LEONI..TIGRI PANTERE GHEPARDI..I FELINI..

felini nel mondo

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. gheagabry
     
    .

    User deleted


    La nascita del re leone

    gettyimages-530038317-1594728982

    Il leone è noto come il re degli animali, anche se non è né il più grosso, né il più forte dei felini.

    Ma è anche vero, che tale titolo gli fu conferito all’Inizio dei Tempi, quando i nostri padri ancora non conoscevano animali ben più feroci.

    Tuttavia l’ampia criniera, il ruggito possente, il passo fermo, lo sguardo deciso, le gesta di enorme coraggio e le modalità espresse nella caccia, gli conferiscono un fare ed un aspetto talmente fiero e regale, da fargli ben meritare questo importante encomio.

    Della forza e della magnificenza di questo splendido animale si narra una bellissima leggenda che ha dell’incredibile (e tale forse è!) riguardante la sua nascita.

    Il testo protocristiano “Physiologus” racconta infatti le circostanze meravigliose della nascita del leone: “Quando la leonessa partorisce il piccolo, esso è morto. La madre veglia il cadavere senza mai distogliere lo sguardo per tre giorni interi, fino a quando non arriva il padre che soffia sul muso del cucciolo, indirizzando il soffio vitale nelle narici, portandolo finalmente così in vita”




    dal web

    Edited by gheagabry1 - 18/1/2023, 00:10
     
    Top
    .
  2. gheagabry
     
    .

    User deleted


    da arca

    Russia, nato primo cucciolo di liliger: incrocio fra leone e tigre



    primo cucciolo di 'liliger', un tenero micione che ha per genitori un leone africano, il padre Sam, e un liger, già incrocio tra leone e tigre, la madre Zita. Kiara, questo il nome del cucciolo, è quindi un duplice incrocio. Ma le sua identità felina, con la crescita, si farà ancora più confusa, in quanto la piccola è allevata da un comune gatto domestico. La madre infatti non ha abbastanza latte per soddisfare la sua fame. I custodi dello zoo danno a Kiara il latte ogni 3 ore, mentre la gatta la coccola e la segue nei suoi spostamenti. Roza Solovyova, a capo della sezione felini dello zoo, ha spiegato: "Credo che la cucciola abbia più i tratti della tigre che quelli del leone".




    da....http://it.notizie.yahoo.com/

    Edited by gheagabry1 - 18/1/2023, 00:12
     
    Top
    .
  3. gheagabry
     
    .

    User deleted


    IL GATTO PESCATORE



    Il gatto viverrino (Prionailurus viverrinus) un genere a cui appartengono solo altre tre specie di rari felini selvatici, chiamato anche gatto pescatore, è un felide di media grandezza, dalle lunghe zampe e dalla coda corta. E’ uno dei gatti più strani e meno conosciuti. Il gatto pescatore non è esattamente piccolo è lungo circa 70–80 cm, la sua coda non supera i 30 cm. Pesa tra gli 8,5 e i 12,5 kg. E’ grande circa il doppio di un gatto domestico, un grosso maschio arriva a pesare 16 chili. La sua testa è allungata, con orecchie molto piccole e tonde, poste molto indietro, gli occhi sono grandi e vicini, il muso è appiattito. Il suo pelame, morbido e senza lucentezza, è grigio terreo, brunastro sul dorso, più chiaro sotto il ventre; è tutto punteggiato di piccole macchie nere, allungate, di varia grandezza e disposte in file longitudinali sul dorso e sui fianchi. La coda è, più o meno distintamente, inanellata. Gli artigli non sono completamente retrattili e i piedi anteriori sono palmati. L'animale può camminare tenendo le dita aperte a ventaglio; questo adattamento gli permette, verosimilmente, di muoversi a suo agio sui terreni paludosi.

    Il suo areale era l’Asia sudorientale, ma in Pakistan, Cina, Thailandia e in molte zone dell’India, è probabilmente estinto. Si ritrova nelle giungle di Ceylon, dove però è poco frequente, e nelle zone secche della parte settentrionale dell'isola. Vive anche a Sumatra e sulla costa settentrionale e su quella occidentale di Giava. Nell'Himalaya s'incontra fino a 1500 m di altitudine. Si stima che la popolazione abbai avuto un crollo del 50 per cento in solo 18 anni a causa della perdita di habitat, dello sfruttamento delle zone umide per la pesca e per la caccia oltre a essere ricercato per via del mantello variegato. E’ classificato come animale in estinzione.

