UCCELLI E VOLATILI

..volatili domestici .. e del mondo

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  1. tomiva57
     
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    Canarino nero

    Nella canaricoltura di colore il Canarino Nero, fino a poco tempo fa denominato Nero-Bruno, è quello che sia sotto il profilo fenotipico e sia sotto il profilo genotipo si avvicina di più al Serinus Ancestrale. Tale similitudine va presa con molta cautela in quanto il processo selettivo avvenuto negli anni ha allontanato il canarino nero dal cugino delle isole Canarie in maniera netta e palese. Sotto tale aspetto particolare importanza riveste la decisione della Commissione Tecnica italiana di eliminare dallo Standard di tale canarino la presenza della feomelanina dando vita agli odierni monomelanici, ossia canarini con la sola eumelanina. Da qui il cambiamento della denominazione ufficiale da nero-bruno a nero.

    In base alla loro varietà i canarini neri si suddividono in: Canarino nero giallo e Canarino nero giallo avorio; Canarino nero rosso e Canarino nero rosso avorio; Canarino nero bianco dominante e Canarino nero bianco recessivo.

    La caratteristica peculiare di tali canarini è rappresentata dall’ossidazione dell’eumelanina nera che dovrà esprimersi al massimo interessando piumaggio, zampe, unghie e becco. Le melanine che interessano il piumaggio concorrono alla formazione del cosiddetto disegno che assume denominazioni diverse a seconda della parte del mantello coinvolta, distinguendosi in: striature, vergature, marcature e mustacchi.

    Anche se tutte le parti del disegno di un canarino nero sono importanti per la sua tipicità, particolare importanza rivestono le striature che interessano la testa, il dorso, il petto e i fianchi.

    Se la presenza feomelaninica risulta di facile individuazione in un brinato o in un mosaico, essendo questa di colore bruno, lo stesso discorso non lo si può fare per gli intensi in quanto confondendosi con il lipocromo rende relativamente difficile la sua percezione ottica. Per ovviare a tale problema il neofita dovrà prestare molta attenzione al lipocromo del canarino in questione, accertandosi che sia di un colore estremamente brillante ed acceso, colori caldi e paglierini nei nero gialli sono da scartare così come sono da scartare quei canarini che presentano un lipocromo tendente al mattone nei nero rossi.

    Da sottolineare sotto questo aspetto è il dimorfismo sessuale, in quanto solitamente le femmine presentano tracce feomelaniniche di difficilissima estirpazione, conseguentemente quando ci troveremo davanti ad una femmina di canarino nero la guarderemo necessariamente con una certa tolleranza. (F.M.)


    canarino-nero



    verde1
    Nero giallo intenso


    campioni2010_026
    nero cobalto rosso mosaico




    fonte- foto: petpassion.tv
    foto;verdiardesia.com
    santamonica2000.it
     
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  2. tomiva57
     
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    brunogiallointenso
    Bruno giallo intenso

    Canarino bruno


    La caratteristica principale di questi Canarini è la grande quantità di feomelanina bruna presente sul loro mantello. Il disegno eumelaninico deve essere simile a quello del nero, con la variante che invece di essere nero è di colore bruno ossidato.

    Cbrunora
    Bruno Rosso Mosaico Femmina


    Le striature devono essere nette, simmetriche, lunghe e larghe, esse partendo dalla testa devono interessare il dorso e raggiungere le grandi copritrici. I fianchi devono essere larghi e simmetrici, ben marcati e senza interruzioni, nonché presentare la stessa ossidazione del disegno della testa e del dorso. Le zampe brunite. Le parti cornee, becco e unghie, devono essere alquanto brunite. Nel Bruno Bianco Dominante o Recessivo la feomelanina, per la mancanza del lipocromo di base, si evidenzia ancor di più, apparendo più scura rispetto alla varietà “giallo” e a quella “rossa”. I Bruno Brinato, a prima vista , non mostrano in modo evidente la varietà d’appartenenza, poiché, la forte presenza di feomelanina, combinata con la struttura delle piume, impedisce ai lipocromi di esprimersi al meglio. I Bruno Intenso al contrario dei brinati, sembrano mostrare poca feomelanina, la quale però, se presente in dosi ottimali, influenza l’espressività del lipocromo che, in questo caso, appare di una tonalità molto cupa e calda. I principali difetti sono: il disegno eumelaninico oltre che spezzato e confuso, anche dalla tonalità scadente, creando di fatto poco contrasto con la feomelanina bruna di contorno, La feomelanina insufficiente, con schiarite in alcune parti del mantello, principalmente sui fianchi, sul petto e sulla fronte, Becco, zampe ed unghie poco brunite o, ancor peggio, di colore carnicino, orlature sul mantello, le quali determinano, come nel “Nero”, la squalifica del soggetto.


    fonte& foto:digilander.libero.it
    foto:pets-life.net
    - canarinimosaico.altervista.org






    [/size]



    Edited by gheagabry1 - 14/2/2020, 23:06
     
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  3. tomiva57
     
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    Canarino Agata




    Con il termine canarini agata si intende in gergo tecnico una tipologia di canarini risultato del primo fattore di diluizione del nero. Si tratta di una mutazione recessiva legata al sesso che determina una riduzione dell’eumelanina nera. I canarini agata hanno, quindi, una colorazione di base argentata o comunque chiara su sui si inseriscono disegni e puntini neri. Questi canarini sono apparsi per la prima volta nel diciassettesimo secolo e da allora sono stati selezionati in vari colori e tipologie. I canarini agata sono caratterizzati da un piumaggio che alterna zone di nero intenso e zone in cui questo fattore è completamente assente, lasciando spazio ad altre colorazioni. In questa tipologia di canarino il nero crea dei disegni precisi sul piumaggio che determinano la qualità dell’esemplare. Negli esemplari più pregiati il nero deve essere intenso e brillante e deve spiccare rispetto alla base. Questa varietà presenta anche delle macchie simili a chicchi d’avena sparse in modo uniforme su tutto il corpo. Queste macchie devono avere l’aspetto di striature sottili e simmetriche e devono ricoprire uniformemente la testa, il dorso e i fianchi. Il becco e le zampe devono essere color carnicino e prive di macchie. La zona sopraciliare deve essere priva di melanina e intensamente colorata con il lipocromo di base che può essere rosso o giallo. I canarini agata possono essere a fattore rosso, giallo, bianco e si può avere anche la variante mosaico e brinata. Questa specie presenta un mantello di base grigio piombo con riflessi azzurrini a cui si possono aggiungere le altre tonalità. Negli agata mosaico la colorazione si concentra nelle zone d’elezione, ovvero, la mascherina, le spalle e la coda mentre il fondo è argentato. Lo stesso discorso vale anche per gli esemplari appartenenti alla varietà bianca.


    Accoppiamenti

    I canarini cosiddetti ‘melaninici diluiti’ a cui appartengono, oltre che gli agata, anche quelli isabella devono essere fatti accoppiare tra di loro. E’ sconsigliato accoppiare canarini agata con canarini lipocromi. In generale per ottenere dei buoni risultati occorre incrociare tra di loro esemplari agata e isabella. Gli incroci possibili sono tra agata e agata, isabella e isabella e agata e isabella. In tutti gli altri casi si rischia di avere esemplari con disegno tendente al bruno anziché al nero intenso e una distribuzione disordinata della pezzatura con i chicchi neri che non ricoprono in maniera uniforme la testa, il dorso e i fianchi.



    Alimentazione


    I canarini agata, come tutti i canarini di colore devono seguire una dieta mirata con alimenti volti ad esaltare e accentuare le tonalità e la lucentezza del piumaggio. Esistono alcuni trucchi utilizzati per ravvivare i colori attraverso la somministrazione di alimenti specifici. Alcuni alimenti, infatti, contribuiscono ad accentuare l’intensità del colore delle piume e donare loro brillantezza, tra questi c’è il tuorlo d’uovo. I pastoncini all’uovo, infatti, sono molto utilizzati dagli allevatori di canarini a fattore giallo. Anche la frutta e la verdura possono tornare utili a tale scopo. Va invece evitato lo zafferano che risulterebbe tossico per l’uccellino. Per i canarini a fattore rosso, invece, si tende a usare il betacarotene che va aggiunto al cibo durante la muta. Non è raro trovare allevatori che utilizzano coloranti artificiali – non sempre innocui – per ottenere colori più vivi e più intensi. Si tratta di sostanze che vanno aggiunte in piccole quantità nell’acqua o nei pastoncini nel periodo della muta. In ogni modo l’utilizzo di sostanze coloranti artificiali sono sconsigliate per la salute dell’animale e in alcune competizioni i canarini colorati artificialmente non sono neppure ammessi.

    Canarino Agata: Prezzo


    I canarini agata possono essere acquistati presso allevatori specializzati, nei negozi di animali e su internet da privati e amatori. Il costo di un canarino agata è influenzato da vari fattori che possono essere la qualità del piumaggio, l’età dell’esemplare e il tipo di rivenditore presso il quale vengono acquistati. In media il costo di un esemplare di agata varia dai venticinque ai 50 euro in un negozio specializzato e tra i dieci e i 30 euro se acquistato da privati. Lo stesso discorso vale per gli allevatori, dove possono essere acquistati canarini da 10 euro e canarini più pregiati che possono arrivare a superare anche i 50-60 euro. Molto dipende dalla qualità e dalle caratteristiche del piumaggio dell’esemplare. Alcuni esemplari particolarmente belli e perfetti possono essere venduti anche a 90-10 euro. Negli ultimi anni, infine, sono nati numerosi siti e portali web, dove appassionati e allevatori amatoriali mettono in vendita canarini agata a prezzi molto competitivi e dove è possibile scambiarsi commenti e dritte sull’allevamento di questi piccoli e variopinti uccelli domestici. I canarini devono essere venduti sempre con la documentazione relativa e devono essere stati anellati per garantire in ogni momento la provenienza legale dell’esemplare acquistato.




