UCCELLI E VOLATILI

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  1. tomiva57
     
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    Alauda arvensis




    admin.allodola



    L'allodola (Alauda arvensis, Linnaeus 1758) è un uccello dell'ordine dei Passeriformi e della famiglia degli Alaudidi.


    Sistematica

    L'allodola ha 14 sottospecie:

    * Alauda arvensis arvensis
    * Alauda arvensis sierrae
    * Alauda arvensis cantarella
    * Alauda arvensis scotica
    * Alauda arvensis guillelmi
    * Alauda arvensis harterti
    * Alauda arvensis armenicus
    * Alauda arvensis dulcivox
    * Alauda arvensis dementievi
    * Alauda arvensis kiborti
    * Alauda arvensis loennbergi
    * Alauda arvensis pekinensis
    * Alauda arvensis intermedia
    * Alauda arvensis nigrescens




    Distribuzione e habitat

    L'allodola è la specie più tipica e comune di questa famiglia in Italia, sia in forma stanziale, sia come migratrice. È diffuso in tutta Europa e Asia. Le popolazioni del nord e dell'est migrano in autunno verso l'Europa Meridionale e il Nordafrica per poi ritornarvi alla fine dell'inverno; le popolazioni meridionali sono stanziali. È gregaria in migrazione ed in inverno. In Italia è stazionaria e invernale nel sud; di passo in ottobre-novembre e marzo-aprile. L'allodola frequenta campagne più o meno coltivate, steppe, prati, pascoli e dune sabbiose, sia in pianura che in quota. Vive in località aperte, erbose e cespugliose, sia in basso, sia su altopiani, presso brughiere.

    Caratteristiche fisiche

    L'allodola è lunga circa 16-19,5 cm, ha un'apertura alare che può raggiungere i 32-37 cm e pesa circa 33-48 g, coda 6,5-7,5 cm, tarso 22-23 mm, becco 11-12 mm, uovo 24,1x16,8 mm. È caratterizzata da un piumaggio di colore marrone leggermente striato di nero nella parte superiore, più chiaro (bianco-fulve) in quella inferiore, nonché da un piccolo ciuffo erettile che mostra solo se allarmata. Presenta larghe strie al petto. In volo mostra una coda corta e larghe ali corte. La coda e la parte posteriore delle ali sono bordate di bianco. I sessi sono simili. È caratteristico il suo canto di tono acuto e musicale, sostenuto a lungo nel volo volteggiante.




    Comportamento

    È un uccello gregario e forma piccoli branchi, ha un volo possente e ondulato, alternando battiti d'ala a chiusure d'ala. Ama portarsi in volo a qualche centinaio di metri di altezza per poi ritornare verso terra ad ali chiuse, riaprendole solo a poca distanza dal suolo. Terragnola, cammina e saltella agilmente tenendo il corpo in posizione orizzontale. Si posa su sassi, muretti e sulla bassa vegetazione, mai sugli alberi.

    Riproduzione

    Nidifica sul terreno costruendo un nido in una depressione naturale con steli, erbe e materiali vari. Tra marzo e agosto la femmina depone 3-6 uova grigio-biancastre picchiettate di marrone-verdino e macchiettate di bruno che cova per 11-12 giorni. I piccoli, nutriti anche dal maschio, sono capaci di volare dopo circa 3 settimane dalla nascita. Effettua 2-3 covate all'anno.

    Alimentazione

    Si nutre prevalentemente di semi, vegetali (semi, germogli, foglie), arricchendo la dieta con insetti durante il periodo riproduttivo. Gli insetti sono anche il cibo dei nidacei. Occasionalmente si nutre anche di piccoli animali.

    Stato di conservazione

    È abbastanza comune soprattutto durante il passo autunnale, ma in diminuzione per varie cause di perturbamento ecologico. Alauda arvensis è minacciata anche dagli incendi, dai diserbanti e dall'allargamento delle comunità urbane.

    Venatoria e rapporti con l'uomo

    L'allodola è allevata a scopo ornamentale o di richiamo durante la caccia. Questi uccelli, infatti vengono selezionati per la loro capacità canterina durante l'esercizio venatorio. La carne è molto prelibata

    Letteratura e simbolismo

    Il comportamento dell'allodola, che al mattino della bella stagione si innalza in volo verticalmente a cantare per poi precipitare rapidamente e ritornare in alto riprendendo il canto ha ispirato poeti e letterati ed ha dato origine ad una ricca simbologia, facendone anche un animale araldico.

    L'allodola in araldica

    In araldica l'allodola può comparire sia ferma che volante.

    Il nome è rimasto famoso anche perché fu assegnato da Cesare alla Legio V Alauda (Allodole), costituita nel 52 a.C. e distrutta nella rivolta batava del 70.

    L'allodola in letteratura

    William Shakespeare la chiama «messaggera del mattino» e Percy Bysshe Shelley le ha dedicato un'ode: To a Skylark (Ad un'allodola):
    « Salute a te, o spirito di gioia! / Tu che non fosti mai uccello, e dall'alto / del cielo, o vicino, rovesci / la piena del tuo cuore in generose / melodie di un'arte non premeditata. / Sempre più in alto, in alto ti vedo / guizzare dalla terra , una nube di fuoco, / e percorri con l'ali l'infinito azzurro, / ti levi nell'aria cantando, /e librandoti alta ancora canta. / … »

    ( Percy Bysshe Shelley, Ad un'allodola in Poesie, a cura di Roberto Sanesi, Milano, 1983)

    Anche Dante Alighieri nella sua Divina Commedia cita quest'uccello facendone addirittura una metafora dell'aquila (uccello già di per sé carico di simbolismi):
    « Quale allodoletta che'n aere si spazia / prima cantando, e poi tace contenta / dell'ultima dolcezza che la sazia, / tal mi sembiò l'imago della 'mprenta / … »

    (Dante Alighieri, Divina Commedia Paradiso, XX, 73-76)

    Il poeta e favolista francese La Fontaine fa dell'allodola la protagonista di una delle sue fiabe L'alouette et ses petits avec le maître d'un champ (L'allodola ed i suoi piccoli con il padrone di un campo).

    Miti e simbolismi

    Secondo una leggenda indiana Bahradvāja, poeta ed uno dei saggi del Mahābhārata fu nutrito da un'allodola.

    Nella mitologia nordica il fatto che l'allodola corra nei campi di grano quando questo è ancora verde, vi faccia il nido e da terra s'involi per cantare, l'ha resa incarnazione dello Spirito del Grano. Il comportamento dell'allodola, che sale verticale in cielo a cantare è stato ripreso dalla simbologia cristiana medioevale, attribuendo all'allodola prima il simbolo della preghiera, che da terra si innalza verso Dio, poi l'immagine di Cristo, secondo le parole del Vangelo:
    « Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre »

    (Vangelo secondo Giovanni, 16, 28)

    Inoltre, poiché Plutarco narra della considerazione in cui erano tenute le allodole nell'isola di Lemno, in quanto si cibano di uova di locusta, divoratrice dei raccolti, ed essendo la locusta una delle immagini del Male, ecco che l'allodola, nell'immaginario medievale, fu vista anche per questo come simbolo del Cristo.








    Edited by gheagabry1 - 16/2/2020, 12:52
     
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