanti a lui c'era il mare, immenso e azzurro come il cielo sopra il suo bosco in una mattina di maggio.
    Rimase fermo, immobile, a respirare quell'immensità per paura che un movimento
    avesse potuto far scomparire tutto. Sentiva che il grande momento era vicino.
    Sentiva che quello era il posto sognato tante volte.
    Guardò in basso e laggiù sulla spiaggia vide un animale, non ne aveva mai visti
    così, non aveva paura dell'acqua, anzi ci giocava, si tuffava nelle onde e nuotava
    con una velocità ed una leggerezza insospettabili. Faceva capriole, immersioni e salti.
    Il riccio era certo che quell'animale gli avrebbe finalmente fatto provare quelle sensazioni che stava cercando.
    Scese sulla spiaggia e si avvicinò al mare, aveva molta paura ma decise di non indietreggiare.
    Dal mare la foca lo vide e ne fu incuriosita, così salì all'asciutto e si avvicinò
    al riccio il quale vedendola molto più grande di quel che sembrava dall'alto dellascogliera,
    si appallotolò spaventato dentro alle sue spine.
    La foca provò a farlo schiudere con dei colpetti di pinna ma non ottenne nulla e così
    si sdraiò al suo fianco e restò a guardare il tramonto.
    La mattina dopo si svegliarono fianco a fianco e il riccio, che forse stava ancora sognando,
    si accostò alla foca la quale ne approfittò per sorridergli e strizzargli l'occhio.
    Vissero insieme dei giorni stupendi, ma non perfetti, lei viveva più in mare che sulla
    terraferma e così i loro incontri erano intensi ma troppo brevi.
    Il riccio era felice ma voleva di più, sapeva che solo vivendo accanto a lei in mare
    le cose sarebbero state perfette.
    Così un giorno salì sullo scoglio più alto, vide la foca che volteggiava armoniosamente
    immersa nel mare trasparente, allora decise: si sarebbe buttato in mare, almeno per un
    attimo avrebbe potuto essere vicino a lei e gridarle il proprio amore.
    Spiccò il salto e, mentre era in volo, d'incanto si trasformò in un riccio di mare che
    visse felice accanto alla sua foca nell'immensità dell'oceano.



    Edited by gheagabry1 - 25/3/2020, 17:17
     
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    PINGUINO CRESTATO

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    Eudyptes sclateri Buller, 1888, isola Auckland. Questa specie di pinguino vive sulle coste dell'Oceano Atlantico. La sua caratteristica principale è quella di avere un gran ciuffo biondo sulla testa, che sfoggia soltanto nel periodo dell'accoppiamento. Nel resto dell'anno i ciuffi stanno tirati indietro nei due lati della testa. Gli basta agitare il crestone "biondo", per avere tutte le femmine ai suoi piedi.
    In fatto di seduzione l’eudipte crestato (Eudyptes chrysocome) è un vero maestro e quando fa ondeggiare i lunghi ciuffi di piume gialle che corredano il muso, non passa certo inosservato. Ma non è un Don Giovanni: malgrado l’aria da rubacuori questo pinguino dell'Atlantico è un tipo fedele e ogni anno nel periodo degli accoppiamenti - nei primi giorni di primavera o in estate - va in cerca della stessa partner delle stagioni precedenti.
    E' il più piccolo dei pinguini crestati. Si nutre principalmente di krill, polpi, calamari e pesci che cattura immergendosi. Depone normalmente due uova blu-verdastre che vengono covate per circa 32/38 giorni. La popolazione stimata di Pinguino Crestato è di circa 1,1 milioni di coppie.


    ....pinguini preistorici....

