FRIULI VENEZIA GIULIA ... 1^ Parte

..TARVISIO..UDINE..TRIESTE..

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  1. tomiva57
     
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    CIVIDALE DEL FRIULI



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    Fondata dai Romani intorno al 50 a.C. che le diedero il nome di Forum Iulii (passato in seguito a designare l'intero Friuli), Cividale del Friuli è universalmente nota come la "città dei Longobardi" per i numerosi tesori d'arte riferibili all'epoca della loro dominazione. Numerosi i luoghi d'arte. Il duomo (foto sotto), purcon notevoli e sostanziali modifiche subite nei secoli, rispecchia la costruzione eretta nel XV secolo sul luogo in cui esisteva un edificio sacro fin dal 737. La
    Duomo di Santa Maria Assunta - Cividale facciata costruita da Bartolomeo delle Cisterne a partire dal 1453, fu completata da Pietro Lombardo nel 1503. L'interno, a tre navate con presbiterio rialzato, è frutto delle modifiche apportate nel sec. XVIII da Giorgio Massari e dal suo allievo Bernardino Maccaruzzi. Vi si trovano interessanti opere d'arte: un Vesperbild di scuola tedesca del XV secolo, dipinti di Matteo Ponzone (Madonna in trono e Santi, 1617), Palma il Giovane (Lapidazione di S. Stefano e Ultima Cena, 1606), Pomponio Amalteo
    Diziani e Giuseppe Mattioni. Notevoli anche il Monumento al patriarca Nicolò Donato (Giovanni Antonio di Bernardino da Carona, 1513), un Crocifisso ligneo di grande dimensione (sec. XVIII), il monumento equestre a Marcantonio di Manzano (Girolamo Paleario, 1621). Sull'altare maggiore, pala d'argento di Pellegrino II, fine XII secolo, imponente lavoro (cm. 102x203) in spessa lamina d'argento sbalzata e dorata a fuoco, uno dei gioielli dell'arte orafa italiana. Nella navata destra, una porticina introduce al Museo Cristiano, in cui trovano posto due capolavori assoluti del periodo longobardo, l'ara di Ratchis, a forma di parallelepipedo, con le eccezionali raffigurazioni della Maiestas Domini, della Visitazione, dell'Adorazione dei Magi in bassorilievo e il Battistero di Callisto, elegante nella sua armoniosa struttura ad archi, sul parapetto del quale è incastonato il Paliotto di Sigvaldo con i simboli degli Evangelisti. Monumento unico nel suo genere è il cosiddetto Tempietto Longobardo, databile a poco dopo la metà dell'VIII secolo, con ampie tracce della decorazione pittorica originaria e più tardi affreschi trecenteschi: conserva una decorazione a stucco (composto di gesso, calce e polvere di marmo) nella quale, oltre a fasce orizzontali con motivi a rosette stilizzate, spiccano sei Sante in altorilievo addossate al muro, di finissima fattura, ed un archivolto lavorato a giorno con una splendida ornamentazione il cui motivo principale è dato da un tralcio di vite a spirale con grappoli e pampini. Altri monumenti di spicco sono la chiesa di S. Francesco, con affreschi trecenteschi, quella di S. Biagio (affreschi del XIV e XV secolo), e quella di S. Pietro (bella pala d'altare di Palma il Giovane). E ancora, palazzo Brosadola, con un vasto ciclo d'affreschi di Francesco Chiarottini (1785), palazzo Levrini con facciata dipinta nel XVI secolo, la casa medioevale sulla via che porta al Tempietto. Monumento insolito è l'Ipogeo celtico, strano ed umido cunicolo sotterraneo con rozzi mascheroni; elegante invece, il Ponte del Diavolo (foto sotto) che scavalca il Natisone con due ardite campate ed un unico pilastro poggiante su un masso nel fiume. Risale al XV secolo e prende il nome da una simpatica leggenda che lo vuole costruito in una sola notte dal diavolo in cambio dell'anima di un cividalese. Da visitare la Fàrie Geretti, antica bottega fabbrile nella stretta della Giudaica, dal 1999 aperta al pubblico. Numerose le chiese di Cividale, perla maggiorpar te ricche di opere d'arte. Interessanti affreschi trequattrocenteschi, i più antichi (S. Ludovico e Santi) dovuti a maestranze riminesi, altri artisti postvitaleschi probabilmente friulani, ornano le pareti del coro e della navata della gotica chiesa di S. Francesco, che nella semplicità delle linee e nella purezza degli spazi si pone come uno dei migliori esempi di architettura francescana in Friuli. Nella sacrestia, ciclo pittorico a fresco realizzato nel 1693 dal pittore lombardo Giulio Quaglio. Affreschi trecenteschi raffiguranti, in diversi episodi, la vita di S. Biagio, ornano anche il cupolino della cappella di destra della chiesa di S. Biagio, suggestiva perla bella posizione sul fiume Natisone. Nello zoccolo della cappella è ancora visibile un rovinatissimo ciclo dei mesi del XV secolo. La chiesa di S. Giovanni in Xenodochio (termine che indica un antico "ospizio per pellegrini") possedeva due dipinti di Paolo Veronese, ora nel Museo Archeologico. Rimangono, nel presbiterio, un grande altare marmoreo con statue di Jacopo Contiero e alcuni dipinti settecenteschi. Nella chiesa dei Ss. Silvestro e Valentino, affreschi di Pietro Venier (XVIII secolo), in quella di S. Pietro ai Volti dipinto di grande dimensione raffigurante il Redentore e i Ss. Sebastiano e Rocco, dipinta da Palma il Giovane intorno al 1606 in ricordo della peste che nel 1598 aveva colpito la città. Nella chiesa di S. Martino, dov'era anticamente collocato l'altare di Ratchis, si conserva una importante pala d'altare di Nicola Grassi (ca. 1740).


    image porta arsenale
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    Gioco del “Truc”
    Il Truc è una tradizione ludica molto antica e peculiare del territorio cividalese, che si pratica unicamente e rigorosamente nelle giornate della Domenica e del Lunedì di Pasqua. Si tratta di un gioco che consiste nel far scendere delle uova colorate in un catino di sabbia digradante dalla caratteristica struttura ovale, seguendo delle regole specifiche e con l’intento finale di far toccare le uova fra loro. Un imperdibile e divertente appuntamento, per abbinare alla visione dell’originale spettacolo una passeggiata tra le vie e le piazze della cittadina, alla scoperta delle bellezze storiche e degli scorci più suggestivi, come quelli che si affacciano sul verde fiume Natisone. In collaborazione con Comune e singole associazioni di borgata.


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19 replies since 26/7/2010, 11:19   9245 views
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