LA CITTA’ SUL FIUME..LE SUE MURA ANTICHE..I RIONI..ROMA UN DIAMANTE DI INFINITE SFACCETTATURE...

Sabato 13 Marzo 2010

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    BUONGIORNO ISOLA FELICE ... BUON RISVEGLIO A TUTTI


    “ ... Sabato ... abbiamo attraversato la città esterna come un arcobaleno attraversa l’orizzonte ... scie colorate di gioia e di emozione al nostro passaggio ... pagine di un libro di storia che sfogliate da mani bramose di conoscenza ... strade percorse senza fatica e cuori gioiosi davanti a tante bellezze che il tempo ha mutato un pò nelle forme ma non ne ha scalfito la bellezza e il magnetico interesse ... nel nostro viaggio nella città eterna abbiamo tralasciato di certo qualche luogo ... ma non si potevano raccontare in breve tempo tutti i vicoli, le strade e i luoghi che in questa città raccontano ognuno una sua storia ... abbiamo però carezzato i luoghi più significativi seguendo il filo logico delle emozioni forti ... oggi continueremo a viaggiare nei rioni di Roma partendo dall’origine del suo nome e percorrendo le antiche mura che la cingevano ...... Buon risveglio amici miei ... si parte ...”

    (Claudio)



    LA CITTA’ SUL FIUME..LE SUE MURA ANTICHE..I RIONI..ROMA UN DIAMANTE DI INFINITE SFACCETTATURE...



    “L'origine del nome di Roma è avvolto nel mistero perchè quando gli storici iniziarono ad interrogarsi sulla sua origine si erano già recisi i fili della memoria. Le interpretazioni sono diverse, affascinanti e misteriose, anche se chiaramente fantastiche e leggendarie…. la più antica interpretazione risale a Servio, vissuto tra il IV e il V secolo d.C., il quale sosteneva che il nome Roma derivasse da un nome arcaico del Tevere, Rumon o Rumen, la cui radice deriva dal verbo ruo, scorrere, sicché Roma avrebbe significato la Città sul Fiume… Gli storici di lingua greca, narravano l'arrivo di profughi troiani sulle coste laziali dove Enea, il loro capo, avrebbe fondato una città dandole il nome di una delle donne, Rome..In un'altra versione della leggenda “Rome”era la figlia di Ascanio e nipote di Enea, mentre in un'altra ancora si narrava che “Rome”, una troiana giunta in Italia con alcuni suoi compagni, sposò Latino ed ebbe due figli, Romos e Romylos (Remo e Romolo), i quali fondarono la città dedicandola alla madre… “romé”, in greco significa forza…”

    “La prima e più importante unità di misura nel baratto dell'antica Roma fu il pecus, una "bestia di piccola taglia", un termine usato anche dopo la comparsa della moneta nella denominazione pecunia, ovvero denaro…. nella seconda fase della Repubblica apparvero le prime monete.. la prima moneta fu l'asse, ovvero l'aes rude, un pezzo di bronzo.. seguirono l'aes grave, una barra di bronzo senza segni distintivi, e l'aes signatum, attribuito a Servio Tullio, una barra di bronzo ferroso con un'impronta simile ad un ramo secco stilizzato….Il trattato di alleanza con i Campani (326 a.C.) lasciò un segno .. la zecca (dalla parola araba sikka, cioè conio) di Napoli produsse per gli alleati una moneta simile alla propria (la didracma), chiamata "Rhomaion"…. Nel 289 a.C. furono creati i "triumviri monetali" (o magistrati predisposti alla monetazione) e la zecca fu posta vicino al tempio di Giunone Moneta…. Si coniò quindi la sua prima moneta chiamata quadrigato, per la presenza sul retro di Giove su una quadriga guidata dalla Vittoria, mentre l'altro lato .. una testa bifronte laureata…. il vittoriato, per la presenza della Vittoria che incorona un trofeo d'armi. Ma la moneta che divenne la base dell'economia romana fu coniata in un periodo compreso tra il 264 ed il 202 a.C., ovvero tra le due guerre puniche…..le prime monete raffiguravano da un lato la testa di Roma con un elmo alato e dall'altro i Dioscuri a cavallo con la scritta ROMA. In seguito le immagini utilizzate furono quelle di antenati o di vecchie glorie familiari dei magistrati, incaricati di sovrintendere alla coniazione del denaro. I pochi centimetri quadrati della moneta divennero infatti un potente mezzo di propaganda politica, utile per ricordare agli elettori i meriti, le gesta e le qualità della propria gens.”