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    Circa 36.000 anni fa, viveva almeno una specie che era alta come un essere umano e sfoggiava una livrea con colorazioni grigie e rosse. Secondo i ricercatori la nuova specie, chiamata Inkayacu paracasensis (nome comune: "pinguino reale d'acqua”), getta nuova luce sull'evoluzione degli uccelli. Per cominciare, il passaggio dei pinguini alla classica livrea bianca e nera potrebbe più avere a che fare con le capacità natatorie che, ad esempio, il mimetismo o la riproduzione sessuale. La scoperta della specie fossile, avvenuta in Perù assieme al ritrovamento di almeno due altri pinguini giganti, è avvenuta nel 2007 ma è stata annunciata solo adesso. Gli studi in laboratorio hanno rilevato la presenza di penne delle ali e di altre, più piccole, che ricoprivano il corpo dell'animale alto circa un metro e mezzo - la più grande specie di pinguino vivente, il pinguino imperatore, raggiunge a stento i 120 centimetri.
    "Abbiamo scoperto che il bordo dell'ala era di colore grigio, mentre la parte inferiore dell'ala era marrone rossiccio”, racconta il responsabile della ricerca Julia Clarke, paleontologa alla University of Texas ad Austin. Ma i ricercatori non sono riusciti a trovare penne sufficienti di Inkayacu paracasensis per determinare la colorazione di tutto il corpo.
    "Non siamo ancora in grado di 'colorare tutti gli spazi' del pinguino, o affermare se alcune penne provengano da tratti ornamentali particolarmente variopinti dell'animale, ad esempio l'occhio o le fasce colorate attorno al collo di alcune specie attuali" come i pinguini crestati (a destra), dice il coautore dello studio Dan Ksepka, paleo-ornitologo alla North Carolina State University. "Ma alcune caratteristiche ossee indicano che il fossile ritrovato appartiene a un individuo adulto, non un esemplare giovane, quindi trovare queste colorazioni griglie e rossastre è stata una sorpresa”. (A destra in basso l'immagine del piccolo di pinguino imperatore dal piumaggio grigio)
    (Ker Than, National Geographic)



    Edited by gheagabry1 - 25/3/2020, 17:22
     
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  8. gheagabry
     
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    Il PINGUINO DI MAGELLANO

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    Il pinguino di Magellano può raggiungere i 70 cm di altezza e un peso massimo di 56 kg. Il corpo è affusolato, lo scheletro è robusto e pesante con una gabbia toracica ampia e uno sterno ben sviluppato.
    Dopo aver trascorso l’inverno nelle coste del Brasile, più di duecentomila coppie di pinguini di Magellano arrivano alle coste del Chubut a metà Settembre per riprodursi. I primi ad arrivare sono i maschi. Questi giungono a terra qualche giorno prima delle loro compagne (sono monogami e formano coppie stabili) e cominciano a pulire e a rimettere a nuovo lo stesso nido che è stato usato l’anno prima. Là aspettano riposati l’arrivo delle compagne che avverrà un paio di giorni più tardi. La deposizione delle uova ha luogo a fine Settembre e ogni femmina ne depone normalmente due, con un intervallo di circa quattro giorni fra l’uno e l’altro. Dopo 40 giorni di incubazione, in Novembre, nascono i piccoli. Hanno una fame insaziabile e i genitori si devono alternare per andare verso la spiaggia in cerca di cibo. La sua dieta è ampia e dipende dalla disponibilità delle prede. omprende piccoli pesci, calamari e crostacei.

    Una visita in Novembre o Dicembre a Cabo Dos Bahías o a Punta Tombo permette di distinguere tre generazioni di uccelli: i piccoli appena nati sono ancora nei nidi e sono ricoperti da un piumino morbido e grigio; i genitori hanno un piumaggio bianco e nero ben contrastato e lo curano con attenzione; i giovani o piccoli dell’anno precedente hanno il corpo ricoperto da vere piume, ma grigie. Questi sono coloro che sono ritornati alla costa per la muta. Devono rimanere sulla terra ferma per un mese, affamati, aspettando che il loro fiammante piumaggio adulto finisca di completarsi ed impermeabilizzarsi.


