UCCELLI E VOLATILI

..volatili domestici .. e del mondo

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  1. gheagabry
     
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    Bisogna essere leggeri come una rondine, non come una piuma.
    - Paul Valery -



    LA RONDINE




    Poche sono le specie di uccelli così familiari e amati come la rondine. Da millenni la rondine ha legato la propria esistenza a quella dell'uomo diventando parte inseparabile del paesaggio e della cultura umana. La Rondine è poi un emblema della migrazione, uno dei fenomeni naturali più affascinanti. Chi non conosce il detto "una rondine non fa primavera"? Le rondini infatti, passano da noi il periodo di riproduzione in estate e poi ci lasciano per svernare in Africa. Questo piccolo uccello di pochi grammi sfida le ostili distese del mediterraneo e del Sahara per compiere il suo lungo viaggio annuale che le porta dall'Europa all'Africa equatoriale...Ma chi è esattamente la rondine? Fa parte dell'ordine dei Passeriformi e della famiglia degli Irundinidi, rappresentata in Italia da altre quattro specie: Balestruccio, Rondine montana, Topino e Rondine rossiccia. La rondine non va confusa invece con un altro comune abitante delle nostre città, il Rondone che appartiene a tutt'altro ordine, quello degli Apodiformi. Nel mondo ha un areale assai esteso: nidifica in Eurasia e Nordamerica, sverna in Africa, Asia meridionale e Sudamerica. In Italia la troviamo su quasi tutto il territorio nazionale ad eccezione delle zone di alta montagna e di alcune aree del profondo sud.
    La Rondine è estremamente specializzata nella caccia aerea. Il suo volo leggero e agile ed il becco largo e ben adattato la rendono abilissima nella cattura di piccoli insetti volatori quali mosche e zanzare. La Rondine frequenta un'ampia gamma di ambienti ma predilige quelli aperti, in particolar modo i campi coltivati, i prati ed i pascoli. Il nido è una piccola coppa aperta, realizzata in fango e posta sopra travi o sporgenze all'interno di edifici rurali (stalle, cascine e via dicendo).




    ....miti e leggende....



    L'arrivo delle rondini nelle campagne è il segno che la primavera sta per iniziare. Un tempo si diceva che Par San Benedétt la rundanina la turna al técc (Per san Benedetto la rondine torna al tetto), come ricorda quest’antico proverbio guastallese.
    In effetti, fino a qualche decina di anni fa la festa di san Benedetto veniva celebrata il 21 marzo, e coincideva con il ritorno dall’Africa di quest’uccello migratore. Ma ormai, dopo la riforma del calendario liturgico del 1969, col quale la ricorrenza di san Benedetto è stata spostata all’11 di luglio, dubito che il proverbio possa essere ancora ricordato per molto tempo.
    Resistono invece i riti e le tradizioni che alle rondini sono indissolubilmente legati. Per gli abitanti delle campagne la rondine è un uccello sacro, tanto da godere della protezione della Madonna per i servigi offerti a Cristo. Secondo un'antica leggenda, ogni rondine racchiude in sé una stilla di sangue del Bambin Gesù, goccia raccolta quando il Signore, in fuga da Erode, si punse con uno spino. Altri sostengono invece che la sacralità della rondine sia la ricompensa per avere tolto dal capo di Cristo crocefisso le spine della corona.

    Di certo, le attenzioni e le premure che l’uomo riserva alla rondine sono fuori dalla norma. Il loro arrivo era ad esempio salutato, specialmente dai ragazzi, con salti e capriole; effusioni che avevano il duplice scopo di accoglierle degnamente e di preservarsi dal mal di schiena per l’intera annata. Così almeno si credeva.
    In Romagna si diceva Furtunêda l’è cla ca che al rundanén e’ nid a ‘l j’i fa (Fortunata quella casa in cui le rondini fanno il nido), giacché la "protezione divina" e la buona sorte, si estendeva così anche agli abitanti della casa.
    Guai invece se le rondini abbandonano o anticipano la partenza dal proprio nido, in quanto significa che, presto, scoppierà un’epidemia. Bene se fanno il nido sopra la finestra di una stanza dove giace un ammalato - questo presto guarirà - e bene anche se fanno cadere i loro escrementi sulla testa dei passanti.
    Ucciderle è ovviamente sempre di cattivo augurio, così come distruggere i loro nidi e molestarle.
    Nelle campagne, si pensava che la prima ragazza che avesse visto una coppia di rondinelle volare in primavera, si sarebbe sposata entro l'anno. Nel Ferrarese, si crede che i nidi pestati e immersi nell'aceto fossero un ottimo rimedio contro il mal di denti. Nel Modenese, invece, si pensava che se una rondine sorvola tre persone disposte in fila, quella di mezzo muoia entro l’anno. Nel vicino Carpigiano, infine, si ritiene che le rondini tengano lontana la siccità.
    In tutta l’Emilia-Romagna si fanno previsioni del tempo osservandone il volo: se volano basse, pioggia in arrivo, se in alto, tempo stabile.