    “Roma nasce lungo un fiume allora navigabile, a pochi chilometri dalla foce, nei pressi di un guado naturale ..”l'isola Tiberina”.. punto di comunicazione fra le due sponde, per l’aggregazione di piccoli nuclei di popolazioni diverse arroccate sui colli dominanti la vallata del Velabro o dispersi nelle sottostanti paludi..L'Isola Tiberina, che sorge al centro del fiume Tevere, lungo l'ansa che divide Trastevere dall'area di Piazza Navona, nacque, secondo la leggenda, dall'accumularsi del fango sulle messi che i romani gettarono nel fiume dopo aver scacciato dall'Urbe, l'ultimo re di Roma, Tarquinio il Superbo….detta anche Lycaonia, di S. Bartolomeo, dei Due Ponti… fu anticamente chiamata semplicemente Insula oppure "Insula inter duos pontes"; successivamente "Lycaonia" nel medioevo..(forse per la presenza sul Ponte Cestio di una statua rappresentante questa regione dell'Asia Minore)..fino ad "Isola di San Bartolomeo" ed al volgare "Isola dei due ponti", per la presenza rispettivamente della basilica di San Bartolomeo, del Ponte Cestio e del Ponte Fabricio…Con l'espansione di Roma, l'Isola Tiberina vide ben presto sostituire le varie strutture lignee, fra le quali le arcate dei due ponti, con marmi e murature e l'intera area divenne centro dedicato alla medicina, come per altro è tutt'oggi vista la presenza dell'Ospedale del Fatebenefratelli…Secondo la leggenda, che anche Ovidio riporta nelle Metamorfosi, per sconfiggere la peste che si era abbattuta su Roma intorno al 294 a.C., gli indovini stabilirono che si sarebbe dovuta trasportare da Epidauro fino in città l'effigie del dio della medicina, Esculapio. Agli ambasciatori recatisi in Grecia, tuttavia, si presentò il dio stesso sotto forma di grande serpente che, salito autonomamente sulle imbarcazioni e ricondottole con venti propizi fino alla foce del Tevere, scelse di prender terra direttamente sull'Isola Tiberina…In onore di Esculapio.. il santuario a lui dedicato e dando vita anche ad un'opera di risistemazione delle rive con argini e terrapieni che, grazie all'uso di un rivestimento in travertino e l'erezione di un obelisco a mo di albero maestro di una galea romana, fece assomigliare l'isola ad una grande imbarcazione ormeggiata lungo il Tevere. ….. Profondamente alterata dalla sistemazione degli argini alla fine dell'800 (quando se ne ipotizzò l'eliminazione), dalla manomissione del ponte Cestio e dalla ricostruzione dell'ospedale, ha mantenuto il carattere di appartato luogo di cura e di culto…..L'isola conserva tuttora la caratteristica forma della nave di Esculapio ….la medievale torre Caetani, potente famiglia romana che aveva trasformato l'isola in un proprio fortilizio… la Guglia di Ignazio Giacometti (1869) con coronamento a cuspide e quattro statue di santi (S. Bartolomeo verso la chiesa, poi in senso orario S. Francesco, S. Giovanni di Dio e S. Paolino vescovo) fatta edificare da Pio IX come riportato nell'iscrizione: "PIUS IX PONT.MAX IN COLUMNAE LOCUM QUAE PLAUSTRI IMPETU QUASSATA CONCIDERAT PECUNIA SUA FIERI ERIGIQUE IUSSIT - ANNO CHRISTIANO MDCCCLXIX CONCILIO VATICANO INEUNTE [Pio IX Pontefice Massimo, nel luogo della colonna che era caduta a terra rovinata dall'impatto di un carro, comandò che (questa guglia) fosse costruita e innalzata a sue spese. Anno cristiano 1869, inizio del Concilio Vaticano]….La chiesa di S. Bartolomeo "de insula", con il suo bel campanile romanico.. fu eretta nel X secolo, ed occupa il luogo del Tempio di Esculapio.. dio della medicina.. del quale però non rimangono tracce…ma si ipotizza che il pozzo medievale che sta al centro della gradinata del presbiterio potrebbe corrispondere alla fonte sacra che doveva trovarsi nell'area del tempio, dal quale potrebbero provenire anche le quattordici colonne antiche di spoglio che dividono le navate.. sul frontone della chiesa è riportata la dedica al santo: "IN HAC BASILICA REQUIESCIT CORPUS S.BARTHOLOMAEI APOSTO.”

