IL GATTO

...un nostro grande amico...

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  1. gheagabry
     
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    Ode al gatto

    Gli animali furono imperfetti,
    lunghi di coda,
    plumbei di testa.
    Piano piano si misero in ordine,
    divennero paesaggio,
    acquistarono nči, grazia, volo.
    Il gatto,
    soltanto il gatto
    apparve completo
    e orgoglioso: nacque completamente rifinito,
    cammina solo e sa quello che vuole.

    L'uomo vuol essere pesce e uccello,
    il serpente vorrebbe avere le ali,
    il cane č un leone spaesato,
    l'ingegnere vuol essere poeta,
    la mosca studia per rondine,
    il poeta cerca di imitare la mosca,
    ma il gatto
    vuole essere solo gatto
    ed ogni gatto č gatto
    dai baffi alla coda,
    dal fiuto al topo vivo,
    dalla notte fino ai suoi occhi d'oro.

    Non c'č unitą
    come la sua,
    non hanno
    la luna o il fiore
    una tale coesione:
    č una sola cosa
    come il sole o il topazio,
    e l'elastica linea del suo corpo,
    salda e sottile, č come
    la linea della prua di una nave.
    I suoi occhi gialli
    hanno lasciato una sola fessura
    per gettarvi le monete della notte.

    Oh piccolo
    imperatore senz'orbe,
    conquistatore senza patria,
    minima tigre da salotto,
    nuziale sultano del cielo
    delle tegole erotiche,
    il vento dell'amore
    all'aria aperta
    reclami
    quando passi
    e posi
    quattro piedi delicati
    sul suolo,
    fiutando,
    diffidando
    di ogni cosa terrestre,
    perché tutto č immondo
    per l'immacolato piede del gatto.

    Oh fiera indipendente della casa,
    arrogante vestigio della notte,
    neghittoso, ginnastico
    ed estraneo,
    profondissimo gatto,
    poliziotto segreto
    delle stanze,
    insegna
    di un irreperibile velluto,
    probabilmente non c'č enigma
    nel tuo contegno,
    forse sei mistero,
    tutti sanno di te ed appartieni
    all'abitante meno misterioso,
    forse tutti si credono padroni,
    proprietari, parenti
    di gatti, compagni, colleghi,
    discepoli o amici
    del proprio gatto.

    Io no.
    Io non sono d'accordo.
    Io non conosco il gatto.
    So tutto, la vita e il suo arcipelago,
    il mare e la cittą incalcolabile,
    la botanica,
    il gineceo coi suoi peccati,
    il per e il meno della matematica,
    gl'imbuti vulcanici del mondo,
    il guscio irreale del coccodrillo,
    la bontą ignorata del pompiere,
    l'atavismo azzurro del sacerdote,
    ma non riesco a decifrare il gatto.
    Sul suo distacco la ragione slitta,
    numeri d'oro stanno nei suoi occhi.

    Pablo Neruda


     
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94 replies since 16/5/2010, 17:01   42657 views
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