Il Piemonte 1°parte

IL PO ... VALLATE VERDI E FLORIDE ... LE ALPI .

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. tomiva57
     
    .

    User deleted


    Arona
    Da Wikipedia


    image

    Arona (IPA: [aˈrona], Arùna in piemontese e in lombardo) è un comune italiano di 14.555 abitanti della provincia di Novara in Piemonte.

    Quinta città della provincia per popolazione, oggi è un centro turistico-terziario sulle sponde del lago Maggiore, il cui sviluppo è stato favorito dalla sua posizione sulla via del Sempione e dal comodo collegamento con Milano (autostradale e ferroviario).



    image



    Geografia


    La città di Arona è situata sulla sponda piemontese del lago Maggiore ed è attraversata dal torrente Vevera, che qui sfocia nel lago. All'intorno si estendono i bassi rilievi collinari di origine morenica (chiamati "motti"), inglobati nel Parco naturale dei Lagoni di Mercurago dove, nel 1860, venne individuato il primo insediamento palafitticolo rinvenuto in Italia. Anche la maggior parte del territorio comunale è di tipo collinare, con altitudini che vanno progressivamente degradando da nord verso sud (e da ovest verso est nel centro abitato) dai 513 m di Motto Mirabello (presso la frazione Dagnente) fino ai 195 m in riva al lago.

    image


    Collocata nella parte più meridionale del lago, Arona dista circa 37 km dal capoluogo provinciale Novara, ma solo una trentina da località lombarde come Varese e l'aeroporto di Milano-Malpensa.

    Storia

    Origini


    La prima documentazione scritta che conferma l'esistenza di una località socialmente organizzata chiamata Arona risale al 979: si tratta di un'attestazione che consente di individuare tale data solo per induzione, tant'è che alcuni storici sostengono invece che si tratti del 963.

    In ogni caso la presenza dell'uomo in questa parte meridionale del Lago Maggiore è confermata ben più addietro nel tempo e risale alla preistoria; in località Lagoni infatti, presso la frazione di Mercurago, furono rinvenuti nel 1860 un insediamento palafitticolo risalente all'età del bronzo (attivo dal XVIII al XIII secolo a.C.) e, nel 1971-1972, una necropoli golasecchiana della fine del VI - inizi del V secolo a.C. Tracce umane sono documentate anche nella torbiera di Motto San Carlo, nella quale è stata rinvenuta una punta di freccia risalente al Neolitico e l'unico oggetto dell'Età del Rame.

    Dei reperti lignei estratti nell'Ottocento, come i resti di tre ruote che giravano in folle sopra un'asse centrale ed erano dotate di rudimentali raggi non concentrici e quelli di una piroga scavata in un tronco d'albero, restano solo i calchi in gesso. Furono ricavati dalle impronte nella torba da Bartolomeo Gastaldi, che all'epoca li raccolse e li studiò ma non poté trattarli adeguatamente per la conservazione dati i metodi di restauro del tempo cosicché, preservati per millenni nelle particolari condizioni ambientali anaerobiche della torbiera, si sbriciolarono per disidratazione poco tempo dopo la loro scoperta. Furono rinvenuti anche i resti di un villaggio le cui capanne erano state costruite ai bordi di uno specchio d'acqua e le cui fondazioni erano state conservate grazie alla torba in cui erano state piantate, oltre a vari oggetti di uso quotidiano in metallo o ceramica: vasetti, fondi di vasi, piatti, frecce, lame di pugnale e altri strumenti di difesa, spilloni di bronzo. Dalla decina di tombe del VI secolo a.C. provengono vasi di pregevole fattura, bracciali, fibule, anelli, ganci di cintura in bronzo. Le ceramiche ritrovate in gran quantità intorno alla Rocca di Arona testimoniano un insediamento successivo a quello dei Lagoni e sono state assegnate alla cultura di Canegrate, Protogolasecca e Golasecca.

    I Celto Galli

    Il V secolo segna nel basso Verbano un momento di crisi, e soltanto nel III-II secolo ricompare una cospicua presenza di genti, questa volta Celto-Galliche. Risale al II secolo a.C. una pregevole cavigliera in bronzo rinvenuta ai piedi della rocca. È proprio in questo periodo che si formano i primi nuclei abitativi socialmente organizzati. L'urbanizzazione della zona è pienamente giustificata dalla presenza della Rocca di Arona, una posizione di importanza strategica che non poteva passare inosservata a nessuna popolazione del luogo. Sulla rocca infatti sono presenti i resti di una fortificazione preromana, e a tre chilometri da Arona, il campus militare di Borgo Agnello e Paruzzaro.

