FRIULI VENEZIA GIULIA ... 1^ Parte

..TARVISIO..UDINE..TRIESTE..

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  1. tomiva57
     
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    Sulle orme del popolo di Israele

    Centro di commerci e culto di un cosmopolitismo di inconsueta modernità, Trieste conserva molte tracce della presenza ebraica nei secoli. Nonostante i momenti bui delle leggi razziali e delle deportazioni, la comunità ebraica di Trieste, seppure drasticamente ridotta se confrontata con quella del secolo scorso, è l'unica della regione e comprende anche gli Ebrei di Udine e Gorizia.

    Tra i due conflitti Trieste prese il nome di "Porto di Sion" perchè molti abitanti, alcuni di fondamentale importanza per la nascita dello Stato di Israele, intrapresero dal suo porto il viaggio verso la Palestina e gli Stati Uniti.

    Purtroppo Trieste è oggi tristemente famosa per aver ospitato l'unico campo di sterminio italiano: la Risiera di S. Sabba, divenuta sede di uno spazio museale dedicato, oltre che luogo di memoria (Ratto della Pileria 43, tel. 040 826202).

    La Sinagoga, dall'indiscusso valore architettonico, non è l'unico gioiello urbanistico legato alla comunità ebraica: molti signorili palazzi, edificati tra il '700 e l'800 come residenze private, sono ancora oggi sparsi tra le vie della città.

    Un cenno a parte meritano Palazzo Morpurgo. sede del civico museo Morpurgo (via Imbriani 5, tel. 040 636969), il quale ospita oltre ad una pinacoteca di non scarso valore, l'arredamento tipo di una ricca abitazione alto borghese ottocentesca, e Palazzo Revoltella (www.museorevoltella.it), sede della Galleria d'Arte Moderna.

    Il museo ebraico è invece il "Carlo e Vera Wagner", ubicato in Via del Monte. Nato come sede della memoria e della cultura ebraica, raccoglie oggetti sacri, tutt'ora utilizzati nel tempio in occasione delle principali solennità.

    Ultimo, ma non meno importante, il cimitero: sorto in via della Pace, accanto a quello cattolico, ospita, tra la rigogliosa vegetazione e le antiche tombe, anche le salme dei rabbini.


    Signori, in carrozza!


    Un tempo vitale centro commerciale e marittimo, oggi Trieste ha perso buona parte della sua importanza. A ricordarci gli antichi splendori rimangono le storiche stazioni, considerate minori, spesso abbandonate e sconosciute ai più.

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    stazione di miramare

    La più nota è certamente quella di Trieste Campo Marzio, sede del Museo Ferroviario. Qui sono conservati antichi locomotori e carrozze, buona parte dei quali risalenti alle prime decadi del '900. Adiacente alla stazione, in disuso, si trova il piazzale di Campo Marzio Smistamento, da dove si dipartono i raccordi che portano i convogli mercantili in Porto Nuovo.

    Uno degli scali merci molto attivi fino a non molti anni fa era lo scalo di Prosecco (Prosek postaja), che non presenta peculiarità artistico costruttive di alcun tipo: fino alla caduta della ex-Jugoslavia rappresentava uno dei maggiori centri di transito dei carri bestiame durante la loro agonizzante marcia dei viaggi della morte. Oggi si trova in uno stato di completo abbandono.

    Altre sono invece le stazioni di valore storico-artistico. Senza voler con questo stilare una classifica di "merito", ricordiamo in primis la caratteristica Stazione di Miramare: appositamente costruita per servire l'omonimo castello fatto edificare da Massimiliano d'Asburgo, oggi viene scarsamente utilizzata e, per lo più, dagli studiosi che lavorano presso il Centro di Fisica Teorica, situato nelle immediate vicinanze.

