Replying to IL GIORNALE DELL'ISOLA FELICE ... ANNO 3° ... NUMERO 012 ...

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Last 10 Posts [ In reverse order ]

  1. Posted 2/5/2012, 12:40

    Ondina_

    ciao a tutti..scusate il ritardo..

    ivana..ciambottina ..augusto...campione... :2010081110324520100722111500201 ..un abbraccio a tutti!!!

  2. Posted 2/5/2012, 11:01

    ip-byoriza-mercoledi-1

    E
    spaghetticoipomodoriniuuf6


  3. Posted 2/5/2012, 10:32
    Buona giornata, un "abbraccissimo" a tutti.
  4. Posted 2/5/2012, 09:21


    :36_1_9.gif: felice giornata a tutta l'isola .. :4kkncxl.gif:
  5. Posted 2/5/2012, 06:28

    buongiorno2

    Buongiorno isola
    grazie redazione
    buona giornata a tutti


    colazione

  6. Posted 1/5/2012, 23:19



    BUONGIORNO GIORNO... 02 MAGGIO 2012


    Edizione Giornale Anno 3° Numero 012



    RIFLESSIONI


    ... SALVIAMOLI …
    ...Inizio il mese di maggio con una riflessione amara e cruda sia nei termini che nei concetti; oggi ho appreso che le persone che avevano fatto il blitz a Montichiari per liberare i cani destinati alla vivisezione sono stati liberati dalla carcere. Mi sono informato e ho trovato questo articolo che inserisco nella riflessione; mi scuso anticipatamente per la crudezza dei termini, ma certe denunce vanno fatte e le cose non devono essere né taciute, né nascoste. Si parla della socitetà Green Hill, quella che alleva i cuccioli di beagle per mandarli poi nei laboratori di vivisezione … ecco l’articolo che ho trovato che spiega cosa è Green Hill … “Che cos’è Green Hill? Green Hill 2001 è un’azienda situata a Montichiari (Brescia) che alleva cani beagle per i laboratori di vivisezione. Da questo allevamento più di 250 cani ogni mese finiscono negli stabulari, tra le mani dei vivisettori e sui tavoli operatori. Cani nati per morire e condannati a soffrire. Dopo il tracollo dell’altro allevamento italiano di cani beagle da laboratorio, la Stefano Morini di San Polo d’Enza, è probabile che Green Hill abbia avuto una maggiore richiesta, ampliandosi e diventando uno dei principali allevamenti di cani del mercato europeo della ricerca su animali. Dentro i 5 capanni di Green Hill sono rinchiusi fino a 2500 cani adulti, più le varie cucciolate. Un lager per animali fatto di capanni chiusi, asettici, senza spazi all’aperto e senza aria o luce naturale. File e file di gabbie con luci artificiali e un sistema di areazione sono l’ambiente in cui crescono questi cani, prima di essere caricati su un furgone e spediti nell’inferno dei laboratori. Chi lucra su questo dolore? Da alcuni anni Green Hill è stata acquisita da un’azienda americana, la Marshall Farm Inc. Marshall è un nome tristemente noto in tutto il mondo in quanto è la più grande “fabbrica” di cani da laboratorio che esista. Il beagle Marshall è addirittura uno standard di varietà. I cani di Marshall vengono spediti via aereo in tutto il mondo, ma con l’acquisto di Green Hill come sede europea e la costruzione di un enorme allevamento in Cina, Marshall sta portando avanti un piano di espansione e di monopolio del mercato. In quest’ottica va visto anche il progetto di ampliamento che prevede la costruzione di altri capanni a Montichiari, per arrivare ad avere 5.000 cani nell’allevamento Green Hill, che diventerebbe il più grande allevamento di cani beagle in Europa. Per un prezzo dai 450 ai 900 euro si possono comprare cani di tutte le età. Chi è disposto a pagare di più può comprare anche una madre gravida. Green Hill e Marshall Farm inoltre offrono ai propri clienti trattamenti chirurgici su richiesta, tra cui il taglio delle corde vocali o l’asportazione di alcune ghiandole. Per Green Hill e Marshall Farm gli animali sono solamente merce, oggetti da far riprodurre e vendere, senza il minimo scrupolo sul dolore e la sofferenza, psichica e fisica, che andranno a subire.” Lo so, sono parole dure, concetti difficili da raccontare; questo accade nel mondo e noi che animali non dovremmo essere abbiamo il diritto dovere di indignarci di fronte a tanta disumana crudeltà .… Vi abbraccio fortissimo … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
    (Claudio)



