INSETTI E COLEOTTERI

.questi sconosciuti..

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  1. gheagabry
     
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    Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica Aeronautica, il calabrone non può volare, a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare.
    Ma il calabrone non lo sa e perciò continua a volare.
    (Igor Sikorsky)



    IL CALABRONE





    Il calabrone è uno dei Vespidi più caratteristici delle nostre regioni; è riconoscibile per le grosse dimensioni e per la tinta rossiccia della parte anteriore del corpo; gli occhi sono molto grandi e con una particolare forma a "c", il peduncolo addominale è breve, alcune macchie rosse ornano la testa, mentre il resto del corpo è nero, giallo e rosso. La femmina può raggiungere i cinque centimetri di lunghezza, mentre maschio e operaie misurano 2-2,5 cm. Le femmine fecondate trascorrono l'inverno in condizioni di metabolismo rallentato, nascoste nei tronchi o nel terreno, producendo anche glicerolo, che agisce da "antigelo". Quando esce dal lungo letargo invernale, la femmina fecondata del calabrone va alla ricerca di un luogo adatto alla costruzione del nido, che può essere sospeso oppure nascosto in una cavità, con l'apertura delle celle rivolta verso il basso; a volte può approfittare di un alveare vuoto. Il materiale usato per la costruzione è spesso la corteccia ancora verde e tenera di varie piante (spesso dei frassini giovani), che l'insetto impasta con la saliva e, prendendolo tra le zampe, lo applica levigandolo a lungo con le mandibole; durante la costruzione, che è molto rapida, si reca spesso al più vicino specchio d'acqua per bere abbondantemente. Quando il nido è pronto la femmina del calabrone depone le uova, uno in ogni cella, introducendovi l'addome. Dopo cinque giorni ne escono le larve...Dopo nove giorni la larva si trasforma in ninfa, e dopo altre due settimane compare una giovane operaia, sterile. Subito essa si ripulisce le antenne e le zampe, poi prepara la cella che la ha ospitata a ricevere un altro uovo; a questo punto si nutre e comincia a raccogliere i materiali da costruzione: ben presto il primo strato di celle non basta più e inizia la costruzione del secondo, separato dal primo da "pilastri"; si possono trovare fino a cinque strati di celle sovrapposte, incluse in un involucro isolante dal calore: all'interno del nido la temperatura si mantiene sui 30°C. Nei giorni più caldi le operaie bagnano con acqua la superficie delle celle, che vengono così rinfrescate per evaporazione.