    Cagatopram



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    canarino agata giallo intenso




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    Agata%20topazio%20giallo
    agata topazio

    Agata%20opale%20giallo%20intenso
    agata opale giallo intenso




    fonte: www.cibocanigatti.it
    foto:.verdiardesia.com
    -digilander.libero.it
    - bassigarden.it/
    - sites.google.com



    Edited by gheagabry1 - 14/2/2020, 23:21
     
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  4. tomiva57
     
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    Canarino Isabella


    Il fenopico isabella del canarino di colore è un'interazione, tra due mutazioni legate al sesso, la mutazione bruno e la mutazione agata, ottenuta per crossing-over.
    In questa interazione, l'eumelanina nera come nella mutazione bruno è modificata in eumelanina bruna, e tali melanine si manifestano per l'influenza del gene agata ridotte al 50% nell'eumelanina ed al 20% nella feomelanina, esattamente come avviene nei soggetti di tipo agata.

    Il suo comportamento genetico è recessivo legato al sesso.
    Il tipo isabella come descritto in precedenza, è un bruno ridotto dal gene agata. Il mantello è costituito dalla eumelanina bruna e dalla feomelanina fortemente ridotte, tale riduzione deve essere uniforme su tutto il corpo.

    Il disegno deve essere leggero, nitido e soprattutto completo, simile a quello dell'agata, con striature simmetriche, sottili ed interrotte, di tonalità bruno ridotto. L'occhio per l'effetto della riduzione delle melanine, appare rosso scuro.
    Il becco, le zampe e le unghie sono carnicine.

    Il fenotipo isabella, essendo insieme al bruno, al nero e all'agata uno dei quattro tipi base, è stato sovrapposto ad altre mutazioni, sotto riportate:

    Isabella + Pastello = Isabella Pastello;
    Isabella + Opale = Isabella Opale;
    Isabella + Topazio = Isabella Topazio.




    Così come avvenuto con gli altri fenotipi, l'isabella è stato sovrapposto a tutte le varietà di colore del canarino, rosso, bianco recessivo, bianco dominante e giallo, oltre alla mutazione avorio, sia avorio giallo che rosso.
    Allo stesso modo il fenitipo isabella è stato sovrapposto a tutte e tre le categorie esistenti nei canarini, brinato, intenso e mosaico.



    fonte:.portalbird.com
    foto:ornidelpozzo.info
    - verdiardesia.com
    - giannieenzo.altervista.org



    Edited by gheagabry1 - 16/2/2020, 17:18
     
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  5. tomiva57
     
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    Canarino Satiné



    fonte:lnx.ornieuropa.com


    Il fenotipo satiné o satiné a base bruna del canarino di colore, è il risultato della sovrapposizione tra la mutazione bruno e la mutazione lutino, difatti questo fenotipo è un'interazione e non una mutazione, così come lo è l'Isabella. Tale risultato come precedentemente detto, è definito satinè, o satinè a base bruna.
    In canaricoltura la mutazione satiné (lutino o satiné a base nera) è considerata, come il quinto fattore di riduzione.
    Il fenotipo satiné nel canarino, si manifesta per l'inibizione dell'eumelanina nera e della feomelanina, ma riesce solo a ridurre la quantità di eumelanina bruna, e per questo motivo, nel canarino, avviene un fenomeno diverso dal solito, perché in questo caso, diversamente dagli altri fenotipi, sovrapponendo alla mutazione originaria lutino, la mutazione bruno, non si ha uno schiarimento ulteriore del disegno, anche perché non si potrebbe un ulteriore schiarimento, ma al contrario il disegno è ben visibile, a differenza del lutino che appare del tutto simile ad un canarino lipocromico.
    Nel fenotipo satiné, ovviamente, essendo il frutto di due mutazioni legate al sesso, il comportamento genetico è recessivo legato al sesso.
    Il disegno è simile a quello dell'isabella del tipo classico.
    Un buon soggetto deve avere, delle striature leggere, nitide, non marcate, di tonalità beige, ben distribuite, anche sulla testa e sui fianchi ed in contrasto con il fondo, che dev'essere privo di feomelanina.
    Gli occhi deve essere rossi, le zampe e le unghia carnicino.
    Non essendo un tipo base, non è stato sovrapposto ad altre mutazioni.

    Così come avvenuto con le altre mutazioni, il fenotipo satiné è stato sovrapposto a tutte le varietà di colore del canarino, rosso, bianco recessivo, bianco dominante e giallo, oltre alla mutazione avorio, sia avorio giallo che rosso.
    Allo stesso modo il fenopito satiné è stato sovrapposto a tutte e tre le categorie esistenti nei canarini, brinato, intenso e mosaico.


    Scheda descrittiva di Portalbird sul Canarino Satiné
    fonte:portalbird.com



    Edited by gheagabry1 - 14/2/2020, 23:10
     
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  6. tomiva57
     
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    Canarino Phaeo



    La mutazione denominata phaeo un tempo era detta rubino.Trattasi di mutazione recessiva autosomica. Agisce inibendo le eumelanine(non del tutto), anche di becco e zampe e lasciando quasi invariate le feomelanine. L'azione si nota anche sull'occhio, trattasi di albinismo parziale.Negli ossidati (neri e bruni) si crea una sorta di disegno periferico bruno,mentre la parte interna lungo la rachide e la stessa rachide sono depigmentate lasciando vedere il lipocromo di fondo.
    L'eumelanina permane nel cosiddetto sottopiuma, (pars plumacea o vaporosa) anche se modificata; la nera, nei neri è grigio scuro, quasi nera,ma nei bruni phaeo è ridotta, diventando di un bruno più chiaro rispetto alla forma classica.
    Nei neri phaeo, quasi sempre, l'azione di inibizione nelle timoniere non è completa e si nota eumelanina nella rachide e attorno, conservando una marcatura più o meno accentuata.Nei soggetti più difettosi si estende alle remiganti ed anche, in forma più o meno accentuata alle striature.
    Il fenomeno nei bruni phaeo è rarissimo e non va oltre alle timoniere. Il fenomeno suddetto, noto come “melanina centrale”, se limitato alle timoniere comporta penalizzazione, se più esteso squalifica.
    L'occhio subisce una riduzione eumelaninica significativa. Nei neri phaeo diventa rosso scuro, nei nidiacei di pochi giorni, successivamente inscurisce diventando alla nostra vista nero.Nei phaeo bruni, agata e isabella permane più o meno rosso.
    L'effetto sul piumaggio in neri e bruni phaeo è quasi uguale, tanto che gareggiano assieme.Un tempo si classificavano neri e bruni come rubino ossidato,in contrapposizione ai rubini diluiti che erano gli agata ed isabella. In tempi ancora più lontani si riconoscevano anche rubino nero-bruni e bruni ma questa soluzione venne ben presto abbandonata per la somiglianza davvero troppo forte.
    Agata e Isabella sono superficialmente uguali, nei maschi ottimi non appare nessuna traccia di melanina e si distinguono solo per il cosiddetto sotto piuma, grigio scuro negli agata e isabella. Nelle femmine si notano evidenti persistenze di feo più o meno accentuate, tanto che spesso si inseriva il pastello per nasconderle.
    La selezione dei phaeo comporta la ricerca della massima espressione del bruno che deve creare una sorta di disegno periferico bruno molto ricco e concentrato. Il problema semmai è in quello che riguarda la parte centrale lipocromica che viene a produrre una specie di disegno al negativo cioè lipocromico. Su questo punto a volte si discute, i tecnici più raffinati lo vogliono ben netto e allineato, altri guardano solo il bruno accettando anche una patina. Quest'ultima tendenza è molto diffusa anche se in contrasto con lo standard,alle mostre purtroppo, non è sempre scoraggiata come si dovrebbe.
    Il disegno deve essere completo in ogni penna e piuma, a volte ci sono carenze localizzate, come in tutti gli altri canarini ad esempio testa o fianchi che vanno penalizzate. A volte remiganti primarie e timoniere sono meno orlate del dorso, è fatto abbastanza normale ma se è accentuato, specialmente se l'orlo manca è grave difetto.Una situazione particolare la si nota spesso nelle timoniere che frequentemente
    sono meno orlate anche delle remiganti primarie, e talora prive di orlo,trattasi di difetto, a volte però non originale, ma prodotto dal cambio delle
    timoniere stesse.
    La prima muta non riguarda le penne forti remiganti (alula compresa) e le timoniere; tuttavia in diversi soggetti sia per cause accidentali che per fatto spontaneo le timoniere vengono mutate con diversi danni estetici nei diversi tipi e varietà. Nei rossi il cambio delle timoniere è tollerato, anche se antiestetico, diventano rosse a differenza delle remiganti che nei migliori appaiono biancastre.
    Nei phaeo si ha spesso, in caso di cambio delle timoniere, un abbassamento del tono delle feo più o meno accentuato.
    È un fatto normale, in molte specie, che il piumaggio adulto sia meno ricco di feo e quindi di bruno rispetto a quello giovanile, per ragioni ormonali e di mimetismo.
    Il guaio è che non è possibile essere certi se si tratta di carenza vera o piuttosto di cambio delle timoniere;di conseguenza la penalizzazione è inevitabile, anche se può essere modesta a seconda dei casi.Nei limiti del possibile, non sarebbe male selezionare contro la caratteristica delle timoniere mutate in prima muta, in considerazione del fatto che probabilmente ha una componente genetica.Un problema nell'accoppiamento dei
    phaeo è legato ai portatori.L'effetto melanina centrale è molto minore se si usano i portatori ed anche i neri possono essere espositivi, anche se è rarissimo averli totalmente immuni (di solito accade accoppiando portatore per portatore), anche l'occhio sembra mantenersi più rosso,circostanza comunque poco rilevante.
    Il problema è che nei nidi misti spesso soccombono i phaeo che nella maggioranza dei casi non ricevono l'imbeccata. C'è chi dice perché trascurati, atri perché non competitivi;di fatto una minoranza di femmine ottime alleva tranquillamente tutta la prole anche mista.
    È da ritenere più probabile l'ipotesi della discriminazione, poiché si sono visti rischiare di soccombere senza intervento dell'allevatore, anche 3 o 4 phaeo contro un solo portatore. Parrebbe una questione legata alla selezione naturale, i genitori presterebbero attenzione solo ai figli con maggiori probabilità di sopravvivere (l'albinismo in natura è selezionato negativamente). In presenza di nido interamente phaeo invece tutto procede normalmente.Come in tutti gli ossidati l'uso dei neri è utile per mantenere il disegno, alcuni usano in misura limitatissima neri phaeo (portatori di bruno se maschi) da accoppiare con bruni phaeo anche se i neri ben difficilmente saranno espositivi (per via della melanina centrale oltre le timoniere).


    phaeo


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    phaeo rosso mosaico


    fonte:lmondodelcardellino.forumfree.it
    foto:adop-parma.com
    - ornitologia.difossombrone.it/
    - battaglia64.skyrock.com



    Edited by gheagabry1 - 16/2/2020, 17:19
     
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  7. tomiva57
     
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    Il Diamante di Gould


    Il Diamante di Gould (Erythrura gouldiae) è un uccello facente parte dell’ordine dei passeriformi e appartenente alla famiglia degli Estrildidae.

