UCCELLI E VOLATILI

..volatili domestici .. e del mondo

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  1. gheagabry
     
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    Lieve batter d'ali, tra rovi e foglie secche, un lampo turchese, s'innalza dalla riva
    ed io stupita sorrido come fosse il Primo Giorno. Inaspettato incontro, fa gioire il cuore.



    IL MARTIN PESCATORE





    Il suo nome comune - non solo italiano, francese (martin-pêcheur) e spagnolo (martin pescador), ma anche inglese (kingfisher, "re pescatore"), portoghese (guarda-rios, "guarda fiumi") e tedesco (Eisvogel, “uccello di ghiaccio”) - allude al caratteristico comportamento di paziente e attenta attesa: il martin pescatore può infatti rimanere immobile anche per ore a scrutare la superficie dell’acqua.



    Nome volgare di uccelli appartenenti alla famiglia degli alcedinidi, caratterizzati da testa grossa, spesso crestata. Hanno corpo tozzo e paffuto, con zampe e piedi piccoli...Il martin pescatore presenta un piumaggio vivace e scintillante. Il capo, il dorso e le ali sono di color turchese metallico, mentre il ventre e la parte interna delle ali sono arancioni, così come le zampe; lateralmente all’occhio è presente una macchia in parte arancione e in parte bianca... Nella maggior parte delle specie la coda è breve, con l'eccezione dei bellissimi esemplari di kookaburra che vivono in Australia e Nuova Guinea. La forma del becco dei martin pescatori varia a seconda dell'alimentazione, che nella maggior parte dei casi è a base di pesce; le specie che vivono nella foresta mangiano, invece, invertebrati e piccoli vertebrati non acquatici. Vivono nelle regioni a clima temperato e tropicale di tutto il mondo e sono particolarmente abbondanti sulle isole dell'oceano Pacifico; nidificano in gallerie scavate in argini e terrapieni e depongono uova bianchissime.
    Variano per dimensioni dai 10 cm del martin pescatore del Madagascar, Corytornis cristatus, ai 46 cm del kookaburra australiano (Dacelo novaeguineae). Il comune martin pescatore eurasiatico (Alcedo atthis) vive a sud della Scandinavia, nidifica in tane scavate negli argini dei fiumi ed è difficilmente avvistabile quando si getta in picchiata sull'acqua dei fiumi per pescare. La sua colorazione, prevalentemente blu e arancio, ricorda da vicino quella del gruccione, che infatti rappresenta una specie affine. In Europa è anche possibile talvolta osservare il martin pescatore bianco e nero (Ceryle rudis), una specie molto rara, lunga 25 cm, che pesca sia in acque dolci sia in acque salmastre.
    Il martin pescatore non ama le acque turbolente e predilige le rive dei grandi corsi d’acqua, gli stagni e le paludi. In particolare ama le rive alberate e cespugliate dei piccoli fiumi con gli argini un po’ franati, così da poter facilmente costruire il nido.... la tecnica di caccia: il martin pescatore si posa su un ramo e scruta lentamente lo specchio d’acqua; nel momento in cui individua la preda s’immobilizza sino a che sferra l’attacco repentino e veloce come un lampo, anche se spesso termina con un insuccesso. Quando l’attacco si risolve con la conquista di un pesce, questo è sbattuto contro un ramo o su una pietra sino alla morte. La strategia di caccia si modifica anche in relazione alla preda: per i pesci che nuotano nel mezzo del corso d’acqua, il martin pescatore s’innalza di qualche metro e si ferma, sbattendo le ali ad una velocità frenetica e mantenendo il corpo in una posizione verticale poi, all’improvviso, si lancia sulla preda con una velocità e una potenza insospettabili. Questo uccello si nutre soprattutto di pesci, ma anche di insetti acquatici, vermi, crostacei e molluschi, girini e piccole rane. Le prede vengono ingoiate con difficoltà e tutte le parti indigeste (scaglie, lische e pinne) sono rigurgitate. Al di fuori del periodo riproduttivo è una specie solitaria, estremamente irascibile e territoriale che difende un tratto di fiume di 1-5 km. Non si fa spaventare nemmeno dalle dimensioni dell’intruso: anche un airone che si avventura su uno dei posatoi viene allontanato con dei veri e propri attacchi aerei. Il comportamento territoriale è talmente accentuato che tra le aree occupate da due individui (o da due coppie) si interpone una zona neutra, che raramente è visitata dai due vicini, e comunque in tempi diversi.




    Lo spettacolo di un Martino che sfreccia col suo volo rasente a pochi centimetri dall'acqua e del quale spesso non ci rimane che un'impressione di folgorante azzurro, è uno dei più belli cui possa assistere un amante della natura. La splendida colorazione non ha, ovviamente, una funzione estetica, bensì aiuta l'uccello a delimitare col volo il territorio di cui si impossessa, e a rendersi ben visibile ai suoi simili; nidifica in un tunnel scavato in una scarpata lungo la riva di un fiume o di un ruscello. Ha un temibile nemico nel gelo invernale; questa specie è infatti di origine asiatica e mal sopporta prolungati periodi di freddo intenso, anche per il ghiacciarsi dei corsi d'acqua in cui si nutre; perciò negli inverni più rigidi può abbandonare le zone abituali (è normalmente di abitudini sedentarie) per raggiungere le coste marine.






