Replying to Asterix e Obelix |
È morto all’età di 92 anni Albert Uderzo, fumettista francese noto soprattutto per aver realizzato i disegni della serie Asterix. Uderzo nacque il 25 aprile del 1927 a Fismes, da immigrati italiani, con il nome di Alberto Aleandro Uderzo. Dopo i primi studi giovanili di disegno, all’inizio degli anni Cinquanta conobbe l’autore René Goscinny, con cui iniziò a collaborare alla realizzazione di alcune strisce. Nel 1959 i due crearono infine Asterix, una serie ambientata in un villaggio di Galli che si ribella strenuamente all’invasione dei Romani.
La serie apparve per la prima volta sul giornale per ragazzi Pilote, ed ebbe subito un enorme successo, tanto che i personaggi di Asterix finirono per essere inclusi nella testata del giornale. Le strisce pubblicate su Pilote vennero raccolte nel 1961 in un primo albo, intitolato Asterix il Gallico. Uderzo e Goscinny continuarono a lavorare insieme fino alla morte di quest’ultimo, realizzando in tutto 24 albi di Asterix. In seguito Uderzo proseguì a lavorare da solo, realizzando altri 9 albi, prima di decidere di ritirarsi.
Asterix celebra 60 anni ad ottobre
I bellicosi galli che da 60 anni si prendono gioco dei romani, sono pronti a festeggiare in grande stile questo importante anniversario. Prima con l'uscita di un nuovo film di animazione e poi con un albo inedito. Una storia, quella di Asterix, che dal 1959 affascina lettori e appassionati di ogni genere ed età, è semplice quanto avvincente e sempre attuale: l’eterna lotta per l'indipendenza.
Il nuovo film di animazione, dal titolo Il segreto della pozione magica, è la prima iniziativa messa in campo per celebrare questo anniversario, mentre il 24 ottobre uscirà in Francia il nuovo albo. Sarà il trentottesimo della serie, prodotto da Panini Comics ad opera del duo Didier Conrad e Jean-Yves Ferri (che portano avanti le avventure dei Galli dal 2013).
Con versioni in 111 tra lingue e dialetti, Asterix resta a tutt’oggi il fumetto più tradotto al mondo. Il 37esimo albo ‘Asterix e la corsa d’Italia’ è uscito a ottobre 2017 vendendo 5 milioni di copie (20 milioni di lettori) in 16 lingue. Un autentico prodigio dovuto ai suoi geniali creatori: il brillante René Goscinny e il Maestro Albert Uderzo.
ADRENALINA
“Per quanto ci è dato sapere” rivelano i due autori Jean-Yves Ferri e Didier Conrad “è un’adolescente ribelle. Il che è comprensibile: non è facile essere la figlia di un uomo che risponde al nome di Vercingetorige! Abbiamo svolto numerose indagini su di lei: sul suo aspetto, il suo nome, il suo carattere… Come sapete, Vercingetorige era molto discreto riguardo alla sua vita privata e le fonti storiche sono rare. Ma, vedrete, siamo riusciti a mettere insieme diversi scoop!”.
Adrenalina, un'adolescente alla quale gli autori assegnano come padre Vercingetorige, re degli Arverni e leggendario condottiero dei popoli gallici, sconfitto dai Romani guidati da Cesare nell'assedio di Alesia, sarà la protagonista del prossimo episodio delle avventure di Asterix e Obelix, 38mo della serie, d'imminente uscita, in concomitanza col 60mo anniversario della creazione dei due celeberrimi personaggi. I fatti si svolgono qualche anno dopo la caduta della mitica città. Prendono avvio dal trasferimento della ragazza da parte di membri della resistenza, che hanno le sembianze di de Gaulle e Churchill, nel solo villaggio non ancora conquistato dagli invasori
Il papà di Asterix è daltonico e ama i romani..