    "Avete cambiato panchina o è quella di ieri che è stata ridipinta? Hmmm sarà....
    Ah, ma sapeste cosa m'è accaduto ieri... Sì... Una bizzarria. Ma permettete, buonsignore che ve la conti...
    Conoscete il calabrone?
    Ma sì, è quel buffo insetto cicciotto che svolazzando tra i fiori fa un baccano assordante.
    Bello lui! Paciarotto e allegrone. Innocuo e felice di stare al mondo.
    Il suo passatempo preferito? Sono le margherite. Le tortura da mattina a sera, ma in fondo le adora e credo che il sentimento sia reciproco. Le margherite lo amano e sono certo che nella loro lingua ringraziano sempre il cielo che lui sia sempre con loro.
    Quando lo osservi pare lui nemmeno badi a te. E invece, io credo, che lui si accorga che lo stai guardando e allora fa il buffone, cambia rotta repentinamente e ti viene a ronzare, senza che tu te ne accorga, vicino all'orecchio, facendoti sobbalzare. E sì perché il suo ronzio è piuttosto rumoroso. E come si diverte a farti pigliare un colpo quando all'improvviso spunta per venirti a curiosare.
    A volte vola basso tra gli steli dei fiori come un jet da caccia schivando, con perizia da professionista, qualunque ostacolo, anche mobile, gli si pari davanti. Altre volte invece vola ad altezze impressionanti e diventa curiosamente silenziosissimo. Cambia rotta abilmente e riesce a fare acrobazie che neppure il miglior pilota sarebbe in grado di replicare. Vola meglio di qualsiasi altro volatile esistente sulla terra. Ma voi sapete come è fatto. Lo sapete? No? Non ricordate, mio buon signore? Beh, fa nulla, mi cimenterò a spiegarvelo....Sor Calabrone è un insetto poco più grande di un pollice del piede. Rotondetto e cicciotello. Se lo guardi da vicino e gli guardi il muso sembra perfino espressivo; aspetto da gran Signore (notevole caratteristica. Peculiare per un insetto). Ha delle piccole alette trasparenti sul dorso. Quattro in tutto. Piccole, leggere e con i bordi arrotondati. Il suo colore varia tra il nero e il verde smeraldo........... Alt... Alt... Scusate, mio buon ascoltatore, qui mi stanno dicendo qualcosa; gli scienziati....Un momento che sento quello che stanno cercando di dirmi. Ah! Ma davvero?... Oh per Bacco. Ma è possibile? Senti, senti....Gli scienziati qui con me mi stanno facendo osservare una cosa.
    Affermano, dall'alto delle loro conoscenze tecniche che, aerodinamicamente parlando, un oggetto così grosso con delle alucce così piccole (anche se sono quattro) è impossibile che voli. E' da escludere. Secondo le leggi fisiche del volo le ali, per consentire all'animale di volare, debbono avere un'apertura minima di almeno il doppio della lunghezza moltiplicato per la larghezza del corpo stesso.
    Inoltre l'animale deve avere un'ossatura leggera (se non si tratta di un insetto che, come tutti sappiamo, non ha una struttura ossea). Maggiore è il peso del corpo dell'animale, maggiore deve essere la sua apertura alare e più resistente la struttura delle ali, altrimenti lo stesso non è in grado di alzarsi neppure da terra. E in natura ve e sono molteplici di esempi di volatili che nonostante siano muniti di ali non sono in grado di volare; vedi le galline, le oche, i pavoni e molti altri... Quindi è assolutamente ridicolo che il calabrone, così deforme, sgraziato e senza equilibrio strutturale possa in alcun modo volare. Inaudito.... Eresia....Mentre ascolto rapito questo erudito argomento, che sicuramente fatto da specialisti del settore, non può che essere esatto e incontrovertibile, noto che Sor Calabrone s'è posato silenziosamente sulla mia spalla e resta lì come se volesse ascoltare gli scienziati che appunto proprio di lui stanno parlando.Nell'osservare il mio amico Sor Calabrone, mi domando cosa stia pensando. Cosa ha sentito di quello che gli scienziati, dall'alto delle loro cattedre stanno sentenziando per lui? Ha sentito? Ha ascoltato? Avrà capito quello che gli scienziati dicono? E cioè che aerodinamicamente parlando, lui, Sor Calabrone, il Barone Verde Nero del cielo, è impossibile che voli? Mi chiedo se si convincerà una buona volta e che di buon grado accetti i fatti così come stanno e che scenda a terra e smetta di ostinarsi a voler volare. Insomma, deve mettersi in testa che è la gallina degli insetti. Ha le ali, sì. Ma con quelle ali NON può volare. Punto.
    Lo guardo con serietà e gli dico: "Hai sentito? Ascoltato? Hai capito? Ti sei convinto?"
    Ma mentre lo guardo noto una cosa a cui prima non avevo fatto caso....
    Ma.... ma.. ma tu, amico Calabrone dove hai le orecchie? Ma tu non hai orecchie... Oh per Bacco!
    Allora non senti. E fammi indovinare. Non comprendi neppure la lingua degli scienziati E suppongo neppure te ne freghi un granché di capirla. Allora non hai sentito nulla? Niente hai ascoltato? Non hai capito nulla? E adesso come si fa?
    E mentre io gli parlo, lui, beffardo, ciccione, si alza in volo rumorosamente facendo bene attenzione di farsi notare dai presenti. Fa un paio di giravolte tra di loro, imbocca la finestra e come un missile VOLA via verso il prati verdi al di là del giardino, verso le sue margherite, alla faccia mia, degli scienziati e delle leggi sull'aerodinamica. E ora so che lui è lì che svolazza,
    campione di volo assoluto in mezzo alle sue adorate margherite che sicuramente rideranno con lui di noi poveri fessi....
    E sì, perché quando ha preso il volo, alzandosi dalla mia spalla, per un attimo mi è sembrato che stesse sorridendo beffardo, come dire... Ma voi altri un lavoro non ce lo avete? State qui a perder tempo a dire cavolate?.... Ed è volato via...."
    (Dialoghi di Un Folle di Andrea M. Magherini)





    Questo ispido villoso calabrone l’ho trovato fradicio
    di polline e rugiada nella campana d’un fiore arancione.
    Zampettava di qua e di là, ronzando
    per uscire, ma non trovava più la strada.
    Lo tirai fuori, ed ora è lì che vola
    in un raggio di sole tutto d’oro:
    come un ubriacone che s’alza dal marciapiede
    e s’incammina malsicuro borbottando.
    (Corrado Govoni)








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  2. gheagabry
     
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    Perfino l'ingegno degli animali si aguzza considerevolmente con il bisogno, cosicché in casi difficili essi fanno cose che ci stupiscono; quasi tutti, per esempio, considerano più prudente non darsi alla fuga, se credono di non essere stati visti: ecco perché la lepre si acquatta nel solco del campo e lascia che il cacciatore la sfiori nel passare oltre; mentre gli insetti, quando non hanno via di scampo, fanno finta di essere morti; e così via.
    (Arthur Schopenhauer)



