FRIULI VENEZIA GIULIA ... 1^ Parte

..TARVISIO..UDINE..TRIESTE..

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  1. tomiva57
     
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    PONTEBBA


    pontebba


    foto1


    Pontebba (Ponteibe in friulano, Pontafel in tedesco, Tablja in sloveno) è un comune in parte quadrilingue di 1.607 abitanti della provincia di Udine. È un nodo ferroviario e un centro commerciale e turistico di primaria importanza.
    L'abitato è attraversato dal torrente Pontebbana, che fino al 1919 segnava il confine italo-austriaco, dividendo il paese in due comuni: Pontebba (Italia-Provincia del Friuli) e Pontafel (Austria Ungheria-Carinzia).
    Per lungo tempo Tarvisio e la Val Canale ricaddero nella giurisdizione del vescovo di Bamberga (Baviera). La parte inferiore, il Canal del Ferro, gravitava invece nell'area italiana, coi feudi patriarcali dell'Abbazia di Moggio Udinese prima e con la Carnia di amministrazione veneziana poi. Per i quattro secoli del dominio della Serenissima, il confine con i territori austriaci passò proprio per Pontebba. C'era allora una Pontebba Veneta e una Pontebba imperiale (Pontafel), separate dal torrente Pontebbana. Pontafel prese il nome di Pontebba Nuova nel 1918 con l'annessione all'Italia e venne unito a Pontebba il 15 agosto 1924. Il 20 settembre 1926 venne accorpato l'ex comune di La Glesie San Leopoldo a Pontebba. Medaglia d'oro al Merito Civile. «In occasione di un disastroso terremoto, con grande dignità, spirito di sacrificio ed impegno civile, affrontava la difficile opera di ricostruzione del tessuto abitativo, nonché della rinascita del proprio futuro sociale, morale ed economico. Splendido esempio di valore civico e d’alto senso del dovere, meritevole dell’ammirazione e della riconoscenza della Nazione tutta.»


    Pontebba possiede una chiesa gotica di un certo interesse, Santa Maria Maggiore, costruita a cavallo fra il XV e il XVI secolo. All'interno si possono ammirare un pregevole altare ligneo e una tela di Palma il Giovane che raffigura una Madonna con i santissimi Rocco e Sebastiano (terzo decennio del XVII secolo). L'edificio è stato completamente restaurato dopo i danni sofferti a causa del terremoto del 1976. A Pontebba ebbe i natali Arturo Zardini, compositore e poeta autore di stelutis alpinis.


    da:natisone.it



    Municipio_pontebba
    il municipio



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    santuario di S. Maria Maggiore




    IL FLÜGELALTAR

    Flughelaltar-Santuario-S.-Maria-Maggiore


    FLÜGELALTAR In lingua tedesca significa "altare alato".
    Questo è il nome del prezioso altare ligneo conservato nella chiesa di S. Maria Maggiore a Pontebba.
    Il nome deriva dal fatto che esso è costituto da un corpo centrale con due portelle mobili.
    Gioiello più fulgido della Chiesa, è stato dichiarato monumento nazionale.
    Questo altare tardo-gotico è datato 1517 ed è, probabilmente, per la qualità degli intagli, il capolavoro del Maestro Enrico da Villaco, fondatore e maggior esponente della Bottega di Villaco.
    Pare inoltre che sia il prototipo, di qualità mai più eguagliata, di una serie di altari, simili per l'impostazione, che la Bottega di Villaco diffuse in diverse chiese austriache.
    Sia le sculture che le pitture denotano un certo influsso rinascimentale italiano, assumendo un aspetto meno cupo e più naturalistico.
    La pitture, presumibilmente rientranti nell'ambito della scuola danubiana, si distinguono per la loro alta qualità, riflesso di un modello colto.
    In questo altare una parte di primaria importanza è rivestita da Maria, fulcro vero e proprio dell'opera.
    Dal punto di vista esecutivo l'altare si distingue per una superba e raffinatissima tecnica di realizzazione, fin nei minimi particolari, minuziosamente realizzati.

    Lo scrigno custodisce un grande tesoro: i "misteri della nostra salvezza". Gli sportelli si aprono come si apre un libro: è un libro di preghiera.
    L'altare resta chiuso nei tempi penitenziali di avvento e di quaresima e le pitture ci raccontano fatti che hanno preparato e concluso il grande avvenimento: l'intervento definitivo di Dio nella nostra storia.
    Ecco cosa raccontano le pitture:

    ANNUNCIAZIONE: Dio potrà intervenire perché ha trovato una persona che lo accoglie.
    Maria gli dice il "Sì" che cambierà la storia del mondo (Vangelo di S. Luca 1,26-38)

    VISITA A ELISABETTA: Giovanni il profeta, ancora nel seno della mamma, annuncia a Elisabetta che Dio è già qui, nel seno di Maria. (Vangelo di S. Luca 1,39-45)
    FUGA IN EGITTO: Tu che contempli prepara pure il cuore ad una storia che sarà tragica, perché quel bimbo, già fin dalla nascita, sarà cercato a morte dai grandi e dai prepotenti. (Vangelo di S. Matteo 2,19-23)