    I beagle liberati sono felici e stanno bene

    Per gli attivisti scarcerati si è mossa anche Brigitte Bardot Per loro si è mossa anche Brigitte Bardot. L'ex sex symbol, che da anni ha abbandonato la carriera di attrice per condurre una dura battaglia per la difesa dei diritti degli animali, ha inviato una lettera al ministro della Giustizia, Paola Severino, per chiederle di 'vegliare alla liberazione' dei militanti di Green Hill. Non è stato certo per il suo appello, ma in serata i 12 attivisti, 4 uomini e 8 donne, arrestati per il blitz di sabato, hanno lasciato il carcere. Il Gip ha disposto per uno l'obbligo di dimora per tutti gli altri il divieto ad avvicinarsi al territorio di Montichiari. E' durata 48 ore la detenzione dei 12 animalisti, provenienti da tutta Italia, fermati per aver liberato una ventina di cuccioli di beagle dall'allevamento di animali per laboratorio nel bresciano. Sono usciti dal carcere in tarda serata, alcuni con ancora le magliette 'No alla vivisezione', che indossavano l'altro giorno durante la manifestazione davanti Green Hill. Ad accoglierli come eroi gli altri attivisti, ma soprattutto familiari e parenti desiderosi solo di riportarli a casa al più presto. A quanto si è appreso negli interrogatori del pomeriggio si sono avvalsi della facoltà di non rispondere tutti, tranne una donna romana 51/enne. Un "invito alla Marshall ad andarsene via dall'Italia e a cedere i beagle" è stato rivolto dall'on. Michela Vittoria Brambilla all'indomani della scarcerazione dei dodici protagonisti del blitz a Green Hill, l'allevamento di cani beagle a Montichiari, nel bresciano. "Trattenere due giorni in carcere i ragazzi è stato un atto che considero sproporzionato e come me la pensano i tanti italiani che hanno manifestato la loro solidarietà", afferma Brambilla in una nota. "In carcere - prosegue - devono stare i delinquenti non certo persone che volevano solo salvare la vita a creature indifese. E vorrei ribadire che, dal mio punto di vista, i trenta cuccioli non sono stati rubati ma liberati. Perché ognuno dei cagnolini detenuti nel lager di Green Hill è destinato a morire tra terribili sofferenze nei laboratori di vivisezione europei. Non vogliamo essere complici di queste atrocità".(Ansa)


    Fiabe e Favole di Autori Contemporanei

    Il soffione
    C'era una volta un soffione che si librava nel cielo di primavera
    di un campo dove germogliavano dei fiori allegri, dei meravigliosi alberi da frutto
    e dei rigogliosi ciuffi d'erba. Il soffione aveva accettato le lusinghe del vento:
    " Vieni con me. Potrai volare e vedere degli altri luoghi."
    Un lieve sorriso dipinse il volto del soffione, mentre il vento incominciò a spirare più forte.
    Dopo un giorno di viaggio giunsero in un grande prato
    Di montagna. Notarono che la maggior parte dei fiori era mesta e silenziosa.
    I ciuffi d'erba sembravano stinti e malconci,mentre gli alberi erano ricurvi.
    Il soffione chiese al vento di portarlo vicino ad una genziana.
    " Perché sei così triste? " domandò il soffione.
    " In questo prato I fiori più grandi sono prepotenti e non siamo
    liberi nemmeno di parlare tra di noi.
    Ci sono, poi, dei fiori che non tendono un petalo per aiutare
    gli altri fiori che sono in pericolo perché non accettano questa tirannia ",
    rispose la genziana con fievole voce.
    Il soffione, dopo aver ascoltato quelle parole,
    chiese al vento di condurlo vicino ad un ciuffo d'erba.
    " Per quale motivo sei ridotto così? "
    Il ciuffo d'erba timidamente rispose:
    "Molti animali di questo prato strappano I miei fili.
    Alcune malvagie farfalle, invece, coprono una parte del mio corpo
    al solo scopo di non poter essere accarezzato dai raggi del sole."
    Il soffione respirò lentamente.
    " Adesso portami da quell'albero con la gobba", pregò il vento.
    " Sei molto ammalato per essere ricurvo in questo modo?"
    L'albero annuì. Trascorse qualche minuto e, replicò alla domanda del soffione.
    " Una volta ero un maestoso albero. Un giorno, tra queste montagne,
    è arrivata una perfida e forte corrente d'aria gelida che
    ha piegato il mio fusto, e quello degli altri alberi, affinché perdessimo la nostra regalità."
    Il soffione comprese l'infinita tristezza di ognuno di loro.
    Allora sibilò alcune parole al vento che lo adagiò
    Su di una nuvola bassa. Il soffione respirò di nuovo,
    ma questa volta con più forza. Si schiarì la voce ed iniziò a parlare.
    " Non c'è vita dove non c'è libertà.
    La libertà è il primo valore dell'esistenza di ogni creatura della natura
    anche della più piccola ed indifesa.
    La mancanza di libertà è un'asfissia lenta e dolorosa.
    Anche il rifiuto di afferrare il petalo di un fiore,
    per aiutarlo, significa vivere senza La vita."
    Il soffione riprese fiato:
    " Per essere veramente felici è necessario che, tutti voi,
    siate uguali e, non devono esistere delle diversità di grandezza e di forza.
    Ogni abitante, di questo prato di montagna,
    deve rispettare l'altro come se rispettasse se stesso."
    La nuvola, su cui era adagiato il soffione,
    si abbassò fino a lambire le foglie di quei poveri e gibbosi alberi.
    Il soffione continuò a parlare:
    " Affinché la pace regni in questo prato è indispensabile
    che i prepotenti assaporino la dolcezza dell'umiltà,
    i malvagi intingano, i loro cuori, nei colori dell'arcobaleno
    della bontà e, la solidarietà si sostituisca all'egoismo.
    Non è possibile che, a differenza del campo da cui provengo,
    dei fiori, dei ciuffi d'erba e degli alberi non possano vivere in pace
    per la crudeltà delle altre creature della natura ."
    All'improvviso il soffione ascoltò la forte voce delle genziane
    che erano libere di parlare tra di loro.
    Osservò dei petali di un fiore che abbracciavano il gambo
    di un altro fiore, una farfalla che conversava
    con un ciuffo d'erba illuminato dal sole,
    ed una fresca brezza accarezzava il fusto dritto di un albero...