    IL MAGGIOLINO




    Vi sarà sicuramente capitato nelle serate estive di trovare sul marciapiede, particolarmente sul lungomare sotto le potenti lampade alogene dei moderni lampioni, degli strani coleotteri che si rotolano storditi su se stessi. Nella maggior parte dei casi si tratta di Maggiolini comuni (Melolontha melolontha ) oppure di Maggiolini marmoreggiati (Polyphilla fullo) presenti particolarmente nelle pinete.
    Questi grossi coleotteri cominciano a volare all'imbrunire, vengono attratti dalle forti luci e cominciano a ronzarci intorno. Abbagliati, storditi dal calore e dai colpi sbattuti sul vetro delle lampade cadono in terra tramortiti dove spesso vengono calpestati senza pietà perché interpretati come qualcosa di estraneo al nostro modo di vivere. E' purtroppo un malvezzo che accomuna una grandissima quantità di persone che vedono negli insetti strani, vistosi, con lunghe zampe ed antenne, dei potenziali nemici. E' l'ignoranza che spinge a distruggere tutto e a considerare qualcosa di sconosciuto come non avente diritto a vivere. Ecco perché è importante educare i nostri figli all'insolito. A non aver paura a raccogliere un insetto che non punga, perché solo pochissimi lo fanno, mentre la stragrande maggioranza è innocua.
    Non temere il diverso, l'inatteso. E' splendida occasione per accrescere le proprie conoscenze e per tentare di stabilire un rapporto equilibrato con la natura che si manifesta anche attraverso questi piccoli miracoli del creato. Avere rispetto per gli insetti è il primo passo per avere rispetto verso se stessi e verso gli altri.



    Un tempo presenti in quantità talmente elevate da rappresentare una piaga per l'agricoltura, sono oggi diventati piuttosto rari. Ciò nonostante in certe zone abbastanza circoscritte rappresentano ancora un flagello di difficile estirpazione. In effetti, se presenti in quantità rilevanti, le loro larve possono raggiungere nel terreno densità di popolazione elevatissime tali da danneggiare irrimediabilmente intere colture...Gli adulti infatti usano deporre 30/40 uova da 1 a 4 volte all'anno. Le larve si riproducono nei terreni dove sono presenti colture in atto. Si nutrono di radici, tuberi, del colletto delle piante. Particolarmente dei pomodori, patate, mais, barbabietole, frumento...Lo sviluppo della larva dura tre anni nel corso dei quali subisce delle mute. Inoltre nella stagione invernale si interra a circa un metro di profondità per svernare.
    Alla fine dell'inverno del terzo anno la larva si scava una celletta,di cui solidifica le pareti con una saliva collante, ed inizia la trasformazione in ninfa. Questo stato dura circa 7 / 8 settimane fino al sopraggiungere della primavera, momento in cui la trasformazione si sarà completata. L'insetto adulto ormai sviluppato all'interno della ninfa preme sulla cuticola che lo racchiudeva, la spacca ed esce aprendo un foro nella celletta e scavandosi con le zampette anteriori l'uscita verso l'esterno. Normalmente lo sfarfallamento avviene quasi in contemporanea. Migliaia di individui si affacciano e prendono il volo nella stessa mattinata.
    L'adulto ha delle potenti ale membranose racchiuse sotto le elitre marroni. Queste vengono sollevate verso l'alto per consentire alle ali di essere dispiegate. Un maggiolino in volo è un bello spettacolo da vedere perché l'animale in qualche modo ricorda un piccolo elicottero. Il volo è pesante e poco rapido.





    "Quand’ero ragazzo il maggiolino era un divertimento. Ognuno di noi ne catturava uno per poi giocarci o magari liberarlo in chiesa durante le funzioni serali. Era quasi come una sfilata di moda. Tutti orgogliosi del proprio campione del quale si magnificavano il colore, la grandezza ed ogni possibile caratteristica.
    Proprio un bell’insetto il maggiolino!! Solo un tantino invadente. Da quando le sue larve hanno preso la pessima abitudine di mangiarsi la mia insalata i miei sentimenti di amore e di ammirazione si sono via via trasformati in un odio cupo.
    Arrivi all’orto felice, convinto di poterti godere la natura, di vedere il frutto dei tuoi amorevoli sforzi crescere con vigore ed invece l’occhio ti scappa su quella piantina avvizzita dalle foglie flacidamente ripiegate su se stesse. Allora prendi una paletta, scavi un po’ e lui è lì, turgido, bianco e marrone, ripiegato su se stesso come uno che abbia appena fatto una scorpacciata.
    Nel fiume una trota è lì che aspetta! Sa benissimo che prima o poi lo prendi e glielo scaraventi.
    Fino a che ne arriva uno ogni tanto fai quasi finta di non arrabbiarti. Una vaga parvenza di menefreghismo, quel che basta per non dargli soddisfazione! Ma quando si mettono in gruppo a far scorribanda allora ti monta la mosca al naso......."(dal web)



