UCCELLI E VOLATILI

..volatili domestici .. e del mondo

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  1. gheagabry
     
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    Solo in un mondo dove ci sono gru e orsi la poesia può sopravvivere.
    (Robert Ranke Graves)



    LE GRU




    I gruidi sono uccelli molto caratteristici con zampe lunghe e collo lanciato, le cui dimensioni vanno dai 90 ai 150 cm di lunghezza.
    In volo (lo stormo si sposta con la tipica formazione a V), le gru hanno testa e collo protesi in avanti, al contrario degli aironi (ardeidi) che volano con il collo incurvato a S, ed emettono il tipico verso strombettante "kru" o " kri-kru".
    Le gru si presentano con un piumaggio grigio, la testa è bianca e nera con una macchia rossa sul vertice. Il lungo becco è circondato da un piumaggio nero che si allunga verso la gola, sulla nuca e sulla fronte; lateralmente agli occhi si prolunga una mascherina bianca. Le penne sopra la coda sono allungate e cascanti e terminano con un ciuffo dalle estremità più scure. I giovani si riconoscono per l'assenza di macchie scure sulla testa e per la coda meno "cespugliosa"....al di fuori del periodo riproduttivo, manifesta delle abitudini gregarie molto intense, costituendo dei gruppi numerosi e grazie ai continui richiami sonori tutti i componenti si mantengono in contatto. Trascorrono l'inverno in luoghi tradizionali dell'Europa meridionale e nel Nordafrica. La Gru nidifica su di un vasto areale che va dalla penisola scandinava alla Siberia orientale, ma in passato esistevano aree riproduttive anche nell’Europa centro-meridionale, come ad esempio il Delta del Po.





    ......storia, miti e leggende.....



    La gru, anticamente, era ammirata per la sua presunta capacità di volare senza mai stancarsi, e le sue ali servivano come amuleti contro la stanchezza. In Cina è un’immagine di longevità e della relazione tra padre e figlio, poiché il piccolo della gru risponde al grido dei genitori. Ritenuta, a seconda dei paesi, simbolo di saggezza o, al contrario, di falsità e malvagità, nel 1600 in Europa si leggeva: « ...di notte la gru un sassolino in gola/tiene prudentemente per non cadere inavvertitamente nel sonno» incarnando così il simbolo della vigilanza.

    Classificata come Gru Japonensis e comunemente nota come Gru della Manciuria o gru coronata di rosso per il colore delle piume che ne ornano il capo, questo volatile deve la sua popolarità alla presenza nella sua livrea dei colori bianco e rosso, simboli di purezza e virilità.
    Simbolo ben augurante per una lunga e felice vita coniugale, la gru rimane fedele al proprio compagno per tutta la sua esistenza, solitamente della durata di 40 anni. Le coppie sovente sono impegnate in danze rituali, anche lontano dal periodo dell'accoppiamento, e tale comportamento è stato interpretato dal popolo giapponese come una manifestazione della gioia dello stare insieme. Gru vengono raffigurate sul kimono della sposa, vengono sagomate come dolci, danno forma a sculture di ghiaccio preparate per la festa.
    Anche nella nostra mitologia la gru ha gli stessi connotati: come uccello sacro ad Apollo rappresenta la gioia di vivere, la luce e la felicità di intrecciare danze primaverili nei prati. Gli autori classici conoscevano le rotte migratorie delle gru europee e sapevano che andavano a svernare in Africa. Da questo fatto hanno tramandato le lotte annuali che questi uccelli ingaggiavano con i Pigmei, popolo la cui statura e' stata dimezzata dal circolare della leggenda.
    Molto diffuse nel Giappone feudale perché protette dai nobili, anche in Occidente le gru sono legate a tale ceto sociale: la parola "pedegree" deriva dal francese "pied de grue" (zampa di gru), per la somiglianza della freccia usata negli alberi genealogici con l'impronta di tale uccello. Ma il declino del feudalesimo portò alla quasi estinzione di tale animale: nel 1920 era ormai rimasta un'unica colonia composta da 20 esemplari, stabilitisi nell'isola di Hokkaido. Il governo decise quindi di dichiarare la gru specie protetta. Al progetto di riproduzione in cattività ha contribuito anche l'Italia, grazie all'impegno del Parco La Torbiera, sito in provincia di Novara. In primavera, con un po’ di fortuna, si possono vedere le gru a passeggio seguite da un codazzo pigolante di pulcini.