...ha deciso di non disegnare più l'eroe gallico
Nella villa di Neuilly, il grande studio di Albert Uderzo è pieno di statuine di Asterix e Obelix, di tutte le taglie. C’è il plastico dell’irriducibile villaggio dei Galli, e ai muri sono incorniciate le prime bozze di un universo che ha fatto la storia del fumetto. A 85 anni, il padre di Asterix ama vivere circondato dalle sue creature. «Il mio destino era aiutare mio fratello Bruno, da bambino volevo diventare meccanico come lui», racconta. È andata molto diversamente. Ben 350 milioni di copie vendute nel mondo, traduzioni in 107 lingue. Ma oggi, dopo oltre mezzo secolo, Uderzo ha deciso di lasciare. Il prossimo album di Asterix, il trentacinquesimo, sarà sceneggiato da Jean-Yves Ferri e disegnato da Didier Conrad. Sotto la sua supervisione, certo, ma «non è facile per me, questa è tutta la mia vita». Così questo signore gentile dagli occhi azzurri, alto e ancora diritto, si siede sulla sua poltrona preferita e racconta.
«Sono nato in Francia da genitori italiani, mi sono sempre sentito francese e italiano assieme. Dopo la guerra, a vent’anni, il mio primo viaggio è stato in Veneto, a trovare i parenti di mio padre Silvio. Mia madre Iria invece era di La Spezia, lavorava all’Arsenale militare come tutti gli spezzini di allora, e si conobbero lì. Papà era un cavaliere di artiglieria, si era ferito e stava passando la convalescenza a La Spezia. Un giorno, davanti a lui, c’era un soldato che non riusciva a montare a cavallo, l’animale era imbizzarrito. Lui si fece avanti, montò e sparì galoppando a tutta velocità verso le montagne vicine. Torno poco dopo, il cavallo era domato. Mia madre s’innamorò».
Gli Uderzo arrivano in Francia nel 1922 con già due figli, Albert nasce cinque anni dopo. «Ho cominciato ad appassionarmi ai fumetti (lo dice in italiano, ndr) con le prime strisce di Topolino pubblicate dal “Petit Parisien”, nel 1934. Avevo sette anni, mi piaceva provare a inventare delle piccole storie per gioco, provavo a disegnare. Mio papà era abbonato al “Corriere della Sera” e alla “Domenica del Corriere”, ricordo che ogni settimana guardavo ammirato le illustrazioni di Beltrame». Più grande, quando era ormai adolescente, il fratello maggiore Bruno lo incoraggiò a provare con il disegno di animazione. «Ma capii presto che quella non era la mia strada. Ero affascinato dal mondo Disney, ma il risultato fu molto inferiore ai miei sogni: un lavoro di un anno e mezzo per un film di 10 minuti uscito dalle sale dopo appena una settimana».
Nel 1946 Uderzo comincia a disegnare nuovi personaggi per il giornale francese «Ok», che però fallisce presto. Al ritorno dal servizio militare gli viene offerto un lavoro come camionista, «ma mi metto invece a fare l’illustratore per “France Dimanche”, mi facevano disegnare quando non potevano mandare un fotografo. Ricordo di avere fatto un grande disegno di Fiorenzo Magni nel 1950, quando con tutta la squadra italiana lasciò il Tour de France per protesta contro i tifosi francesi che lo fischiavano e lo minacciavano nelle tappe di montagna. Poi ho disegnato Coppi e Bartali. Ero molto impressionato, sentivo molto le mie origini italiane». Sono i primi anni Cinquanta, Albert Uderzo continua a disegnare, ma guadagna poco: l’officina del fratello sembra chiamarlo di nuovo, ma invece un agente belga lo convince a trasferirsi per qualche tempo a Bruxelles.