    (Claudio Rinaldi)

    ATTUALITA’


    Calabria, 'Ho ucciso mio marito e mia figlia'.
    Ha confessato Domenica Ruggiano, moglie e madre di Vincenzo e Rosa Genovese, uccisi venerdì nel cosentino. Una storia di disperazione e di sofferenza finita nel modo più tragico: due morti ammazzati ed il ferimento di una terza persona che poi si è scoperto essere stata la responsabile del duplice omicidio. La soluzione del giallo di Villapiana, dove venerdì scorso sono stati assassinati a colpi di fucile Vincenzo Genovese, di 67 anni, e la figlia Rosa, di 26, è arrivata all'alba di oggi quando, a conclusione di un interrogatorio protrattosi per tutta la notte, Domenica Ruggiano, moglie e madre delle vittime, è crollata ed ha ammesso le proprie responsabilità. La donna ha anche riferito che dopo avere ucciso marito e figlia ha tentato di uccidersi, ma non è riuscita ad attuare il suo proposito, procurandosi soltanto una ferita ad un'anca. Per risolvere il caso sono stati determinanti la caparbietà e l'impegno dei Carabinieri del Comando provinciale di Cosenza e della Compagnia di Corigliano Calabro, che avevano subito intuito che non reggeva la versione dei fatti fornita da Domenica Ruggiano, secondo la quale un estraneo si era introdotto in casa ed aveva commesso il duplice omicidio, e di un giovane magistrato della Procura della Repubblica di Castrovillari, Maria Grazia Anastasia. Negli ultimi giorni il magistrato ha lavorato senza sosta per dare un nome ed un volto all'assassino di Vincenzo e Rosa Genovese ed alla fine, grazie anche all'apporto determinante dei Carabinieri, c'é riuscita. "Ero disperata - ha detto Domenica Ruggiano al pm - perché non ne potevo più dei dissidi con mio marito, che si trascinavano da anni". La donna, sia pure in maniera confusa, ha riferito perché ha deciso di uccidere anche la figlia, che da alcuni mesi aveva allacciato una relazione che i familiari della ragazza, secondo quanto riferito dai Carabinieri, non gradivano. Domenica Ruggiano non voleva, questa la sua spiegazione, che la ragazza, legandosi ad un uomo, subisse le stesse sofferenze che aveva patito lei. E così, dopo avere assassinato il marito, la donna ha rivolto l'arma contro la figlia e l'ha uccisa. Momento culminante di una spirale di violenza incontenibile. La donna, dopo avere tentato il suicidio, non ha avvertito nessuno di ciò che aveva fatto e si è distesa sul letto "attendendo - ha detto al magistrato - la morte". Che però non è arrivata perché la ferita che si era procurata non era così grave da provocare effetti letali. Dopo la scoperta del duplice omicidio ed il suo ricovero in ospedale, Domenica Ruggiano non si è preoccupata di nient'altro che negare le sue responsabilità. Ma alla fine, posta di fronte all'evidenza dei fatti e degli elementi emersi dal sopralluogo effettuato dai Carabinieri, secondo cui il duplice omicidio poteva essere stato commesso soltanto da una persona appartenente all'ambito familiare, è crollata ed ha reso piena confessione.

    Fb punta a incentivare donazione organi.
    Nel profilo si potra' dirsi donatori, Zuckerberg ispirato da Jobs. Utilizzare l'enorme potere diFacebook per aiutare e incoraggiare la donazione di organi.
    E' l'ultima idea di Mark Zuckerberg, appena 27 enne,fondatore e amministratore delegato del più diffuso socialnetwork al mondo. Un ragazzo che ha fatto la sua fortuna graziealla voglia delle persone di condividere con i propri amicifrasi, video, foto. E che ora pensa che siano in tanti a esseredisposti a fare lo stesso con quanto abbiamo di più prezioso,cioé donare noi stessi per aiutare gli altri. A ispirarlo la tragica fine del suo amico, Steve Jobs, la cuivita è stata comunque allungata di diversi anni grazie a untrapianto di fegato. "Facebook - spiega Zuckerberg alla Abc - è un luogo in cuici si comunica storie personali. E io penso che la gente possaconcretamente aiutare a diffondere la cultura della donazione,in modo da far partecipare e far intervenire su questo tematutti i propri amici. E chissà che così facendo non possiamotentare di eliminare la scarsezza cronica di organi datrapiantare per salvare vite umane". La novità pratica è che da oggi, tutti gli utenti inAmerica e nel Regno Unito possano scrivere sul loro profilo, sesono o meno donatori di organi. In questo modo possonoautomaticamente accedere ai link dei registri dei donatori degliorgani e iscriversi immediatamente. "Voglio che sia una cosa facile - aggiunge Zuckerberg - inmodo che nel Paese dove si risiede, ci possa essere piùvicinanza tra la lista dei donatori e quella ufficiale di chi habisogno dei trapianti". Secondo le ultime statistiche a cura di Donate Life OfAmerica, il gruppo no-profit che collabora con facebook, neisoli Stati Uniti circa 112mila americani sono in attesa di fareun trapianto di organo e circa 18 persone al giorno muoionoproprio a causa della mancanza di organi da trapiantare.

