GLI EPIDOTTERI E LE FARFALLE..

..un leggero battito di ali

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  1. ZIALAILA
     
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    La bussola delle farfalle: le migrazioni

    Le farfalle monarca si spostano nei paesi caldi e poi ritornano ma non sono le stesse. La generazione successiva conosce la via. La luce del sole e un "orologio" biologico controllato dai geni. È l'interazione tra questi due elementi il segreto delle straordinarie emigrazioni di massa delle farfalle monarca, un segreto finalmente svelato da ricercatori dell'università del Massachussetts, che hanno pubblicato il risultato dei loro esperimenti sull'ultimo numero della rivista "Science".
    Ogni anno, intorno alla fine di agosto, i lepidotteri color nero e arancio si spostano dal Nord America a decine di milioni, dirigendosi a colpo sicuro verso una area montagnosa grande appena una trentina di ettari che si trova nel Messico centrale, ad ovest di Mexico City. Lì, ammassate in giganteschi "tappeti di ali" (si calcola che vi sia una concentrazione di dieci milioni di insetti per ettaro), le farfalle monarca trascorrono i lunghi mesi invernali in undici riserve naturali, per poi ripartire verso nord ai primi di marzo.
    Gli esemplari scampati alla stagione fredda si spostano per migliaia di chilometri, fino a disperdersi, in due distinte popolazioni migratorie che sciamano ai due lati delle Montagne Rocciose, per i territori del Canada e degli Stati Uniti, di cui popoleranno boschi e giardini fino alla fine dell'estate successiva.
    Sebbene una farfalla monarca pesi meno di un grammo, uno sciame è capace di coprire una distanza di 70 chilometri al giorno, attraversando in pochi mesi l'intero continente nordamericano. Ma le farfalle che arrivano non sono le stesse che sono partite. E poiché nessuna di quelle che ripartirà in autunno ha mai trascorso l'inverno nel Messico né ha mai "visto" i rifugi invernali, la migrazione verso sud è un comportamento totalmente genetico.
    L'ipotesi dei ricercatori americani, guidati da Steven Reppert, è stata che la capacità delle farfalle monarca di "ritornare" senza errori nei rifugi invernali del Messico da cui erano partiti i loro nonni fosse legata ai loro ritmi circadiani, cioè da quell'orologio biologico che aiuta buona parte degli esseri viventi (inclusi gli umani) ad adattarsi all'alternanza del buio e della luce. Grazie alla precisione di questo orologio naturale, le farfalle sarebbero in grado di servirsi del sole come di una bussola, raggiungendo la destinazione a prescindere dal luogo di partenza.
    Per dimostrarlo, Reppert e colleghi hanno rinchiuso per una settimana delle farfalle adulte in un ambiente che simulava la luminosità di settembre negli Stati Uniti orientali. Appena rimesse all'aperto, le farfalle si sono dirette immediatamente a sud ovest, puntando dritte verso il Messico. Spostando la luminosità in avanti di sei ore, invece, le farfalle andavano a sud est, con un errore di rotta di oltre cento gradi.
    Un'ulteriore prova dell'importanza dell'orologio biologico è poi venuta dall'esame di gene, detto "per" (da "periodo"), che in molti animali serve a regolare i ritmi circadiani. Un gene che è risultato totalmente disattivo quando le farfalle sono state esposte a condizioni di luce ininterrotta.

    (27 maggio 2003



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