    “Il concetto di Mura a Roma nacque con il leggendario solco tracciato dall'aratro di Romolo, anche se questo probabilmente non fu un muro a carattere difensivo ma più un confine a carattere religioso, il primo famoso pomerio. Il pomerio (termine derivante da post o pone murum, ossia dopo il muro) era uno spazio di terreno sacro, situato lungo le mura della città all'interno ed all'esterno, dove non era lecito costruire né abitare né arare né tantomeno seppellire i morti e limitato da pietre terminali: non una difesa militare quindi ma una difesa sacrale, un limite magico difeso da tabù e divieti.”

    “Secondo la tradizione, le più antiche mura della città sarebbero state volute del sesto re di Roma, Servio Tullio (VI secolo a.C.)..”mure serviane” .. Le porte più importanti erano costituite di due ingressi gemelli, coperti ad arco, con paramento in travertino ed inquadrati da due torri semicircolari, mentre le porte secondarie avevano un arco semplice al posto di quello doppio ed erano inserite semplicemente al centro di un tratto di mura, tra due torri quadrate. L'inserimento di edifici già esistenti nelle mura conferma la fretta che presiedette ai lavori: i Castra Praetoria, Porta Maggiore, l' Anfiteatro Castrense, la Piramide Cestia ed il Muro Torto.. ne sono la testimonianza…. i resti di vari tratti di mura costruite in piccoli blocchi squadrati di tufo tenero (o "cappellaccio") situati sul Campidoglio, sul Quirinale e sul Viminale……."Mure Aureliane”.. cinta ancor oggi visibile.. costruita col tufo delle cave di Grotta Oscura, risalgono al periodo successivo all’occupazione gallica: lo scrittore latino Tito Livio ci informa che la costruzione delle mura fu avviata dai magistrati che sovrintendevano alla realizzazione degli edifici pubblici (detti “censori”) del 390 a.C…A partire dalla fine dell’età repubblicana, invece, la città rimase praticamente priva di mura, fino a quando nel 271 d. C. l’imperatore Aureliano ritenne utile dotare la capitale di difese che contrastassero le possibili incursioni dei barbari, soprattutto nei lunghi periodi in cui le guerre lo tenevano lontano da Roma. La costruzione fu piuttosto rapida e alla morte di Aureliano, la parte essenziale delle fortificazioni doveva già essere completata… al suo successore Probo rimase il compito di condurre a termine l’opera….Il muro di mattoni, alto circa 6 metri e spesso 3,50, era scandito da una torre a pianta quadrata ogni cento piedi …. il tracciato complessivo delle mura, includeva molti edifici preesistenti. Il primo rinforzo alle fortificazioni fu voluto da Massenzio, ma l’intervento più massiccio si deve ad Arcadio e Onorio: nel 401-402, per fronteggiare gli attacchi dei goti, fecero raddoppiare l’altezza del muro.. il cammino di ronda fu sostituito da una galleria coperta e nel tracciato delle mura fu incluso il Mausoleo di Adriano, che assunse la funzione di castello avanzato sulla riva destra del Tevere….Anche altri edifici furono inglobati nelle mura romane: uno dei più antichi annessi durante la costruzione delle Mura Aureliane è la piramide di Gaio Cestio… rimasero in uso nel corso dei secoli fino alla famosa "breccia" di porta Pia del 1870, subendo poche modifiche (ad esempio a Trastevere), alcune aggiunte (come le Mura Gianicolensi e le Mura Vaticane) e limitati rifacimenti come il Bastione del Sangallo. Dopo il 1870 hanno perso la loro funzione dopo ben sedici secoli dalla prima costruzione di cinta murarie….ora sono diventate un punto di riferimento e vanno a delimitare quello che è comunemente definito come il "centro storico".