    Cina, scoperta citta' sommersa.
    Mille e trecento anni di storia sommersi sotto il mare: e' la citta' cinese di Shicheng. Circondata da mura lunghe quasi tre chilometri e spesse due metri, Shicheng e' rimasta sommersa nel 1959, a causa della costruzione di una centrale idroelettrica. Ora, grazie a un robot sottomarino, una spedizione scientifica e' tornata nella Provincia orientale di Zhejiang. Spingendosi sino a 30 metri di profondita', il robot ha trovato la porta della citta' ancora intatta: lungo le mura c'erano cinque porte, una a nord, a sud, a est e due a ovest. Su ciascuna sorgeva una torre, i tetti erano fatti di grandi lastroni di pietra e il corpo di mattoni.Dopo la prima scoperta, fatta dal robot, e' stato il turno di due subacquei, che si sono immersi sui resti di quella che ragionevolmente sembra essere la scuola della citta'. A guidare i sub sui resti della scuola sono stati i due leoni, che, oltre a dare il nome alla citta', erano fisicamente collocati sui bastioni delle mura. Nelle immagini sottomarine si scorgono anche i resti della porta est e di un grande arco, costruito secondo il tipico stile architettonico cinese utilizzato durante la dinastia Tang, al potere tra il 618 e il 907: alto otto metri, fu demolito con la costruzione della centrale, perche' i progettisti volevano essere sicuri che non ostacolasse i lavori.


    GOSSIPPANDO


    GOSSIPPANDO



    Grande Fratello 12, Vito e Sabrina si sposano?

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    GRANDE FRATELLO 12 – “E non ci lasceremo mai, abbiamo troppe cose insiemeeeee”. Sarà così anche per Sabrina Mbarek, la vincitrice del Grande Fratello 12, e Vito Mancini?
    A sperarlo è la stessa Sabrina, che in un’intervista a ‘Vip mese’ dichiara:
    “Io e Vito ci ispiriamo a Katia e Ascanio che hanno portato avanti la loro relazione fino a sposarsi perché tra loro c’era davvero amore”.
    Che presto ci saranno dei nuovi fiori d’arancio grazie al Gf dopo quelli di Ascanio Pacelli e Katia Pedrotti?

    (Lussy)



    ... CURIOSANDO E RACCONTANDO …


    « Senti Louise, non torniamo indietro»
    «Che vuoi dire Thlema?»
    «Non fermiamoci»
    «Che vuoi dire Thelma, non capisco?»
    «Coraggio... (indicando il Gran Canyon)»
    «Sei sicura?»
    «Sì »


    THELMA & LOUISE



    Titolo originale Thelma & Louise
    Paese USA
    Anno 1991
    Durata 124 min
    Colore colore
    Audio sonoro
    Genere drammatico, avventura
    Regia Ridley Scott
    Soggetto Callie Khouri
    Sceneggiatura Callie Khouri
    Fotografia Adrian Biddle
    Montaggio Thom Noble, James Cameron, Richard A. Harris
    Effetti speciali Stan Parks
    Musiche Hans Zimmer
    Scenografia Norris Spencer

    Interpreti e personaggi

    Geena Davis: Thelma Dickerson
    Susan Sarandon: Louise Sawyer
    Harvey Keitel: Hal
    Michael Madsen: Jimmy
    Christopher McDonald: Darryl Dickerson
    Stephen Tobolowsky: Max
    Brad Pitt: J.D.

    Premi

    1992 - Premio Oscar
    Migliore sceneggiatura originale a Callie Khouri
    1992 - Golden Globe
    Migliore sceneggiatura a Callie Khouri



    TRAMA


    Louise Sawyer, cameriera in un fast food, decide di trascorrere un week end in montagna con l'amica Thelma Dickinson, casalinga alle prese con un marito tanto arrogante quanto ipocritamente protettivo, Darryl. Durante una sosta in una balera dell'Arkansas, Thelma, ubriaca, viene condotta nel parcheggio da un bellimbusto, che tenta di usarle violenza. Louise, dopo averlo minacciato con la pistola, sta per andarsene, quando una frase volgare dell'uomo, frustrato nel desiderio e nell'orgoglio, scatena in lei un apparentemente inspiegabile eccesso d'ira che la spinge ad ucciderlo con un colpo al cuore. In preda al panico, le due donne iniziano così una convulsa fuga verso il Messico, scoprendo a poco a poco energie e potenzialità interne insospettate, ma anche quanto la loro vita sia ancorata a schemi e condizionata da retaggi psicologici non risolti.
    Louise incontra il fidanzato Jimmy, venuto apposta in aereo per portarle del denaro, che Thelma si fa ingenuamente sottrarre da un autostoppista ex rapinatore che la spinge facilmente al primo adulterio della sua vita. L'ingenua casalinga si trasforma così in una disinvolta rapinatrice in un supermarket. Invano il tenente di polizia Hal Slochum, che ha localizzato le due e conosce il passato di Louise, tenta di indurre le donne a costituirsi. La scorribanda prosegue: dopo aver chiuso un agente nel bagagliaio, e incendiato l'autocisterna di un camionista che le perseguita da tempo con approcci volgari, Thelma e Louise, inseguite dagli agenti federali pronti a sparare alle spalle, si trovano con il Gran Canyon di fronte. E' Thelma a convincere Louise che ormai l'unica soluzione sia un emblematico, tragico salto nel vuoto.

    ...recensioni...