    E’ un felino legato all’acqua. Mangia quasi esclusivamente pesci, è un ottimo nuotatore che riesce a pescare non solo ai margini del fiume ma anche in immersione come una lontra. Per attirare i pesci dalla riva, il gatto tocca gentilmente l’acqua con una zampa, mimando un insetto che tocca il pelo dell’acqua, mentre quando è immerso usa le zampe palmate per lanciare in aria pesci e rane. In immersione può predare le anatre in agguato. Predilige gli estuari e le mangrovie costiere. Si arrampica con agilità, ma preferisce starsene a terra, dove trova le sue prede.

    Questo gatto non è completamente notturno, perché lo si vede molto spesso aggirarsi durante il giorno nel sottobosco della giungla. È un felide irascibile, che può diventare pericoloso quando è ferito. Gli abitanti della regione di Malabar, in India, lo accusano di aver portato via bambini in tenera età, lasciati soli nelle misere capanne dai genitori. Vero è che esso non esita ad avvicinarsi ai villaggi.


    istockphoto-1226706821-612x612



    Edited by gheagabry1 - 18/1/2023, 00:15
     
    Top
    .
  4. gheagabry
     
    .

    User deleted


    ...UNA DOCCIA RISTORATRICE...

    e5fc117d4b47b47f70b8d3a38cd472dc



     
    Top
    .
  5. gheagabry
     
    .

    User deleted


    .....la mamma....

    91dc54b278abaa227af3bca0fabc3aa6

     
    Top
    .
  6. gheagabry
     
    .

    User deleted


    tumblr_mxvn3oCLtY1qz7x3io1_540

     
    Top
    .
  7. gheagabry
     
    .

    User deleted


    .

    I ghepardi rischiano di estinguersi

    Ghepardi-estinzione__1_
    (AP Photo/Peter Dejong)

    Il ghepardo, l’animale più veloce sulla terraferma, rischia l’estinzione e si trova in una situazione molto più pericolosa di quanto si credeva in precedenza, secondo uno studio pubblicato di recente dalla Zoological Society of London in collaborazione con la Wildlife Conservation Society. In tutto il mondo restano meno di 7.100 ghepardi, in gran parte concentrati nell’Africa meridionale e secondo lo studio, nel solo Zimbabwe i ghepardi sono diminuiti dell’85 per cento nel giro di dieci anni. I ricercatori chiedono che l’animale venga classificato non più come “vulnerabile”, ma in “pericolo di estinzione”, anche se salvaguardare la specie non è una cosa semplice.

    I ghepardi sono felini carnivori che vivono in Africa, in particolare nella parte meridionale del continente. Un tempo occupavano anche gran parte del Medio oriente e del subcontinente indiano, ma oggi in tutta Asia è sopravvissuta soltanto una comunità di meno di cinquanta animali nel nord dell’Iran. Si stima che gli animali occupino un’area pari al 9 per cento dell’estensione del territorio che abitavano soltanto un secolo fa.
    I ghepardi sono animali piuttosto diversi dai “grandi felini”, il gruppo che comprende tigri, leoni, giaguari e leopardi: sono più snelli e leggeri e hanno una testa più piccola in proporzione al corpo. Hanno una vita sociale più sviluppata e alcune caratteristiche anatomiche che li rendono in qualche misura simili ai canidi. Sono animali molto specializzati, abili nell’inseguire prede veloci, piuttosto che nel sopraffarle con la forza fisica, come fanno invece i felini più grandi, tigri e leoni.