    Conservano la struttura architettonica originale anche la Stazione di Rozzol/Montebello, oggi in disuso ma che presenta ancora l'aspetto asburgico, comprese le tabelle scritte sia in italiano che in tedesco, tanto che l'impressione che se ne ricava è quella di aver fatto un salto indietro nel tempo, e la Stazione di Aurisina. Sebbene meno affascinante della precedente, anch'essa ha mantenuto l'aspetto ottocentesco; le sue dimensioni, rimaste immutate, fanno capire al visitatore quale importanza rivestisse ai tempi del dominio austriaco: fungeva allora da stazione di coincidenza per tutti i treni principali che qui venivano diretti o verso Trieste o verso il Regno d'Italia. Tra questi treni va sicuramente ricordato l'ormai leggendario Simplon Orient Express. Si segnala inoltre che sul piazzale esterno della stazione di Aurisina è ancor'oggi visibile una scheggia della granata italiana che, nel 1917, distrusse un'ala dell'edificio.

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    stazione aurisina
    Va ricordata ancora, prima di concludere, la Stazione di Villa Opicina la quale, seppur di scarso valore architettonico, viene qui citata per essere stata uno degli svincoli della storica Ferrovia "Meridionale" che, a partire dal 1857, collegava Vienna, Lubiana e Trieste.

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    treno storico

    Alcuni dei tratti di linea che collegano le stazioni sopra citate sono al giorno d'oggi percorsi esclusivamente da pochi treni merci. L'opportunità di percorrerli (sono anche molto panoramici) è data ai viaggiatori solo in occasioni particolari, quando vengono cioè organizzate iniziative a bordo dei "treni storici".




    La Napoleonica e il Tempio Mariano di Monte Grisa.

    La passeggiata ha inizio presso l'Obelisco, nel paese di Opicina.

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    L'Obelisco fu eretto nel 1830 in memoria dell'imperatore d'Austria che, per primo, fece costruire la strada che collegava il porto dell'Impero al territorio austriaco.

    Il sentiero o Strada Vicentina, praticamente pianeggiante - o meglio, in leggerissima discesa - è comunemente conosciuto con il nome di "Napoleonica".

    Percorrendolo per tutta la sua lunghezza (non è possibile perdersi) si arriva ad un tratto asfaltato, alla cui destra si alza una parete rocciosa, utilizzata come palestra dai numerosi amanti dell'arrampicata sportiva.

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    Il panorama che si apre sul Golfo è incantevole e lo sguardo spazia dalla città di Trieste, alla costa istriana ed ai cantieri navali di Monfalcone. Nelle giornate particolarmente limpide appaiono anche le Alpi a far da cornice.

    Quasi al termine del tratto asfaltato, dove vengono parcheggiate le automobili di rocciatori ed escursionisti, alla sinistra si trova una vedetta piuttosto malridotta ed alla destra una fontanella (la cui acqua è potabile). A questo punto, seguire il breve sentiero (segnavia CAI n°12) che da dietro la fontanella si inerpica verso la chiesa posta alla sommità del colle. Il sentiero, seppur in salita, è davvero molto breve.

    Per chi è fuori allenamento, a circa metà strada, c'è la possibilità di fare una panoramica sosta alla Vedetta d'Italia.

    Continuando si giunge in breve nei pressi del Tempio Mariano di Monte Grisa.

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    Per chi lo desidera è possibile fare una sosta per ammirare la costruzione ed il panorama dai terrazzamenti della chiesa. La realizzazione del Tempio fu fortemente voluta al termine del conflitto mondiale dall'allora vescovo, mons. Santin, come voto per la fine di ogni guerra. La costruzione, su progetto dell'ing. Guacci e dell'architetto Nordio, ebbe inizio soltanto nel 1959. La consacrazione avvenne invece nel maggio 1966.

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    La costruzione, particolarissima, consta di due ambienti distinti, sovrapposti ma comunicanti, il tutto realizzato tramite l'utilizzo di forme triangolari (motivo per il quale la chiesa è nota, tra i triestini, anche con il nome, forse poco rispettoso, di "formaggino"). Per la particolare ubicazione, la chiesa è visibilissima da buona parte della città e la sera, unico fabbricato illuminato sulla collina, non può decisamente passare inosservata.

    La nostra passeggiata continua invece lungo il sentiero n°12, percorrendo le tappe della Via Crucis, al termine della quale, alla biforcazione, si segue il tracciato sulla destra, noto come sentiero Nicolò Cobolli (sempre segnavia CAI n°12). Il sentiero termina proprio nei pressi dell'Obelisco, nostro punto di partenza, raggiungibile in pochi passi.



    Edited by tomiva57 - 29/5/2011, 14:11
     
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