    Con “Thelma & Louise” siamo in zona stracult, un film di cui è rimasto particolarmente impresso l’epilogo, un volo così tragicamente liberatorio entrato nella galleria delle sequenze più popolari della storia della settima arte. Diretta da Ridley Scott, che dopo opere culto come “Alien “ e “Blade Runner” ebbe finalmente una nomination dall’Academy, la pellicola ottenne alla sua uscita diversi riconoscimenti, fra cui un premio Oscar, oltre ad un buon successo di pubblico. Sono diversi gli elementi di pregio presenti in questa opera, sinceramente ed intelligentemente femminista. Il primo è lo script, che offre una storia con il passare dei minuti sempre più appassionante, muovendosi spesso in maniera poco convenzionale, e che descrive egregiamente, attraverso il classico topos del viaggio, il percorso interiore fatto dalle due protagoniste, donne frustrate che a costo di un grande sacrificio diventano persone finalmente “libere”.
    Un percorso motivo di più di una riflessione: difficile definire ciò che è giusto o sbagliato nell’atteggiamento di Thelma e Luoise. Due donne interpretate con grande talento da Susan Sarandon e Geena Davis (originariamente il film doveva essere interpretato da Michelle Pfeiffer e Jodie Foster), alfiere di un cast assai funzionale che vede anche la bella prova di Harvey Keitel, interprete dell’unico personaggio che sembra capire cosa in realtà significhi la fuga delle protagoniste, oltre all’apparizione di quello che diventerà un divo, ovvero Brad Pitt. C’è poi la regia di Scott, abile nel mostrare sia eventi piccoli ed apparentemente insignificanti, sia quelli invece topici, come l’eccezionale inseguimento finale, dando così ad ogni scena l’opportuno peso specifico. Infine la colonna sonora di Hans Zimmer, fedele collaboratore del regista, fatta di musiche originali e non, sempre puntuale nell’entrare in campo. Un viaggio sicuramente da intraprendere, per fuggire, seppur solo con la mente, dalla quotidianità.
    (Manuel Celentano)


    Forse non ancora un “classico” nel senso accademico del termine (dopo tutto è un film del 1991 ed è considerato di “cultura media”) ma “Thelma & Louise” è di certo un cult. La sceneggiatura premio Oscar di Callie Khouri affronta il topos americano del viaggio sulle autostrade statunitensi e del superamento del confine di Stato allo scopo di scappare dalle autorità. Il genio di Ridley Scott ci mostra come si possa prendere un modello narrativo così navigato e farne un opera originale e a suo modo davvero unica. Le due amiche sono due donne normali, persino infelici, che diventano due eroine, due icone forti soprattutto perchè donne. Sanno usare le pistole, tengono testa agli uomini e persino alla legge americana. La polaroid che scattano per ricordo all’inizio del viaggio le incornicia in modo profetico, le imprime in qualche modo nella memoria di tutti gli spettatori che stanno per assistere alla loro storia. Fin dalla sequenza titoli ci vengono presentati tutti gli elementi del film: lo scenario in cui le due si muoveranno appare prima in b/n e a poco a poco arriva ai colori, a simbolo del cambiamento. Sentiamo per la prima volta il tema del film: una composizione che riporta alla mente un pò il western e un pò il poliziesco, suggerendoci da subito quale sarà l’atmosfera dell’intero racconto ovvero avventura, carica e forza ma anche un’angoscia di fondo che non abbandonerà mai le due protagoniste. Nel corso del film avremo modo di sentire la stupenda colonna sonora rock-country che bene si addice alla forza vivace delle due. Lo stile di “Thelma & Louise“ è indubbiamente classico ma molto più dinamico del solito: Ridley Scott sceglie di girare molte inquadrature lunghe facendo muovere continuamente la macchina da presa seguendo i personaggi all’interno degli ambienti.
    Il racconto è punteggiato dall’immagine ricorrente di un’autostrada di cui non vediamo la fine, che si perde all’orizzonte e sulla quale sfreccia la macchina delle due eroine. Molto bella anche la fotografia di Adrian Biddle che segue bene le tendenze della fine degli anni ’80. Avvolgente e sempre curata nel dettaglio, calda, riprende bene la luce naturale di quei luoghi (Arkansas, Oklaoma e Colorado). Lo spettatore attento si accorgerà che la caratterizzazione fisica delle protagoniste racconta bene il loro cambiamento. Nella prima parte del film, Louise è una figura decisamente maschile: porta i pantaloni, tiene i capelli raccolti, guida, protegge la sua amica e spara a chi vuole farle del male. Thelma ha i capelli sempre sciolti, ben curati, porta bei vestiti, somiglia a una casalinga anni ’60. Poi, come dice Thelma stessa, “È come se fosse scattato qualcosa in me” e in effetti vediamo che il suo volto cambia, diventa più deciso, lo sguardo è puntato in avanti verso il futuro. Ora indossa camicie e pantaloni, si lega i capelli perchè le danno fastidio. Louise è inoltre, una sorta di paladina dell’orgoglio femminile, che punisce gli uomini che molestano le donne anche solo con gesti osceni fatti da un camion in corsa. È una Lisbeth Salander americana, una donna forte che impone il suo genere come al pari dell’altro e non ci sta proprio ad essere chiamata “il sesso debole”. “Thelma & Louise” è una bellissima storia fatta da pochi personaggi che si muovono in grandi spazi aperti. C’è tutto in questo film: sentimento e amore, dramma personale, un pizzico d’ironia, inseguimenti con la polizia e sparatorie. E, soprattutto, il viaggio.
    (cinezapping.com)

    (Gabry)



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    (Redazione)



    L’ISOLA NELLO SPORT


    CRONACA SPORTIVA

    Shock nel nuoto, è morto Dale Oen

    Il campione norvegese era negli Stati Uniti per allenarsi ed è stato trovato incosciente sotto la doccia. I compagni di squadra prima, il personale paramedico e il pronto soccorso poi hanno provato a rianimarlo, ma non c'è stato nulla da fare

    Alexander Dale Oen è morto. Uno dei più forti ranisti di sempre se ne va prematuramente e per cause ancora non note.
    A 26 anni, Alexander era a Flagstaff, in Arizona, insieme alla squadra norvegese per degli allenamenti. Si era appena ripreso da un infortunio alla spalla e aveva grandi speranze di risultato ai prossimi Giochi Olimpici di Londra. Poco prima di morire, il ragazzo aveva parlato via Skype con la famiglia in Norvegia e nulla lasciava presagire che non stesse bene.
    E' stato ritrovato privo di sensi sotto la doccia e, trasportato in ospedale, dichiarato morto poco dopo. Per recuperare dall'infortunio alla spalla, stava curando l'infiammazione con dei corticosteroidi e si stava riprendendo, con grande voglia di tornare in forma e ai massimi livelli.