    I Romani e il Medioevo

    In epoca romana fu luogo di passaggio verso il passo del Sempione. Sotto la chiesa di San Giuseppe sono stati rinvenuti i resti di una fornace e di un laboratorio artigiano per la lavorazione dei metalli. La colonizzazione romana è documentata inoltre da lapidi funerarie rinvenute un po' dovunque nella zona.

    L'attuale nucleo abitato si sviluppò intorno all'abbazia benedettina di San Salvatore, fondata nel 979 dal conte Amizzone del Seprio. La prova di tale sviluppo è documentata in una "Cronaca" o "Pasionario", una specie di zibaldone in cui si intrecciano vite di santi più o meno attendibili, testi di ascesi, lettere di vescovi e di presuli, preghiere e invocazioni. In tale contesto appare la narrazione del martirio dei San Graziano e di San Felino avvenuto nel 979 con la transalazione dei loro corpi ad Arona, per opera del conte Amizzone del Seprio, un capitano di truppa al comando dell'imperatore Ottone I. Sono 249 fogli in pergamena redatto in latino medioevale e scritto in gotico. L'abbazia benedettina, con il tempo perse le sue principali prerogative, a causa soprattutto per il sorgere di una autorità civile che si identificò prima nella famiglia dei Della Torre, e successivamente dopo il suo abbattimento, nei Visconti, primo fra tutti Ottone che fu arcivescovo di Milano, attorno alla fine del Duecento sotto cui passò il dominio dell'arcivescovo di Milano. In seguito passò alla famiglia Torriani (XII secolo). Dopo la battaglia di Desio (1277), appartenne ai Visconti e nei primi decenni del XIV secolo fu libero comune sotto il governo dell'abbazia benedettina.

    Il Rinascimento

    Dal 1439 il territorio fu concesso in feudo ai Borromeo, una stirpe di banchieri originaria di San Miniato in Toscana. Quando il casato dei Visconti si estinse con la figlia di Filippo Maria Visconti che andò sposa nel 1441 a Francesco I, il ducato passò alla famiglia degli Sforza. Ma tale vasto territorio andava anche difeso, e in questo senso Vitaliano nel 1447 richiedeva a Filippo Maria l'autorizzazione a fortificare la Rocca e il borgo di Arona, concessagli nel 1449 con una lettera di Filippo Maria che autorizzava il proprio vassallo di creare mura, ponti levatoi, opere belliche di difesa, e anche luoghi per il raduno e la custodia delle navi : primo porto militare documentato del Lago Maggiore. La rocca era difesa talmente bene che resistette ad un attacco avvenuto nel 1523 da parte di 7.000 uomini al comando di Renzo de Ceri, una delle tante guerre scatenatesi tra il Ducato di Milano e i francesi.

    Epoca moderna

    Con tutto il ducato di Milano fu sotto il dominio spagnolo e poi austriaco. Con il trattato di Worms del 1745 passò nei domini dello stato sabaudo, sotto Carlo Emanuele III.
    Fu presa dall'esercito napoleonico e la Rocca venne demolita in seguito agli accordi di pace con gli austriaci nel 1801. Con il Congresso di Vienna del 1815 fu restituita ai Savoia. Nel 1838 Carlo Alberto di Savoia la insignì del titolo di città. Nel 1855 fu aperta la linea ferroviaria per Novara e nel corso del XIX secolo si affermarono le attività industriali e turistiche. Alla fine del secolo subì una disastrosa inondazione del lago.


    image

    Origine del nome

    Il toponimo potrebbe derivare dalle radici celtiche art (monte) e on (acqua), con il significato di "monte sull'acqua".

    Monumenti e luoghi d'interesse




    Il Colosso di San Carlo Borromeo




    image

    Questa statua, soprannominata il Sancarlone, domina il lago Maggiore e si raggiunge percorrendo la provinciale 35 diretta alla frazione Ghevio di Meina, in località San Carlo. Il colosso è alto circa 36 metri (24,50 m la statua e 11,70 m il basamento) e fu realizzato tra il 1614 e il 1697 con lastre di rame. Originariamente era previsto che la statua, ultimata nel 1698, facesse parte di un Sacro Monte di cui furono realizzate però solo tre cappelle.