    “Delle diciotto porte che inizialmente facevano parte della cinta delle Mura Aureliane alcune sono giunte ai nostri giorni conservando l'aspetto originale, molte hanno subito notevoli rifacimenti in epoca rinascimentale e barocca ed alcune sono andate pressoché distrutte…. Porta Asinaria, Porta S. Sebastiano (antica Porta Appia), Porta Latina, Porta S. Paolo (antica Porta Ostiense), Porta Pinciana, Porta Tiburtina….Tra quelle successivamente modificate … Porta Flaminia (attuale Porta del Popolo) e Porta Portuensis (sostituita da Porta Portese).”

    “Porta Tiburtina, in origine monumentale arco costruito dall'imperatore Augusto nel 5 a.C. per permettere il passaggio al di sopra della strada dei tre acquedotti dell'Aqua Marcia, Tepula e Iulia provenienti dalla Porta Praenestina (Porta Maggiore). L'arco, inserito nelle mura dell'imperatore Aureliano … è in travertino, ha pilastri tuscanici e chiavi di volta ornate da bucrani… ornamenti a forma di teschio di bue.

    “La denominazione di "Trastevere" nasce, con chiaro riferimento a memorie romane… da un gruppo di rioni distinti, di borghi separati e alquanto eterogenei, si consolida progressivamente un complesso urbano di quartiere "proletario", piuttosto amalgamato nella sua fisionomia d'insieme. Si tratta delle contrade di S. Lucia, di S. Pietro, di S. Domenico, di P.ta Padova e, fuori porta, di S. Giuliano: esse ospitano, fin dalla seconda metà del 1500, artigiani ed operai (murari, pellattieri, sartori, lanari, tessari ecc.), Sono i quartieri in cui, alla metà del 1700, s'insediano di preferenza i "Samitari" (lavoratori della seta) … ferve, in quei tempi, una certa concorrenza fra i rioni: gli abitanti di S. Lucia vengono chiamati "fasoloni" dai popolani di S. Pietro, con allusione alle loro abitudini alimentari; quelli di S. Pietro, a loro volta, devono sopportare l'appellativo di "bocaloti" che si riferisce presumibilmente, all'ingestione di notevoli quantità di vino. …. A. Colain, che scrive sul giornaletto "il trasteverino", allo scultore V. Cevese aveva come motto: "Co se vole se pole, co se pole se deve, cose deve se fa"….. è ritenuto da molti come il quartiere più autenticamente romano, perché ha mantenuto il proprio caratteristico ritmo e stile di vita…ricco di locali tipici e mercati, si avvolge con un vasto reticolo di vicoli intorno alla piazza principale di Santa Maria in Trastevere…La chiesa fondata intorno al 220 d.C. fu ricostruita con l'aggiunta del campanile nel 1138 d.C. da Papa Innocenzo II e terminata, per volere di Papa Clemente XI, con il portico antistante la facciata su progetto di Carlo Fontana nel 1702 d.C….Sulla facciata ..i alcuni mosaici risalenti al XIIl…."

    Gianicolense è il dodicesimo quartiere di Roma (dal nome del colle Gianicolo, nel rione di Trastevere, da cui è avvenuta la prima espansione urbana nell'area ), ed è situato a ridosso delle Mura Aureliane e del Tevere..Il quartiere viene generalmente chiamato "Monteverde", e gli abitanti fanno comunque delle distinzioni: esiste infatti la zona Monteverde Vecchio.. quella che si estende sul monte vero e proprio.. la Monteverde Nuovo … che si allarga nella vallata ai piedi del Gianicolo .. e i Colli Portuensi….Il quartiere, diventato famoso anche grazie al film "Ragazzi di vita" di Pasolini “