    Secondo le prime ricostruzioni, durante la giornata aveva effettuato un allenamento leggero, fisioterapia e poi era andato a giocare anche a golf. Dopo aver dialogato a distanza con la famiglia, era andato a farsi la doccia per non uscirne più. I compagni di squadra si sono allarmati perché non lo vedevano tornare; così sono andati a cercarlo e l'hanno trovato privo di sensi. Hanno tentato la rianimazione cardio-polmonare e dopo circa 6 minuti è arrivata l'ambulanza. Anche in ospedale è stato tentato tutto il possibile, ma dopo un'ora i medici hanno dichiarato il decesso. Per capire le ragioni della morte, sarà necessaria l'autopsia.
    Alexander Dale Oen era candidato a una medaglia per Londra2012: nel suo palmares figura l'argento olimpico nei 100 rana a Pechino, l'oro sulla stessa distanza ai Mondiali dello scorso anno, due ori e quattro argenti europei totali più numerosi altri titoli in vasca corta. Era un entusiasta, tanto che l'allenatore nei giorni scorsi aveva dovuto placare la sua smania di tornare al massimo. "Alexander è pronto a cambiare marcia - aveva commentato - ma gli chiediamo di essere paziente. Non vogliamo che corra rischi. Dobbiamo tenerlo a freno, sta nuotando forte".




    Vezzali in forma olimpica. Torna n.1 con la vittoria 78

    Qualche mese per risolvere i postumi dell’incidente stradale di novembre (auto distrutta, ma soprattutto colpo della strega e problemi alla cervicale), qualche settimana di pausa nel calendario di Coppa per ritrovare certezze e continuità con il maestro Giulio Tomassini, e via: Valentina Vezzali ha vinto anche a Marsiglia (Grand Prix), secondo successo della stagione a un mesetto da quello di Budapest, e migliora il record (suo, naturalmente) di trionfi in Coppa del Mondo: ora è a quota 78. RANKING — Questa vittoria vale di più, la riporterà infatti al numero 1 del ranking mondiale, in sorpasso sull’altra azzurra Elisa Di Francisca, detentrice della Coppa del Mondo. "Sono tanto contenta — sorride Valentina, applaudita a lungo dal pubblico francese —, inizio a star bene. Mancano ancora tante gare all’Olimpiade, ma mi sono piaciuta per la tranquillità con cui ho imposto la mia scherma. Posso ancora migliorare, i due mesi di terapie fanno effetto, il collo non è ancora guarito del tutto, ma va molto meglio. E fisicamente sto ricominciando a lavorare bene, ad avere buone sensazioni". FINALE — A decidere la tappa francese è stato un derby tutto azzurro: in finale la Vezzali ha piegato (15-11, rimontata da 2-5) la compagna di squadra Arianna Errigo, al miglior risultato della stagione dopo i terzi posti di Danzica e Budapest. Il tutto in una giornata in cui un altra sfida in casa aveva deciso i quarti, con un successo di Valentina su Benedetta Durando (15-12). In questa stagione solo a Tauber (fu tripletta, con Di Francisca, Vezzali e Errigo) le azzurre sono riuscite a fare di meglio. Spiega la Vezzali: "Il nostro livello è sempre molto alto, è normale che arriviamo sempre a sfidarci tra di noi, la competizione è sempre altissima, ma sono contenta di come ho affrontato gli assalti". AZZURRE — Stop nel tabellone dei 16 invece per Elisa Di Francisca (fermata 15-9 dalla francese Guyart), mentre Giovanna Trillini (eliminata dalla tunisina Boubakri 15-13 tra le polemiche per diverse decisioni arbitrali), Batini e Salvatori si erano fermate nei sedicesimi del Challenge Jeanty a cui non hanno partecipato le migliori russe.



    Dieci anni del re Nadal

    Il 29 aprile 2002 Rafa esordiva a Maiorca: da allora 69 finali e 48 successi, di cui 34 sulla terra battuta. L'azzurra avvicina la Pennetta. Prima vittoria in carriera dell’olandese Kiki Bertens. Continua nel segno di Rafael Nadal la stagione sul rosso, giunta agli appuntamenti di Monaco di Baviera, Belgrado ed Estoril. I big si riposano in vista di Madrid e Roma che faranno da apripista ad un Roland Garros atteso come non mai. Tra le donne continua il dualismo tra le due regine mondiali Victoria Azarenka e Maria Sharapova che ieri si sono affrontate a Stoccarda senza mai guardarsi negli occhi. L’Italia sorride al maschile con la finale di Fabio Fognini che sogna l’exploit al Foro Italico. Per la quinta volta nella storia del ranking Atp, 7 tennisti italiani sono classificati tra i primi 100 giocatori del mondo. Era accaduto la prima volta nel 1992 per tre settimane consecutive (2, 9 e 16 marzo) con Omar Camporese, Stefano Pescosolido, Renzo Furlan, Gianluca Pozzi, Claudio Pistolesi, Cristiano Caratti e Paolo Canè (il 9 e 16 marzo Diego Nargiso prese il posto di Paolo Canè) ed è riaccaduto ora, il 23 e 30 aprile con Andreas Seppi, Fabio Fognini, Flavio Cipolla, Filippo Volandri, Potito Starace, Paolo Lorenzi e Simone Bolelli.