    "Maggio, si sa, è un mese importante in natura. In questo mese, dedicato a Maja, dea madre di Mercurio, sbocciano, tra infiniti altri fiori, il mughetto (Convallaria majalis) e la ginestra («Ben venga maggio e il gonfalon selvaggio» canta il poeta) e nascono i maggiolini. Tra i tanti coleotteri che vivono a Roma (e i cui nomi sono elencati nel pregevole volume edito dal Comune, intitolato «Gli Insetti di Roma») il vero maggiolino (Melolontha melolontha) non compare. Compaiono invece, con due solo osservazioni risalenti al 1812 e al 1940, il maggiolino pettorale (Melolontha pectoralis) e, con una gran messe di dati a iniziare dal 1885, un altro grande e bellissimo maggiolino, il maggiolino dei pini (Polyphylla fullo). Lungo fino a 3 centimetri e mezzo, con grandi e sfrangiate antenne, elitre marmorizzate di bianco crema e di bruno scuro, questo insetto è ancora frequente in città. La ragione di ciò può trovarsi nel fatto che questo maggiolino ama molto i pini, alberi che a Roma sono abbondantissimi. Mentre le sue larve vivono infossate nel terreno nutrendosi di radici, gli insetti adulti, che volano benissimo, se ne stanno in questo mese sulla cima di queste conifere rodendone gli aghi. I danni da loro provocati sono minimi e la loro bellezza li ripaga ampiamente. Vederli è assai difficile perché, come ho detto, vivono sulle chiome più alte."
    Fulco Pratesi


    LA CETONIA DORATA





    La Cetonia dorata (Cetonia aurata) è probabilmente il coleottero più conosciuto in Italia. Chi di noi non è mai sobbalzato sotto l'ombrellone nel sentirsene ronzare una intorno attratta dall'odore della nostra crema abbronzante? Chi non ne ha mai vista una bearsi all'interno di una rosa tra i petali setosi mentre si stropiccia il viso sui pistilli carichi di polline? E' quello il momento di massimo abbandono per questo delizioso animaletto che frequenta i nostri giardini ed i parchi cittadini.
    Purtroppo con la sua azione di rosura delle parti centrali del fiore di cui si nutre, la Cetonia danneggia le rose in qualche misura e quindi spesso viene perseguitata da floricultori. E'un coleottero perfettamente innocuo che può offrire una sensazione sgradevole al tatto, se presa in mano, per il fatto di possedere sulle zampine delle minuscole sporgenze appena appuntite che danno la parvenza di una puntura.
    Altra particolarità della Cetonia è quella di poter estrarre le ali da sotto le elitre, attraverso una lunga fenditura laterale senza bisogno di aprirle e sollevarle come accade in quasi tutti gli altri coleotteri. Questa sua particolare caratteristica le offre buona aerodinamicità che le consente un volo rapido e rumoroso: purtroppo questo suo volare ad elitre chiuse, essendo veloce e non caratteristico dei coleotteri (sono tutti innocui) la fa apparire come un insetto diverso e pericoloso. Quindi, scambiata dai più per un imenottero (calabrone, xilocopa, bombo) viene spesso colpita ed uccisa. Purtroppo una bruttissima manifestazione di ignoranza scientifica e di insensibilità.
    Una strano sistema di difesa le rende inappetibili ai predatori: infatti, in caso di pericolo, emettono acido urico e formico dalla cavità anale. E' una specie di arma chimica che allontana gli uccelli. Inoltre, in caso di necessità, per sfuggire alla cattura, si lasciano cadere in terra simulando la tanatòsi (morte simulata): restando infatti immobili sul terreno riescono a salvarsi.
    E' di color verde metallico ma esistono una trentina di bellissime aberrazioni cromatiche diverse che vanno dal blu, al viola, al verde, al giallastro, nere o ramate.



    .......curiosità..........



    In Ciociaria l'insetto è chiamato con un termine di origine sconosciuta, Zera Mulosa o anche Zimadora. Tipico divertimento dei bambini di una volta (un po' crudo ma non violento) consisteva nel legare un filo ad una zampetta della Zera Mulosa, facendola poi volare tenendola dal filo come un aquilone. Un aneddoto virtualmente identico è riportato da Gerald Durrell, noto naturalista, che nel suo libro "La mia famiglia ed altri animali" racconta che questi insetti erano appunto venduti ai bambini legati ad un filo, perché potessero essere usati come minuscoli e ronzanti aquiloni.
    Canzoncina popolare Campana in onore di questo insetto: Matronela, matronela mia, rimme la messa pe' l'anema mia. Si suole cantare il citato inno durante un particolare rito nel quale la Cetonia viene abilmente legata ad un filo di cotone per una zampa e fatta roteare in aria finché non si libra in volo. Non appena essa inizia a volare, mentre la si tiene saldamente ancorata alla propria mano, si intonano i sacri versi. La tradizione vuole che sia la nonna paterna a legare la Cetonia e porgerla al nipote che potrà farla danzare ed emettere il suo caratteristico ronzio il quale ricorda litanie ecclesiastiche.
    In Toscana, in particolare nelle zone del senese, l'insetto viene chiamato Gazzilloro. Nel dialetto della zona il termine gazzilloro viene utilizzato, generalmente dagli anziani, per indicare un adolescente particolarmente irrequieto a ricordo del caratteristico volo da una pianta all'altra dell'insetto.

    Nel xv secolo in Europa le specie di insetti responsabili dei danni ai raccolti erano viste con notevole disprezzo in quanto le tecniche di difesa erano alquanto scarse e poco efficaci,non esistendo prodotti chimici, la chiesa cercò di risolvere il problema processando i parassiti e mettendoli tutti al bando!