    La loro struttura leggera e le gambe lunghe gli consentono di raggiungere una velocità massima compresa tra i 110 e i 120 chilometri all’ora, la più alta di qualsiasi altro animale terrestre. Sono capaci di raggiungere i cento chilometri all’ora in circa tre secondi, una prestazione migliore di quasi qualsiasi automobile in commercio. I ghepardi non riescono a mantenere a lungo queste velocità: in genere cacciano compiendo un rapido scatto di poche decine di secondi, se non raggiungono la prede in questo breve spazio di tempo sono costretti a fermarsi e ritentare dopo aver recuperato le forze.
    Uno dei principali problemi per la sopravvivenza dei ghepardi è che tutelarli è particolarmente complesso, più che per gli altri grandi felini. I ghepardi non sono stanziali e si spostano molto: sono tra i carnivori che percorrono lunghezze maggiori nelle loro battute di caccia. Secondo lo studio, il 77 per cento dell’habitat dei ghepardi si trova al di fuori delle zone protette e delle riserve naturali. Questo li rende particolarmente esposti al caccia di frodo e da parte degli abitanti locali, che vedono negli animali soltanto un pericoloso predatore. Per questo motivo, tra le misure suggerite dagli scienziati per cercare di proteggere la specie c’è la proposta di pagare le comunità che vivono nel loro habitat affinché contribuiscano alla loro tutela.




    www.ilpost.it

    Edited by gheagabry1 - 9/4/2020, 22:15
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Administrator
    Posts
    1,539

    Status
    Offline

    32b9e4151

    12592714_440658029459

     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Administrator
    Posts
    1,539

    Status
    Offline

    FELINO o CANIDE?

    ghepardo-1


    Il ghepardo si presenta come un carnivoro eccezionale; occupa una posizione intermedia tra i felidi e canidi. Meritava l’antico nome di Cynailurus cioè “cane-gatto”. Si avvicina ai felidi per la testa tondeggiante, il mantello a chiazze e la lunga coda. Altre caratteristiche del corpo lo avvicinano al cane. Molto probabilmente, il distacco del ghepardo dalla categoria dei Felidi è avvenuto circa 11 milioni di anni fa. recenti studi hanno messo in evidenza molteplici analogie tra il ghepardo e i piccoli felini nordamericani come puma e jaguaro da cui poi si sarebbe discostato durante il processo evolutivo cominciato all’incirca 5 milioni di anni fa. Alla luce di ciò, molti studiosi vorrebbero far rientrare il ghepardo nella categoria dei piccoli felini (è più grande solo del puma) mentre, altri ricercatori, si mostrano restii a questa classificazione prediligendo la tradizionale collocazione del ghepardo nella categoria dei grandi felini.

    istockphoto-1127070305-1024x1024

    Pur essendo chiaramente un felide, come gatti e leoni, il ghepardo presenta numerosi tratti morfologici e comportamentali peculiari che lo rendono uno dei membri più specializzati della famiglia; queste specializzazioni portarono gli studiosi a classificarlo in una sottofamiglia a sé stante, quella degli Acinonychinae, ma tale collocazione fu oggetto di dibattito, in quanto messa in discussione da indagini a livello molecolare, che a loro volta hanno portato a classificare la sottofamiglia Acinonychinae come sinonimo della sottofamiglia Felinae, facendovi rientrare direttamente anche il ghepardo.

    Donna-con-ghepardo-Archivio-Fotografico-Carbone

    In particolare, i ghepardi hanno alcuni tratti che li rendono simili ai canidi: le lunghe zampe, con estremità strette e cilindriche e unghie solo parzialmente retrattili anziché brevi e compatte e munite di artigli retrattili e affilati, come nella maggior parte degli altri felidi. Zampe del genere sono adatte a uno stile di caccia basato sull'inseguimento di prede veloci e leggere, piuttosto che alla loro sopraffazione fisica. Anche il comportamento parzialmente sociale, in particolare i maschi, si discosta dalle abitudini solitarie della maggior parte delle specie di felidi.