    Fu scoperto fra il 1838 e il 1840 in Australia dal naturalista John Gould che lo nominò “Lady Gouldian Finch“, ossia “Diamante della signora Gould”, in onore di sua moglie, da poco deceduta. Nel 1887, i primi Diamanti di Gould arrivarono nel Regno Unito e ottennero un grandissimo successo, soprattutto per i loro splendidi e intensi colori.

    Habitat

    Il Diamante di Gould è diffuso nell’Australia settentrionale, dalla penisola di Capo York alla regione di Kimberley. Il suo habitat naturale è rappresentato da zone sub-tropicali, caratterizzate dalla presenza di aree calde e umide oltre che da praterie e fonti d’acqua dolce.


    Aspetto

    Questo tipo di volatile ha un aspetto imponente e coloratissimo, il becco è di forma conica e tozzo. La forma ancestrale del Diamante di Gould misura 13-15 cm (compresa la coda) e presenta la colorazione verde brillante sul dorso, le ali e la nuca, il petto viola, il ventre giallo e il sottocoda bianco. La maschera facciale può avere, invece, tre diverse colorazioni:

    Testa nera: colorazione ancestrale, ma testa di colore nero.
    Testa rossa: maschera facciale di un rosso molto intenso.
    Testa gialla: colorazione facciale giallo-arancio


    Nel sito italiano dedicato al Diamante di Gould si racconta anche che “Il primo soggetto che Gould vide e descrisse era un testanera, che era stato trovato morto vicino al fiume Vittoria. Nel 1887 i primi esemplari di Diamante di Gould arrivarono in Europa: si trattava di soggetti testanera e testarossa. I testagialla arrivarono solo nel 1915. Ci furono subito i primi tentativi di allevamento in cattività, condotti da allevatori appassionati. Alcuni riuscirono nel loro intento, come Reginald Phillips, mentre altri fallirono miseramente, avendo seri problemi nel mantenere i soggetti in vita per più di 2 mesi”.
    Esistono poi, oltre la forma ancestrale, anche altre mutazioni; la più antica è la mutazione petto bianco, scoperta nel 1950 in un allevamento del Sud Africa.


    Riproduzione

    La fase riproduttiva dei Diamanti di Gould in Australia coincide con l’inizio della stagione delle pioggie. Il maschio attua il corteggiamento annuendo in direzione della femmina e arruffando le penne del petto: in questo modo il suo appariscente piumaggio viene messo in evidenza. La femmina, invece, comunica la sua disponibilità all’accoppiamento spostando lateralmente la coda. Una volta terminata la costruzione del nido, l’esemplare femminile depone dalle 4 alle 9 uova, che vengono covate da entrambi i genitori per una quindicina di giorni. I piccoli appena nati sono completamente implumi e, soltanto dopo alcuni giorni, i loro occhi cominciano ad aprirsi. Dopo un periodo di circa 35 giorni, i novelli diventano indipendenti.


    Allevamento e alimentazione

    Il Diamante di Gould è un uccello più delicato rispetto ad altre specie, ma riesce ad adattarsi alle diverse condizioni ambientali. In ogni caso è opportuno prestare attenzione agli sbalzi di temperatura e al freddo eccessivo. Per quanto riguarda l’alimentazione, quest’ultima è costituita da semi di vario genere: panico, scagliola, miglio e niger. È inoltre consigliabile fornire al Diamante di Gould un buon pastone per esotici e l’osso di seppia.


    Alessandra Bottaini
    fonte:petsparadise.it
    foto: petsparadise.it/




    Diamante di Gould mutato testa arancio petto bianco



    Coppia di diamanti di Gould verdi, petto bianco e testa nera. Il petto bianco è la prima mutazione che ha interessato il diamante di gould, ed è comparsa per la prima volta nel 1950 in un allevamento in Sud Africa. Nella foto precedente un diamante di gould verde, petto viola e testa rossa. All. Aldo Labriola



    Diamante di gould ancestrale a testa rossaLa forma ancestrale (termine con cui si è soliti indicare quegli esemplari che presentano una colorazione uguale o molto simile a quelli presenti in natura) del diamante del gould misura circa 13-15 cm e presenta una colorazione verde del dorso, il ventre è giallo e il petto è viola.
    La gola e filetto sono di colore nero, il collarino di un blu elettrico, mentre per quanto riguarda la maschera facciale vale ciò che è stato detto precedentemente.
    In questa specie è molto evidente il dimorfismo sessuale, infatti il maschio, rispetto alla femmina, presenta i colori del piumaggio molto più forti e vivaci e la differenza è molto evidente soprattutto nel viola del petto, nel giallo del ventre e nel rosso o giallo ella maschera facciale (nei soggetti a testa nera il nero della maschera è identico, in termini di luminosità, in entrambi i sessi).
    In Cattività oltre alla forma ancestrale sono presenti anche molte mutazioni che sono state fissate dagli allevatori nel corso di questi anni.
    La mutazione più diffusa e anche la più arcaica è quella del petto bianco, la quale attribuisce al petto del Diamante di Gould un colore bianco candido che risalta con le varie colorazione della maschera facciale.

    La Mutazione petto bianco è la mutazione più antica infatti, essa comparve per la prima volta, in un allevamento del Sud Africa, nel 1950 circa.
    Essa non è l’unica mutazione che investe il Diamante di Gould, infatti è possibile distinguerne altre, come:
    Diamante di Gould Petto Bianco;
    Diamante di Gould Blu (presente sia nella forma petto Bianco che petto viola);
    Diamante di Gould Pastello;
    Diamante di Gould Pastello a singolo fattore;
    Diamante di Gould lutino;
    Diamante di Gould Bruno;
    Diamante di Gould Pastello Petto Chiaro;

    Riproduzione in Cattività: alle nostre latitudini il periodo riproduttivo, che coincide con quello della primavera Australe, ha inizio verso la metà di Settembre e i primi giorni di Ottobre.
    E’ proprio in questo periodo, dopo una prima fase di preparazione (somministrando una alimentazione più ricca), che bisogna formare le coppie.
    E’ consigliabile far riprodurre solo quei soggetti che sono in un buono stato fisico e di rimandare di qualche settimana l'accoppiamento dei soggetti che ancora non hanno raggiunto la forma amorosa. Non abbiate fretta a formare le coppie, ma fatelo solo quando sia il maschio che la femmina presentano quei chiari segnali che ci fanno capire che sono pronti per la riproduzione.
    Nelle femmine, quando esse raggiungono la forma amorosa, il becco diventa quasi tutto nero, mentre nei maschi la punta del becco diventa rossa o gialla, a seconda della mutazione e della colorazione della maschera.
    Inoltre i maschi in questo periodo sono molto irrequieti ed in particolare mentre cantano effettuano dei saltelli sul posatoio.
    E’ questo, insieme alla colorazione del becco, un chiaro segnale che il maschio è in piena fase amorosa e quindi pronto per riprodursi.
    Il nido da utilizzare è quello di tipo esterno a cassettina chiusa che facilmente potrete trovare in commercio.
    A tal proposito sono preferibili i nidi in legno a doppia camera in modo da garantire un bassa luminosità nella camera nido.
    Fornite loro della Yuta, o dei sottili fili di erba (fibre di cocco, erba essiccata, fieno, ecc) e in poco tempo costruiranno il nido e deporranno dalle 4 alle 8 uova di colore bianco.

    Purtroppo è diffusa l’opinione che il Diamante di Gould non covi le sue uova e che esse devono essere affidate ad una coppia di balie, generalmente Passeri del Giappone.
    Secondo il mio parere ciò non è del tutto vero o comunque è vero in parte.
    Infatti a causa del uso continuo e discriminato di balie, i Diamanti di Gould hanno perso l’abitudine di covare le proprie uova e allevare i propri pulli. Questa abitudine può essere risvegliata tentando l’allevamento in purezza, cioè l’allevamento senza l’ausilio di balie.
    Naturalmente, per correttezza nei confronti dei nostri lettori, bisogna precisare che l’allevamento in purezza non è molto semplice e implica una buona conoscenza della specie, una buona esperienza, tanta passione e soprattutto una buona dose di fortuna che in questi casi non guasta mai.
    Non bisogna mai scoraggiarsi dinanzi i primi insuccessi.
    In questa specie le uova sono covate da entrambi i genitori, in particolare il maschio si limita a dare il cambio alla femmina e quindi sostituirla nella cova soprattutto di giorno, mentre la notte il compito della cova è affidato esclusivamente alla femmina.
    Le uova sono covate per circa 14-15 giorni. I pullus sono nutriti e accuditi da entrambi i genitori ed iniziano le prime escursioni all’esterno del nido intorno ai 20-22 giorni.
    Anche se abbandonano il nido prematuramente, non sono da subito autosufficienti e richiedono comunque l’imbeccata dei genitori.
    In questa fase è, quasi sempre, il maschio ad occuparsi della prole e ad avviarli allo svezzamento completo, che avviene circa dopo 40-45 giorni dalla nascita.
    Alimentazione: L’alimentazione in cattività del diamante di Gould è costituita essenzialmente dalla normale miscela per esotici, la quale è costituita da semi di:
    Scagliola;
    Panico (sia rosso che giallo);
    Miglio (rosso, giallo e bianco);
    Niger;
    È consigliabile arricchire l’alimentazione del Diamante di Gould con del pastone per esotici, che è facilmente reperibile in commercio.