    La gru è un animale solare e soprattutto nel suo aspetto di portatrice di guarigione ed espressione di salute a tutti i livelli, che annuncia e reca nuova vita come l'airone e il cigno, in ogni caso con qualche legame con l'Altromondo, soprattutto quello sotterraneo. Infatti sue raffigurazioni sono state trovate su armi, corazze, scudi e altri oggetti da combattimento ed è possibile che la gru fosse uno degli animali totemici di qualche clan di guerrieri.
    Appare talvolta sulla schiena di cavalli dalla testa umana o di tori come il Tarvos Trigaranus, il <<toro dalle Tre Gru», e ha un legame con il calderone simbolo di iniziazione e trasformazione. E quindi associata alla dea scozzese Cailleach e al dio irlandese Manannan, che possedeva un borsa confezionata in pelle di gru in cui conservava i suoi magici tesori.
    Veniva considerata il guardiano delle porte dell' Altromondo, dove vi erano tre gru che urlavano ai viandanti: «Vietato entrare! Vietato avvicinarsi! Continuate il cammino!». I suoi tre colori, bianco, nero e rosso, la fanno una degna rappresentante della Triplice Dea. Una tradizione irlandese parla di una delle meraviglie d'Irlanda, una gru trovata a Inis Kea, contea di Mayo, uccello che era in vita dall'inizio del mondo. E molto probabile che questa fosse una delle forme scelte dalla Dea Madre, come forza creatrice, per manifestarsi nel mondo terreno.





    ..........la GRU CORONATA........



    La Gru coronata grigia o Gru coronata sudafricana (Balearica regulorum, Bennett, 1834), è una delle gru più facilmente riconoscibili per via della cresta che porta sulla testa. Vive in luoghi umidi ed erbosi che si trovano vicino ai laghi ed ai grandi fiumi. Cresce in gruppi molto numerosi, che si dividono quando devono accoppiarsi.
    Per nidificare preferisce un posto acquitrinoso con pozze poco profonde, o in un isolotto di vegetazione o nell'intricato intreccio di canneti creano il loro nido.
    La femmina riesce a deporre due o tre uova, di color blu pallido, che vengono controllate dai due genitori che a turno le incubano. La schiusa e la nascita dei piccoli avviene dopo 29-31 giorni, e solo dopo pochi giorni lasceranno il nido.



    Costruire una gru di carta è come fare la pace: alcuni passi sono goffi e in un primo momento può persino sembrare impossibile. Eppure, con pazienza, il risultato è sempre qualcosa di rara bellezza. Questa è l'arte dell'origami.
    -- Chris Bradford --



    ......le mille gru.......



    In origami, la forma base della gru, o tsuru, viene usata come partenza per la realizzazione di molte figure (clicca qui per sapere come realizzarla). Appese sul soffitto come distrazione per i bambini, le gru rappresentavano vere e proprie offerte ai templi ed altari. Realizzata per augurare ogni bene agli ammalati ed a chi deve affrontare una dura prova, la gru la si può piegare per se stessi, per gli altrio per offrirla agli dei, nella speranza di veder esaudite le proprie preghiere in questo caso, occorre piegarne mille e legarle insieme, per poi portarle al tempio della divinità cui si è chiesto aiuto. Narra un'antica leggenda giapponese che la gru possa vivere 1000 anni: regalare una gru significa quindi augurare 1000 anni di vita. Un'offerta di mille gru rafforza ulteriormente il concetto. Piegare le mille gru è segno di un sincero interesse per il destinatario, perchè occorre bravura, tempo e dedizione per piegarle tutte. Regalare mille gru ancora oggi significa: "ho pensato a te per tutto questo tempo, sei importante".
    Nel 1600 venne ideata in Giappone una tecnica di piegatura che permetteva di ottenere da un unico foglio un numero elevato di gru, tutte unite tra di loro per il becco, le ali o la coda.