    .................una filastrocca.................



    Nella sua casetta nera quando viene primavera,
    mastro grillo sapientone agli insetti fa lezione.
    La farfalla è svogliatina, disattenta, birichina,
    fa dispetti al moscon d’oro tutto intento al suo lavoro.
    Poi ci sono tre sorelle
    Che si chiaman coccinelle, hanno gli occhi birichini e il vestito a puntolini.
    Lucciolina a luce spenta
    Piano piano si addormenta, ma c’è il bruco pien di voglia che ricama la sua foglia.
    C’è una vespa e un moscerino...Tre formiche e un maggiolino
    Tutti intenti alla lezione...Di quel grillo sapientone!
    (Wiki.testi)





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    Io dico che il medico prudente quando non sa quello che dice,
    la miglior cosa che possa fare, è quella di stare zitto.
    (Il grillo parlante, Pinocchiio)


    Il GRILLO



    Il grillo appartiene all'ordine degli insetti ortotteri ensiferi. Ha un corpo robusto e tozzo con una grossa testa. Il suo colore è verde, nero o bruno. È provvisto di lunghe antenne, tegmine (sebbene talvolta impropriamente sono indicate col nome elitrie) e ali posteriori variamente sviluppate, le zampe posteriori sono robuste e adatte al salto.
    Il grillo ama gli ambienti caldi e vive nei prati, nelle radure e nei giardini dove scava lunghe gallerie.
    Per attirare la femmina, il maschio emette dei suoni particolarmente striduli, che possono essere uditi anche a notevole distanza. Il canto nuziale, prodotto in primavera e in estate, è il frutto dello sfregamento di due parti modificate delle ali anteriori ed è composto da un’unica nota ripetuta incessantemente. La femmina lo percepisce grazie agli organi uditivi posti sulle zampe anteriori. Sembra che in prossimità di un maschio territoriale, in grado di richiamare le femmine con il proprio canto, vi siano dei maschi silenziosi (o maschi satellite) che talvolta intercettano le femmine che si spostano verso il maschio che canta. Circa una settimana dopo l’accoppiamento, la femmina inizia a deporre le uova in luoghi tranquilli e riparati. I giovani grilli vivono insieme, ma prima dell’arrivo dell’inverno ognuno scava una galleria per entrare in letargo e superare così la stagione rigida.
    Il grillo si nutre di altri piccoli animali e di vegetali.
    Tra le specie più comuni c’è il grillo domestico o del focolare (Grillus domesticus), ornato di livree giallicce macchiate di bruno. Lungo 2 cm circa, vive nelle case di città e di campagna, nei magazzini, nelle stalle, nutrendosi di qualsiasi sostanza animale e vegetale. Se la temperatura è alta e il cibo abbondante questi grilli si riproducono in qualsiasi stagione dell'anno e i danni possono essere notevoli se il loro numero è elevato.
    Il grillo campestre o canterino (Gryllus campestris o Acheta campestris) è invece di dimensioni maggiori, ornato di livree nere lucenti, brune sulle elitre. È diffuso in Europa, nell'Africa settentrionale e nell'Asia occidentale.



    "Quando sei in campagna, in estate, lasciati guidare dal "cri cri" del grillo. Se scruti con attenzione il terreno puoi scoprire, tra l'erba, un piccolo foro. È l'ingresso della profonda tana del grillo. Davanti ad esso l'insetto ha costruito una piccola piattaforma sulla quale esegue la sua musica. Nelle sere d'estate il maschio si mette all'ingresso della tana e comincia a stridere; per fare ciò sfrega le zampe posteriori contro un paio di ali coriacee che si chiamano elitre. È incredibile il rumore che riesce a produrre! Il canto serve a richiamare la femmina, che così può localizzarlo e raggiungerlo."



    ....il grillo e "L'ultimo Imperatore"...


    "Per un cinese tenere un grillo è come per un occidentale possedere un cane o un cavallo. Lo accudisce dandogli da mangiare le cose che predilige: alcuni mangiano solo carote o lattuga, altri solo castagne già masticate dal padrone, altri ancora dei vermi speciali che a loro volta mangiano solo granturco e che vanno allevati a parte perché il grillo li vuole solo vivi. I grilli devono fare il bagno: di solito in una tazza di tè appena tiepido. I grilli vanno poi portati a spasso, un po’ per distrarli, un po’ per dar loro la sensazione che non sono trascurati. La gente ha tasche speciali in cui tenerli, fatte apposta nell’interno delle giacche o dei cappotti, così che le bestiole possono essere portate ovunque uno vada, comode nelle loro gabbie e piacevolmente riscaldate dal calore del corpo umano.
    Le casette invernali dei grilli sono fatte con zucche, ma non le zucche così come si trovano in natura — i cinesi non si accontenterebbero di questo —, bensì con zucche a cui artificialmente si fa assumere la forma che si desidera. I cinesi sono da secoli maestri in quest’arte. Quando il fiore della zucca è appena sbocciato, viene forzato all’interno di una struttura di creta e lì cresce fino a riempirla. assumendone la forma e ricevendo sulla superficie, in bassorilievo, tutto ciò che è stato precedentemente inciso nella «matrice». Ci sono così gabbie con incisi i versi di famose poesie, altre con paesaggi o figure di uomini e Dei. I tappi di queste zucche sono in avorio, in legno, in giada o in tartaruga, anche questi incisi con forme di draghi, leoni o con vari simboli che dovrebbero portar fortuna alla bestiola e al suo preprietarie.
    Nella vecchia Cina, la gente, specie i Manciù, spendeva delle fortune per avere queste gabbie fatte dai migliori artigiani del tempo. I grilli, poi, non erano solo per cantare. C’erano quelli da combattimento, e spesso interi patrimoni venivano dilapidati scommettendo sulle loro mortali battaglie. I cinesi hanno sempre saputo delle capacità combattive dei grilli e, attraverso i secoli, sono riusciti a selezionare le migliori razze di combattenti e ad affinare la loro abilità."
    (Terzani)



