UCCELLI E VOLATILI

..volatili domestici .. e del mondo

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  1. gheagabry
     
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    Ciascuno di noi è, in verità,
    un'immagine del Grande Gabbiano, un'infinita idea di libertà, senza limiti.
    Richard Bach



    IL GABBIANO




    Il gabbiano appartiene alla famiglia dei Laridi, o uccelli spazzini e all’ordine dei Caradrimormi. E’ lungo circa quaranta centimetri e vive nelle zone costiere in Europa: qui solitamente riposa in gruppo sulla spiaggia oppure fa acrobatici voli sul mare. Si nutre di pesci, rifiuti, crostacei, piccoli mammiferi e molluschi. Possiede delle piume bianche che tuttavia appaiono grigie sulle appuntite ali, dall’ampiezza di circa un metro. Il becco ha la caratteristica forma di un uncino, con cui può afferrare e sminuzzare le prede ed è lungo, robusto e di colore rosso come le zampe
    Grazie al loro volo rapido e sostenuto, i gabbiani, sono capaci di percorrere grandi distanze lungo le coste; sebbene spesso si riposino sopra l’acqua.
    La considerevole quantità d’aria contenuta nel piumaggio, lungo e untuoso, fa sì che questi uccelli galleggino a lungo sull’acqua, offrendo al contrario una grande resistenza al vento e in quanto ottimi volatori sono abilissimi nello sfruttare le correnti d’aria.
    La dieta dei gabbiani, uccelli straordinariamente opportunisti, è molto varia. Sebbene alcune specie siano abili pescatori e si nutrano soprattutto di pesci, nella maggior parte la dieta è composta anche di carogne e rifiuti di ogni genere, di origine vegetale e animale. Non fa meraviglia che con tali abitudini alimentari e con la simpatia di cui godono, i gabbiani siano stati favoriti dalla presenza dell’uomo: infatti, si sono notevolmente moltiplicati nelle vicinanze dei grandi porti.
    Il nido dei gabbiani è costruito senza cura: un semplice mucchietto di erbe o di alghe secche molto spesso disposto sopra le scogliere o fra le canne o sugli arenili; a volte il nido è galleggiante o costruito su un albero; la covata è generalmente di due, tre o quattro grosse uova, il cui colore base è bruno o verdastro, con fitte macchiettature.





    Il tuo cuore è un gabbiano che vola libero nei cieli della vita.
    Lascialo andare senza paura ti saprà condurre alla felicità.
    Finchè ascolti il tuo cuore fai di tutto per essere felice,
    sei tu a condurre il gioco con le regole che tu stesso ti sei dato.
    Credi alla forza dei tuoi sogni e loro diventeranno realtà.
    (S.Bambarèn)



    ...un racconto....



    Era mattino presto quando il gabbiano Leonard decise di partire. Il gabbiano Leonard era un gabbiano come tanti. Uguale alle migliaia di gabbiani che volano per i mari del sud. Uno dei tanti gabbiani in uno dei tanti stormi.
    Il suo stormo non aveva nome. Loro lo chiamavano semplicemente lo stormo.
    Lo stormo non era uno di quelli che migrava. Ce ne erano di stormi che migravano in quella zona. Ogni anno, verso la fine dell'estate, partivano verso nord. Tutti insieme. I giorni prima erano presi da una particolare inquietudine e agitazione. Poi, d'un tratto, partivano. Verso nord. Dicevano che lassù I'inverno era meno rigido e che quindi si stava meglio. Poi però, alla fine dell'inverno, tornavano per passare I'estate sulla baia di San Juan, dove il tempo era mite e i venti non troppo forti.
    Ma lo stormo non migrava. Preferiva patire un po' di freddo I'inverno piuttosto che fare migliaia di chilometri alla ricerca di un posto più mite. «Poi le migrazioni sono sempre lunghe, faticose e pericolose, non ne vale la pena» si diceva.
    Ma nello stormo si narrava di personaggi intrepidi che avevano tentato la sorte. Degli uccelli la cui storia si perdeva tra il mito e la leggenda. Dei gabbiani che avevano abbandonato la baia di San Juan. Ma non verso nord, dove volavano gli altri stormi. Questi uccelli erano partiti verso ovest.
    Verso il mare aperto.
    Nessuno di questi gabbiani era mai ritornato allo stormo. Quello che c'era al di là del mare era solo leggenda.
    Si diceva che al di là del mare ci fosse un'altra costa. Piena di pesci e di sole. Dove gli inverni erano miti e le estati fresche. I più scettici dicevano che verso ovest c'era solo mare. Un immenso mare. E che nessuno era mai sopravvissuto a questo viaggio. I più ferventi invece sostenevano che quelli che erano riusciti a superare il mare, con le sue insidie e le sue tentazioni, avevano raggiunto il paradiso dei gabbiani.
    Ma erano tutte leggende. Solo due cose erano certe. Che nessuno era mai tornato indietro, e che il mare era immenso.
    Era la fine dell'estate, alcuni stormi erano partiti verso nord nei giorni precedenti. Ma lo stormo, come sempre, era rimasto li, in attesa della prossima estate.
    Era mattino presto e il sole era basso sull'orizzonte. Il gabbiano Leonard si voltò verso ovest. Verso I'immenso mare azzurro. Alle sue spalle c'era solo la terra. Si diceva che essa fosse ancora più grande del mare. Di là non c'era mai andato davvero nessuno. «La terra non è fatta per i gabbiani» si diceva nello stormo.
    Leonard sentiva che doveva partire. Era qualcosa di più forte di lui. Un impulso irresistibile che gli partiva dal cuore e gli raggiungeva la punta delle ali.
    Guardò verso il mare ancora una volta. Il mare era davvero immenso, sterminato, una tavola blu senza fine.
    D'un tratto Leonard si girò in modo da avere il sole in faccia. La sua pupilla si strinse fino a diventare una sottile linea verticale.
    Fu solo allora che spiegò le ali e parti. Con il sole in faccia. Verso est. Verso la terra.





    L'azzurro del cielo mi fa venire voglia di volare come un impavido gabbiano in cerca dell'infinito.
    Jean-Paul Malfatti



    Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
    ove trovino pace.
    Io son come loro, in perpetuo volo.
    La vita la sfioro com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.
    E come forse anch'essi amo la quiete,
    la gran quiete marina,ma il mio destino è vivere
    balenando in burrasca.
    Cardarelli


    Un volo di gabbiani trafigge il cielo.
    Volano alti ad ali aperte..Poi come fulmini si tuffano tra le onde.






    dal web
     
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209 replies since 13/6/2010, 17:44   165753 views
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