    ..... nella mitologia.....



    Nell'antica Grecia il 15 dicembre iniziavano i giorni alcionici, i sette che precedevano e i sette che seguivano il Solstizio d'Inverno. In questo periodo dell'anno il mare era calmo e l'alcedinide (il martin pescatore), uccello magico simbolo della dea Alcione, poteva deporre le uova. Secondo una leggenda greca Alcione, figlia di Eolo, re dei venti, aveva sposato Ceyx, il figlio dell’Astro del mattino. La loro felicità era così perfetta che essi si paragonavano a Zeus ed Era, e si attirarono così la vendetta degli dei. Furono trasformati in uccelli e i loro nidi, costruiti sulle rive del mare, sono continuamente distrutti dalle onde. Tale sarebbe l’origine del loro grido lamentoso. Ma Zeus, per pietà, due volte l’anno placa il mare per sette giorni, prima e dopo il solstizio d’inverno. Nel corso di questa bonaccia l’alcione cova le sue uova. A questo titolo è diventato un simbolo di pace e di tranquillità, ma di una pace che bisogna affrettarsi e profittare perché è breve.
    Uccelli di mare consacrati a Teti, divinità marina, una delle Nereidi, figli del vento e del sole del mattino, gli alcioni sono in collegamento col cielo e con gli oceani, con l’aria e con l’acqua. Rappresentano a questo titolo una fecondità insieme spirituale e materiale, ma una fecondità minacciata dalla gelosia degli dei e degli elementi. Il pericolo che essi evocano è quello dell’autogratificazione, dell’attribuzione ai propri meriti di una felicità che può venire solo dall’alto. Tale accecamento nella felicità espone al peggiore dei castighi. La leggenda dice che ella è la stessa Alcione che guida le Pleiadi. Quando le Pleiadi sorgono a Maggio, i mari sono sempre calmi.





    ...nella musica....



    ..un compositore che notoriamente adorava gli animali, ovvero Maurice Ravel...Nel bestiario musicale del compositore francese figurano i presupposti letterari di Jules Renard e di Colette, ispiratori dei due componimenti che offrono le raffigurazioni musicali più appassionanti del mondo animale: Les Histoires Naturelles e L'enfant et les sortilèges. Fra i ritratti di animali contenuti nelle Histoires Naturelles che Renard pubblicò nel 1899 in un delizioso volumetto illustrato da Toulouse-Lautrec, Ravel ne scelse cinque, il pavone, il grillo, il cigno, il Martin pescatore, la faraona, e li musicò per una voce con accompagnamento di pianoforte.
    Con affilata ironia Renard aveva dichiarato che nel comporre quei ritratti più che agli uomini aveva inteso far piacere agli animali. Ecco un modo disinvolto e brillante di liquidare la tradizione di antropomorfismo che da Esopo a La Fontaine, a Buffon aveva accompagnato gli animali nelle loro apparizioni letterarie. Ravel comprese perfettamente che l'allentarsi della stretta antropomorfica avrebbe dischiuso una dimensione oggettiva nella quale gli animali avrebbero potuto apparire con quella stupefacente ed enigmatica bellezza propria del realismo magico. Quei cinque ritratti sarebbero andati a formare i capitoli di una meditazione sulla natura condotta sul filo dell'ironia. Unica eccezione "il grillo", descritto al termine della giornata nell'atto di rientrare preciso e prudente nella sua ben ordinata dimora sotterranea.





    ....un racconto....



    "...Ad un certo punto, parte a picco dal ramo, e si getta in acqua un razzo colore azzurro metallizzato..velocissimo, quasi un missile, difficile da distinguere tra le altre cose colorate che circondano il paesaggio, anche perchè è molto piccolo, e sembra piò una lampadina uscita dal nulla, piuttosto che un animale.
    Affiora veloce.. è uno stupendo Martin Pescatore, con la sua preda in bocca..forse più grande e pesante di lui, e nonostante tutto riesce a volare con il suo pesciolino nel becco...Una meraviglia.
    Eccolo il mio piccolo amico, mi mostra le ali, il suo colore meraviglioso, ed è segno che qui, in questo paradiso, esiste davvero ancora una speranza di un mondo anche per loro.."





    .....una poesia......



    Martin guardò dal suo ramo
    e si immerse Pescatore,
    scese Martin Pescatore
    e Martin Pescatore pescò,
    scese Martin, uccello povero,
    e salì ricco Pescatore
    col suo carico d'argento vivo
    e qualche goccia d'acqua azzurra,
    perchè il pescatore Martin
    si nutre solo d'arcobaleno,
    della luce che ondeggia nell'acqua:
    e poi si siede e consuma
    pescherie palpitanti.
    (Pablo Neruda)




     
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209 replies since 13/6/2010, 17:44   165750 views
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