«Quella è stata la svolta, perché a Bruxelles ho conosciuto René Goscinny, che sarebbe diventato il mio grande amico e lo sceneggiatore di Asterix. Avevamo molto in comune, ci scambiavamo le idee sul mestiere di illustratore e sui fumetti, ci trovavamo d’accordo. La nostra collaborazione è nata in fretta, ma non sospettavamo che avremmo creato qualcosa di formidabile. Per anni abbiamo fatto la gavetta, ma non ci importava troppo, la cosa essenziale è sempre stata creare delle belle storie che piacessero a noi, in primo luogo: tutto quel che volevamo era essere soddisfatti del nostro lavoro». Albert Uderzo si commuove quando parla di Goscinny, scomparso a soli 51 anni nel 1977. «Quando ho saputo che era morto, sono rimasto immobile per ore. Non riuscivo a farmene una ragione».
Come avete creato Asterix? «Per ribellione, fondamentalmente. Tutte le case editrici, tutti i direttori di giornali ci chiedevano in sostanza di rifare Tintin. Volevano un personaggio principale piuttosto realistico, con un compagno di avventure e un cane. Quello era lo schema. Tintin di Hergé era il grande successo dell’epoca, meritato del resto, ci mancherebbe, ma io e Goscinny non volevamo limitarci a copiare. Quando abbiamo fondato il giornale “Pilote”, con Goscinny abbiamo cercato di essere originali. François Clauteaux, il nostro socio, ci chiese di puntare su qualcosa legato alla Francia, alla cultura francese. Era un modo per smarcarci dalla tradizione belga e dagli americani di Disney, i nostri preferiti».
A tre mesi dall’uscita prevista del primo numero di «Pilote», nella casa popolare di Uderzo alla periferia di Parigi, Albert e Goscinny non hanno niente di pronto. «Eravamo prigionieri della mancanza di idee, terrorizzati. Goscinny mi dice: “Forza, fammi l’elenco delle grandi epoche della storia francese”. Quando arrivo ai Galli lui fa: “Ecco! Nessuno ha ancora fatto una storia umoristica sui Galli a fumetti!”. Non era vero, esistevano già due personaggi ispirati ai Galli, ma non lo sapevamo e lo avremmo scoperto molto tempo dopo. Fatto sta che ho disegnato per prima cosa un uomo della Gallia per come ce lo avevano descritto a scuola: grande, biondo e alto. Ma Goscinny mi dice: “No, cambiamo, facciamo un piccoletto, bruttarello e neanche troppo intelligente, che prenda in giro i difetti dei francesi: presuntuoso, irascibile, pronto a litigare”. Allora mi sono messo a disegnare Asterix, con quei baffoni più grandi di lui e gli occhi furbi. Accanto però ho messo comunque un Gallo per come me lo ero immaginato subito, il gigante Obelix, tanto forte da lanciare i menhir». E Idefix, il cane? «All’inizio non lo volevamo, ma nel quinto album, “Asterix e il giro di Gallia”, appare un piccolo cane. Abbiamo ricevuto tantissime lettere che ci chiedevamo di tenerlo: così è nato Idefix, il nome lo hanno trovato i lettori con un concorso».
Lo sa, Albert Uderzo, di avere creato un’icona pop della Francia? Un personaggio chiamato a simboleggiare, per i decenni successivi, quella fierezza francese di restare diversi, di opporsi agli stranieri, fossero essi la Nato o Hollywood? «Quello è stato un valore politico che è stato aggiunto dopo, io e Goscinny avevamo l’intento opposto. Prima di tutto eravamo grati ai romani per avere invaso, e civilizzato, la Gallia. A proposito: lo sa che Spqr (Sono Pazzi Questi Romani) è stata un’idea del traduttore italiano? Comunque, hanno detto che facevamo l’apologia di De Gaulle, arrivato al potere appena un anno prima, nel 1958. Ma non è vero, ci prendevamo gioco dello sciovinismo dei francesi, di questo carattere nazionale unico per cui un francese all’estero, ovunque si trovi, dirà comunque: “Bello, ma non vale gli Champs Elysées”. È così che abbiamo avuto un successo imprevedibile, clamoroso. Le nostre vite sono cambiate». Lei non ha più fatto il meccanico. «No, la passione per imotori me la sono tolta comprando più di una Ferrari, e adesso in garage ho solo una FF, da 660 cavalli. Ora è il momento di smettere anche con i fumetti. Se penso che sono sempre stato daltonico, non ho mai distinto il rosso dal verde, e Goscinny mi aiutava a non sbagliare colore… Asterix mi mancherà».