    (Gina)



    NOVITA’ MUSICALI


    NOVITA’ MUSICALI



    Nelly Furtado - Big hoops (Bigger the better)

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    Cambio di rotta, di stile, ritorno a tempi meno recenti, o semplicemente trovata per attirare una spruzzata di curiosità verso di sè: tutto questo magari per rendersi protagonista di un genere lasciato libero da artiste femminili come Rihanna, mai come ora orientata verso la Dance.

    Il nuovo singolo di Nelly Furtado ha fattezze molto differenti da quello che ci aveva abituato ad ascoltare negli ultimi anni: archiviato il sound latino di Mi plan e dopo l'uscita del Best of trainato dall'inedito Popdance Night is young, sguardo indietro a qualche anno fa, magari alle produzioni un po' più Hip Hop / R'n'B targate Timbaland (Promiscuos, Say it right...) per realizzare un disco nuovo.

    Big hoops (Bigger the better), prodotto da Rodney "Darkchild" Jerkins, un nome mica da poco, è un brano Pop / R'n'B come dire, un po' all'acqua di rose, ma l'azzeccatissimo groove non ha niente da invidiare a pezzi di fattura Hip Hop più pura. Da registrare, semmai, che il vocal della cantante candese non rende il massimo su un beat del genere e risulta alla lunga un po' troppo "strillato" e monotono, a mio avviso.

    Big hoops anticipa l'uscita del quinto album della cantante, The spirit indestructible, previsto per l'estate 2012.
    Matteo Moruzzi



    (Lussy)



    ... PARLIAMO DI ...


    Candida e inaspettata visione! Un paesaggio surreale creato da dune di sabbia finissima e piccole lagune di acqua piovana. Un miraggio di 155.000 ettari...Immaginate di fondere le dune del Sahara e gli specchi d’acqua della Scandinavia:
    il risultato è l’incredibile paesaggio de....


    Lençóis Maranhenses


    Non esiste al mondo scenario simile a quello del Parco Nazionale del Lençóis Maranhenses - costituito nel 1981 nello stato brasiliano del Maranhao - il Parco si trova sulla costa orientale dello stato del Maranhao con il comune di Barreirinhas, affacciato sulle rive del Rio Preguiças, che ne rappresenta la porta d’ingresso principale.. E’ un’ area protetta, con 155 mila ettari di dune, fiumi, lagune e mangrovie. La parte più caratteristica del parco é un’area di 270 Kmq (il vero e proprio “Lençóis” che in portoghese significa lenzuolo) ricoperta di dune di sabbia bianca mosse dal vento, fenomeno geologico questo che si ripete da più di 2000 anni. L’ aspetto è simile al deserto, ma le caratteristiche biologiche sono diverse. Il Lençois Maranhese è infatti ricco d’acqua, grazie ai fiumi che l’attraversano e alle azzurre lagune di acqua dolce portata dalle copiose piogge estive. Le dune, di sabbia finissima, si trovano soprattutto sul litorale Atlantico e, avanzando verso l’entroterra, si spingono fino a 50 chilometri dalla costa e possono raggiungere un’ altezza di decine di metri.
    L'ultimo tratto del lento e tranquillo Rio Preguicas (in lingua portoghese preguiça significa bradipo) demarca quelli che a ovest sono i Grandi Lencois (Grandes Lencois) e a est i Piccoli Lencois (Pequenos Lencois).

    (Gabry)



    PROSSIMAMENTE AL CINEMA



    Tutti i nostri desideri



    locandina

    Un film di Philippe Lioret. Con Vincent Lindon, Amandine Dewasmes, Marie Gillain, Yannick Renier, Pascale Arbillot.


    Un'importante tematica sociale affrontata passando attraverso storie individuali
    [color=gray]Giancarlo Zappoli


    Claire è una giovane magistrato del Tribunale di Lione. Ha due figli piccoli e una vita familiare serena fino a quando l'individuazione di un tumore cerebrale la
    sconvolge. Decide però di tener nascosta al marito la malattia temendo che lui non riesca a sopportare lo choc. Claire si trova inoltre di fronte a un palese caso di circonvenzione da parte di un istituto di credito nei confronti di una giovane madre con cui è entrata in contatto dato che i figli frequentano la stessa scuola materna. Con la collaborazione di Stéphane, un collega determinato e più in là negli anni decide di procedere affinché la trasparenza nei contratti sia ineludibile. Il tempo però stringe.
    Philippe Lioret, dopo quel film notevole che è Welcome torna ad affrontare un'importante tematica sociale passando attraverso delle storie individuali e non avendo timore di entrare nel territorio del mélo. Il tema è quello, sempre più socialmente devastante, dei prestiti concessi dagli istituti di credito. Accade che in Francia (e non solo) molti vengano attratti ingannevolmente ad accendere un prestito per poi ritrovarsi progressivamente indebitati in modo esponenziale. Anche se costoro rappresentano meno del3% del totale e che la compensazione grazie ai tassi proibitivi sia più che remunerativa per le società esse procedono comunque spietatamente nei confronti dei creditori per evitare l'emulazione.
    Cèline, la giovane madre che Claire si trova di fronte a scuola e in tribunale, è ormai sull'orlo della miseria. La giovane giudice la comprende come madre e come donna e trova al suo fianco un giudice capace di guardare nel profondo a quei desideri, a quei bisogni che sono primari. Lioret, grazie a due attori come Marie Gillain e Vincent Lindon, riesce a offrire umanità a due personaggi che avrebbero potuto facilmente trasformarsi in due paladini della giustizia tout court. Quella che Claire prova per Céline è pietas nel senso più nobile del termine: vuole aiutarla senza umiliarla. Perché la donna ha la dignità di tanti poveri che affrontano l'ingiustizia della società senza piegarsi al mendicare.
    Lioret però non si accontenta di affrontare il tema sociale. La relazione tra Claire e Stéphane rimane nell'ambito professionale ma è proprio la condivisione di un obiettivo (e anche, da un certo punto in poi, la consapevolezza della gravità dello stato di salute di lei) che sviluppa tra di loro una dinamica che esclude, per sottaciuta comune scelta, la sessualità includendo però un'intimità ‘altra' e ugualmente forte.
    È da questa che scaturisce un rapporto che si fa esclusivo e commovente perché, sembra volerci continuare a ricordare Lioret, la società progredisce non grazie ai supereroi ma ad uomini e donne capaci di desiderare insieme.



