UCCELLI E VOLATILI

..volatili domestici .. e del mondo

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  1. gheagabry
     
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    Fratelli uccelli, voi dovete lodar tanto il Signore,
    che v'ha vestiti di sì belle piume e vi nutrisce.
    (S. Francesco di Assisi)



    GLI UCCELLI DEL PARADISO






    Gli uccelli del paradiso o paradisee (Paradisaeidae) sono una famiglia di uccelli canori dell'ordine dei Passeriformi.....L'uccello del paradiso conta 40 specie di uccelli, noti per lo splendido piumaggio dei maschi adulti. Gli uccelli del paradiso sono originari della Nuova Guinea e delle isole limitrofe; quattro specie estendono il proprio areale fino all'Australia orientale. La maggior parte di esse si caratterizza per i colori sgargianti e il brillante piumaggio giallo, blu, verde e scarlatto. Tali colori rendono questi uccelli tra i più scenografici e attraenti del mondo. I maschi spesso sfoggiano collari di piume vibranti o piume incredibilmente allungate, note come filamenti o stelle filanti. Alcune specie sfoggiano enormi piume o altri ornamenti particolari, come scudi sul petto o ventagli sul capo. I maschi fanno buon uso dei colori e degli inusuali ornamenti quando si esibiscono davanti alle femmine. Gli elaborati balletti, le pose e gli altri rituali danno risalto alla loro esibizione sono uno spettacolo straordinario sia per le femmine che per i fortunati che capitati nei paraggi. Tali esibizioni possono durare ore..Le femmine e i giovani immaturi, protetti dai nemici naturali grazie al piumaggio poco vistoso, si riuniscono in piccoli stormi. Gli uccelli del paradiso sono onnivori e la loro alimentazione consiste in larga misura di frutta, insetti e chiocciole. A causa delle penne ornamentali i maschi vengono cacciati in modo intensivo e alcune specie rischiano per questo motivo di scomparire.
    La paradisea maggiore (Paradisea apoda) è lunga circa 46 cm, ha un fitto ciuffo di penne erettili color oro-arancio sotto le ali e le timoniere centrali formano un mazzo di lunghi filamenti. Nel XVI secolo giunse in Europa il primo esemplare impagliato di questa specie, privo di piedi; questa peculiarità convinse i naturalisti del tempo che l'animale passasse tutta la vita in volo e nel 1758 indusse Carlo Linneo a denominare scherzosamente la specie come 'apoda' (senza piedi).
    La maggior parte delle piume usate un tempo come ornamento veniva ricavata dalla paradisea minore (Paradisea minor), che è di dimensioni più piccole. Tra le altre specie si annoverano la paradisea reale (Cicinnurus regius), che ha due penne della coda modificate in lunghi filamenti a spirale, ciascuno con un disco color smeraldo all'estremità, e la paradisea dalle dodici penne (Seleucidis melanoleucos), con dodici penne laterali che terminano in filamenti neri ricurvi.





    ...nella storia....



    La famiglia ha origini particolarmente umili: questi uccelli discendono da un corvide che, probabilmente all'inizio dell'era Terziaria, si isolò nella Nuova Guinea. Sono pochi gli ornitologi particolarmente preparati ed equipaggiati che sono riusciti a stuiare questi uccelli nei luoghi nativi e allo stato libero..Studi e classificazioni risalgono ad un massimo di 450 anni; benpiù antica è la conoscenza che di questi uccelli ebbero le tribù primitive, che da tempo immemorabile preparono ornamenti valendosi delle loro piume, e i viaggiatori cinesi del XVI secolo le portarono in oriente. I primi esemplari conosciuti in Europa furono uccelli imbalsamati dagli indigeni che il sovrano di Batjan inviò al re di Spagna..uno di questi fu portato in patria a bordo del "Victoria", la nave in cui magellano, nel 122, fece la circumnavigazione della terra. Questi esemplari erano tanto meravigliosi ed insoliti che gli spagnoli ritennero provenissero dal Paradiso.I navigatori portoghesi del XVI e XVII secolo li conoscevano come " manucodiata", termine malese, che significa "uccello degli dei"....Il primo naturalista che studiò questi uccelli con una certa serietà, allo stato libero, fu Alfred Russel Wallance nel 1850.





    ............una favola.............



