L'ENEIDE

di Virgilio

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  1. gheagabry
     
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    Vittime di Enea nella guerra di Troia


    Enea fu l'eroe troiano che, per eccellenza, uccise più nemici di tutti nella guerra di Troia, arrivando a distruggere, nell'intera storia, 72 eroi tra Achei e Latini, secondo solo ad Achille che uccise in tutto 74 eroi troiani.

    1. Cretone, guerriero acheo, gemello di Orsiloco e figlio di Diocle, discendente del fiume Alfeo. (Omero, Iliade, libro V, versi 541-560.)
    2. Orsiloco, guerriero acheo, gemello di Cretone e figlio di Diocle, discendente del fiume Alfeo. (Omero, Iliade, libro V, versi 541-560.)
    3. Afareo, valoroso guerriero acheo, figlio di Caletore e fedele compagno di Idomeneo. (Omero, Iliade, libro XIII, versi 541-545.)
    4. Medonte, capitano acheo, figlio illegittimo di Oileo e fratellastro di Aiace di Locride. Sostituì Filottete alla guida della sua flotta. (Omero, Iliade, libro XV, verso 332.)
    5. Iaso, capo di un contingente di Ateniesi a Troia, figlio di Sfelo e nipote di Bucolo. (Omero, Iliade, libro XV, verso 332.)
    6. Leiocrito, guerriero acheo, figlio di Arisbante, fedele compagno del capitano Licomede. (Omero, Iliade, libro XVII, versi 344-345.)
    7. Alcimedonte, comandante di un contingente di Mirmidoni, figlio di Laerce, aiutò Automedonte, auriga di Achille, ad uccidere Areto. (Quinto Smirneo, Posthomerica, libro X, versi 448 ss.)
    8. Anfione, compagno di Epeo, il mitico acheo costruttore del Cavallo di Troia. (Quinto Smirneo, Posthomerica, libro X, verso 111.)
    9. Andromaco, guerriero acheo proveniente da Creta. (Quinto Smirneo, Posthomerica, libro XI, verso 41.)
    10. Antimaco, guerriero cretese, compagno di Idomeneo nella guerra di Troia. (Quinto Smirneo, Posthomerica, libro VI, verso 622.)
    11. Aristoloco, guerriero acheo. (Quinto Smirneo, Posthomerica, libro VIII, verso 93.)
    12. Bremone, guerriero acheo, proveniente da Licto, città di Creta. (Quinto Smirneo, Posthomerica, libro XI, versi 41 ss.)
    13. Deileonte, compagno di Epeo, il mitico acheo costruttore del Cavallo di Troia. (Quinto Smirneo, Posthomerica, libro X, verso 111.)
    14. Tossechine, scudiero di Filottete. (Quinto Smirneo, Posthomerica, libro XI.)
    15. 14 eroi acheo mentre distruggeva un po' alla volta la città di Troia, nella notte in cui il tradimento ai nemici era stato perfettamente realizzato.
    [..]
    29. Terone (Eneide): guerriero latino, primo assalitore di Enea, sulla battigia del Tevere.
    30. Lica (Eneide): giovane guerriero latino. Ferito mortalmente dal colpo di spada di Enea, rimane a lungo agonizzante.
    31. Cisseo: guerriero latino armato di clava, come l'antico Eracle.
    32. Gìa: guerriero latino, fratello di Cisseo, anche lui armato di clava.
    33. Faro: ucciso in maniera puramente efferata. Mentre avanza verso Enea, sulle rive del Tevere, questi gli scaglia contro una lancia che penetra nella sua bocca spalancata.
    34. Clizio: giovanissimo e biondo guerriero latino, ucciso mentre difende il più maturo Cidone, suo amante, che così si salva dalla morte.
    35. Meone: guerriero latino.
    36. Alcanore: guerriero latino e fratello di Meone.
    37. Mago: la prima vittima di Enea mentre l'eroe cerca Turno uccisore dell'alleato ed amico Pallante.
    38. Emonide: ovvero un figlio (di cui il poeta non fa il nome) del latino Emone; giovane sacerdote di Apollo e Diana.
    39. Seresto: Enea lo uccide nel campo di battaglia e poi gli toglie l'armatura e la fa propria.
    40. Ceculo: capo italico, semidio figlio di Vulcano.
    41. Umbrone: capo degli Equi.
    42. Anxure: guerriero latino. Enea gli tronca la mano sinistra con la spada, dopo avergli trapassato lo scudo.
    43. Tarquito: giovane semidio, figlio della ninfa Driope e del mortale Fauno, omonimo del dio italico. Dopo essere stato sconfitto in duello, chiede a Enea di essere risparmiato, ma il capo troiano per tutta risposta lo decapita con la spada e getta testa e busto dentro l'acqua del fiume Tevere, privandolo di ogni esequie funebre da parte dei genitori e della patria.
    44. Anteo: guerriero rutulo, luogotenente di Turno.
    45. Luca (Eneide): guerriero rutulo, anche lui vicinissimo a Turno.
    46. Numa: guerriero latino.
    47. Camerte: giovane signore di Amyclae, figlio di Volcente.
    48. Lucago: guerriero latino, gettato a terra dal carro con la lancia piantata nell'inguine.
    49. Ligeri: guerriero latino, fratello di Lucago, gettato a sua volta a terra dal carro e trucidato da un colpo di spada al petto.
    50. Lauso (Eneide): figlio del tiranno etrusco Mezenzio, ucciso dall'eroe nel tentativo di difendere il padre, ferito dallo stesso Enea.
    51. Mezenzio: il tiranno etrusco, ucciso da Enea in un formidabile duello dopo la morte di Lauso.
    52. Sucrone: ucciso da Enea in maniera selvaggia, dopo che Turno, per la seconda volta, gli era sfuggito. Ferito dapprima al fianco con la lancia, viene trucidato da un colpo di spada che gli disintegra ogni costola del petto.
    53. Talone: guerriero latino.
    54. Tanai: guerriero latino.
    55. Cetego: guerriero latino.
    56. Onite: guerriero latino.
    57. Murrano: guerriero latino, imparentato con Turno, ed intimo amico di quest'ultimo. Enea gli scaraventa addosso un macigno e lo fa catapultare a terra giù dal carro; Murrano viene finito dagli zoccoli dei suoi stessi cavalli, che, scambiandolo per un nemico caduto, lo dilaniano.
    58. Cupenco: guerriero latino. Il suo petto viene trapassato da una spada, dopo che questa ha oltrepassato lo scudo di bronzo.
    59. Eolo: guerriero latino.
    60. Turno: l'antagonista principale del poema, uccisore di Pallante, e di infiniti altri guerrieri. Duella con Enea e viene ferito dapprima ad una coscia dalla lancia del nemico, ed infine atterrato con un colpo di spada in pieno petto.
    61. 4 guerrieri latini sbalzato dal suo cocchio ad opera di Enea, non per sua mano, ma indirettamente a causa del suo arrivo; questo avviene nei pressi del Tevere subito prima della morte di Lucago e Ligeri, fratelli latini.
    [..]
    65. 1 guerriero latino da immolare sul rogo del caduto in battaglia Pallante, 4, figli di Sulmone e 4, figli di Ufente.
    66. 1 guerriero latino, figlio di Sulmone.
    67. 1 guerriero latino, figlio di Sulmone.
    68. 1 guerriero latino, figlio di Sulmone.
    69. 1 guerriero latino, figlio di Ufente.
    70. 1 guerriero latino, figlio di Ufente.
    71. 1 guerriero latino, figlio di Ufente.
    72. 1 guerriero latino, figlio di Ufente.