Stefano Montefiori
« Sono pazzi questi romani! »
OBELIX
Inseparabile amico di Asterix, del quale costituisce il perfetto complemento: Obelix è sempre affamato, sucettibile, emotivamente fragile, poco brillante almeno all'apparenza: insomma, un eccellente compagno per tutte le avventure. Nasce nel 1959 in "Asterix il gallico", Obelix è un portatore di menhir, amante dei cinghiali, dotato di una forza erculea. Ciò nonostante chiede a Panoramix di bere la pozione magica. «No, Obelix, no!... E lo sai bene! Sei caduto nel paiolo quando eri piccino e in te gli effetti della pozione sono permanenti. Berne ancora potrebbe essere pericoloso!...»Obelix ha gustato solo due volte la pozione magica, poiché essa su di lui, da quando da piccolo è caduto nella marmitta del druido, ha effetti permanenti; Panoramix oppone un secco rifiuto alle sue richieste di assaggiarne un po'.... Ama incondizionatamente il suo piccolo cagnetto Idefix, cui tenta di insegnare a riportare i menhir. Obelix, questo simpatico eroe che sembra gonfiato con l'elio, è stato creato insieme ad Asterix....Obelix è un intagliatore e portatore di menhir: è un anacronismo, i menhir venivano intagliati intorno al 2000 a.C., quindi in un'epoca piuttosto lontana dal 50 a.C....
Permaloso e suscettibile:
«Chi è grosso?», replica classica di Obelix pronunciata per la prima volta ne "Il giro di Gallia", p.34.
Amico fedele:
«Non va bene, no? Lasciar partire Asterix da solo? Ma come volete che se la cavi senza i consigli di Idefix e i miei?»;
«Non potrei lasciarti bandire tutto solo! Senza Idefix e me, non bandiresti certo lontano!»
(Asterix e il paiolo, pp.11-12).
Rissoso:
«Chiedi scusa se non vuoi riassaggiare questo pugno!»
("Asterix e Latraviata", p.28).
Buon padrone (con Idefix): «Qualche volta ho l'impressione che capisca tutto quello che dico»
(Asterix e Cleopatra, p.25).
Ingenuo e tontolone: (Dopo aver ascoltato a lungo Asterix discutere) Ob.:
«Qualcuno potrebbe spiegarlo anche a me allora?»,
Ast.:«Tu occupati degli altri!»,
Ob.:«Va bene! Ma tu dopo mi spiegherai, eh?», «Spero che Asterix me lo spieghi. In genere vorrei sapere perché combattiamo».
(Asterix e il paiolo, p.45).
Romantico e sentimentale:
«Buhuhuhuhuh! Sono altrettanto sensibile alle belle storie d'amore che finiscono bene! Sniff!»
(Il grande fossato, p.48).
......curiosità......
Il nome Obelix ricorda l'obelisco, colonna di pietra che celebrava il culto del dio Sole presso gli Egizi.
Esso dovrebbe essere tuttavia, come Asterix, anche un riferimento a un segno tipografico. Un «obèle» (obelo in italiano) è una sorta di croce (†), utilizzato per segnalare un passaggio dubbio negli antichi manoscritti. La scelta del nome non può essere frutto del caso: René Goscinny era, da parte di sua madre, discendente di una famiglia di tipografi, che avevano stampato un celebre dizionario ebreo-yiddish. (Le livre d'Asterix le Gaulois, Ed. Albert René, 1999).