    Il pastone va fornito sempre fresco e rinnovato ogni giorno.
    Durante il periodo riproduttivo è buona norma aumentare l’apporto proteico, mediante l’aggiunta di semi germinati oppure miscelando al pastone del uovo sodo che è ricco di sostanze proteiche.
    In tal caso bisogna sostituire il pastone ogni giorno, in quanto l’uovo o i semi germinati hanno la tendenza ad andare a male molto rapidamente. Durante questo periodo non dovrà mai mancare l’osso di seppia e il grit, necessari per garantire quell’apporto di calcio e sali minerali, indispensabile per la formazione dell’uovo e non solo.
    E’ consigliabile fornire per tutto l’anno l’osso di seppia, in quanto ha anche la funzione di limare il becco dei nostri amici pennuti.
    Molto utile può essere anche il carbone vegetale, da somministrare a parte in una vaschetta oppure insieme al grit (si consiglia di non superare le dosi prescritte sulla confezione), che facilità la digestione in quanto assorbe i gas che si formano nell’intestino.
    Utile può essere un complesso multivitaminico.
    In commercio sono reperibili degli ottimi multivitaminici che potete somministrare ai vostri uccelli, seguendo sempre le dosi consigliate dalla casa produttrice.
    Ricordate che un eccesso di vitamine può essere molto dannoso per la salute dei vostri uccelli.
    Per la felicità dei vostri diamanti di gould si consiglia di non far mai mancare una spiga di panico, di cui sono molto ghiotti, che è molto utile soprattutto per combattere la noia e lo stress che inevitabilmente può nascere in una semplice gabbia.



    I colori del Diamante di Gould

    Il Diamante di Gould è un uccellino quasi unico al mondo per le sue stupende cromie.
    Ne esistono a centinaia, in diversi continenti di specie uccelli molto colorate ma nel Gould, in soli quindici centimetri sono condensate ben sei varietà di colore con disegni netti come se fossero stati dipinti da un pittore.
    Il Diamantedi Gould, anche in natura, lo possiamo trovare in tre diverse forme, a TESTA NERA (Cloebia gouldiae), TESTA ROSSA (Cloebia gouldiae mirabis ), TESTA GIALLA (Cloebia gouldiae armitiana).
    Gli altri colori invece sono comuni per tutte e tre le varietà, il Verde del dorso, il Viola del Petto, il Giallo del ventre, il Nero del filetto, penne primarie delle ali e della coda ed il Blù del codione.
    Questi bellissimi colori uniti tutti insieme, ma ben delimitati l'uno dall'altro, sono formati sia dalle melanine che dai lipocromi.
    In questo articolo non voglio andare troppo sul tecnico, primo perché non ho le facoltà per farlo, secondo perché deve essere comprensibile a tutti quelli che vogliono fare un pò di selezione di questo bellissimo estrildide.
    Personalmente, allevo e seleziono il Diamante di Gould da circa quattro anni, nella mutazione BLU' e le tre varietà dell'ANCESTRALE prediligendo quella a Testa-nera. Quindi, è su queste varietà che scriverò.

    Nel Diamante di Gould verde a testa nera e petto viola ci sono tre caratteristiche da selezionare, il verde che è Dominante, il nero Recessivo legato al sesso e il viola Dominante.

    Per ottenere i migliori risultati è opportuno accoppiare:

    per il dorso Verde x Verde;

    per il colore della testa o Nero x Nero o Rosso/Nero x Nero o Nero x Rosso anche se in questo ultimo caso otteniamo solo femmine a Testa nera;

    per il petto Viola, accoppiare rigorosamente Viola x Viola, altrimenti se usiamo dei soggetti a Petto bianco, verranno dei D. di Gould con un colore del petto viola chiaro, in particolar modo le fenmmine andando così fuori standard.

    Per il Diamante di Gould verde a testa rossa e petto viaola, vale quanto detto sopra per l'altra varietà; per la testa, sarebbe opportuno accoppiare Testa Rossa X Testa Rossa, altrimenti andrà benissimo anche Testa Rossa X Testa Nera, sapendo che il maschio T.R. non è portatore di Testa Nera, altrimenti avremo anche una percentuale di soggetti a Testa Nera.

    Per il Diamante di Gould verde a testa gialla e petto viola per avere un bell'arancio intenso sarebbe prferibile accoppiare un Testa- gialla X Testa Rossa/Testa Gialla o il contrario.
    La mutazione BLU del Diamante di Gould, secondo me una delle più belle mutazioni, è il risultato dell'inibizione dei lipocromi, rimanendo nel piumaggio soltanto le melanine.
    Molti sostengono che per avere degli ottimi Blù occorra accoppiare Blù X Blù, personalmente non l'ho mai fatto ma ho sempre lavorato con i portatori di prima e seconda generazione.
    Devo dire che i risultati sono molto buoni, i miei soggetti hanno uno splendido colore blù, probabilmente perché ho sempre usato dei soggetti Verdi molto scuri, ricchi quindi di melanine.
    Purtroppo questa mutazione tende a rimpicciolire la taglia e facendo Blù X Blù sarebbe ancora più difficile gestire la situazione!
    Concludo con il dire che tutto sommato selezionare il Diamante di Gould per il colore non è difficile e se partiamo con dei buoni soggetti possiamo ottenere in due o tre anni un bel ceppo di semi consanguinei, prediligendo sempre, via via che si fanno nuove coppie, i soggetti più grandi e con una bella forma, oltre che scegliere ovviamente quelli più sani e vispi.


    Diamante di gould ancestrale, testa rossa. All. Aldo Labriola[/size]


    Di: Sabina Romoli - Foto: Mattia Labriola


    fonte: hobbyuccelli.it
    foto:hobbyuccelli.it


    PROSPETTO_1_copia



    RITRAT3


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    FotoGouldBlu


    PastelloPettochiaro

    jpg

    foto:diamantedigould.it
    - gouldellostretto.com
    - giuntistore.it
    - sdoppiamocupido.blogspot.com
    - nuke.diamantedigould-corsini.it
    - guymarc-aurele.ca
    - passerodelgiappone.forumfree.it



    Edited by gheagabry1 - 16/2/2020, 17:23
     
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    Il diamante mandarino



    Classificazione

    Classe: Aves
    Ordine: Passeriformes
    Famiglia: Estrildidae
    Genere: Taeniopygia
    Specie: T. guttata

    Esistono due sottospecie, T. g. guttata e T. g. castanotis, che si differenziano per la taglia e la colorazione (T. g. guttata è di taglia leggermente inferiore e il maschio non presenta le zebrature sotto la gola).


    Origine e habitat naturale

    Il diamante mandarino è originario dell’Australia centrale, Indonesia e Timor-Leste. Si trova in foreste e praterie vicino a corsi d’acqua. È un uccello gregario e forma gruppi costituiti da numerose coppie.


    Descrizione

    Questo uccellino, lungo 10 cm, presenta una netta distinzione di colorazione tra i due sessi, che sono quindi facilmente distinguibili. Il maschio ha una vistosa macchia colorata sulla guancia (in genere rossa o rosa salmone, a volte nera) e una banda nera sul petto. Il becco è rosso nel maschio e arancio nella femmina. In entrambi i sessi è presente una banda nera verticale sotto l’occhio (“lacrima”) e il petto è più chiaro del dorso. I piccoli sono grigi o bianchi e hanno il becco nero; la colorazione adulta compare a due mesi di vita. Nel corso degli anni sono state selezionate numerose variazioni di colore.
    Questi passeriformi sono molto chiassosi ed emettono in continuazione i loro richiami. Il canto inizia nei maschi alla pubertà, mentre le femmine non cantano.


    Longevità

    In cattività la vita media del diamante mandarino, se ben accudito, è di circa 8 anni, anche se è possibile che arrivi a 12.


    Allevamento

    Poiché si tratta di animali molto socievoli, vanno sempre tenuti in coppia. I diamanti mandarini sono piuttosto robusti e si adattano anche a temperature basse, purché siano riparati dalla pioggia; se si evitano sbalzi di temperatura, possono vivere in un range di 5-30°C, anche se per la riproduzione richiedono almeno 15°C.
    Vanno alloggiati in ampie gabbie o voliere in cui possano avere spazio a disposizione per volare. Le dimensioni della gabbia dovrebbero essere di almeno 100 x 50 x 40 cm per una coppia per permettere un’attività fisica ottimale. Nella gabbia oltre ai posatoi, ai recipienti per il cibo e ai beverini, vanno collocate le vaschette per il bagno, dal momento che i diamanti amano molto fare il bagno. Sul fondo si possono collocare dei fogli di carta, pratici da sostituire quotidianamente.
    Sono uccellini che tendono a sporcare molto, cosa che va presa in considerazione nella collocazione della gabbia. Inoltre la gabbia deve essere sistemata in un luogo tranquillo, senza sbalzi di temperatura e correnti d’aria e al sicuro da cani e gatti. Questi uccellini sono piuttosto timidi e non amano essere afferrati.
    Un’igiene accurata e regolare è essenziale per la salute di questi uccellini. Almeno una volta alla settimana i contenitori di cibo e acqua vanno lavati con cura e disinfettati.


    Alimentazione

    L’alimentazione è prevalentemente granivora, basata su semi di piccole dimensioni. In commercio si trovano miscele di semi per esotici, che vanno però integrate con vegetali freschi (ad esempio tarassaco, radicchio, carote grattugiate, cetriolo, vari tipi di frutta di stagione) e uovo sodo o pastoncino di qualità. Il cibo fresco va eliminato dopo poche ore e rinnovato con altro fresco, per evitare che vada a male e causi problemi di salute.
    Dato il loro metabolismo elevato i diamanti mandarini devono avere sempre libero accesso al cibo e anche l’acqua deve essere sempre a disposizione, da cambiare tutti i giorni. Come fonte di calcio si può lasciare a disposizione un osso di seppia.

    200511613738_Uno-Alexiuccio

    Riproduzione

    La coppia costruisce il nido utilizzando diversi materiali che trova a disposizione, pertanto si può lasciare a disposizione del fieno morbido e sottile, tagliato a pezzetti. In commercio si trovano appositi nidi chiusi che i diamanti utilizzano facilmente; devono essere appesi all’interno della gabbia, in posizione elevata, accanto ad un posatoio, lontano dalle vaschette del cibo.
    La femmina depone da 2 a 7 uova, con una media di 5. La schiusa richiede 14-16 giorni; i piccoli non nascono contemporaneamente perché la cova inizia prima che la femmina abbia terminato di deporre tutte le uova. I genitori si alternano sia nella cova che nel portare il cibo ai pulcini. I piccoli iniziano ad avventurarsi fuori dal nido a 3-4 settimane di età. La crescita è completa quando hanno 3 mesi.


