IL TRENTINO ... Parte 3^

Törggelen ..La Strada della Mela..Christkindlmarkt..Usi e costumi del Trentino Alto Adige..

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  1. tomiva57
     
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    foto:Interline srl


    TON (TN)



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    foto:Trentino Experience



    CASTEL SAN PIETRO




    Ubicazione: Sorge a 864 m. s/m in un ambiente molto aspro alle pendici occidentali della catena montagnosa che divide la Valle di Non dalla Val d'Adige.

    Come si raggiunge: Il sentiero di accesso parte dal Campo sportivo, in località "Glare" e prosegue attraversando per due volte il torrente che scende dalla valle di S.Pietro e Dalla Valle dei Pilastri.

    Proprietà: Privata

    Condizioni: Ruderi

    Storia: L'importanza di questo maniero è messa in rilievo da tutti gli storici: architettonicamente è un raro esempio di torre cilindrica; strategicamente era costruzione medievale che proteggeva un raccordo stradale che si staccava a Termeno e superando la cresta montagnosa arrivava a Vigo di Ton, passando ai suoi piedi. Ancora oggi la strada oggi un impervio sentiero che da Vigo di Ton risale sino al castello è detta, localmente, romana. Fu costruito nel XII sec. dai Thun che lo abbandonarono nel XVII sec.
    Secondo una ricostruzione grafica dei ruderi, eseguita da Franco Lancetti, il castello era di notevoli dimensioni e merita di essere riscoperto e valorizzato. L'edificio stando alle testimonianze storiche, già verso la fine del secolo XVII era in uno stato di totale abbandono. La causa del rapido decadimento è da ricercarsi con tutta probabilità nella tristemente famosa «tassa sul coperto» che causò molti strani incendi ai tetti di edifici nobiliari poco utilizzati. Risale proprio a quest' epoca infatti la rovina di castelli come San Pietro e Belfort. L'isolamento in cui giace ormai da due secoli lo ha trasformato inesorabilmente in «un ammasso di pietre e che deve far fronte non più ad un eventuale attacco nemico, ma ad una sottile e capillare invasione della vegetazione circostante».
    La parte più antica del castello, posto a quota 864, è secondo Lancetti, la torre cilindrica leggermente rastremata verso l'alto, risalente ai primi anni dell' insediamento romano in val di Non. La fortificazione infatti sorge lungo un'antica via romana che collegava l'Anauuia con la val d'Adige attraverso il passo di Roccapiana. A quei tempi infatti le strade vista l'Impervietà che ancor oggi limitava la percorribilità dell'area nel fondovalle, sorgevano in quota. Era meglio dunque percorrere la montagna anziché aggirarla attraversando zone difficili e paludose. La torre di castel San Pietro dunque era in collegamento visivo con altre fortificazioni della valle in particolare con la zona di castel Belasi e castel Corona.
    Secondo la ricostruzione effettuata da Lancetti la torre ha un diametro interno di circa sei metri e le mura sono larghe un metro e quaranta, l'altezza doveva essere (visto che ora è mezza), di circa quindici metri.
    Successivamente in epoca medioevale, attorno all' antica fortificazione si è sviluppata, come in altre zone, un castello munito di ponte levatoio e di mura per, la difesa. Al suo interno sorgeva una cappella dedicata a San Pietro, di questa è ancora possibile scorgere le fondamenta dell' abside che ha un diametro di circa tre metri.
    Il castello viene nominato per la prima volta in un documento del 1338 dal quale risulta essere un feudo antico della chiesa di Trento, di proprietà della famiglia Thun che lo acquistò dalla famiglia Negri di San Pietro.