    Si dice che faccia il nido solo sulle case abitate da gente serena. Non sceglierà mai una casa piena di urla e litigi, perché da sempre è il simbolo di letizia, la stessa che noi proviamo ogni anno quando le vediamo ritornare. Se ne entra una in casa passando dalla finestra, porta di certo un’ottima notizia.
    Vederla in sogno, annuncia ottimi viaggi di lavoro. Regalare un’immagine di rondine alla persona amata, equivale ad una dichiarazione in piena regola; nell’iconografia medioevale erano infatti messaggere d’amore. E per farsi amare per sempre da una donna, i tedeschi dicono che dasti regalarle un anello che si sia lasciato per 9 giorni nel nido di una rondine.
    E ucciderle o ferirle o distruggere il nido è un vero delitto sacro; infatti la leggenda narra che le rondini furono pietose con Gesù, a cui strapparono via i chiodi coi quali era stato crocifisso.




    .....racconti......



    "Le rondini stavano appiccicate alla finestra. Piccole rondini, minuscole sagome nere con la coda a forbice. Le avevano ritagliate tutti insieme e, una a testa, le avevano incollate sui vetri. Ventisette rondini sparse per le finestre. Una primavera affollata.
    Con tutte quelle rondini diventava difficile vedere a colpo d’occhio quello che accadeva fuori, ma il bambino stava lì, i gomiti appoggiati sul banco e il colletto merlettato che spuntava sul grembiule blu, a guardare. Difficile dire a che cosa pensasse, e se gli piacesse quello stormo di rondini catturato dallo spazio della finestra, come se fossero in procinto di entrare nella stanza e svolazzare tra le teste dei bambini. In ogni aula le maestre avevano fatto incollare ai vetri quei ritagli di cartoncino nero. Era stata una gioia rumorosa, una concessione che i bambini avevano accolto con entusiasmo.
    Il bambino spostò i gomiti dal banco, appoggiò le braccia sulle gambe e continuò a guardare fuori. Non è che gli interessasse davvero delle rondini, semplicemente era contento che ce ne fossero ventisette come ventisette erano gli alunni della classe: a ciascuno la sua rondine. Individuava la sua tra tutte quelle che decoravano il vetro, ma avrebbe anche potuto essere la rondine di qualcun altro, non avrebbe fatto differenza per lui....."
    (Questo racconto è apparso sul numero due della rivista Satisfiction).



    In un giorno di pioggia ho trovato una piccola rondine, era infreddolita, ferita, affamata. L'ho presa tra le mani e l'ho messa sotto la giacca. L'ho portata via con me. L'ho riscaldata, l'ho curata, le ho dato da mangiare. Le ho insegnato a volare. Le ho insegnato a vivere, a cavarsela. Così la mia rondine è cresciuta e si è fatta forte. È divenuta sicura. Non era più quella fragile creatura che fu una volta.
    In un giorno qualunque è sparita, si è persa nell'orizzonte. Dico che era un giorno qualunque perché io non ero preparata all'evento; ma lei... lei era pronta, pronta per spiccare il volo verso l'ignoto.
    Sapevo che prima o poi sarebbe successo, ma mi ero affezionata. Ero io ora ad essere bisognosa dei suoi cinguettii. Ma lei è volata via lo stesso. Non tornerà più, lo so. All'inizio non l'ho presa bene, devo essere onesta. Poi ho pensato che infondo ero contenta così, perché lei avrebbe trovato la sua felicità. E questo a me bastava. Ora ogni volta che vedo una rondine librarsi nell'aria... penso alla mia. Ormai non è più con me e non riuscirei nemmeno più a riconoscerla tra tante. Ma il suo ricordo so mi accompagnerà per sempre. E mi piace vivere e gioire di questo!
    - Diana Pearl -



    Come una monachella vestita di bianco e di nero,
    la prima rondinella è giunta dall'altro emisfero.
    Vola in gran cerchi e trilla. la testa agilissima muove;
    per la gioconda villa saluta le cose non nuove.
    Sporgénte dalla gronda la chiama il bel nido natio,
    e par che gli risponda girandogli intorno: Sei mio!
    Il bimbo, che la vede sì buona, sì innocua, sì pura,
    ferma il suo giuoco, e il piede rattien per non farle paura.
    Nè per ghermirla sale sugli embrici il gatto digiuno;
    nessuno le fa male,perchè non fa male a nessuno.
    E quando sotto il tetto nel piccolo nido pispiglia,
    palpita in ogni petto l'amor della dolce famiglia.
    - Riccardo Pitteri -





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209 replies since 13/6/2010, 17:44   165753 views
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