    ......una favola......


    In una calda e silenziosa serata di agosto, il grillo interruppe all'improvviso il suo canto: una lucciola particolarmente splendente, dotata di una luce tra il verde limone e l'azzurro acquamarina, stava gironzolando con insistenza proprio attorno al cespuglio alla cui base era la sua tana.
    Il grillo, noto col nome di Paganini, la seguì per un po' e finalmente la chiamò, non resistendo al suo fascino: - Lucciola, lucciola, vien da me...come sei bella! che bella luce che hai! come ti chiami? -
    - Mi chiamo Stella - disse la lucciola tutta compiaciuta. - Però anche tu non sei mica male, con quel tuo frac nero lucente. Posso fermarmi un po' vicino al tuo cespuglio? -
    - Un po'? Io ti vorrei per tanto tanto tempo vicino a me, perché mi piaci davvero! -
    - Povero Niccolò - riprese la lucciola che lo conosceva per nome e cognome - Non ti fidare delle apparenze. Mi vedi così bella perché è notte e la mia lucetta brilla a intermittenza, facendoti palpitare il cuore. Ma domani mattina...ah, se mi vedessi di mattina quanto sono brutta, dopo una notte d'intenso girovagare. Mi calcoleresti proprio niente, peggio di un insetto anonimo che svolazza senza avere nemmeno un paio di belle ali. Ti prego, non innamorarti di me: sono solo una bella di notte -
    - Oh, Stella, Stella mia bella! Non m'importa nulla del domani. Io ti voglio ora, qui, vicino a me, a riflettermi nella tua luce meravigliosa. Non è vero che "nessuna notte è infinita": vicino a te, per me non lo sarebbe davvero! -
    - Caro, caro Niccolò: dammi un piccolo bacio in fretta in fretta, perché già mi sono trattenuta un po' troppo con te. La mia natura è quella di andare, di far innamorare di me per un attimo, poi di volare via da un altro amante, prima che la notte finisca in fretta. Addio, Niccolò! -
    Niccolò, scambiato il piccolo bacio frettoloso, stridette penosamente sul suo violino, a significare un dolore insopportabile. Ahimè, quanto soffre un cuore vanamente innamorato. Ora era tutto buio intorno a lui. Per sempre.
    Ma gli dei, che amano i piccoli animali, ebbero pietà di Niccolò. D'un tratto, il cielo notturno si riaccese di una luce meravigliosa, che percorse velocemente l'atmosfera e sembrò cadere proprio sul cespuglio del grillo, che fece appena in tempo ad esprimere il suo cocente desiderio. Poi la stella cadente s'immerse dolcemente nelle onde del mare lì vicino. Così Niccolò vide riaccesa la sua speranza, e si fermò a contemplare per ore e ore il cielo notturno, in attesa di un'altra stella.
    (dal web)




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  7. gheagabry
     
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    Il PUNTERUOLO ROSSO



    Il punteruolo rosso della palma (Rhynchophorus ferrugineus Olivier, 1790) è un coleottero curculionide, originario dell'Asia, micidiale parassita di molte specie di palme. Per lo storico degli alberi Antimo Palumbo il parassita potrebbe portare all'estinzione delle palme nella città di Roma entro il 2015.
    La causa della rapida diffusione è principalmente il commercio di esemplari di palma infestati dall'insetto e non riconosciuti tali