    VAL DI NON – TRENTINO ALTO ADIGE




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    foto:Visit Pine Cembra

    IL FANTASMA DEL CASTELLO DI SEGONZANO





    Era una notte illuminata dalla luna quando il fantasma di un sarto luterano conosciuto come Picena, fece la sua apparizione lungo le mura del castello di Segonzano. Lo spettro prese la rincorsa e si gettò in un precipizio. Poco dopo riapparse e si dileguò nel nulla.
    Narra la leggenda che questo sarto si ferì gravemente cadendo da un albero mentre raccoglieva dei fichi. Il sarto venne sepolto ai piedi dell’albero senza nessuna cerimonia in quanto aveva offeso il prelato che voleva confortarlo sul letto di morte ma questo rifiutò il suo aiuto.
    Da allora si dice che il sarto appaia a Segonzano facendosi notare dalle persone.




    Castel Bragher, Coredo (Trento)

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    foto:APT Val di Non


    Nella splendida Valle di Non, a tre chilometri da Coredo, sulla strada che porta a Taio, sorge Castel Braghèr, un palazzo nobiliare ritenuto fra i meglio conservati del Trentino. Il Castello, tuttora abitato, grazie alle sue 70 stanze decorate con preziosi oggetti d'arte, è considerato un capolavoro dell'architettura trentina.
    Qualche secolo fa, una delle figlie del Conte del Castello, si innamorò di un giovane di Clès, un paese poco distante. La loro relazione mandò su tutte le furie il padre, poichè il ragazzo non era di origini nobili. La punizione fu spietata: la giovane, su ordine del Conte, venne rinchiusa nella prigione del torrione a morire di fame e di sete. Anche adesso, a distanza di secoli, durante le notti di luna piena lo spettro infelice della contessina vaga per le stanze e i corridoi del Castello, passando per il salone delle feste giunge fino alle scale che portano al torrione e sparisce nelle cantine. Solo in quel momento si sente un canto disperato di due voci, una maschile e l'altra femminile, che si invocano e si cercano.
    Un'altra leggenda racconta che ogni anno, durante la Festa dei Santi, nella Camera fonda, una delle stanze del Castello, prenda vita una misteriosa fiamma. Questo lume, volteggiando in aria, percorre tutti i saloni del palazzo, e passando attraverso porte e muri si spegne dentro la cappella di San Celestino. Nel corso degli anni qualcuno ha anche tentato di spegnere il lume con dei secchi d'acqua senza mai riuscirci. Si ritiene che questa misteriosa luminescenza sia l'anima inquieta di qualche antico abitatore del Castello.




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    foto:castelpergine.it


    Castel Pergine, Pergine Valsugana (Trento)



    Castel Pergine è una fortificazione che si erge sul colle di Tegazzo, una collinetta a est della cittadina di Pergine Valsugana; sede presunta di un castelliere romano (o addirittura preromano, in particolare di epoca Retica) in età antica. Il castello è di origine medievale e la sua posizione risulta particolarmente strategica, sia per l'ampio domino di terre che va dall'alta Valsugana, ai monti Celva e Calisio, alla vallata del Fersina e parte della Val dei Mocheni, sia per la posizione di collegamento tra Veneto e Trentino. Nonostante sia stato edificato in pieno periodo Rinascimento, è un tipico esempio di architettura militare gotico.

    Il maniero è circondato da una cinta muraria esterna e l'accesso è situato attraverso una torre quadrata, sulla strada che porta al paese di Pergine. La cinta percorre tutto il perimetro circostante il maniero, con un alternarsi di torri di guardia. L'impianto del castello vero e proprio si trova sulla sommità della collina, di pianta quadrangolare. Al suo interno c'è un giardino circondato dalla cinta muraria principale ed accesibile solo dall'interno del maniero. I collegamenti verticali si attuano attraverso imponenti scale a chiocciola in pietra, che consentono di raggiungere i piani superiori.

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    Due sono le particolarità di questo maniero:
    -La dama bianca: pare che nel castello vi siano state apparizioni di una dama candida, un fantasma di una donna che secondo la tradizione morì di morte violenta nel maniero e circola tutt'oggi senza trovare pace.
    -Prigione della goccia: si tratta di una stanza appositamente adibita a prigione, in cui il malcapitato subiva l'antica tortura della goccia che cadeva dall'alto del soffito.