    C’era una volta una bellissima creatura che viveva in un regno lontano, sette cieli sopra il nostro.
    Era un uccello del paradiso, che oltre ad avere un canto melodioso era in grado di parlare con gli uomini. Aveva occhi limpidi come un cielo di primavera e piume soffici e azzurre come il mare. Si chiamava Sogno...Nel regno di Settimo Cielo in cui viveva, Sogno era l’ultimo uccello del paradiso rimasto: gli altri erano scomparsi uno dopo l’altro e nessuno sapeva il perché. Gli abitanti erano così preoccupati che decisero di eleggere Sogno come loro sovrano, in modo che non decidesse di sparire anche l’ultimo uccello magico del regno....Ogni giorno gli rendevano omaggio con i fiori più belli e profumati e gli tributavano ogni specie di pietre preziose. Ma Sogno non guardava nemmeno quei tesori. Trascorreva il tempo posato con le sue grandi piume sulla finestra del palazzo, sognando i bambini che vivevano felici sulla Terra, distante sette cieli sotto di lui, chiedendosi se qualcuno di loro sognava mai un grande uccello del paradiso con le piume azzurre come le sue....Avrebbe tanto voluto giocare con quei bambini, ma non poteva volare così lontano con le sue ali, perché sette cieli erano proprio tanti. Un giorno decise di convocare a palazzo tre saggi, che erano stati sulla Terra tanto tempo prima. Il primo aveva seicento anni, la barba lunga e gli occhi d’argento. Aveva visto i grandi quadri degli uomini e i bambini che imparavano a pitturare. Per la bellezza dei loro sorrisi e dei loro disegni, gli occhi gli erano diventati d’argento. Il secondo aveva trecento anni, i baffi rossi e le orecchie di seta preziosa. Aveva udito la grande musica degli uomini, e i bambini che imparavano a suonare gli strumenti. Per la gran bellezza dei loro sorrisi e per ascoltare meglio quei suoni le orecchie gli erano diventate di seta preziosa. Il terzo non aveva età, la sua barba toccava terra e quando parlava, le sue parole dipingevano fiori e paesaggi nell’aria come fossero dei pennelli invisibili. Era stato sulla Terra all’epoca dei miti, quando gli uomini amavano scrivere storie e i bambini le imparavano nei libri. Per saper meglio narrare ciò che aveva conosciuto, le sue parole creavano disegni....Tutti e tre i saggi parlarono anche di altri antichi abitanti, scomparsi da tempo, che avevano visto sulla terra cose meravigliose, che chiamavano scultura, teatro o danza, ma soprattutto parlavano dei bambini della Terra e della gran quantità di cose belle che sapevano fare...



    Per discendere i sette cieli si erano attaccati ai fiocchi della neve. Ma nel regno del Settimo Cielo l’inverno arrivava una volta ogni centodieci anni. Così, per molti anni ancora non si poteva scendere sulla terra. Sogno si sentì ancora più triste dopo aver ascoltato le descrizioni dei tre saggi e dai suoi occhi uscì una grande lacrima. Era una lacrima così pura che cadendo sulle piume ne tramutò quattro in oro. I saggi erano meravigliati da questa magia, ma l’ultimo, che era il più saggio di tutti, si avvicinò alla sua coda e disse: “Queste piume d’oro sono sicuramente magiche. Staccandone una potrai esprimere un desiderio e andare sulla Terra. Ma attenzione! Ne resteranno tre. Se non ne lascerai una per il ritorno, sarai condannato a restare per sempre sulla Terra”. L’uccello del paradiso staccò subito la prima piuma e desiderò di discendere i sette cieli. Apparve una luce e dei fiocchi di neve fatati scesero sulle sue ali trasportandolo lontano. Oltrepassò tutti e sette i cieli e vide in lontananza dei palazzi di una città. Era arrivato sulla Terra....“Che strano” pensò “dove sono le architetture meravigliose e i prati di cui mi hanno parlato? E dove sono gli uomini che fanno musica e dipingono e sanno creare la bellezza?” Le piazze erano fredde e deserte. “E i bambini? Dove saranno i bambini? Voglio regalare loro due delle mie piume d’oro.”...Giunto vicino alle finestre delle case e riuscì finalmente a vedere i bambini. Si posò maestosamente su un davanzale e prese a cantare una dolce melodia per richiamarli, ma nessuno apriva la finestra e nessuno si fermava ad ascoltare. Con il becco picchiettò contro i vetri, ma i bambini non risposero. Erano tutti intenti a fissare delle immagini che uscivano dallo schermo di una strana scatola. In quella città i piccini non sapevano più giocare, né disegnare o creare. Avevano smesso di usare la fantasia e non sentivano il canto intonato da Sogno, perché nei sogni non credevano più.....“Ho queste splendide piume d’oro che realizzano i desideri”, pensò l’uccello del paradiso “ma non c’è nessuno a cui possa donarli. Ora so perché gli uccelli del paradiso stanno sparendo dal mio regno: senza la fantasia non possiamo sopravvivere”, pensò tristemente. Anche lui stava per dissolversi e alcune piume iniziavano già a svanire, così si lasciò andare verso il basso, insieme ai fiocchi bianchi. In quel momento un bambino che abitava al piano di sotto aprì la finestra e mise fuori le manine per toccare la neve. Sogno cadde tra le sue mani e il piccino riuscì a vedere il bellissimo uccello dalle piume azzurre. “Vieni da un regno lontano?” chiese incantato. “Vengo dal Settimo cielo” rispose Sogno, “e poiché mi hai salvato, voglio regalarti delle piume d’oro.” Staccò la prima piuma dalla coda e desiderò che i bambini potessero vivere la bellezza attraverso i disegni e la pittura. Poi ne staccò una seconda ed espresse il desiderio che potessero ascoltare la bellezza con la musica. Infine staccò anche l’ultima che gli rimaneva e chiese che tutti imparassero a creare mondi magici, come il suo, attraverso le parole e i libri. Infine Sogno chiuse gli occhi e si trasformò in una scia di stelle. Ma non era scomparso: Sogno è ancora sulla terra e tutti i bambini possono vederlo e farlo rinascere, usando le piume che lui ha donato.....Basta solo chiudere gli occhi.





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209 replies since 13/6/2010, 17:44   165754 views
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