    Marta Avanzi, Med Vet
    fonte: aaeweb.net
    foto: aaeweb.net
    - inseparabile.com





    bruno_3


    Diamante mandarino inglese

    Finalmente anche in Italia sono stati importati i primi diamante mandarino inglesi “puri”.
    Già da qualche anno alcuni soggetti “tagliati” con gli inglesi si sono fatti notare per la loro bellezza nelle più importanti mostre specialistiche del Nord Europa. Il meticciamento mirato fra i nostri diamante mandarino e quelli inglesi ha infatti generato soggetti di grande struttura e dalla forma armoniosa suscitando grande interesse fra gli addetti ai lavori, orientando questi ultimi verso la ricerca di soggetti inglesi “puri” o soggetti già “tagliati” da inserire nella selezione dei propri ceppi.

    bruno_4


    Oggi in alcuni allevamenti del Nord Europa è possibile acquistare dei soggetti “tagliati” con inglesi, anch’io quest’anno ho comperato dei diamante mandarino bruno eumo “meticci” dall’allevatore olandese Bob Roerhorst.

    Molto difficile tuttora invece risulta reperire dei soggetti inglesi “puri” in quanto gli allevatori inglesi a causa delle severe leggi inglesi sulla quarantena degli animali non partecipano alle mostre ornitologiche che si tengono fuori Inghilterra.





    comparativa_1
    A sinistra d. m. bruno inglese, a destra d. m. bruno europeo

    fonte & foto:allevamentoeneaciccarelli.com



    Altri Diamanti mandarino....


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    Isabella

    Mutazione a carattere genetico recessivo.Questa mutazione tende ad eliminare tutte le eumelanine presenti nel piumaggio compreso i disegni distintivi, quindi nella mutazione isabelle è presente solo la feomelanina. Un buon soggetto isabella deve avere una buona uniformità nel colore del piumaggio che è di colore crema nella femmina, senza alcun disegno nella femmina e di colore crema anche nel maschio che mantiene però il disegno della guancia e del fianco. Nell’Isabella è impossibile sapere se la livrea è bruna o grigia




    BIANCO

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    Mutazione a carattere genetico “recessivo”. Questa mutazione non ha alcun disegno ed il colore del piumaggio è totalmente bianco. Il maschio e la femmina si distinguono dal colore del becco che nel maschio è piu acceso.


    image017

    GUANCIA

    Mutazione di carattere genetico “dominante”. Questa mutazione provoca una forte riduzione della melanina sia nel maschio che nella femmina. I maschi scoloriscono un po’ il colore della guancia, dei fianchi e del petto, perdendo le zebrature del petto, del codone e della coda. La femmina invece è bianca crema con sole strisce dell’occhio e del becco presentando anche la guancia di colore grigio



    image018

    CIUFFATO

    Mutazione di carattere genetico "dominante". Questa mutazione permette l'apparizione di un grazioso ciuffo circoncentrico sul vertice del soggetto.



    INO


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    Mutazione a carattere genetico “sessolegato recessivo”. Questa mutazione determina una tale riduzione delle melanine (feo e specialmente eu) da fare apparire il corpo bianco e gli altri segni distintivi scoloriti



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    DILUITO

    Mutazione a carattere genetico “dominante”. Questa mutazione determina una forte riduzione delle melanine (eu e feo) contenute su tutto il piumaggio, trasformando il comune grigio in grigio argento, i disegni distintivi grigio chiaro, e nel caso dei maschi il disegno della guancia in bianco crema e dei fianchi in crema arancio chiaro con pallini bianchi.




    PINGUINO

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    Mutazione a carattere genetico “recessivo”. Questa mutazione determina la riduzione dell’eumelanina in alcune zone ed in minima parte delle feomelanine. Nei maschi di questa varietà la striscia dell’occhio, del becco, del petto e del codione è assente. Capo e nuca sono di colore grigio, dorso ed ali sono di colore grigi con le penne delle ali che presentano l’orlo depigmentato, ed il disegno della coda è di colore grigio/bianco a quadri alterni (deve essere sempre visibile e regolare). Queste descrizioni valgono anche per le femmine che però, ovviamente, non presentano il disegno della guancia e dei fianchi.


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    MASCHERATO OCCHI NERI

    Mutazione a carattere genetico “legato al sesso. Questa mutazione determina una fortissima riduzione delle eumelanine. Il corpo diventa color crema, tutti gli altri segni rimangono immutati anche nella femmina, scolorendo di poco. La coda invece non rimane nera ma scolorisce diventando di un bel grigio perla.



    MASCHERATO OCCHI ROSSI

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    Mutazione a carattere genetico “legato al sesso. Questa mutazione determina una fortissima riduzione delle eumelanine. Il corpo diventa color crema, tutti gli altri segni rimangono immutati anche nella femmina, scolorendo di poco . I piccoli nascono con gli occhi rossi ma poi diventano neri crescendo




    DORSO CHIARO

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    Mutazione di carattere genetico “legato al sesso”. Questa determina una parziale riduzione della melanine contenute nelle barbe e barbule delle piume del mantello. In questa mutazione si denotano differenze che colpiscono entrambi i sessi che però mantengono invariati i disegni distintivi. Il capo e la nuca sono di colore grigio perla, sulla cervice è presente una leggera picchettatura scura e il dorso e le ali sono di colore crema scuro uniforme sfumato di grigio, la differenza fra capo- nuca e dorso- ali deve essere netta.





    PETTO NERO


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    Questa mutazione è di carattere genetico “recessivo”. E’ una mutazione che colpisce le eumelanine del petto, espandere la banda nera del petto fino all’attaccatura inferiore del becco, elimina le strisce dell’occhio, i pallini dei fianchi diventano di forma ovale, il disegno della guancia si allarga leggermente, ed il disegno della coda anziché essere a quadrati e di base crema con striscia nera che corre lungo la rachide. Invece nella femmina viene a mancare la striscia dell’occhio ed il disegno della coda diventa come scritto prima per il maschio.



    image003

    FACCIA NERA

    Mutazione di carattere genetico “dominante”. Questa mutazione provoca nei maschi il cambiamento di colore della zona tra le due strisce dell’occhio e del becco che anziché essere bianca è nera diventando un tutt'uno con la striscia dell’occhio e del becco, la barra del petto deborda in buona parte verso il ventre e le piume del sottocoda sono screziate di nero. Nella femmina invece l’unica differenza dell’ancestrale è il colore tra la striscia dell’occhio e del becco che anziché essere bianca è grigia.



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    GUANCIA NERA

    Mutazione di carattere genetico recessivo”. E’ una mutazione che come il petto nero colpisce le eumelanine. Nei maschi il colore delle guance anziché essere color arancio è nero, idem per i fianchi che sono neri con pallini bianchi, mentre la femmina si distingue dalle normali solo per la presenza delle guance di colore nero come il maschio






    fontediamantemandarino.net
    foto:ornitologicagrigentina.com



    Edited by gheagabry1 - 16/2/2020, 17:24
     
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    Diamante di Kittlitz


    Il Diamante di Kittlitz (Erythrura trichroa) è certamente uno degli esotici più gradevoli reperibili sul nostro mercato che vale senz'altro la pena di affrontare la spesa poiché è un uccello rustico, robusto e assai prolifico.

    In libertà è diffuso su un territorio molto vasto che comprende Celebes, Molucche, Nuova Guinea e isole circostanti, Australia nordorientale, Caroline, Salomone e Nuove Ebridi. Specie abbastanza comune allo stato libero (non tanto nel territorio continentale, dove anzi è piuttosto rara, quanto in quelli insulari), il Diamante di Kittlitz è caratterizzato da un'attraente maschera blu scura che occupa la fronte, il vertice e le guance. Le redini sono nericce; il groppone, il sopraccoda e la coda rossi; il resto del piumaggio verde scuro. Il becco è nero e le zampe sono brunicce. La lunghezza totale si aggira sui 12 centimetri. Le femmine, anche se molto simili ai maschi, sono facilmente riconoscibili per la tonalità meno brillante dei colori, in particolar modo del blu scuro, che è pure di solito meno esteso.



    I giovani presentano una colorazione generale ancor più tenue di quella delle madri e con solo qualche lieve traccia di blu scuro; inoltre hanno il becco chiaro. Nelle condizioni naturali, raccolti in gruppetti o in coppie isolate, i Diamanti di Kittlitz vivono di preferenza nelle regioni ricche d'erba, i cui semi e teneri germogli costituiscono il loro principale nutrimento. A volte si spingono anche nelle zone coltivate ed anche nei giardini dei centri abitati.
    Il periodo riproduttivo ha inizio verso agosto e si protrae fino a gennaio e oltre (data la vastità dell'area di distribuzione, ci possono essere variazioni secondo le diverse località).
    Il nido, voluminoso e tondeggiante, è posto non molto in alto - generalmente a circa due metri dal suolo - nel folto dei cespugli o fra i rami d'un albero a fitto fogliame. E' costruito con fuscelli, radichette, erba e foglie secche; internamente viene tappezzato con materiale più soffice.
    Il lavoro di costruzione e di imbottitura viene eseguito da entrambi i sessi, ma è il maschio che normalmente trasporta tutto il materiale. La femmina depone da 4 a 6 uova di colore bianchiccio, che cova aiutata dal compagno per 13-14 giorni. I piccoli, amorevolmente allevati da ambedue i genitori, abbandonano il nido all'età di tre settimane e diventano del tutto indipendenti una quindicina di giorni più tardi.


    Caratteristica dei nidiacei è la presenza ai lati del becco di due vistose escrescenze luminescenti al buio, che permettono ai genitori di imbeccarli anche nella semioscurità del nido e che scompaiono con la crescita.


    Alla vita captiva il Diamante di Kittlitz si adatta bene, ma per la sua esuberante vivacità va ospitato preferibilmente in voliera o in gabbie spaziose.
    Di temperamento socievole, convive pacificamente sia con individui della stessa specie sia in collezione mista: solo all'epoca della riproduzione i maschi presentano una certa aggressività tra di loro, per cui è bene in quel periodo separare le coppie. L'acclimazione non comporta eccessive difficoltà e una volta superata i Diamanti di Kittlitz si dimostrano robusti e poco sensibili al freddo, tanto che alcuni allevatori li lasciano in voliere all'aperto, purché munite di ricovero per la notte, anche nei mesi invernali.