    CASTEL STENICO (TRENTO)

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    E' uno dei più antichi della regione e costituisce un importante esempio di evoluzione di un castelliere. Da un millennio domina le vie di comunicazione verso le valli Giudicarie. Ma su quello sperone roccioso forse si rifugiavano più di 2000 anni fa gli Stoni, fierissima popolazione alpina massacrata nel 118 a. C. dalle legioni del console romano Quinto Marzio. Su quel dosso sorse un insediamento romano e gli archeologi vi hanno anche trovato i resti di una basilica paleocristiana. Ma Castel Stenico, fortezza di grande importanza strategica, fu attraverso i secoli il simbolo del dominio temporale dei vescovi di Trento sulle Giudicarie.

    Il castello rappresentava il potere del Principe vescovo che vi manteneva il Capitano delle Giudicarie cui competeva l’amministrazione della giustizia ed era sede della gastaldia del Banale. Un ultimo periodo di fulgore il maniero lo visse nel sedicesimo secolo, quando diocesi e castello erano governati dai Madruzzo. Il castello è di poco sovrastato da una leggera, ma famigerata torre, detta "torre della fame". Fatta costruire da Bozone nel XII secolo, veniva utilizzata come prigione: ma la leggenda dice che i prigionieri vi venivano lasciati a morire di fame (di qui il suo nome) e le loro urla si udivano fino in paese. La leggenda aggiunge anche che nelle notti di luna piena gli spettri dei condannati si aggiravano nei saloni del castello accendendo luci alle finestre.



    DRENA (TN) CASTELLO DI DRENA

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    Tra i merli del castello sembra che appaiano ancora le sentinelle che presidiavano le mura mentre altre figure entrano a corte sfoggiando sfarzosi abiti.
    Alcuni avrebbero assistito ad un'esecuzione sommaria: un uomo e una donna, dopo essere stati giudicati da una giuria sommaria, vengono crudelmente impiccati.
    Pare che nel 1910 siano stati rinvenuti i resti dei due sventurati.
    Altre informazioni, più recenti, ce le fornisce Massimiliano:
    "Abito ad 1 km da Castel Drena e posso darvi altre notizie a riguardo.
    Il castello é ora visitabile, é stato restaurato e all'interno vi trova spazio anche un piccolo museo.
    Si trova a 15 minuti da Riva del Garda in direzione Trento.
    In effetti vi sono state rinvenute diverse sepolture nella campagna di scavi degli anni '80 che hanno portato alla luce un'antica chiesetta precedente alla costruzione del castello (VIII secolo) che rimase in uso per tutta la vita del castello stesso (XVII secolo).
    Sette anni fa si decise di inscenare un dramma storico sulla vita di una contessa proprietaria del castello: sembra che durante le prove che venivano svolte da gruppi filodrammatici locali la sera fino a tarda ora, si sentissero strani rumori provenire dall'antichissima torre la quale è isolata dal castello e la cui unica entrata è sbarrata da robusti catenacci...
    Un testimone di indubbia affidabilità mi raccontò che nei piani del museo di notte si possono udire distintamente dei passi, non attribuibili al normale scricchiolio del pavimento....".


    Castello di Bondone (Trento)
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    A Bondone, piccolo paese in provincia di Trento, è situato l'omonimo Castello che, fino agli anni '70, è appartenuto ad un nobile signore. Costui, a causa di una grave crisi depressiva, si suicidò in una camera del Castello, sparandosi un colpo di fucile alla testa. Gli abitanti di Bondone si accorsero di questo tragico fatto solo dopo qualche settimana, per via della prolungata assenza dell'uomo giù in paese. Da allora il Castello è diventato di proprietà del comune, nessun infatti sembra disposto ad acquistarlo poichè molti affermano che l'edificio sia infestato dal fantasma del nobile. Chi ha visitato il Castello ed in particolare la stanza dove è avvenuto il suicidio, ha provato una forte sensazione di disagio e di angoscia.