Una vera rivelazione è stata la scoperta nel Palatinato, ad opera dell'archeologo Kai Brodersen, di una stele votiva di origine gallica, ma scritta in latino, che parla di un certo Andossus, figlio di Obelexxus , di chiara stirpe celtica. Una vera chicca è stato lo scoprire che, invece di rivolgersi a divinità dell'olimpo gallico, come Toutatis, Andossus invochi per suo padre la protezione di un dio romano, Marte. Altro che pozione magica... almeno nell'aldilà, forse era meglio rivolgersi agli dei dei vincitori, che perlomeno avevano dato prova della loro influenza, permettendo la disfatta dei Galli ad opera dei Romani!
ASTERIX
Asterix, è un guerriero di taglia piccola, ma di grande presenza di spirito, dotato di una mente vulcanica e di brillante ingegno. Astuto e ardimentoso, egli si incarica di tutte le missioni più rischiose. Ha sempre a portata di mano una boccetta della magica pozione di Panoramix, che gli conferisce forza sovrumana. È accompagnato dal buon Obelix, inseparabile compagno di ogni avventura; i due sono amici fin da piccoli, essendo nati nello stesso giorno, come racconta la ministoria del 1994 "La nascita di Asterix e Obelix".
Asterix non ha un lavoro fisso, come Ordinalfabetix e Automatix, o anche lo stesso Obelix, che scolpisce menhir. La sua astuzia e la sua generosità ne fanno però un inviato speciale ideale, capace di districarsi in qualsiasi situazione e di salvare più volte l'onore del villaggio.
Asterix è stato un nome premonitore: in greco e in latino «aster» vuol dire stella e in celta «rix» significa re.
I suoi viaggi... Asterix visita 17 paesi e regioni (senza contare la Gallia e le sue città):
- L'odierna Germania (Asterix e i Goti),
- Roma (Asterix gladiatore, Gli allori di Cesare),
- L'Egitto (Asterix e Cleopatra),
- La Britannia (Asterix e i Britannni),
- L'Africa settentrionale (Asterix legionario),
- La Grecia (Asterix alle Olimpiadi),
- L'Iberia (Asterix in Iberia),
- L'Elvezia (Asterix e gli Elvezi),
- La Corsica (Asterix in Corsica),
- L'America settentrionale (Asterix in America),
- La Scandinavia (Asterix in America),
- Il Belgio (Asterix e i Belgi),
- La Mesopotamia e la Palestina (L'Odissea di Asterix),
- La Persia e l'India (Le Mille e un'ora)
- La mitica Atlantide (La galera di Obelix)
cosa dice di sé
- «Quel che abbiamo di buono, noi Galli, è che siamo pieni di idee» (Asterix il Gallico, p.42).
- «Noi siamo coraggiosi... Abbiamo paura di una sola cosa: che il cielo ci cada sulla testa...
Ci piace scherzare... Ci piace mangiare bene e bere bene... Siamo brontoloni...
Indisciplinati e attaccabrighe... Ma amiamo gli amici! In breve... Siamo Galli!»
(Asterix in America, p.26).
cosa dicono di lui
Obelix - «Il Signoor Asterix comanda! Il Signoor Asterix è il capo! Il Signoor Asterix ha sempre ragione!» (Il giro di Gallia, p.39).
- «Non hai paura di esaurire le tue idee?» (Il Regno degli Dei, p.18).
Panoramix - «No, Asterix, resta qui a sorvegliare il villaggio. La tua forza viene dalla mia bevanda,
ma l'intelligenza e l'astuzia non dipendono che da te...»
(Asterix il Gallico, p.23).
Assurancetourix - «Benché musicalmente non sia più esperto degli altri, Asterix è il più furbo della combriccola...»
(Asterix e i Normanni, p.35).
Ielosubmarine - «Io ho sempre diffidato di Asterix! Un uomo della sua età, ancora scapolo!»
(La zizzania, p.19).