    Il Diamante di Kittlitz non ha particolari esigenze alimentari, accontentandosi del consueto miscuglio di semi per esotici granivori. E' comunque preferibile integrare la sua dieta con verdura, frutta, qualche tarma della farina, pupe di formica e possibilmente semi di piante selvatiche; a ciò si aggiunga l'osso di seppia, il grit e l'utilissima polvere di carbone dolce. Nel periodo riproduttivo, per un sano sviluppo dei nidiacei è bene non far mancare il pastoncino all'uovo, cui i genitori vanno preventivamente abituati.


    La riproduzione è ottenibile con facilità sia in voliera sia in gabbia di ampie dimensioni. I sintomi di prossimo accoppiamento si notano facilmente: oltre a emettere il suo canto frequente, il maschio vola da un posatoio all'altro tenendo nel becco un filo d'erba o qualcos'altro di simile. Come portanido si possono usare le consuete cassettine di legno, rettangolari e aperte anteriormente nella metà superiore. In esse è preferibile aver già preparato sul fondo uno strato, alto circa un centimetro, di erba secca, pagliuzze, muschio e un po' di cotone. Per la rifinitura e l'imbottitura si mettano a disposizione sfilacce varie, lunghe 2-3 centimetri. Se godono di alimentazione appropriata e di tranquillità, i Diamanti di Kittlitz allevano bene la prole e non richiedono il ricorso alle balie, pratica quest'ultima che molti allevatori adottano indiscriminatamente allo scopo di ottenere un maggior numero di deposizioni e,quindi di piccoli allevati, ma che invero comporta l'attenuazione degli istinti naturali nella progenie. In una stagione i Diamanti di Kittlitz possono portare a termine 2 e anche 3 covate (beninteso il numero delle deposizioni è maggiore se, come già detto, il compito dell'incubazione viene affidato ai Passeri del Giappone).

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    Si tenga presente, infine, che i giovani, se sono stati lasciati ai genitori, vanno preferibilmente allontanati una volta divenuti indipendenti, e ciò sia perché non abbiano a disturbare l'andamento delle successive covate, sia perché non di rado vengono perseguitati dal padre.



    fonte: brunoperi.it
    foto:stefanogiannetti.it
    - web.tiscali.it
    - pedrooli.criavexotic.com


    Edited by gheagabry1 - 16/2/2020, 18:10
     
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    Diamante Codalunga auticauda (maschio)

    Nome scientifico: Poephila acuticauda.

    Quest'uccello è diffuso nelle praterie dell'Australia settentrionale. Esiste in due razze e precisamente la razza a becco giallo e quella a becco rosso.
    È lungo fino a 17 cm e la femmina è un po' più piccola.

    Vive di preferenza vicino all'acqua e si nutre di semi d'erba, altre sementi e insetti. Costruisce il nido sugli alberi o nei cespugli o tra l'erba e vi depone 5-6 uova. La Poephila acuticauda si riproduce spontaneamente in cattività.

    Alimentazione: semi vari, un po' di mangime tenero, insetti e verdura.

    fonte:inseparabile.com
    foto:allevamentoeneaciccarelli.com




    Diamante Codalunga acuticauda mutazione ino



    Diamante Codalunga Hecki (maschio)

     
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    p_giappone1



    Passero del Giappone


    Il Passero del Giappone si può ritenere la specie esotica da gabbia per eccellenza, essendo l'uccello più docile, più adattabile, più prolifico tra tutte le specie da gabbia e da voliera. Possiede inoltre spiccate qualità di allevatore della prole anche appartenente a molte specie diverse, per cui è frequentemente usato come "balia".


    jpeg

    Riproduzione

    E' preferibile fornire alla coppia un nido a cassetta di cm 10-12 di lato. Sottili fili di erba secca, di paglia da imballaggi, di cotone idrofilo ecc. vengono utilizzati quale materiale da costruzione. Per utilizzare le ottime qualità allevatrici di questa specie per l'alimentazione dei nidiacei, è necessario far coincidere il periodo delle cove dei Passeri del Giappone con quello delle varie specie di Diamanti da allevare. Quando in una voliera si ospitano varie coppie di Passeri del Giappone, capita spesso che se covate si susseguano per tutto l'anno e che le varie coppie, seguendo il profondo istinto sociale, tendano a riunirsi in un solo nido o in pochi nidi, per cui molte uova andrebbero rotte e molti nidiacei morirebbero soffocati. Quindi è bene far riprodirre ogni singola coppia in un'unica gabbia e non far eseguire più di tre covate l'anno, per evitare di indebolire troppo i genitori. Il riconoscimento del sesso è piuttosto problematico, essendo i due sessi pressocchè simili. Solo all'epoca degli amori si noterà che il maschio, a differenza della femmina, si alza sulle zampette, erige il corpo, gonfia le piume del basso ventre e dell'addome, spesso apre e chiude la coda a ventaglio; apre il becco facendo pulsare la gola ed emettendo un ciungettìo a tratti poco percettibile, con qualche nota musicale molto flebile, si avvicina alla femmina eseguendo una piccola danza. Si pongono in cova dall'aprile al settembre e la femmina depone 4-8 uova bianche che incuba per 12-15 giorni. I giovani lasciano il nido verso il trentesimo giorno di età. Questa specie abbisogna di un bagno giornaliero. E' bene tagliare la punta delle unghie ai genitori per evitare che ammacchino o forino le uova.

    Alimentazione

    Si alimenta di una miscela di panìco e miglio bianco in parti uguali in più un terzo di scagliola e un quinto di niger. Ossi di seppia spezzetati, sabbia, grit, un nutriente e leggero pastoncino all'uovo, pane e latte. Questi ultimi tre volte alla settimana e tutti i giorni durante l'allevamento della prole; un buon complesso vitaminico e sali minerali in recipienti a parte due volte la settimana. Se i Passeri del Giapone vengono utilizzati come balie, è necessario preventivamente, almeno un mese prima delle cove, abituarli a cibarsi dei pastoncini necessari alla prole della specie loro affidata.

    passero%20del%20giappone%20rosso%20bruno




    fonte: giuseppecampo.it
    foto:lucalongo.it
    - retestatic.it
     
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    Padda

    I contrasti di colore tipici del piumaggio dei Padda sono le caratteristiche che lo rendono particolarmente attraente e ben diverso rispetto alle altre specie.
    Il becco è massiccio e di colore rosso corallo, lo stesso colore che compone il cerchio perioculare;
    le guancie sono bianche e ben definite, circondate dal nero della testa e da quello del collarino;
    il dorso è di colore grigio/blu e le ali (soprattutto le remiganti primarie) di un grigio più intenso.
    Lo stesso grigio/blu è presente sul petto ma sfuma gradualmente verso il ventre in un rosa/beige;
    il groppone è di colore bianco ed infine la coda di colore nero.
    Il Padda appena descritto è di tipo ancestrale ma la specie ha già manifestato molte mutazioni:
    bianco, pezzato, isabella, crema, opale, opale pastello, pastello ed altre diluizioni, oltre alle nuove mutazioni agata, testa nera ed esemplari completamente neri con le guancie bianche.
    I soggetti nei primi mesi di vita sono grigio/marrone su tutto il corpo; iniziano la muta intorno ai 4 mesi e la completano intorno ai 6/7 , manifestando il piumaggio adulto.



    Si ritiene che il Padda sia originario dell’isola gi Giava e Bali, da cui oggi è completamente sparito, per una serie di fattori concomitanti: le eccessive catture indotte dalla pressante richiesta sul mercato internazionale come uccello ornamentale, la deforestazione con l’uso del fuoco e lo sterminio ad opera delle popolazioni locali perché ritenuto un parassita ed un vero flagello per le coltivazioni del riso. Adesso lo si può trovare a Sumatra, in Malesia, Filippine, Cina, Giappone, Borneo, Christmas e isole di Cocos nell’Oceano Indiano, isole Hawaiane e nei sobborghi di Miami in Florida. Addirittura alcune colonie sono state avvistate in Africa.



    TECNICHE DI ALLOGGIO

    Non ci sono delle regole fisse su come e dove alloggiare i Padda, ma se lo scopo è quello di ottenere un buon ceppo, i riproduttori andranno inseriti a coppie in gabbie singole, in modo da conseguire una mirata selezione.
    Le gabbie destinate alla riproduzione, potranno essere di varie misure, anche non eccessive.
    Quelle da 45 cm , tuttavia, appare un po' stretta, soprattutto in ragione della notevole prolificità della specie, che può generare senza problema anche 7/8 pulli per nidiata. Le gabbie ideali per alloggiare i Padda sono quelle da 60 cm , abbastanza ampie per una coppia e anche per la gestione della relativa prole. Chi avesse intenzione di perseguire una selezione mirata della prole, dovrà avere l’accortezza di tenere un registro aggiornato, sul quale registrare il numero di anello dei nuovi nati, calcolando le diverse linee selettive ed evitando il più possibile di accoppiare troppo in consanguineità.
    La mole del Padda fa pensare che sia un uccello aggressivo, e nelle voliere a volte è effettivamente possibile osservare delle liti per il possesso di una mangiatoia o per la vaschetta del bagno, ma in genere si tratta di battibecchi transitori, che si risolvono senza particolari problemi.
    Tuttavia, per evitare brutte sorprese, è meglio non inserire specie di uccelli soprattutto se di taglia inferiore.


    ALLEVAMENTO

    Nella pratica dell’allevamento, si è constatato che a sette mesi alcune femmine possono iniziare la deposizione e accoppiandole a maschi adulti già testati, queste femmine risultano essere perfettamente fertili . Tuttavia femmine troppo giovani tendono a deporre uova di piccola taglia da cui nasceranno pulli altrettanto sottodimensionati. Per questo durante la formazione delle coppie e in particolar modo nella scelta delle femmine, si consiglia di avvalersi di soggetti adulti che abbiano almeno dodici mesi di vita.
    Coppie valide possono allevare senza problemi per quattro o cinque anni.



    ALIMENTAZIONE
    L’alimentazione per la preparazione alle cove consiste in un buon miscuglio di semi, con l’aggiunta di grani germinati, pastone all’uovo, spighe di miglio, e tarme della farina, che non tutti mangiano ma che sono ottimi apportatori di amminoacidi essenziali.
    Può andar bene anche un buon misto per ondulati, con l’aggiunta del riso vestito.
    Soprattutto nel periodo riproduttivo, è bene somministrare una miscela di semi da germinare: niger, ravizzone rosso e nero, miglio giapponese e canapa.