    RIVA DEL GARDA (TN) ROCCA
    IL CAVALIERE SENZA TESTA


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    Il primi abitanti di Riva del Garda furono i cacciatori mesolitici, poi comunità di agricoltori e pastori distribuite in villaggi, fino ai romani e ai successivi barbari per essere poi annesso al Principato vescovile di Trento. Fu territori sempre conteso dalle grandi e nobili famiglie di Milano, Venezia e Verona, divenendo campo di numerose battaglie. Dopo la conquista anche ad opera di Napoleone, l'Alto Garda venne annesso all'Impero Austroungarico che diede un'impronta agli usi, costumi e linguaggi che ancora oggi questa zona conserva.

    Riva del Garda si trova all'estrema punta del Lago di Garda. La Rocca risale al XII secolo ma subì pesanti restauri. L'interno ospita il Museo della Rocca, luogo che ancora oggi evoca un episodio molto inquietante riportata dal giornalista Giorgio Batini.

    Circa negli anni 50 fu data alla luce un'antica tomba romana a capanna, ricoperta di tegole contenente resti umani di un guerriero, ma senza testa! Probabilmente il guerriero era stato decapitato e il cranio perduto. Venne subito sistemato all'interno del museo, peccato che da quel giorno le cose a Riva mutarono pesantemente. Accadevano fatti strani narrati dai guardiani che sentivano strani rumori, scorgevano luci impossibili, e dagli addetti alle pulizie che il giorno dopo trovavano inspiegabile disordine, ma soprattutto trovavano il corpo del guerriero in luogo differente e con la disposizione delle ossa un po' diverse dalla sera precedente. Insomma l'unica spiegazione poteva essere data dal fatto che la notte il cavaliere senza testa si sarebbe periodicamente risvegliato, magari un po' adirato per la sua nuova collocazione, alla ricerca della propria testa!

    Provarono dunque a mettere dei fili trasparenti un po' dappertutto per capire se poteva essere lo scherzo di qualcuno, ma il giorno dopo, veniva ritrovato lo stesso disordine e i fili erano intatti!

    Accadde nel 1955 un episodio correlato. Fu ritrovato a Malcesine un teschio, che probabilmente poteva essere il tassello mancante.

    Oggi lo scheletro è conservato sotto una teca di vetro nella sala delle torture e sembra che non accada più nulla ormai da molto tempo...





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    foto:IX Congresso Nazionale SISEF

    HASELBURG - CASTEL FLAVON (TN)

    Il vino dei fantasmi






    Nella vecchia rovina "Haselburg", abitata dai fantasmi, un contadino di Salorno scoprì una fantastica cantina piena di vini. Rapito dalla bontà della bevanda, ne riempì subito un orcio da portare a casa, ma tre fantasmi lo fermarono facendogli promettere di prenderne solo quanto bastava a lui e alla sua famiglia e di mantenere il segreto sulla cantina. Ecco che in una serata di allegria con gli amici nel suo maso , si dimenticò della promessa fatta e offrì agli ospiti il prelibato vino dell'Haselburg. Impovvisamente si sentirono echeggiare nell'aria urla di rabbia e la magica cantina si dissolse per sempre. Si racconta però che la cantina esiste ancora nascosta da qualche parte, ma nessuno ne svela il segreto.


    CORNEDO (BZ)

    IL CAVALIERE SENZA PACE




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    foto:static.familienhotels.com