    Ho visto un picchio rosso che si arrampicava sul tronco di una palma al Pincio, nel cuore di Roma. Spero che fosse a caccia di larve di "punteruolo rosso", forse il più malefico fra gli animali alieni che stanno invadendo il nostro paese, Questo coleottero curculionide è bellissimo, color prugna ed ha una forma inconfondibile. Proviene dall'Estremo Oriente e distrugge le palme, rodendo la loro polpa, Se c'è un animale che da solo è rimesciuto a modificare radicalmente il paesaggio dell'Italia negli ultimi 20 anni, questo è proprio il punteruolo. In due decenni ha ridisegnato la fisionomia di parchi, lungomare e lungo lago, eliminando sistematicamente tutte le palme, anche quelle monumentali, che da secoli erano parte integrante delle nostre città. Insomma, è una gran bruttta bestia i cui effetti si vedono quando è ormai troppo tardi, perché appena le foglie delle palme cominciano a flettersi, ormai la pianta è andata: il suo midollo spugnoso è pieno di grandi vermi bianchi, le larve del punteruolo, che stanno rodendo. Attualmente gli entomologi stanno lavorando su diverse possibili soluzioni per debellare l'infestazione, impresa particolarmente difficile, perché le larve sono quasi invulnerabili alle disinfestazioni. La dendrochirurgia ha salvato molte piante, ma naturalmente non si tratta di salvezza eterna, potendo queste palme nuovamente essere attaccate. ..Ed allora Forza picchio!!!!!!( Francesco Perdetti, OASIS)



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  8. gheagabry
     
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    L'insetto stecco


    I Fasmoidei devono il loro nome scientifico (dal greco Phasma, fantasma) al singolare caratteristico aspetto esteriore, la cui importanza può essere valutata appieno soltanto osservando questi insetti nel loro ambiente naturale.
    Il capo è piccolo, le zampe hanno lunghezza varia, di solito tanto lunghe quanto più è lungo il corpo. Le ali, quando esistono, hanno l'aspetto di tegmine, che sono sempre più brevi delle ali posteriori, che a riposo si ripiegano a ventaglio. Mancano di organi stridulanti, ma, esistono, sebbene poco sviluppati, organi acustici tibiali.
    Allo stadio di immagine i Fasmoidei vivono su arbusti e alberi, ove riescono a sottrarsi al nemico mimetizzandosi abilmente tra la vegetazione; ciò è possibile sia per la forma del loro corpo (simile ad un ramo o ad una foglia), sia per la capacità che hanno di assumere atteggiamenti e colorazioni criptiche con l'ambiente circostante.
    Quando vengono disturbati, non reagiscono tentando di fuggire o di difendersi ma continuano a conservare una perfetta immobilità; se si toccano leggermente sulla parte inferiore delle zampe cadono in uno stato di rigidità. A causa delle loro dimensioni ogni movimento compiuto alla luce del giorno finirebbe e per rivelarne la presenza e annullare il loro mimetismo.Un ulteriore adattamento alla difesa personale è la loro capacità di variazione fisiologica di colore, tipica di alcuni Fasmoidei, che cambia da chiara durante il giorno a scura durante la notte. Dopo essere percepito dagli occhi il ritmo nicrimentale è fissato nel sistema nervoso, e da questo trasmesso all'intero organismo.
    L'insetto stecco è vegetariano, come tutti i Fasmidi, è attero, le femmine possono raggiungere anche gli 11 cm di lunghezza, i maschi, invece, sono più piccoli e rarissimi. Infatti la partenogenesi è molto frequente: le femmine depongono le uova proiettandole lontano da sé mediante un apposito ovopositore. Sono insetti a metamorfosi incompleta (paurometaboli), la larva appena schiusa somiglia all'adulto, salvo la totale assenza di ali. La maggior parte dei Fasmoidei è di origine tropicale solo Bacillus rossii si è spinto sino all'Europa meridionale, in Italia si trova nel Mezzogiorno.
     
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  9. gheagabry
     
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    scatto di Shikhei Goh

     
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  10. tomiva57
     
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    rimedi-naturali-scarafaggi

    Rimedi naturali contro gli scarafaggi: qualche consiglio utile




    Volete conoscere dei rimedi naturali contro gli scarafaggi? Qualche consiglio utile in questo senso può rivelarsi sempre comodo, perché può capitare di ritrovarsi a che fare con questi animaletti, che a molti danno fastidio. Piuttosto che ricorrere a prodotti chimici, i quali finiscono per fare male alla salute e all’ambiente, i metodi naturali da applicare costituiscono una valida alternativa da tenere in considerazione. Se avete degli scarafaggi in casa, tenete presente nel dettaglio quali possono essere le soluzioni.