    (Lussy)



    ... LA NATURA SULL'ISOLA ...


    La SASSIFRAGA


    Sassifraga deriva dal latino saxifraga, propriamente, (pianta) che rompe i sassi, perché si riteneva che spezzasse i calcoli renali. Saxifraga: genere di piante della famiglia Sassifragacee con circa 300/400 specie dell'emisfero settentrionale, in gran parte delle regioni montane. Le sassifraghe presentano caratteristiche abbastanza diverse, quindi sono state riunite in alcune famiglie, che riuniscono le piante con periodo di fioritura e necessità simili. Sono erbacee per lo più perenni, con foglie di varia grandezza, sparse o in rosetta, presenta germogli striscianti e foglie opposte, di colore verde bluastro scuro, cigliate alla base, con fiori regolari, bianchi, gialli o rosso-porpora, in infiorescenze a cima o a pannocchia più o meno fitte; il frutto è una bacca.
    Le sassifraghe posseggono notevoli capacità di adattamento e crescono in ambienti climatici anche molto diversi: alcune, come la Saxifraga aspera, la florulenta e la exarata, sono proprie dei luoghi silicei; altre, come la caesia e la aizoon, prediligono i terreni calcarei, formando densi cuscinetti a fiori bianchi nei pascoli alpini.
    In prossimità dei ruscelli vivono la Saxifraga aizoides, dai fiori giallo-aranciati, e la stellaris, a fiori bianchi; nei terreni granitici è frequente la Saxifraga cotyledon, una delle specie più spettacolari, con ampia rosetta di foglie basali ligulate, seghettate, e ricca pannocchia di fiori bianchi. Molte sassifraghe vengono spesso coltivate a scopo ornamentale soprattutto nei giardini rocciosi.

    (Gabry)



    POESIE DI STAGIONE


    Maggio
    « Viva maggio, mese d'oro! »
    Canta il coro
    degli uccelli
    pazzerelli
    sulle gronde
    tra le fronde;
    « Viva maggio, mese d'oro! »
    « Viva maggio, mese bello! »
    Canta il bimbo
    ridarello,
    con le rose più odorose,
    le ciliegie
    saporose...
    « Viva maggio, mese bello!»





    LA SERA SULLL’ISOLA


    Quattro chiacchiere in allegria


    Parliamo spesso della nostra Isola Felice dscrivendola come una grande famiglia, come il luogo di ritrovo sereno di tanti amici. Allora volevamo rendere noto a tutti che tutte le sere, dopo le 20,30 ci riuniamo in questo luogo per trascorrere in serenità e divertimento le nostre serate. Approfittiamo allora del nostro giornale per informanre tutti dell’argomento con cui ci divertiremo la sera.. vi aspettiamo tutti tutti tutti e, se avete argomenti da proporre per la sera, mandate un mp a Lussy ...
    SERATE DI PRIMAVERA …
    L’inverno oramai sta andando via. Le ombre della sera tardano ad arrivare sempre più e le notti da fredde e silenziose pian piano portano con se temperature e luci delle giornate che volgono al bel tempo. La nostra isoletta ,e più specificatamente questo angolo si trasforma in un colorato giardino, immaginate fiori colorati, un grande telo disteso su di un prato, un’altalena che dondola e dalla mansarda osserviamo ed ascoltiamo la natura che lentamente si risveglia . Ci incontriamo ogni sera per scoprire insieme il piacere di conoscere ed emozionarci insieme, di divertirci a veder crescere conoscenze che giorno dopo giorno sono sempre più amicizie consolidate e reali …

    STASERA PARLEREMO DI ...



    ... I COLORI DELLA PRIMAVERA ...





    (La redazione)



    ... FOTO E IMMAGINI DAL WEB ...


    ... Il giornale non poteva prescindere da quella che è una usanza che ha unito generazioni intere. Chi di noi non ha almeno una volta passato ore alla ricerca di immagini da inviare alle persone care? Quante volte ci siamo trovati nel bar del luogo di vacanza con una pila di cartoline da mandare alla famiglia, ai parenti, ad amici e conoscenti … ebbene in questo nostro luogo di sogno, dalla nostra isola felice, ci piace raccogliere cartoline dal mondo e pubblicarle sul nostro giornale e, in questo modo sognare insieme guardando quelle immagini di luoghi da sogno del nostro meraviglioso pianeta ...

    (La redazione)





    scatto di George Steinmetz

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