    Non deve mai mancare un buon pastone (se necessario integrato con vitamine) che dovrà essere del tipo morbido durante la riproduzione e secco durante la muta. Tra gli alimenti freschi, è utile la somministrazione di frutta (ottima la mela) e di verdura (lattuga, dente di leone e centocchio, dipende dal periodo dell’anno e da cosa l’allevatore riesce a reperire).
    Molto gradite sono le prede vive, come le classiche terme della farina.

    Da non far mai mancare: il grit e l’osso di seppia, soprattutto prima della deposizione delle uova.

    Infine non bisogna mai far mancare l’acqua pulita ed il bagnetto, graditissimo ai Padda.

    Il comportamento indica con certezza l’estro di una coppia affiatata: il maschio canta e saltella da un posatoio all’altro, corteggiando la femmina. Il colore del becco appare di un rosso più intenso e il cerchio oculare più ampio, così come il colore del piumaggio, che risulta più vivace e brillante. Quando la coppia e’ affiatata il maschio inizia la costruzione del nido, imbottendolo con fibre di juta e cocco. Dopo 10/14 giorni la femmina depone il primo uovo, continuando giornalmente per 6/8 giorni, e giungendo in alcuni casi alla deposizione anche di 10 uova.
    In questi casi estremi, sarà necessario trasferire alcune uova sotto altre coppie o balie.

    In media, una buona covata è composta da 4/5 uova in modo che i riproduttori possono allevare tutti i pulli senza un eccessivo affaticamento. L’incubazione dura circa 18 giorni, e l’allevamento della prole circa 30, dopodiché inizia lo svezzamento, che si protrae per circa 15 giorni, quando i novelli possono essere separati dai genitori e introdotti in ampie voliere, dove potersi allenare all’arte del volo ed irrobustirsi.

    Il Padda è originario delle pianure ma lo si può trovare anche tra i 500 ed i 1500 metri d’altezza nelle città, nei villaggi, nelle terre coltivate, pascoli, terreni boschivi, savane, foreste vicino alle spiagge e perfino tra le mangrovie. Ama vivere in stormi si nutre degli avanzi che trova vicino ai villaggi, ma provoca molti danni alle coltivazioni di riso, di cui è particolarmente ghiotto e da cui ha origine la sua denominazione scientifica (Oryzivora significa appunto “vorace di riso”). Per questo motivo è temuto e sterminato dagli abitanti dei villaggi, che a loro volta lo usano come alimento. A causa della diminuzione in natura, il Padda è stato inserito negli elenchi C.I.T.E.S. per cui è stato imposto un embargo che vieta ogni ulteriore prelevamento della specie in natura da Giava e Bali (1995). Nelle zone d’origine si trova solo in quattro riserve: il parco naturale di Cikepuh, i parchi nazionali di Meru e di Beluran Betiri a Giava ed il parco nazionale di Bali Barat a Bali.

    NORMATIVA

    Il possesso dei Padda implica la denuncia delle nascite entro i primi dieci giorni di vita al Corpo Forestale dello Stato, ufficio C.I.T.E.S., tenendo al contempo aggiornato il registro di carico e scarico, dove andranno segnati i nuovi nati o nuovi acquisti e scaricati i soggetti ceduti o deceduti.
    In Italia le incombenze legali ne scoraggiano l’allevamento, al contrario di Belgio, Olanda e Germania dove la specie riscontra un successo sempre crescente.




    da Nuny2006
    fonte:ornitolandia.altervista.org
    foto:ornitolandia.altervista.org


    Edited by gheagabry1 - 14/2/2020, 23:16
     
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    Il Becco di Piombo


    Il Becco di Piombo è un piccolo uccello asiatico, originario di Ceylon e dell'India. Il suo Habitat sono le steppe, le vaste praterie e in prossimità di zone coltivate. Anche nei giardini vicino a zone abitate può essere avvistato. In natura vive in piccole colonie. Fu scoperto sulla costa di Malabar in India, da cui il suo nome scientifico, malabarica, ma vive anche sulla costa del Golfo dell’Oman, sull’isola di Sri Lanka, fino ai piedi dell’Himalaya, soprattutto nella zona bassa tra il Bangladesh ed il Pakistan.

    Caratteristiche

    Uccello esotico molto elegante e con la classica forma estrildide. Alcuni possono confonderlo con il “Becco d'Argento”, poiché alcune caratteristiche sono simili, pur essendo originari di Continenti completamente diversi. Questo estrildide ha una taglia di circa 11 cm. Tutto il corpo è di colore grigio-brunastro, con codione e sottocoda bianchi. Il colore sul petto è più slavato, sul dorso invece è più scuso. Il becco è un grigio piombo, proprio come dice il nome. Le sue zampe sono carnicine. L'occhio è di colore nero. Il questa specie il dimorfismo sessuale è inesistente, solo il canto distingue il maschio dalla femmina. E' stato per anni importato dall'Asia, ma attualmente quasi tutti i soggetti presenti in Europa sono nati in cattività. Il canto del maschio non è di tonalità molto alta, ma piuttosto composto da gorgheggi di basso volume.
    Allevamento
    Come carattere è molto simile al “Becco d'Argento”, quindi si tratta di un uccellino molto socievole. E' molto importante, se tenuto all'esterno, non sottoporlo a temperature troppo rigide in quanto sotto i 10 gradi può iniziare ad evidenziare problemi. Per quanto riguarda la riproduzione si tratta di una specie un po' pigra, pertanto non è sempre facile produrre dei novelli. In natura sfrutta e usa i nidi abbandonati da gli uccelli tessitori o anche le cavità degli alberi o buchi nei muri. In gabbia il nido da mettere a disposizione della coppia è quello a cassetta, classico nido da esotici. Per l'imbottitura del nido il Becco di Piombo utilizza varie fibre vegetali, tra cui fili d'erba, fibre di cocco e fieno. Per alimentare i novelli usa pastoncino integrato con semi germinati e talvolta anche prede vive come le tarme della farina. I novelli escono dal nido a meno di un mese di età. Gli alimenti di origine animale sono graditi e anche indispensabili per allevare i pulli. La dieta ideale per i soggetti adulti è composta da misto per esotici a base di panìco, spighe e anche verdura e saltuariamente anche spicchi di frutta. Non è molto comune da vedere nelle mostre ornitologiche, ma comunque abbastanza allevato anche in Italia. Anche per questo esotico in gran parte delle mostre ornitologiche, specialistiche a parte, non è prevista una categoria apposita di giudizio, in quanto i soggetti presenti alle mostre sono veramente pochi, quindi questo estrildide viene giudicato nella medesima categoria delle altre specie di estrildidi considerati meno comuni. Sono state selezionate diverse mutazioni, tra cui l'Opale, il Bruno, il Pastello, il Ventre nero e l'Ino.
    Viene utilizzato anche in ibridazione.


    Scheda realizzata da Federico Vinattieri http://ornitologia.difossombrone.it
    foto:ornitologia.difossombrone.it
    - hobbyuccelli.it








    IL BECCO DI PIOMBO (Lonchura malabarica)

    La somiglianza tra Becco di Piombo e Becco d'Argento è tale che diversi sistematici li considerano varianti sottospecifiche della stessa specie. Con le sue colorazioni beige - grigiastre, il Becco di Piombo è un uccello che palesa il suo adattamento alle zone aride semidesertiche, alle praterie stentate, anche se non è raro osservarlo in areee coltivate vicino ai villaggi. Si nutre di semi di erbe selvatiche, miglio, riso, e saltuariamente di uova e larve di insetti.

    Il nido è situato piuttosto in basso (non oltre i tre metri), tra gli spineti, nelle fessure degli alberi, non di rado sfrutta i nidi abbandonati da altri uccelli, in particolare quelli del Tessitore di Baya. Le uova possono essere da un minimo di tre ad un massimo di sette. Sono state segnalate deposizioni di più femmine nello stesso nido, a questo proposito Mr. Vriends afferma di avere personalmente osservato nidi contenenti 20-25 uova ed in un caso un grosso nido con ben 28 giovani che stavano per spiccare il volo.

    I pullus hanno la pelle scura, sono molto silenziosi e solo verso i dieci giorni si possono udire, quando chiedono l'imbeccata. I giovani escono dla nido a circa 21 giorni, continuando a sostarvi durante la notte. Cominciano a nutrirsi da soli dopo 6 giorni, e dopo 16 diventano indipendenti.

    ALLEVAMENTO

    Gli ibridi che vengono prodotti a livello amatoriale tra il Becco di Piombo ed altri estrildidi sono frequentemente caratterizzati da evidenti soffusioni rosa sul codione. E' stato verificato che mediamente l'affine Becco d'Argento, nella stesse ibridazioni, trasmette tale caratteristica in modo meno marcato. Per quanto riguarda l'allevamento in purezza, c'è da dire che pur meno diffusa rispetto alla specie africana, anche la L. malabarica conta già diverse mutazioni: la Ventre Scuro e la Feomelanica, chiaramente traslate tramite meticciamenti dal Becco d'Argento e la Pastello, che invece è una mutazione peculiare apparsa di recente.

    Indian_Silverbill_(Lonchura_malabarica)_near_Hyderabad_W_IMG_7786


    fonte:giuseppecampo.it
    Tratto da: GLI ESTRILDIDI - S. LUCARINI, E. DE FLAVIS, A. DE ANGELIS - ED. FOI
    foto: wikipedia.org



    Edited by gheagabry1 - 16/2/2020, 18:12
     
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    Donacola Petto Castano

    La donacola petto castano (Lonchura castaneothorax Gould, 1837) è un uccello passeriforme appartenente alla famiglia degli Estrildidi

    Se ne riconoscono cinque sottospecie:

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    Un esemplare della sottospecie uropygialis.

    Lonchura castaneothorax castaneothorax, la sottospecie nominale, diffusa in Australia settentrionale ed orientale;
    Lonchura castaneothorax boschmai Junge, 1952, diffusa in Irian Jaya, caratterizzata da striature brune sui fianchi;
    Lonchura castaneothorax ramsayi Delacour, 1943, diffusa nell'estremità sud-orientale della Papua Nuova Guinea e caratterizzata da una colorazione più scura;
    Lonchura castaneothorax sharpii Madarász, 1894, diffusa nella porzione settentrionale della Nuova Guinea, caratterizzata da colorazione grigia piuttosto chiara;
    Lonchura castaneothorax uropygialis Stresemann & Paludan, 1934, diffusa in Papua Occidentale e caratterizzata da codione di colore arancio;
    In passato veniva riconosciuta un'ulteriore sottospecie australiana di questi uccelli, Lonchura castaneothorax assimilis, attualmente accorpata alla sottospecie nominale.