    Pinguini_di_Magellano



    Edited by gheagabry1 - 25/3/2020, 17:26
     
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  9. gheagabry
     
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    Il vincitore della 48esima edizione della Veolia Environnement Wildlife Photographer of the Year Competition.

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    Il premio principale è stato vinto dal fotografo Paul Nicklen con la sua fotografia “Imperatori e bolle” (“Bubble-jetting emperors”), che mostra un gruppo di pinguini imperatore mentre nuotano nelle acque gelide del Mare di Ross, in Antartide. Nicklen è rimasto per lungo tempo sott’acqua, praticamente immobile, in attesa del passaggio dei pinguini. D’improvviso diverse centinaia di animali hanno iniziato a saltare dall’acqua verso la superficie e il fotografo ha iniziato a scattare le sue foto, ottenendo un risultato spettacolare.



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    Categoria: Comportamento – Uccelli

    Il salto dei pinguini imperatore fuori dall’acqua. Questi animali quando tornano in superficie compiono salti fino a due metri. Il fotografo ha colto il momento in cui un pinguino esce dell’acqua e non ha ancora raggiunto la superficie ghiacciata.

    © Paul Nicklen (Canada) / Veolia Environnement Wildlife Photographer of the Year 2012



    Edited by gheagabry1 - 25/3/2020, 17:33
     
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  10. gheagabry
     
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    Quando nuota, il pinguino imperatore viene rallentato dall’attrito fra il suo corpo e l’acqua, che ne limita la velocità massima tra gli 1,2 e i 2,7 metri al secondo. A tratti, però, l’animale riesce a raddoppiare se non addirittura a triplicare questa velocità liberando minuscole bollicine d’aria da sotto il piumaggio. Le bollicine riducono densità e viscosità dell’acqua intorno al suo corpo, diminuendo la resistenza del fluido e consentendogli di raggiungere velocità altrimenti impensabili, che tra l’altro lo aiutano a sfuggire a predatori come la foca leopardo.




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    Il piumaggio fitto dell’imperatore - circa 15 piume per centimetro quadrato, sovrapposte come tegole - isola dall’acqua e trattiene l’aria in uno strato interno. Quando viene liberata, l’aria ricopre il pinguino di bollicine lubrificanti


    I pinguini imperatori sono nuotatori straordinari, capaci di scendere fino a 500 metri di profondità e restare sott'acqua per 20 minuti di seguito.

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    Edited by gheagabry1 - 25/3/2020, 17:48
     
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    Perché le zampe dei pinguini non congelano?

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    Il sistema che permette ai pinguini di non avere le zampe congelate, nonostante poggino sul ghiaccio per molte ore, non è molto diverso, anche se è più raffinato e complesso, da quello che assicura all’uomo di avere mani calde anche in pieno inverno. Il processo metabolico, vale a dire la reazione chimica che genera energia e calore, ha bisogno di ossigeno. Il sistema circolatorio dei pinguini (e di molti altri animali) porta l’ossigeno dai polmoni al cuore e da qui a tutto il corpo, tramite il sangue che circola nel sistema delle arterie. Insieme all’ossigeno viene trasportato anche il calore, che viene in gran parte disperso attraverso la pelle.
    (Pinguini (sfigati) si nasce o si diventa? La foto storia del pinguino imperatore)

    Indietro tutta. Questo nei pinguini non accade per la presenza di un sistema detto di “scambio controcorrente”. Si tratta di un apparato che fa in modo che il calore che viene disperso dalla parte arteriosa dei capillari venga recuperato quasi totalmente dai capillari venosi, prima tappa del circuito di vene che riportano il sangue verso il cuore. In questo modo, anche nelle zone più periferiche dell’organismo le cellule vengono rifornite dell’ossigeno necessario per vivere, ma il calore non viene disperso attraverso la pelle. Il risultato è che i piedi dei pinguini non congelano nonostante siano esposti a temperature molto basse
    fonte:http://www.focus.it/

     
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