    "Il Rione Testaccio.. a sud dell'Aventino.. sulla riva sinistra del Tevere, si distingue dagli altri quartieri di Roma per essere riuscito a mantenere nel corso del tempo, il suo originario spirito popolare.. si potrebbe definire "un paese all'interno di una città" ..A dispetto dell'evoluzione, il quartiere rimane semplice nel suo stile di vita ed a "grandezza d'uomo"…ha la forma di un quadrilatero quasi regolare, pianeggiante, tranne che per la collinetta artificiale da cui trae il nome, il Monte Testaccio, la grande discarica del porto dell'antica Roma, l' Emporium, formatasi per l'accumulo dei vasi di coccio, le testae….è famoso per una questione molto speciale..fu proprio nel quartire Testaccio, che la squadra di calcio della Roma, negli anni trenta, aveva il suo mitico campo di calcio... il "Campo Testaccio"! Nel quartiere….sono sorti spontaneamente spazi che ospitano espressioni di cultura ludica: musica, prosa e poesia, moltissimi locali "magnerecci", tra i quali molti che mantengono alta l'antica tradizione della cucina romana: rigatoni co' la pajata, la coratella con i carciofi o con la cipolla, la trippa alla romana, la coda alla vaccinara... “

    “San Lorenzo si estende sul quartiere Q.VI Tiburtino….fra le Mura Aureliane e il Verano, cimitero monumentale della città. ..Prende il nome dalla vicina Basilica di San Lorenzo fuori le mura. L'accesso era, anticamente, da via Tiburtina; da questa si poteva accedere al rione Esquilino attraverso porta Tiburtina. I primi abitanti sono infatti ferrovieri, operai ed artigiani….il quartiere assunse i connotati di una zona popolare…fu l'unico in cui si tentò di fermare la Marcia su Roma … Basilica di San Lorenzo fuori le mura, è stata eretta il 4 luglio 1709 con il decreto del Cardinale Vicario Gaspare di Carpegna "De cuiuslibet statuta"….. Villa Gentili-Dominici, costruzione settecentesca incastonata tra le mura Aureliane e gli archi dei tre acquedotti, ha inglobato anche il camminamento sulle mura trasformandolo in un giardino pensile. .. Cimitero del Verano e la zona di Via dei Volsci, dove si concentra la lavorazione dei marmi, famosi…il torrone così denominato per la somiglianza con il dolce omonimo e il gufetto o tufetto più morbido e di colore tendente al bruno…...San Lorenzo è a tutti gli effetti considerato il quartiere universitario di Roma. …adiacente al suo territorio si trova l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" ..l'ateneo più grande d'Europa.”

    “La storia di Castel Sant'angelo coincide sostanzialmente con quella di Roma ed è impossibile scindere queste due entità così profondamente compenetrate: i mutamenti, i rivolgimenti, le miserie e le glorie dell'antica Urbe sembrano riflettersi puntualmente nella massiccia mole che da quasi duemila anni si specchia nelle pigre acque del Tevere….Nasce come sepolcro voluto dall'imperatore Adriano …quando viene incluso nelle mura aureliane per volere dell'imperatore occidentale Onorio…inizia una 'seconda vita' nelle vesti di castellum, baluardo avanzato oltre il Tevere a protezione della città….sarà roccaforte del senatore Teofilatto, dei Crescenzi, dei Pierleoni e degli Orsini. E' proprio un papa Orsini - Niccolò III - a far realizzare il Passetto di Borgo, che collega il Vaticano al Castello..Nel 1367 le chiavi dell'edificio vengono consegnate a papa Urbano V, per sollecitare il rientro della Curia a Roma dall'esilio avignonese. Da questo momento in poi Castel Sant'Angelo lega inscindibilmente le sue sorti a quelle dei pontefici, che lo adattano a residenza in cui rifugiarsi nei momenti di pericolo….il Castello ospita l'Archivio ed il Tesoro Vaticani, ma viene adattato anche a tribunale e prigione…Con il cambiamento di funzione, l'aspetto e l'impianto del Castello vengono rimodellati attraverso una lunghissima serie di interventi che si snodano nel corso di quattro secoli. Nuove strutture si assommano a quelle preesistenti, alterandole, modificandone la funzione, talvolta cancellandole, in un processo di trasformazioni ininterrotte che sembrano scivolare l'una nell'altra senza soluzione di continuità… La storia lunghissima e variegata dell'edificio, con le sue mille metamorfosi sembra essersi sedimentata nel complicato intrico di sotterranei, ambienti, logge, scale e cortili che costituiscono l'attuale Castello.”

    “Ci si annoia talvolta a Roma il secondo mese di soggiorno, ma giammai il sesto, e, se si resta sino al dodicesimo, si è afferrati dall'idea di stabilirvisi.”

    Stendhal






     
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