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gheagabry.
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Le petit chat
E' un gattino nero, sfrontato, oltre ogni dire,
Lo lascio spesso giocare sul mio tavolo.
A volte vi si siede senza far rumore,
Quasi un vivente fermacarte.
Gli occhi gialli e blu sono due agate.
A volte li socchiude, tirando su col naso,
Si rovescia, si prende il muso tra le zampe,
pare una tigre distesa su di un fianco.
Ma eccolo ora - smessa l'indolenza -
Inarcarsi - somiglia proprio ad un manicotto;
E allora, per incuriosirlo, gli faccio oscillare davanti,
Appeso ad una cordicella, un mio turacciolo.
Fugge al galoppo, tutto spaventato,
Poi ritorna, fissa il turacciolo, tiene un po'
Sospesa in aria - ripiegata - la zampetta,
poi abbatte il turacciolo, l'afferra; lo morde.
Allora, senza ch'egli la veda, tiro la cordicella,
ed il turacciolo si allontana, e il gatto lo segue,
descrivendo dei cerchi con la zampa,
poi salta di lato, ritorna, fugge di nuovo.
Ma appena gli dico "Devo lavorare,
vieni, siediti qua, da bravo!" si siede..
E mentre scribacchio sento
che si lecca col suo lieve struscio molle.
Edmond Rostand
Il giornale dei gatti
I gatti hanno un giornale
con tutte le novità
e sull'ultima pagina
la "Piccola Pubblicità".
"Cercasi casa comoda
con poltrone fuori moda:
non si accettano bambini
perchè tirano la coda".
"Cerco vecchia signora
a scopo compagnia.
Precisare referenze
e conto in macelleria".
"Premiato cacciatore
cerca impiego in granaio."
"Vegetariano, scapolo,
cerca ricco lattaio".
I gatti senza casa
la domenica dopo pranzo
leggono questi avvisi
più belli di un romanzo:
per un'oretta o due
sognano ad occhi aperti,
poi vanno a prepararsi
per i loro concerti.
Gianni Rodari
27/10/08 - Gatti: certezze e leggende!
Gatti: certezze e leggende!
L'inizio della domesticazione del gatto (Felis catus) avviene in Egitto circa 6000 anni fa, tra il 4000 ed il 2000 a.C. da Felis silvestris libyca. Sulle origini del gatto domestico ci sono tutt'oggi ferventi discussioni. In particolare, dei rinvenimenti di resti di piccoli felini associati ad insediamenti umani (Gerico: 7000 a.C., Cipro: 6000 a.C.), fanno supporre che l'associazione del gatto con l'uomo sia antecedente alla civiltà Egizia.
In Egitto il gatto, inizialmente sfruttato per l'abilità nel cacciare i topi, diviene un animale sacro e simbolo di bellezza. A testimoniare l'importanza che la "figura felina" rivestiva per la cultura egizia, ritrovamenti di immensi cimiteri di gatti mummificati. Come i faraoni, i gatti predisponevano anche di speciali vivande nelle tombe per facilitare il passaggio all'aldilà. A partire dal 1600 a.C. diventa molto comune in raffigurazioni, sculture, geroglifici, dipinti delle case egiziane. In ogni casa vi era un gatto, trattato con ogni cura per omaggiare la dea Bastet (divinità protettrice della fertilità e delle gioie terrene e dea della salute) di cui il gatto era il rappresentante terreno. Oltre alla sua utlità nella difesa delle derrate alimentari contro i topi, non si esclude un suo utilizzo come pet, ossia come animale da compagnia. Ci sono molte incisioni in cui gatto e padrone sono ritratti in atteggiamenti scherzosi e affettuosi.
L'introduzione in Europa avviene probabilmente grazie ai Fenici che lo contrabbandarono dall'Egitto dove l'esportazione era proibita. Probabilmente gatti già addomesticati si incrociano con il gatto selvatico europeo Felis silvestris (silvestris dell'Europa dell'ovest e lybica dell'Europa dell'est).
Gatti: certezze e leggende!
Senza contare le sottospecie, le razze di gatti riconosciute sono più di cinquanta. Le caratteristiche morfologiche di base sono ovviamente comuni agli altri mammiferi. E' classificato nell'ordine dei Carnivori, per cui lo scheletro, l'apparato muscolare, gli organi di senso hanno subito nel corso della sua evoluzione modificazioni atte al miglioramento delle sue capacità di predatore.
In particolare, l'occhio dei gatti è stato selezionato in modo da ricevere più efficientemente la luce. Sono in grado di vedere anche in condizioni di penombra grazie alla massima dilatazione della pupilla. La visione è binoculare: il campo visivo di un occhio si sovrappone parzialmente con l'altro. Ciò consente l'acquisizione di immagini tridimensionali, adattamento fondamentale per un animale cacciatore.
La differenza fra le svariate varietà che l'uomo ha selezionato riguarda in primo luogo il tipo di pelliccia e la/e colorazione/i. Così si distinguono razze a pelo lungo, semilungo e corto
Fra quelle a pelo lungo il conosciutissimo gatto persiano da cui deriva Il chinchillà selezionato in Inghilterra e l'Himalayano riconosciuto come sottorazza del persiano. Fra le razze a pelo semilungo, il gatto birmano (o il gatto sacro di Birmania) dalla storia leggendaria. Ma la selezione artificiale si è sbizzarrita nelle varietà a pelo corto, che conta la maggior parte delle razze. Molto diffusi il gatto certosino, siamese, abissino, bengala...
Anche il gatto Europeo o comune rientra in quest'ultima categoria. Nonostante il nome è la razza più diffusa non solo
in Europa, ma anche in America. Cosa curiosa è che fino a un ventennio fa, c'erano due razze con il nome Europeo: una ottenuta incrociando gatti comuni con persiani a pelo lungo in Gran Bretagna, l'altra scandinava selezionata esclusivamente da gatti comuni. Dal 1982 solo quest'ultima è stata riconosciuta ufficialmente come gatto Europeo, mentre l'altra è stata denominata British Schortair.
Ciò che mi ha colpito maggiormente durante la mia ricerca bibliografica sul gatto sono le innumerevoli leggende, storie di superstizioni, stranezze che ruotano attorno a loro. Data la loro abbondanza ho deciso di dedicare il prossimo articolo interamente su questi argomenti per conoscere qualcosa in più sui nostri amici gatti, andando anche oltre le nozioni puramente scientifiche.
A cura di Valeria Marasco.