    Alla tradizione della piegatura delle mille gru è legato un commuovente episodio risalente alla seconda guerra mondiale.
    Sadako Sasaki (佐々木禎子, Sasaki Sadako?) era una bambina che nel 1945 aveva due anni, abitava con la sua famiglia a circa un chilometro dal punto su cui venne sganciata la bomba, e rimase miracolosamente illesa. Crebbe e divenne una ragazzina intelligente e vivace. Ma la bomba-A non aveva smesso di uccidere: nel febbraio del 1955, all'età di dodici anni, Sadako si ammalò di leucemia a causa degli effetti delle radiazioni di cui la zona rimase (ed è tutt'oggi) contaminata per effetto dello scoppio nucleare.
    Sadako era piena di voglia di vivere, e nelle lunghe giornate in ospedale si dedicava a costruire, con le scatole delle medicine e con qualunque altro frammento di carta avesse a portata di mano, piccoli origami raffiguranti ben auguranti gru. Ne aveva composte più di milletrecento quando dopo otto mesi di malattia, la mattina del 25 ottobre 1955, i suoi sorrisi e la sua voglia di vivere smisero di animare la piccola stanza d'ospedale ed entrarono nella memoria straziata di tutti gli abitanti della città, a partire dai suoi compagni di scuola.
    Da quel giorno migliaia e migliaia di gru di carta, di tutte le dimensioni e di tutti i colori, prendono continuamente forma dalle mani dei bambini e di tutti gli abitanti di Hiroshima, e vanno a costituire ghirlande, disegni, composizioni di ogni tipo che vengono utilizzate al posto dei fiori per onorare tutti i luoghi della memoria: una miriade di piccole gru che vengono spedite alla città di Hiroshima anche da tutto il mondo, e che nelle semplici ed accurate pieghe delle loro ali tengono ancora oggi in vita l'incredibile vivacità di Sadako e i suoi sogni colorati.
    In ricordo di tale atto di speranza nel Parco della Pace della città si trova un monumento, dedicato a tutti i bambini vittime della bomba atomica, raffigurante Sadako a cavalcioni di una bomba nel gesto di innalzare al cielo una gru di carta. Ai suoi piedi, migliaia di ghirlande di gru donate dai visitatori incorniciano la targa recante l’iscrizione...
    ecco la nostra speranza e preghiera:
    che la pace regni nel mondo.

    Per questo motivo, l'origami della gru, è stato elevato a simbolo di pace e fratellanza per tutti i popoli nel mondo.





    ....una favola.....



    C'era una volta un pavone vanitosissimo. Si gloriava con tutti per le sue belle piume. Quando vedeva una pozzanghera, si fermava a guardare la sua immagine riflessa nell'acqua.
    "Guardate la mia coda" gracchiava. "Ammirate che colori meravigliosi hanno le mie piume. Come sono bello! Sono senz'altro l'uccello più bello del mondo..."
    Apriva la coda in un grande ventaglio e rimaneva immobile, in attesa che qualcuno arrivasse e lo ammirasse. Gli altri uccelli cominciarono a stancarsi di tutte queste vanterie e studiarono un modo per far abbassare la cresta all'orgoglioso pavone. L'idea venne alla gru.
    "Lasciate fare a me" disse agli altri, "farò fare a quel vanitoso la figura dello sciocco.
    Una bella mattina la gru andò a passeggio dov'era il pavone, che come al solito si stava lisciando le penne e si pavoneggiava.
    "Guarda come sono bello! " esclamò. "Tu invece, cara gru, sei pallida, senza colori. Perché non cerchi di ravvivarti un po'?"
    "Può darsi che le tue piume siano più belle delle mie" rispose con calma la gru, "ma mi sono accorta che tu non puoi volare. Le tue bellissime piume non sono forti abbastanza per permetterti di sollevarti in aria. Io sono senza colori, ma le mie ali mi portano in alto nel cielo!"
    -- Esopo --


    Nobile gru che voli leggera sulla tua terra,
    uccello amico che ti libri nel cielo verso il sole nascente.
    Il tuo volo sul fiume sul lago e sulle montagne,
    è una luce, e una voce
    che chiama a riscossa.
    (Amar Lakwe, poetessa e scrittrice ugandese contemporanea)





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