    La critica storica


    Le prime versioni del mito di Enea sono antiche, tanto che sono già note in Etruria prima del VI secolo a.C. e in Grecia nel V secolo a.C. e farebbero derivare il nome di "Roma" da quello di una donna troiana con il significato di "forza".

    Riassunto della leggenda


    Enea è un principe Troiano, nativo delle falde del monte Ida nella Troade, e partecipa solo alla fase finale della guerra di Troia; è imparentato con il re Priamo avendone sposato la figlia Creusa ed in quanto il padre Anchise è cugino del re. Enea piace ai Romani quale capostipite perché gli permette di affondare le radici in una civiltà dal passato fulgido pur distinguendosi dai Greci. Allo stesso tempo questa "soluzione" non fa dei Romani i più fieri antagonisti dei Greci e verrebbe oggi chiamata "politically correct".

    Anche la leggenda di Romolo e Remo, all'inizio separata da quella di Enea, viene successivamente integrata nel suo mito. In un primo momento i due gemelli vengono indicati come suoi figli o nipoti.

    Eratostene di Cirene si accorge tuttavia che, essendo la data della caduta di Troia all'incirca il 1184 a.C., né Enea né i suoi più diretti discendenti potevano aver fondato Roma nel 753 a.C., data alla quale la mitologia fa risalire la nascita di Roma.

    Catone il Censore rende plausibile la storia. Secondo la sua versione, accettata poi come definitiva, Enea fugge da Troia e giunge nel Lazio. Qui, dopo aver sposato Lavinia, fonda Lavinium. Ascanio è invece il fondatore di Alba Longa e i suoi successori danno origine alla dinastia dalla quale, dopo varie generazioni, Rea Silvia darà alla luce Romolo e Remo e in seguito la gens Giulia, con Giulio Cesare e il primo imperatore Augusto.


    Assunzione in cielo



    Secondo la leggenda, dopo quattro anni di regno, Enea sarebbe stato assunto in cielo tra lampi e tuoni durante una battaglia contro gli Etruschi nelle vicinanze del fiume Numico e ricevuto nell'Olimpo insieme agli dei. È interessante notare che anche a Romolo viene decretata la stessa fine, permettendo successivamente di deificare anche Giulio Cesare e Augusto, suoi lontani discendenti. Le origini divine dei fondatori di Roma sarebbero quindi incontrovertibili. Accettando Enea quale capostipite, si trovano Venere e Marte come antenati.

    Nelle leggende più arcaiche, Romolo non ha un gemello ed è figlio di Zeus; le successive elaborazioni sono analoghe, ponendo Romolo e Remo come figli di Marte e Rea Silvia, (in alcune versioni lei era una sacerdotessa) e perciò di discendenza divina.

    Un'ulteriore versione della leggenda, indica Rea Silvia come figlia di Enea e un suo nome aggiuntivo sarebbe Ilia, per ricordare il collegamento di Roma con Troia ("Ilio" in greco).

    Enea inoltre dimostrò un grande interesse per la cultura greca.


    Edited by gheagabry - 23/4/2012, 00:32
     
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