UCCELLI E VOLATILI

..volatili domestici .. e del mondo

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  1. gheagabry
     
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    Il pettirosso



    Questo piccolo uccello insettivoro, appartenente all'ordine dei Passeriformi, è uno dei più frequenti abitatori dei boschi, ma anche dei parchi urbani. In Italia è comune e stazionario, soprattutto sui monti, di passo ed invernale. Arrivano in Italia dal nord Europa, per sfuggire al freddo e alla mancanza di cibo.
    E' lungo appena 14 cm, con un piumaggio superiormente grigio oliva scuro e inferiormente grigiastro, sul quale spicca una macchia d'un bel rosso-arancione vivo che interessa la fronte, la gola e la parte superiore del petto, caratteristica quest'ultima, che gli è valsa il suo nome e che lo rende facilmente riconoscibile. Gli occhi sono relativamente grandi e scuri, il becco nerastro e le zampe rossicce e sottili. Non vi è dimorfismo sessuale. Mostra uno spiccato comportamento territoriale e i partner condividono il territorio di nidificazione già alla fine di dicembre. Potrebbe sembrare un essere dolce; è invece un litigioso. Tutto l'anno impedisce agli altri pettirossi di entrare nel suo territorio e, in primavera, respinge gli intrusi con un'energia raddoppiata. È sufficiente mettere su un ramo un ciuffo di piume rosso perché lui parta all'attacco come se avesse di fronte un altro uccello.All'arrivo della stagione riproduttiva (che inizia verso marzo) il maschio cerca di ottenere i favori della femmina con uno speciale canto nuziale, simile a un sottile sussurrio, unito ad una serie di posture rituali, quali l'arruffamento delle piume del capo e della gola ed il frenetico movimento delle ali.Solo la femmina si occupa della costruzione del nido, che viene preparato intessendo foglie e muschi esternamente, e imbottendo l'interno con piume e pelo. Solitamente il sito di nidificazione è un foro nel tronco di un albero o in un muro, ma spesso anche i bassi e fitti cespugli sono scelti quale dimora. Le uova (massimo 6) hanno un guscio bianco giallastro e sono deposte verso la fine di aprile (frequentemente a questa covata ne segue una seconda). Anche l'incubazione, che dura circa 15 giorni, è interamente a carico della femmina, mentre l'allevamento della prole è condiviso anche dal maschio. Quando esce dall'uovo il pullo pesa un grammo e mezzo. Dieci giorni dopo il suo peso (18 grammi) è uguale a quello dei genitori. Durante la cova, la cura della prole e nel cuore dell'inverno, il pettirosso non emette il suo vero canto, costituito da una serie di trilli sonori e melodiosi gorgheggi simili ad una cascata di note, ed eseguito di preferenza dalla cima degli alberi, quale chiara manifestazione della sua spiccata territorialità.
    Il grido di richiamo è invece una sorta di "tick" ripetuto a brevi intervalli. Molto utile all'agricoltura, il pettirosso è protetto, ma cade sovente vittima dell'uccellagione e del piccolo bracconaggio (archetti e lacci).
    (naturamediterraneo)
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    Fra gli uccelli conosciamo un caso di “sbornia” collettiva dei pettirossi americani, nel corso della loro migrazione annuale nel mese di febbraio, quando si spostano nelle regioni calde della California. Le prime notizie a riguardo datano agli anni ‘30. Quando raggiungono la California, stormi di migliaia di pettirossi americani (della specie Turdus migratorius) si appoggiano su piccoli alberi chiamati popolarmente “California holly” (“caprifoglio della California”). In quel periodo dell’anno questi alberelli sono carichi di frutti acerbi chiamati “Christmas berries” (“bacche di Natale”). Le tribù di indiani della regione chiamano questi frutti di colore rosso scarlatto toyon. I pettirossi e altre specie di uccelli si ingozzano fino all’inverosimile di questi frutti, che hanno un evidente effetto inebriante per questi volatili. Per circa tre settimane è possibile osservare nella regione una vera e propria baldoria, in cui gli uccelli diventano disorientati e confusi, si cimentano in giochi sciocchi fra di loro e svolazzano entrando nelle macchine e nelle case. Siegel (1989, pp. 58-59) ha osservato che per un buon pasto per questi uccelli sarebbero sufficienti quattro o cinque di questi frutti; in realtà essi ne mangiano sino a trenta. Appare quindi chiaro che lo scopo di questa abbuffata va al di la della semplice nutrizione. Gli uccelli sembrano conoscere e ricercare gli effetti inebrianti di una massiccia dose di questi frutti.(samorini)

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    Edited by gheagabry1 - 16/2/2020, 13:01
     
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209 replies since 13/6/2010, 17:44   165756 views
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