    È inoltre uno tra i pochi grandi felini in grado di fare le fusa (assieme a lince, ocelotto e puma) per via delle sue corde vocali rigide come quelle dei comuni gatti domestici.

    rino-barillari-ghepardo-via-veneto

    La presenza di unghie non retrattili è all'origine del nome scientifico del genere: Acinonyx, infatti, deriva dalla combinazione delle parole greche antiche ἀκίνητος (akínētos), dal significato di "immobile", e ὄνυξ (ónyx), "artiglio". Il nome scientifico della specie, jubatus, deriva invece dal latino e significa "portatore di criniera", in riferimento al pelo che si presenta più lungo e folto a livello del collo e del dorso: questa caratteristica risulta particolarmente evidente nei cuccioli e negli esemplari giovani di ghepardo.

    b52a42fadacd0377de9ea4f056d93bce

     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Administrator
    Posts
    1,539

    Status
    Offline




    Nel 2010 sembrava che per la tigre non vi fossero più speranze. Il disboscamento e le bonifiche avevano eliminato il 95% dell’habitat storico del felino e il bracconaggio per rifornire il commercio illegale di parti del corpo della tigre aveva portato molte popolazioni del felino sull’orlo dell’estinzione. 10 anni fa si contavano circa 3.200 tigri libere in natura: un drammatico declino rispetto al secolo precedente, quando in Asia si stimavano circa 100.000 tigri.
    A novembre 2010, allarmati da questo declino e dalle terribili implicazioni che si sarebbero verificate per la biodiversità, i rappresentanti delle 13 nazioni che ospitano la tigre (Bangladesh, Bhutan, Cambogia, Cina, India, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Nepal, Russia, Thailandia e Vietnam) si sono riuniti a San Pietroburgo per un vertice straordinario, il primo a unire governi, finanziatori – come il governo degli Stati Uniti e la Banca Mondiale – e importanti ONG come il WWF, con un unico obiettivo: salvare la tigre. Il risultato è stato l’impegno a raddoppiare il numero delle tigri selvatiche entro il 2022, il prossimo anno della tigre nel calendario lunare cinese, attraverso il progetto chiamato TX2.
    La sfida è davvero ardua, ma oggi diversi segnali mostrano come il trend di declino della popolazione di tigri abbia cominciato a invertirsi, con dati e indagini che indicano come il numero di tigri libere in natura si stia avvicinando a 4.000 individui.

    1) NELLA PROVINCIA RUSSA DI EVREISKAYA IL NUMERO DI TIGRI È PASSATO DA ZERO A 20 IN 7 ANNI, GRAZIE A UN PROGETTO DI REINTRODUZIONE.
    Bella notizia per le tigri dell’Amur, protagoniste di un’importante inversione di tendenza in questa provincia dell’estremo oriente della Russia. Grazie ad un’operazione di reintroduzione avvenuta nel 2013, il numero delle tigri presenti in quell’area è passato da zero a circa venti individui. Questa popolazione è stata creata grazie agli sforzi congiunti del governo e delle organizzazioni ambientaliste, con in testa il WWF. I dati recenti dimostrano come le tigri si stiano riproducendo. Gli specialisti del WWF Russia, altre ONG e funzionari della Direzione provinciale per la Fauna e le Aree Protette hanno condotto una spedizione nei rifugi faunistici di Dichun e Zhuravliny, dove sono state liberate le tigri riabilitate, e nel bacino del fiume Pompeevka, dove si prevede venga presto istituito il Parco Nazionale Pompeevsky. Gli esperti hanno contato le tigri locali, valutato la loro distribuzione, l’età e la qualità dell’habitat.

    2) LE TIGRI SIBERIANE SONO TORNATE NELLE TERRE DI CONFINE TRA LA RUSSIA E LA CINA NORD-ORIENTALE.
    Era dagli anni ’40 che le tigri dell’Amur, o anche tigri siberiane, non si vedevano sul lato cinese del confine con la Russia. Di recente una fototrappola del WWF ha registrato le immagini di una madre e dei suoi cuccioli in terra cinese a circa 30 chilometri dal confine russo. Gli ultimi dati mostrano che la Cina accoglie oggi circa 21 tigri siberiane. Nel 2017, il Paese ha anche annunciato di voler creare un nuovo grande parco nazionale nella provincia nord-orientale dello Heilongjiang.

    3) L’ INDIA È SEDE DI CIRCA DUE TERZI DELLE TIGRI SELVATICHE AL MONDO.
    Di recente questo grande paese ha completato un’indagine durata un anno che ha contato circa 2.967 tigri, con dati che mostrano come numerose popolazioni di questo felino nel paese potrebbero essere stabili o in crescita. Il governo indiano è all’avanguardia negli investimenti per la conservazione delle tigri e questi sforzi stanno dando i loro frutti.