    Narra la leggenda che a Castel Cornedo, poco ad est di Bolzano, su uno sperone roccioso all'ingresso della Val d’Ega, nel comune di Cornedo all'Isarco, vivesse un cavaliere con la sua famiglia e la sua numerosa servitù. Il castello attorniato da campi e pascoli, vigneti e boschi aveva ai suoi piedi le casette dei contadini che lavoravano quelle terre. Il castello era in una posizione strategica: dominava strade e sentieri della Val d’Isarco e della Val d’Ega. Il Signore del castello si sentiva in una roccaforte, invincibile e sicuro di sé. Un brutto giorno la peste colpì queste zone e molte vite umane furono colte dalla “morte nera”. Quelle terre rigogliose e ridenti si erano trasformate in un teatro di morte. La Paura regnava ovunque e raggiunse presto anche il castello, in silenzio e in punta di piedi. L’audace cavaliere iniziò a pensare di non essere più tanto invincibile: “Il suo nemico non aveva volto, colpiva a morte senza perdonare nessuno”. Come combattere un nemico invisibile? Lo sconfortato cavaliere iniziò a conoscere l’Umiltà e capì che doveva cercare aiuto altrove, rivolgendosi a qualcuno o qualcosa che poteva alleviare questa angoscia disperata. Sentì il bisogno di stare con se stesso e si chiuse nella cappella del castello invocando la Madonna e promettendo di fare un pellegrinaggio fino a Pietralba se Lei avesse risparmiato la sua gente da quell’orrida fine. La “morte nera” aveva trovato un degno avversario, non riuscì a superare le mura del castello, qualcosa di misterioso e invisibile avvolgeva coloro che vi abitavano e li proteggeva da ogni male. A poco a poco la peste si dileguò e la vita normale tornò ai villaggi, gli artigiani ripresero le loro attività, i contadini tornarono ai loro campi. Era come svegliarsi da un brutto incubo, la luce e i colori riapparvero a colorare la vita di ognuno che per lungo tempo era stata intrappolata nelle tenebre più oscure. Spesso nei momenti di paura si fanno delle promesse che ben presto ci si dimentica…e così fece il cavaliere che ritornò a organizzare festini e banchetti, dimenticando in un batter d’occhio tutto quanto accaduto e promesso. Perché mai ricordare brutti momenti se ora il pericolo era passato? Nulla poteva più accadere in un momento florido e speranzoso come ora...ma c’è chi non dimentica una promessa fatta! La Morte senza volto! Ancora una volte in silenzio penetrò nel castello, non risparmiando nessuno. Nessun essere vivente poté più risentire le feste, le musiche e deliziarsi nei prelibati banchetti…la Morte non lo permise a nessuno!
    Il castello orami disabitato da tantissimi anni veniva guardato con sospetto dalla gente che per caso passava da quelle parti e che preferiva tenersi al largo da quel luogo in passato”maledetto”.
    Ma in una notte…quelle notti buie e silenziose più del solito, i morti del castello, avvolti nei loro mantelli, a cavallo, tornarono nella loro vecchia dimora, come se fossero guidati da un richiamo irresistibile. In fila ad uno a uno, seguendo lo scheletro del Signore del Castello, si misero in cammino. Ma verso dove? Cavalcarono fino a valle, salirono sul monte opposto, attraversando prati e boschi…per fare che? Ma per tenere fede alla loro vecchia promessa, il pellegrinaggio a Pietralba, per poter così trovare la pace e tornare al sonno eterno nelle loro tombe.
    Oggi migliaia di pellegrini visitano il Santuario di Pietralba per deporre alla Madonna le loro domande, i loro dolori e le loro speranze …un po' come avvicinarsi al cielo …ma se vi capitasse di addentrarvi nel cammino durante la notte, una notte più buia e silenziosa del solito, un brivido lungo la schiena potrebbe invadervi, forse è solo suggestione, ma il sibillio del vento……. potrebbe essere il respiro di altri scheletri che ripercorrono a cavallo ogni stazione della “Via Crucis” in attesa di trovare la pace eterna!





    CASTELROTTO (BZ)



    BOSCO DI CASTELROTTO E VERSANTE DELLA BULLACCIA


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    foto:Mantegna Viaggi



    In questi luoghi, a cavallo del 1500, si radunavano le streghe per celebrare i sabba satanici. Le "sedie" e i "banchi" delle streghe sono grosse pietre che affiorano dal terreno e sono ancora ben visibili a Castelrotto e nella Bullaccia

    Esistono tantissime leggende a proposito delle streghe dello sciliar e le panche delle streghe a Bullaccia documentano quasi queste storie e gli avvenimenti mistici.Si dice che le strega più vecchia ed autorevole sedeva volentieri sulla panchina del Bullaccio, per poter vedere ed ammirare il panorama. Nelle sedute notturne inoltre le streghe si ritrovarono sul posto per festeggiare e celebrare i loro riti.
    Scienziati molto obiettivi commentano questa disposizione delle roccia, come una cosa naturale, ma singolare nel suo essere.