    image image

    Architetture religiose

    image
    Piazza del Popolo con la chiesa di Santa Maria di Loreto


    image

    Collegiata della Natività di Maria Vergine. L'attuale parrocchiale, il cui primo contratto per la sua costruzione risale al 1468, venne consacrata, non ancora terminata, il 12 marzo 1488. All’inizio del XVII secolo il cardinale Federico Borromeo ordinò imponenti lavori di restauro e di decorazione degli interni, al termine dei quali, il 10 marzo 1608, la chiesa venne eretta a collegiata. Dopo le consistenti riparazioni del 1856-1867 fu riconsacrata nel 1858 dal vescovo G. F. Gentile. È in stile gotico-bizantino, alterato da elementi successivi. La facciata in sasso calcare, con rosone centrale, ha elementi quattrocenteschi, e un notevole bassorilievo della Natività del Redentore, da Luca Beltrami ascritto ai fratelli Mantegazza, autori della parte inferiore della Certosa di Pavia. Nell'interno si ammirano l'altare maggiore costruito nel 1812 su disegno dell'abate Zanoia; la Sacra Famiglia di Gaudenzio Ferrari in sei campi, con la firma Gaudentius Vincius e la data '15', su legno e chiusa in una cornice intagliata dell'epoca; la Natività di Andrea Appiani; l'Annunciazione e lo Sposalizio di Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone, donati dal cardinale Federico Borromeo. Vi si conservano inoltre quattro reliquiari che contengono il pallio, la mitra, il pastorale di San Carlo Borromeo donati dal cardinale Federico. Essi furono rinnovati nel 1920 dalla cittadinanza aronese in adempimento di un voto fatto durante l'ultima pandemia influenzale, che si ritenne cessata per intercessione del santo.


    image

    Chiesa dei Santi martiri Graziano, Felino, Fedele e Carpoforo (detta anche di San Graziano). Già abbazia benedettina, la chiesa era annessa al monastero del Salvatore e dei Santi Graziano e Felino, fondato nella seconda metà del X secolo. Dell'edificio originario non rimangono tracce. Completamente rifatta fu restituita al culto l'anno successivo a quello della consacrazione della Collegiata, il 1489. Nella chiesa è presente una pala della Madonna in Trono e Santo di Ambrogio da Fossano, detto il Bergognone, appesa dietro l'altare maggiore. Il quadro venne commissionato dall'abate dell'epoca, monsignor Girolamo Calagrani, che nel dipinto appare inginocchiato di fronte alla Vergine.


    image

    Chiesa di Santa Maria di Loreto, (detta che di Santa Marta) nell'antica piazza del Popolo, nella quale si trovano anche il Broletto e ciò che rimane dell'antico porto.


    image

    Chiesa della Visitazione, annessa al monastero dell'ordine della Visitazione, fu fondata nel 1652 dall'arciprete Graziano Ponzone. Sull'altare maggiore della chiesa si trova una tela del pittore Gaudenzio Magistrini (1820-1871).

    image
    Cappella Beolchi

    image
    Santuario del Sacro Monte di San Carlo


    image
    Monastero della Visitazione


    image
    Chiesetta di San Giuseppe, anticamente intitolata a Sant'Eusebio


    image
    Chiesa parrocchiale di San Giusto (in frazione Montrigiasco)


    image
    Chiesa di Santa Maria di Loreto (detta anche di Santa Marta)


    image
    Chiesa di San Giovanni Battista (in frazione Dagnente)


    image
    Chiesa di San Giorgio (a Mercurago)


    image
    Chiesa della Santissima Trinità


    image
    Chiesa del Sacro Cuore



    image
    Chiesa dei Santi Anna e Gioacchino, in corso Cavour


    Architetture civili e militari


    image

    image

    Villa Ponti, che ospitò Napoleone Bonaparte di ritorno dalla campagna d'Egitto e nella quale attualmente vengono organizzati concerti di musica classica e mostre di artisti di rilevanza come Guttuso, Manzù e De Chirico.


    image

    Villa Leuthold, parco pubblico di impianto ottocentesco, con grandissimi esemplari di camelie.



    image

    Rocca Borromea, le cui rovine si trovano sulla collina sovrastante la città. Fu storicamente contesa fra i Torriani e i Visconti nonché luogo natale di San Carlo.

     
    Top
    .
  2. gheagabry
     
    .