    4) IL NEPAL È AL PRIMO POSTO FRA I PAESI CHE STANNO LOTTANDO PER RADDOPPIARE IL NUMERO DI TIGRI ENTRO IL 2022.
    Sulla base degli ultimi dati dell’indagine governativa, si stima che in Nepal ci siano 235 tigri, quasi il doppio rispetto al 2009. Questo significa che lo stato è sulla buona strada per essere il primo a raddoppiare la popolazione entro il 2022.

    5) LE TIGRI IN BHUTAN SONO AUMENTATE DEL 30%.
    Grazie a un’indagine del 2015 in Bhutan è stata censita una popolazione di 103 tigri, con un aumento di quasi il 30% rispetto alla precedente stima di 75 individui. Nel Royal Manas Park, poi, l’ultimo censimento ha contato 22 felini all’inizio del 2018, 12 in più rispetto al 2010.

    6) LA RUSSIA HA ISTITUITO IL BIKIN NATIONAL PARK.
    Oltre ad ospitare il vertice TX2 nel 2010 e a collaborare con la Cina per la conservazione delle tigri siberiane, nel 2015 la Russia ha istituito il Parco Nazionale del Bikin: un’area protetta di circa un milione di ettari, creata per tutelare la più grande foresta mista vergine rimasta dell’emisfero boreale e che ora copre il 70% dell’habitat della tigre nell’Estremo Oriente russo.

    7) NEL 2017, NEL COMPLESSO FORESTALE DI DONG-PHAYAYEN KHAO, PATRIMONIO DELL’UMANITÀ DELL’UNESCO NEL NORD-EST DELLA THAILANDIA, È STATA SCOPERTA LA SECONDA POPOLAZIONE MONDIALE DI TIGRI INDOCINESI.
    I filmati realizzati attraverso camera trap installate dal governo thailandese insieme ai partner di conservazione Panthera e Freeland Foundation, hanno mostrato che almeno 18 tigri, tra cui sei cuccioli, per la prima volta in 15 anni vivono nel complesso forestale orientale.

    8) CAMBOGIA E KAZAKISTAN STANNO LAVORANDO INSIEME AL WWF E AD ALTRI PAESI PER RIPORTARE LE TIGRI NEI LORO TERRITORI.
    Nel 2017, la Cambogia è stato il primo stato dell’area di distribuzione ad annunciare la perdita totale delle tigri (l’ultima era stata vista nel 2007) e a prendere l’ambizioso impegno di reintrodurle nei territori delle pianure orientali. Il Kazakistan, pur non avendo firmato il progetto TX2, ha creato una riserva di 988.100 acri con l’aiuto del WWF per riportare le tigri in Asia centrale.

    9) PARADISI SICURI PER LE TIGRI.
    Nel 2017, fra gli attori più importanti per la conservazione è nata la partnership Conservation Assured Tiger Standards (CA/TS) per sostenere i rifugi sicuri per le tigri. Grazie a una serie di standard e criteri dettagliati per la gestione dei paesaggi delle tigri, CA/TS offre ai soggetti interessati un modo per monitorare, valutare e confrontare i progressi degli sforzi di conservazione nelle aree protette.

    10) IL BIG CAT PUBLIC SAFETY ACT PER CONTRASTARE LA CATTIVITÀ NEGLI STATI UNITI.
    Le tigri in cattività negli Stati Uniti sono circa 5.000, quasi tutte detenute da proprietari privati che in molti casi non sono né controllati né preparati a prendersene cura. Il Big Cat Public Safety Act è stato introdotto al Congresso all’inizio del 2019 e limiterà la possibilità di ospitare tigri solo in strutture come i santuari o gli zoo accreditati.

    Per aiutare il WWF a difendere le tigri dai crimini contro natura e a fare in modo che continui a dare il suo importante contributo nel progetto Tx2, ognuno di noi può diventare wildlife protector sul sito wwf.it/wildlifetiger.


    2 Marzo 2020, Giulia Ciarlariello

    da www.wwf.it/
     
    Top
    .
84 replies since 22/5/2010, 12:37   139875 views
  Share  
.