    BOLZANO

    CASTEL TIROLO



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    foto:meranoedintorni.net



    Questo castello fu la residenza di Margherita Maultash che andò in sposa
    (alla tenera età di 12 anni) al duca Giovanni di Boemia.
    Nel 1342, ripudiò il marito che aveva sposato perché costretta e sposò
    Ludovico di Brandeburgo.
    Margherita viene descritta come una donna molto scaltra ed intelligente.
    Pur non essendo propriamente una "bellezza", era alta e formosa.
    Anch'ella condusse una vita sfarzosa e priva di inibizioni: gli uomini robusti le facevano perdere la ragione e spesso ne faceva accomodare qualcuno nella sua camera da letto.
    Il suo Fantasma appare con una veste di velluto rosso scuro, con la pelle abbronzata e con occhi bramosi di passione.
    Ancora oggi vaga alla ricerca di un uomo robusto col quale trascorrere qualche ardente momento: dopo aver fatto l'amore con grande trasporto emotivo e senza alcun freno inibitorio, se ne va regalando
    un ultimo tenero bacio al suo amante.




    Castel Forte
    Castel Forte, chiamato anche Trostburg, domina sopra l’ingresso per la Val Gardena.



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    foto:burgeninstitut.com



    Castel Forte è uno dei più noti castellli, grazie anche alla posizione centrale, lungo la strada del Brennero, la strada principale del Tirolo. Su un’altura accanto al paese Colma, il castello sorge sopra il fiume Isarco con una vista panoramica stupenda.

    Menzionato per la prima volta nel 1173, il castello era conosciuto come la residenza dei conti di Trostburg. Arredato con tipici elementi del tardo gotico, l’edificazione è ancora in un buon stato. All’interno si trova una grandissimo e noto salotto con un rivestimento di tavole con ornamenti preziosi.

    Anche la biblioteca, la quale conta tra le più famose di quel tempo, la sala dei cavalieri, la sala da pranzo e altri locali arredati con preziosi mobili meritano una visita.

    Dal 1981 Castel Forte é di proprietà del “Südtiroler Burgeninstitut”. A quel tempo l’unica possiblitá a salvare il castello dalla rovina era una donazione a questo istituto. Il castello come oggi è rimasta inalterata nel tempo ed offre come allora un carattere e fascino unico.





    Castello Presule


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    foto:mondimedievali.net

    Il castello dove abitava già Oswald von Wolkenstein




    Sicuramente avrete già notato il castello passando per Fiè o Castelrotto: Poco prima del paese Fiè allo Sciliar, sul lato destro sopra la strada, sorge il magnifico Castel Presule!
    Il castello fu menzionato per la prima volta nell’anno 1279 con il nome “castrum presile” e ca. nel 1500 è stato quasi completamente rinnovato nello stile del rinascimento dal proprietario di quel tempo che fu Leonhard von Völs.

    Notevole è la grande collezione di armi del castello. Prevalentemente oggetti del 19 secolo, ma anche armi dal tempo di Leonhard von Völs, lasciano ritornare l’ospite col pensiero in tempi passati.

    Oggi il castello, sotto la direzione del “Kuratorium Schloss Prösels srl”, è soprattutto un luogo di incontro per manifestazioni culturali di tutti i tipi. Nei mesi estivi il castello offre spazio a varie mostre, concerti, teatro e altri eventi culturali.

    Anche una parte del noto torneo “La Cavalcata Oswald Von Wolkenstein” ha luogo nel cortile del castello e sicuramente conta tra gli eventi speciali di tutto l’anno. Ogni volta il grande concorso ippico attira la gente attorno le dimore antiche del castello.

    Orari di apertura:
    Il castello può essere visitato tutti i giorni (escluso sabato) solo con guida!


    Edited by tomiva57 - 19/7/2017, 17:28
     
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16 replies since 25/7/2010, 10:57   8666 views
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