    Si può preparare un composto che si rivela utile per far allontanare gli scarafaggi. In pratica si devono mescolare tre cucchiai di zucchero e tre cucchiai di gesso o di cemento bianco. Il composto va sparso negli angoli della casa e dietro ai mobili. Nello specifico con il composto si dovrebbero creare delle palline che vanno sparse per le stanze, ma, è meglio evitare, se abbiamo in casa bambini piccoli o animali.
    Un altro composto che si preparare contro gli scarafaggi è costituito da due cucchiai di farina, due cucchiai di cacao in polvere e quattro cucchiai di borace.
    Possiamo provare anche a pulire il pavimento di casa con acqua e aceto, che si rivela ottimo come deterrente nei confronti degli scarafaggi, perché riesce ad eliminare tutti gli odori.
    Non dimentichiamo nemmeno l’efficacia dell’erba gatta, che funziona da repellente naturale grazie alla presenza del principio attivo nepetalactone, il quale comunque non si rivela tossico per gli uomini. Con l’erba gatta possiamo preparare anche una sorta di infuso da utilizzare come spray da spruzzare sul battiscopa.
    Se volete, potete usare anche il sapone. Bisogna avere cura di avere sempre a portata di mano un flacone spray di acqua saponata, che va spruzzata direttamente sugli scarafaggi.
    Provate anche con delle foglie di alloro, unite a delle fette di cetriolo e degli spicchi d’aglio: si configurano come dei validi deterrenti naturali.
    La sabbia di diatomee è da usare soprattutto nelle zone più nascoste della casa, come dietro gli elettrodomestici o sul retro del gabinetto, luoghi di solito prescelti dagli scarafaggi per riunirsi.
    Di soluzioni naturali ce ne sono insomma tante, basta scegliere quella che fa maggiormente al caso nostro e alle nostre esigenze e in poco tempo ci libereremo dagli scarafaggi.

    da: ecoo.it
     
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    Insetto foglia - Phyllium giganteum

    insetto-foglia

    Insetto foglia gigante
    Phyllium giganteum, chiamato anche Fillio o insetto-foglia, è un insetto erbivoro, originario della Malesia, dove vive nelle foreste. La femmina si muove pochissimo e non è in grado di volare, raggiunge i 12 cm e assomiglia ad una foglia, con i bordi mangiucchiati e avvizziti.
    Raggiunge lo stadio adulto in circa 8-9 mesi passando attraverso altrettante mute, da adulto vive pochi mesi. Il maschio è più piccolo, è rarissimo e sa volare, forse per cercare la femmina. Quando il Phyllium è allevato in un terrario la femmina, si riproduce per partenogenesi, produce le uova e le auto feconda. I piccoli di colore rosso scuro nasceranno dopo 5-6 mesi.



    Insetto stecco dell'isola di Lord Howe (Dryococelus australis)

    dryococelus-australis-

    Insetto stecco dell'isola di Lord Howe
    Questi insetti erano molto comuni sull'Isola di Lord Howe, dove erano usati come esche per la pesca e si pensava fossero estinti dal 1930, ma sono stati riscoperti nel 2001. Il Dryococelus è considerato l'insetto più raro del mondo, quando è stato ritrovato la popolazione, era di una trentina di esemplari. Il Dryococelus non vola ma corre velocemente, può misurare fino a 15 cm in lunghezza e pesare 25 g. Le femmine più grandi dei maschi, per la loro forma sono chiamate anche Aragoste di terra o Salsicce mobili. Ciò che caratterizza il Dryococelus è il comportamento che è insolito negli insetti. Maschi e femmine formano una coppia, i maschi seguono sempre la femmina e durante la notte dormono insieme letteralmente abbracciati. Nel 2008, dopo molte difficoltà iniziali, la specie riprodottasi in cattività contava 450 insetti, e 20 di essi sono stati trasportati all'Isola di Lord Howe, per reintrodurli nel loro habitat. La schiusa delle uova può richiedere fino a nove mesi. Le ninfe prima verdi e attive durante il giorno, maturando, diventano nere e sono attive durante la notte.

     
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  12. gheagabry
     
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    Jimmy Phua

    Un incontro davvero raro con una Crisomelide maculata mentre depone le uova sul lato inferiore di una foglia in Asia.

     
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  13. gheagabry
     
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    150255687_10
    Una libellula blu a Audenge, in Francia
    (JOEL SAGET/AFP/GettyImages)

     
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    scatto di Tore Serra (juzaphoto)

     
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  15. gheagabry
     
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    095228432-0cad451e-c5a2-46df-995e-67b1490a7e04

    Vincitore assoluto e primo categoria Natura
    Fotografia di Shikhei Goh

    Gocce di pioggia sembrano bersagliare una libellula come schegge di luce nelle isole Riau in Indonesia, nella foto di Shikhei Goh, vincitrice del concorso internazionale National Geographic.

    Un improvviso temporale ha imposto a Goh una difficile scelta: portare al riparo la sua fotocamera o sfruttare quella che lui ha definito una "luce superba".

    Goh ha scelto di scattare la foto nonostante la pioggia e ne è venuta fuori "una macrofotografia che si è guadagnata il primo premio per la sua originalità, la meravigliosa luce e un 'movimento' molto raro in questo tipo di fotografie, senza dimenticare la perfezione tecnica", ha detto Tim Laman, uno dei tre fotografi di National Geographic Magazine che ha fatto parte della giuria.

    Un altro giudice, Amy Toensing ha aggiunto: " Puoi quasi sentire cosa prova la libellula di fronte alla sfida che le pone il clima. Quando l'ho vista mi veniva da dirle 'tieni duro, piccola'".

    La difficile situazione dell'insetto ha affascinato anche il terzo giudice, Peter Essick, per il quale la fotografia rende la libellula un "personaggio con cui noi essere umani possiamo immedesimarci".




    concorso fotografico 2011, national geographic
     
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31 replies since 27/6/2010, 08:47   21478 views
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