    User deleted


    CURIOSITA’

    Misteri

    LA FONTANA ANGELICA
    Nella città di Torino sembra che nulla sia stato lasciato al caso, nemmeno l’orientamento delle chiese, dei palazzi, il disegno delle piazze o addirittura le facciate di certe costruzioni patrizie: gli architetti si sono tramandati per secoli i significati nascosti dei simboli attraverso le loro opere. Per capire, o non capire ciò, dobbiamo rifarci alla Massoneria che custodisce ancora il segreto dei simboli e tornare a migliaia di anni fa quando Hiram costruì a Gerusalemme il tempio di Re Salomone. Hiram era il depositario dei segreti che provenivano da Kha, l’architetto dei faraoni, e prima di lui da Toth, che insegnò agli uomini linguaggio, scrittura e tecnologia. La Fontana Angelica di piazza Solferino è costruita secondo queste regole e al di là della sua architettura esteriore c’è tutta una tradizione massonica molto difficile da interpretare. Storicamente la fontana era stata richiesta al Comune dal grand’Ufficiale Pietro Bajnotti a ricordo dei propri genitori, e avrebbe dovuto essere collocata di fronte al Duomo. In chiave esoterica la scelta di spostarla dove si trova oggi fu sbagliata, perché la fontana ha perso l’orientamento verso est. Così come ci appare è composta da quattro gruppi di statue appoggiati a basi di granito: ai lati ci sono due gruppi femminili, la Primavera e l’Estate; al centro in posizione più alta si trovano due figure maschili che versano acqua da un otre, l’Autunno e l’Inverno. La Primavera è seduta su un mantello di fiori e con una mano accarezza un bimbo che lancia nell’aria uno stormo di rondini; alle loro spalle c’è un altro bambino che solleva il mantello dove è seduta la donna. L’Estate è sul lato destro appoggiata a fasci di spighe e vicino ha un bimbo che sorregge una ghirlanda piena di mele, pere ed uva. L’Autunno, giovane, è appoggiato alla chiglia di una nave e nasconde in una mano una rosa un po’ appassita; la figura è avvolta da una ghirlanda di melograni e sull’altro lato vi è un bambino che gioca con ananas, banane e pannocchie. L’Inverno è una figura barbuta e corrucciata, appoggiata ad un ceppo di quercia dai rami spogli e nodosi; la sua mano afferra l’otre a forma di ariete, poggiato ad un’aquila con una sola ala aperta. Sul lato posteriore si trova un bimbo sorridente con i capelli disposti a raggiera; un altro bimbo gli offre un grosso pesce, mentre un terzo gioca con una ghirlanda di pigne. Ma veniamo al significato nascosto dell’opera. L’Inverno guarda verso oriente e, insieme con l’Autunno, rappresenta i giganti Boaz e Jaquim, i due sostenitori delle colonne d’Ercole, i guardiani della soglia che immette sull’infinito. Boaz è la "parola di passo", il primo grado dell’iniziazione che il neofita compie nel cammino per i trentatré scalini delle logge massoniche. Jaquim rappresenta la perfezione, la luce, la conoscenza, mentre Boaz le tenebre e l’ignoranza. La conoscenza è simboleggiata dall’acqua che i due personaggi versano dagli otri, mentre questi ultimi sono due simboli astrologici: l’acquario è l’età verso cui si avvicina l’umanità, e l’ariete il segno sotto il quale si trova l’Italia. Nel significato alchemico l’ariete è simbolo del vello d’oro, meta degli Argonauti, ma anche momento di trasformazione della materia verso la perfezione. Il bimbo con i capelli a raggiera è il frutto di ciò, è il Sole; quello con il pesce è il simbolo del Cristianesimo che si avvicina al suo maestro. Le due figure maschili rappresentano anche Osiride, la più antica divinità egizia, le figure femminili rappresentano Iside, sua sposa e sorella. Ma le due donne simboleggiano anche i due aspetti dell’amore, quello sacro (Primavera) e quello profano (Estate), e anche la Virtù contrapposta al Vizio. Un altro grande segreto è custodito nella disposizione dei blocchi di granito. Se si osserva la fontana a distanza, da posizione centrale, si nota che fra le due figure maschili si apre un varco rettangolare. E’ il cuore del mistero e rappresenta la soglia invalicabile per i profani, oltre la quale si entra in una dimensione sconosciuta, si accede a terre al di là delle colonne d’Ercole. E’ l’ingresso alla Caverna Luminosa in cui sono custoditi i misteri alchemici che regolano tutto il mondo.

     
    Top
    .
16 replies since 11/7/2010, 12:47   6600 views
  Share  
.