    Distribuzione ed habitat


    Questi uccelli occupano un areale piuttosto vasto, che comprende l'Australia settentrionale ed orientale e la Nuova Guinea: questi uccelli sono inoltre stati introdotti su numerose isole della Polinesia francese, alle Vanuatu ed in Nuova Caledonia, dove si sono naturalizzati.

    L'habitat di questa specie è rappresentato prevalentemente dalle aree erbose nei pressi di zone umide, come fiumi, laghi, paludi e canneti: la donacola petto castano colonizza tuttavia anche mangrovieti, risaie e campi coltivati, beneficiando della presenza umana e degli impianti d'irrigazione e spingendosi in alcune aree perfino nei cortili e nei giardini.

    A differenza della stragrande maggioranza delle specie congeneri, la donacola petto castano è solita compiere migrazioni stagionali: durante la stagione delle piogge, infatti, questi uccelli si muovono verso l'entroterra, allontanandosi dalle zone acquitrinose, mentre con l'arrivo della stagione secca si spostano nuovamente verso le coste.

    Dimensioni

    Misura circa 11–13 cm di lunghezza, compresa la coda.


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    Una coppia alla ricerca di cibo nell'Australia Zoo.



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    Un esemplare nel Queensland.

    Si tratta di un uccello dall'aspetto robusto, munito di un forte becco di forma tozza e conica.
    La colorazione è piuttosto variegata: il dorso e le ali sono di color bruno-nocciola, la nuca, il vertice e la fronte sono di colore grigio con le singole penne orlate di bianco a dare un caratteristico effetto perlato, sulla faccia è presente una mascherina di colore bruno scuro, in alcuni casi con punteggiature brune su occhi e guance, il petto è bruno-rosato, orlato di nero nella porzione ventrale, mentre il ventre è bianco, con striature verticali nere sui fianchi, così come nero è il sottocoda, mentre il codione e la coda sono di colore giallo-arancio. Il becco è di color grigio-nerastro, gli occhi sono di colore bruno scuro, le zampe sono carnicino-grigiastre.

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    Le donacole petto castano sono uccelli dalle abitudini diurne e gregarie, che all'infuori del periodo riproduttivo tendono a formare stormi anche consistenti, spesso in compagnia di altre specie come la donacola testa grigia, il diamante rosso ed il cappuccino testa grigia. Gli stormi passano la maggior parte del giorno al suolo alla ricerca di cibo, mentre sul far della sera questi uccelli cercano rifugio fra gli alberi per la notte.

    Alimentazione

    La dieta di questi uccelli è essenzialmente granivora, consistendo in massima parte di semi di graminacee che vengono frantumati col forte becco: le donacole petto castano si nutrono però di una vasta gamma di semi, che comprende orzo, sorgo e riso. Soprattutto durante il periodo riproduttivo, inoltre, questi uccelli tendono a nutrirsi anche di piccoli insetti volanti, in particolare termiti.

    Riproduzione

    Sebbene le donacole petto castano siano in grado di riprodursi durante tutto l'arco dell'anno, a patto di avere a disposizione abbastanza cibo per allevare la prole, può essere individuato un periodo riproduttivo corrispondente alla porzione finale della stagione delle piogge. Durante la riproduzione le coppie si isolano dal proprio stormo, sebbene i nidi tendano a concentrarsi nelle medesime zone, tanto da essere distanti anche solo mezzo metro gli uni dagli altri.
    Le coppie collaborano nella costruzione del nido, che è una struttura tondeggiante ottenuta intrecciando steli d'erba e materiale vegetale fibroso nell'erba alta, fra i cespugli o fra i canneti, a circa un metro da terra. All'interno di esso la femmina depone 2-6 uova, che ambo i sessi provvedono ad incubare per circa 13 giorni: i pulli, ciechi ed implumi alla nascita, vengono accuditi e nutriti da entrambi i genitori per circa tre settimane, al termine delle quali sono pronti per l'involo. Non è raro, tuttavia, che essi rimangano nei pressi del nido per almeno altre due settimane, tornandovi per dormire durante la notte e chiedendo sporadicamente l'imbeccata ai genitori, che spesso nel frattempo si accingono a portare avanti una seconda covata.



    fonte:wikipedia.org
     
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    Illustrazione di un passero striato (Lonchura striata)


    Lonchura


    Lonchura Sykes, 1832 è un genere di uccelli appartenente alla famiglia degli Estrildidi


    Il nome del genere deriva dall'unione delle parole greche λόγχη (logke-lonke, "lancia") e ουρά (oura, "coda"), col significato di "coda a lancia", in riferimento alla forma della coda di molte specie.

    Tradizionalmente, questo genere è stato considerato un "contenitore" nel quale collocare tutte le specie di dubbia appartenenza: col tempo, numerose specie sono state spostate in generi a parte, ed attualmente al genere vengono ascritte le seguenti specie:

    Genere Lonchura

    Sottogenere Donacola

    Lonchura castaneothorax - donacola petto castano
    Lonchura flaviprymna - donacola testa grigia
    Lonchura melaena - donacola della Nuova Bretagna
    Lonchura montana - donacola delle alture
    Lonchura monticola - donacola di montagna
    Lonchura teerinki - donacola petto nero

    Sottogenere Lonchura

    Lonchura fuscans - passero del Borneo
    Lonchura kelaarti - passero di montagna
    Lonchura leucogastra - passero dal ventre bianco
    Lonchura leucogastroides - passero di Giava
    Lonchura leucosticta - passero maculato
    Lonchura molucca - passero delle Molucche

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    Lonchura punctulata - domino
    Lonchura striata - passero striato
    Lonchura tristissima - passero triste

    Sottogenere Munia

    Lonchura atricapilla - cappuccino testa nera
    Lonchura caniceps - cappuccino testa grigia
    Lonchura ferruginosa - cappuccino calotta bianca
    Lonchura forbesi - cappuccino della Nuova Irlanda
    Lonchura grandis - cappuccino dal becco grosso
    Lonchura hunsteini - cappuccino di Hunstein
    Lonchura maja - cappuccino testa bianca
    Lonchura malacca - cappuccino tricolore
    Lonchura nevermanni - cappuccino calotta grigia
    Lonchura pallida - cappuccino testa chiara
    Lonchura quinticolor - cappuccino cinque colori
    Lonchura spectabilis - cappuccino pettobianco
    Lonchura stygia - cappuccino nero
    Lonchura vana - cappuccino degli Arfak

    Sottogenere Padda

    Lonchura fuscata - padda di Timor
    Lonchura oryzivora - padda comune

    Sottogenere Spermestes


    Lonchura fringilloides - nonnetta maggiore
    Lonchura nigriceps - nonnetta dorso bruno

    lonchura-malab-cantans


    Dal genere sono state rimosse la donacola petto bianco, spostata nel genere monotipico Heteromunia, il becco di piombo ed il becco d'argento (ambedue ascritti al genere Euodice), il becco di piombo testa grigia (spostato nel genere monotipico Odontospiza) e la nonnetta malgascia (anch'essa spostata in un proprio genere, Lemuresthes): alcuni autori propongono inoltre l'elevazione del sottogenere Spermestes (comprendente i rappresentanti africani del genere) o del sottogenere Padda al rango di generi.

    In passato alcune specie (Lonchura striata ed alcune sue sottospecie, Lonchura punctulata, Lonchura leucogastra, Lonchura kelaarti, oltre al becco di piombo) sono state ascritte al genere Uroloncha, attualmente decaduto, caratterizzato da specie dalla coda di forma allungata (differenza fra ala e coda in centimetri minore rispetto alla lunghezza del tarso).

    La validità della specie Lonchura pallidiventer, invece, non è stata riconosciuta e si pensa che si tratti di un ibrido, in quanto le specie di munia si ibridano facilmente fra loro nella maggior parte dei casi, spesso dando prole fertile.

    Distribuzione ed habitat

    Il genere è diffuso in un vasto areale che comprende gran parte dell'Africa subsahariana, del subcontinente indiano, dell'Estremo Oriente e del sud-est asiatico, oltre all'Australia settentrionale.

    La gamma di habitat colonizzati da questi uccelli è notevole, con una preferenza da parte della maggior parte delle specie per le aree aperte di savana o di prateria, con presenza di cespugli o di boscaglia dove nascondersi e nidificare e soprattutto di fonti d'acqua permanenti.

    Descrizione

    Si tratta di uccelli di piccole dimensioni (10–15 cm), di aspetto robusto e slanciato, caratterizzati dalla presenza di un forte becco conico atto a triturare i semi di cui si nutrono e di una coda allungata (fino ad un terzo della lunghezza totale del corpo).
    Il piumaggio di questi uccelli vede predominare i toni del bianco, del nero, del bruno e del grigio, con tendenza a tonalità più scure su testa, dorso ed ali e ad uno schiarimento su gola, petto e ventre.

    Non esiste dimorfismo sessuale evidente in nessuna delle specie appartenenti al genere: i maschi sono riconoscibili solo durante il periodo riproduttivo, quando emettono il flebile canto durante i rituali di corteggiamento.

    Biologia

    Si tratta di uccelli perlopiù diurni, che tendono ad aggregarsi in stormi anche consistenti e ad unirsi a gruppi di altre specie di uccelli, congeneri e non. Passano la maggior parte del tempo al suolo o fra l'erba alta alla ricerca di cibo, che è costituito in massima parte da semi, che spezzano col forte becco: mangiano tuttavia anche frutta, bacche e germogli, e molte specie sono solite integrare la propria dieta con alimenti di origine animale (soprattutto piccoli insetti volanti) durante il periodo riproduttivo.

    Il nido ha una forma sferica e viene costruito da ambedue i sessi nel folto della vegetazione. Le femmine vi depongono 3-6 uova e i piccoli vengono allevati insieme dalla coppia. Si tratta di uccelli rigorosamente monogami.



    fonte: wikipedia.org
    foto: wikipedia.org
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    Edited by gheagabry1 - 16/2/2020, 18:13
     
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