    PENTECOSTE: Questa è la conclusione di ciò che avvenne 2000 anni fa, ma è l'inizio della storia della Chiesa che continua tuttora. (Atti degli Apostoli 1,12)

    NATALE: È la prima scena dello scrigno: perché la creatura umana potesse salire fino a Dio, Dio è sceso sulla terra. Il padrone dell'universo si è fatto bambino, più povero di tutti perché tutti i poveri, restando liberi di accoglierlo o no, potessero sentirlo vicino, amico, fratello (Vangelo di S. Luca 2,4-20). Giuseppe ha in mano una candela (simbolo della fede) e la ripara dal vento. Maria tende la mani giunte in preghiera verso il basso; il Dio del Cielo ora è quaggiù, sulla paglia.

    I MAGI: "Venne tra la sua gente ed i suoi non l'hanno accolto", però gli uomini saggi che guardano il cielo vengono da molto lontano, sono tutti uomini del mondo, bianchi, neri, gialli, e con doni simbolici lo riconoscono come Re (oro), Dio (incenso), mortale (mirra) (Vangelo di S. Matteo 2,1-1-2). Maria, con grande gesto da Regina, mostra il bimbo ed accoglie i nostri doni per Lui.

    RISURREZIONE: a Pasqua colui che avevano assassinato esce dalla tomba: l'angelo, il guideo, il discepolo, le donne che vanno ignare al sepolcro, la città ostile dietro lo steccato, le guardie che dormono… Pare di riascoltare, in uno, tutti i racconti evangelici di quel mattino di Pasqua (Vangelo di s. Matteo 28,47-66 e cap. 28 tutto).

    MORTE DI MARIA: È il più bello ed inconsueto dei quadri. Maria muore in ginocchio, chiude gli occhi dicendo dolcemente l'ultimo suo Sì, sorretta da Giovanni, mentre Tommaso, l'apostolo che aveva dubitato, le regge la candela accesa, simbolo della fede che non muore. La circondano i dodici apostoli, con Pietro che presiede una serena liturgia della morte.
    (MORTE DI MARIA: spiegazione)
    L'anima di Maria è come bimba in braccio al Padre del cielo, solo il suo corpo è ancora per poco quaggiù, sulla Terra (Protoevangelo di Giacomo).

    INCORONAZIONE: Padre, Figlio e Spirito Santo, in clima di solenne festa liturgia, coronano il sogno del Creatore che in Maria è ormai divenuto realtà: la creatura amata ha accolto l'amore ed entra da regina nel cuore e nella vita della famiglia divina: le mani di Maria sono aperte in accoglienza, ma lo sguardo, noncurante della propria gloria, è rivolto con estrema dolcezza verso il basso, dove ancora soffrono tanti suoi figli… Durante 500 anni, quanti sguardi di pianto, di supplica, di fede e di disperazione hanno incrociato questo sguardo?

    LE GUGLIE: al centro la donna vestita di sole (che biblicamente è la Chiesa, ma che i Padri hanno felicemente identificato con Maria) offre al mondo Gesù, il quale, aggrappandosi al suo collo, si sporge a benedire. Più in alto ancora si trova il Cristo risorto, con tutti i segni della Passione, che mostra ai discepoli le mani ed il costato e li saluta con la mano alzata: "Pace a voi!".
    Il volto di Cristo risorto è forte, intensissimo, ma anche dolce e rassicurante .

    IL RESTAURO
    Nel 1985 l'altare versava in uno stato di notevole degrado, ma era tuttavia ancora recuperabile. Degrado dovuto, oltre che alle cause fisiche naturali, anche ad alcuni restauri (l'ultimo del 1937) mal eseguiti.
    Dopo cinque anni di restauro l'altare è ora ritornato al suo antico splendore, nella Chiesa di Pontebba, anch'essa rimessa a nuovo sotto in controllo della Sovrintendenza alle Belle Arti.








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    CJALCONS


    I cjarsons, pronuncia chiarscions, (detti anche cjalsons, cjalcons o cjalzòns) sono un tipico piatto della cucina friulana, soprattutto dell’area montana.
    Sono una pasta ripiena simile agli agnolotti o ai ravioli, caratterizzati da un contrasto tra il sapore dolce ed il salato, il ripieno è realizzato in diverse varianti a seconda della ricetta locale e può contenere uvetta, cioccolato fondente o cacao, cannella, spinaci, erba cipollina, ricotta, marmellata, rhum, grappa, prezzemolo, biscotti secchi, uova, latte. Si condiscono con burro fuso oppure ont (burro schiumato da cui è stata eliminata l’acqua e raddensato per facilitarne la conservazione nei mesi estivi) e ricotta affumicata (scuete fumade).


    pontebba

     
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19 replies since 26/7/2010, 11:19   9256 views
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